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Autore: Demisia    11/11/2012    4 recensioni
E se Hachi nella sua lettera, si fosse spiegata, se avesse raccontato tutto a Nana? Le cose sarebbero state diverse? Il corso degli eventi sarebbe stato modificato?
Con tutta probabilità no, e lo sa, ma cosa c'è di male nel volersi togliere un peso dall'anima?
E soprattutto, cosa c'è di male nel voler togliere un peso dall'anima di coloro che amiamo?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nana Komatsui, Nana Osaki, Ren Honjo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Chissà, forse c’è Takumi...” pensò Nana. “Del resto, questa è casa mia! Quindi, perché dovrei farmi degli scrupoli?” Girò la chiave nella toppa ed entrò nell’appartamento buio. “Che silenzio... Forse non è in casa... O magari stai a vedere che è a letto con Takumi! O forse è da sola...” Si guardò intorno. Non c’era alcun segno di vita. “Uff... Non so più cosa pensare.” E poi notò una busta sul tavolo. Recava scritto “Per Nana”. Il suo cuore perse un colpo. “E questa cos’è?!” Il sangue le si ghiacciò nelle vene, mentre pensava al peggio. “Che diavolo significa questa lettera?!” Afferrò la lettera e corse a bussare alla camera di Hachi.
- Hachi...? - Nessuna risposta. Nana non riusciva più a ragionare lucidamente. “No, non può essere, non può essere arrivata a tanto, non avrebbe motivo... No...”
Si precipitò nella stanza.
- Hachiko, sei in casa?! -  Si aspettava di trovare Hachi riversa a terra in una pozza di sangue, ma quello che vide la lasciò ancora più sconcertata.
Il nulla. Quella stanza era nera e vuota. Nana si sentì diventare sempre più piccola, mentre le sembrava che quella stanza si ingrandisse a dismisura e la inglobasse. Cadde in terra, seduta con la testa tra le ginocchia, stringendo la lettera convulsamente. Sentiva le lacrime calde scivolarle giù per le guance, bruciandole la pelle.  Si aspettava quella partenza, ma in fondo sperava che fosse solo un incubo, o uno scherzo di cattivo gusto. Sperava che Hachi spuntasse accanto a lei e con il suo sorriso illuminasse quella stanza. Non sapeva che fare. Prese la busta di carta bianca con scritto il suo nome, e lo rilesse e lo rilesse fino a che non si decise ad aprirla.

Cara Nana,
ti prego, non gettare via questa lettera prima ancora di leggerla.
So che oramai per te non sono altro che una traditrice e forse non hai tutti i torti. Ma voglio chiederti perdono, perché questa sono io, e purtroppo non posso farci niente. Vorrei, vorrei essere forte come te, ma purtroppo non è così. Tu sei come un grande e antico albero, che resiste alle tempeste più temibili, restando inflessibile sotto le sferzate del vento. Ma io sono come un bambù, e se c’è troppo vento mi piego al suo volere senza poterci fare nulla. Se non facessi così, rischierei di venire spezzata.
Adesso ti spiegherò tutto. Non sarò mai stata così onesta in vita mia.
Io non amo Takumi. Io amo Nobu, come non ho mai amato nessuno in vita mia. Nana, io sono una ragazzina stupida, superficiale ed egoista. E faccio soffrire chiunque mi stia intorno. Vorrei poter aver dato a Nobu tutto l’affetto di cui aveva bisogno e che avrebbe meritato. E lo avrei fatto senza dubbio, se non fosse stato per questo bambino.
Nana, io volevo abortire. Volevo far finta di niente, che non fosse mai successo niente. Avrei abortito e poi sarei tornata alla mia vita con Nobu, con te. Ma poi, quando infine ho visto, ho sentito mio figlio, ho capito che non avrei potuto ucciderlo. Ho capito che io volevo che quel bambino nascesse, ho capito che avrei voluto tenerlo tra le braccia, stringerlo al mio petto, che era tutto ciò che avrei sempre voluto. Non credo che tu mi capisca, in fondo non mi capisco neanche da sola. Sapevo che se avessi combattuto contro questo istinto e avessi abortito, non me lo sarei mai, mai, mai perdonato. Avrei iniziato a odiarmi più di quanto non faccia adesso. Che diritto ho io di dispensare la morte?
Sono quasi certa che sia figlio di Takumi. Nobu è sempre stato così attento e premuroso. Non pensare male di me, anche se avresti tutto il diritto. Quando mi sono messa con Nobu, con Takumi era già tutto finito. Non ho mai tradito Nobu. Con lui ho passato i giorni più felici di tutta la mia vita.
E adesso c’è questo bambino. Io vorrei davvero poterlo crescere con Nobu, e mandare Takumi a quel paese una volta per tutte. Ma in primo luogo, Takumi è spaventoso. Non so cosa potrebbe fare a Nobu, o addirittura al bambino, se dovessi lasciarlo. E poi, Nana, state per debuttare. Non posso distruggere i vostri sogni per un mio stupido, stupidissimo errore. Per crescere un bambino Nobu dovrebbe rinunciare alla band e trovarsi un lavoro serio. Io sono sicura che voi sfonderete, ma se così non fosse? Non voglio rovinargli la vita. Se non posso dargli il mio amore, voglio almeno dargli una piccola rassicurazione, voglio che segua la sua passione.
E tutto ciò è anche perché se Nobu lasciasse la band, vi sciogliereste. Non dubito che tu potresti avere una brillantissima carriera solista, ma non credo sia questo che vuoi.
E allora Nana, una volta tanto mi sacrificherò io per voi. Una volta tanto non sarò più la vecchia cagnolina viziata ed egoista. Dimostrerò al mondo che posso essere una donna matura. E se questo significa sposare Takumi, beh, allora lo farò, Nana.
Rinuncerò al mio sogno di stare accanto all’uomo della mia vita per il suo. Per i vostri.
Immagino che a questo punto non ti fidi più di me, Nana. Sei liberissima di credermi o meno. Ma sappi comunque che non dimenticherò mai, per tutta la vita, i sei mesi che ho trascorso insieme a te. Allo stato attuale delle cose, purtroppo, non potremo più vederci, e questo mi addolora moltissimo. Non so più neanche io come comportarmi. Quindi cerca di fare il prima possibile il tuo debutto nel mondo del professionismo, fatti vedere spesso in TV e canta tutte le tue canzoni. Io ti guarderò ogni volta.
Nana, per me esiste un solo eroe, e quell’eroe sei tu. Perché a questo mondo non c’è nessuno che sia eccezionale come te. Finora, e per sempre.
7 settembre 2001.
Nana Komatsu.
PS: Permettimi di continuare a pagare la mia parte d’affitto finché non avrai trovato una nuova coinquilina. Prima di uscire chiuderò la porta a chiave, e farò in modo di darla a Ren.
PPS: Nana. Spero che un giorno potremo rivederci, un giorno in cui tu mi avrai perdonata.


Era sconvolta dai singhiozzi. Capiva, capiva, nonostante tutto capiva! E l’aveva già perdonata. Hachi aveva fatto tutto solo per lei. Per lei. Per lei.  E l’avrebbe voluta accanto a sé più che mai. L’avrebbe abbracciata, e avrebbe sepolto il viso tra i suoi capelli, e sarebbe stata lì per sempre. La lettera era caduta a terra, non aveva più neppure la forza di tenerla tra le mani. Poi qualcuno la raccolse. Nana non aveva la forza di alzare lo sguardo, e del resto sapeva già chi fosse.
- Nana... Perché sei così triste? Questa non è una lettera d’addio. E’ una lettera d’amore, la lettera di una persona che ha deciso di aprire a te il suo cuore. - Sentì la calda voce di Ren.
Intanto le parole della lettera le  rimbombavano nella testa, e spingevano forte, e uscivano sotto forma di ustionanti lacrime.
“Per me esiste un solo eroe, e quell’eroe sei tu.”
- Vai a trovarla, Nana. Immagina le lacrime di gioia che verserà vedendoti! - disse ridendo Ren.
- Maledizione, ma perché devo andarci per forza?! NON E’ GIUSTO! -
Guardò con gli occhi colmi il viso di Ren, che la osservava silenzioso.
Infine lui le sorrise.
- Perché è questo il compito degli eroi. -
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Buongiorno/buonasera popolo di EFP! (?)
Questa è la mia prima storia, quindi ho una paura matta di avere sbagliato qualcosa!
Ma vabbé, dai.
Questa non è una What If, non so se si capiva.
A me l'anime e il manga hanno trasmesso moltissimo, e vorrei poter essere riuscita a trasmettere qualcosa anch'io.
Beh, lo spero.
Detto ciò, vi saluto, e se avete qualcosa da correggere, vi prego, fatelo!
Arrivedeeeeeerci!
  
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