7. Il trasloco
Piccola
nota: prima di andare via,
cercammo
ancora in tutti i modi di far uscire il dinosaur… ehm, la
lucertola dal bagno.
Scocciati, andammo via lasciando la finestra aperta [secondo me, non
è servita
a farla uscire ma a far entrare altri 3 o
4 dinosauri]…
Scendemmo
in paese, sognando già il mare che avremmo visto solo il
giorno dopo. Infatti,
queste nostre 2 case erano proprio vicine al mare.
Io
ero stanchissimo. Lo eravamo un po’ tutti, stanchi, abbattuti
e rassegnati. Ma
l’idea di un bagno ci tirava su di morale.
Anche
qui vi descriverò le nostre due case, perché
tanto un sogno non furono.
Casa degli amici: una casa ad un sol livello,
sporca [secondo me
l’avevano abbandonata prima di costruire il paese
dell’800, su in montagna],
bassa, sudicia… Un trauma solo restarci. Infatti, i nostri
amici non erano
molto contenti e si “trasferirono” da noi, in
attesa di una soluzione [o del
coraggio di dormire in quella casa!].
Ma,
come sempre [e in questo, devo dire, siamo maestri] chi andò
peggio, fummo noi!
Casa nostra: 3° livello di un
palazzo (ancora in costruzione).
Infatti, ad un certo punto, le scale sparivano per dar spazio a blocchi
di
cemento rozzi, persino mal posti. Al posto delle ringhiere, assi di
legno
pronte a cedere.
Devo
ammettere che la casa era abbastanza spaziosa, ma era di un caldo
pazzesco. Le
pareti bollivano e se ti cadeva una bistecca sul pavimento, dopo
mezz’ora
potevi pure mangiartela. Tanto per esser chiari, era estate, ma
giravamo per
casa con le scarpe o pantofole, perché a piedi nudi era
impossibile. Pena,
ustioni di settimo grado.
Così,
per far passare un po’ d’aria, aprimmo le finestre,
ma servì a poco (tranne scoprire
che sul balcone della cucina vi era un nido di pipistrelli)…
I
nostri amici tornarono alla loro casa (sporca e lurida, ma, almeno,
fresca) e i
miei uscirono, di nuovo, per cercare una nuova sistemazione, di nuovo!
Rimasi
solo a casa e mi gettai su quello che doveva essere il mio letto: un
vecchio
materasso buttato sul pavimento [sì, io sempre le
sistemazioni peggiori!]. Solo
che, essendo stanco perché non dormivo da molto, ucciso dal
caldo e abbattuto
da quella “strana” vacanza, svenni totalmente.
Difatti, quando tornarono, i
miei bussarono alla porta a lungo, senza che io mi rendessi conto di
nulla.
Giuro che solo dopo mezz’ora di bussate e tentativi di
chiamarmi dall’esterno,
mi alzai tutto intontito e aprì la porta.
Dopo
quell’evento, era chiaro a noi tutti cosa dovevamo fare. Non
avendo trovato
un’altra sistemazione, dormimmo nell’altoforno per
l’ultima volta.
Il
terzo giorno di vacanza, ri-portammo le cose in macchina [una fatica
solo per portarle
al terzo piano, sotto il sole cocente] e facemmo rotta verso casa
(nostra). Dai
vetri delle auto salutammo il mare, che non avevamo potuto vedere
nemmeno da
vicino…
E
dire che ci avevano parlato molto bene del mar Ionio!