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Autore: Joe McFly    31/05/2007    0 recensioni
Una storia (vera) che ha dell'incredibile. Una famiglia intende andare in vacanza in un luogo che conosce solo di nome. Ma perchè avere paura? Cosa potrebbe mai accadere? Quando la realtà supera ogni fantasia, una vacanza può trasformarsi in un'avventura spaventosa. Leggere per credere...
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7. Il trasloco

Finalmente abbandonammo quel paese fantasma [e sono sicuro che adesso, se tornassi lì, non lo ritroverei, perché sparito dalla faccia della Terra], contenti per aver trovato una diversa sistemazione. Infatti, doveva trattarsi di un miracolo, visto che avevamo trovato 2 case (una per noi, l’altra per gli amici) ad estate inoltrata. Non a caso, erano le ultime 2 case disponibili.
Piccola nota: prima di andare via, cercammo ancora in tutti i modi di far uscire il dinosaur… ehm, la lucertola dal bagno. Scocciati, andammo via lasciando la finestra aperta [secondo me, non è servita a farla uscire ma a far entrare altri 3 o 4 dinosauri]…
Scendemmo in paese, sognando già il mare che avremmo visto solo il giorno dopo. Infatti, queste nostre 2 case erano proprio vicine al mare.
Io ero stanchissimo. Lo eravamo un po’ tutti, stanchi, abbattuti e rassegnati. Ma l’idea di un bagno ci tirava su di morale.
Anche qui vi descriverò le nostre due case, perché tanto un sogno non furono.

Casa degli amici: una casa ad un sol livello, sporca [secondo me l’avevano abbandonata prima di costruire il paese dell’800, su in montagna], bassa, sudicia… Un trauma solo restarci. Infatti, i nostri amici non erano molto contenti e si “trasferirono” da noi, in attesa di una soluzione [o del coraggio di dormire in quella casa!].
Ma, come sempre [e in questo, devo dire, siamo maestri] chi andò peggio, fummo noi!

Casa nostra: 3° livello di un palazzo (ancora in costruzione). Infatti, ad un certo punto, le scale sparivano per dar spazio a blocchi di cemento rozzi, persino mal posti. Al posto delle ringhiere, assi di legno pronte a cedere.
Devo ammettere che la casa era abbastanza spaziosa, ma era di un caldo pazzesco. Le pareti bollivano e se ti cadeva una bistecca sul pavimento, dopo mezz’ora potevi pure mangiartela. Tanto per esser chiari, era estate, ma giravamo per casa con le scarpe o pantofole, perché a piedi nudi era impossibile. Pena, ustioni di settimo grado.
Così, per far passare un po’ d’aria, aprimmo le finestre, ma servì a poco (tranne scoprire che sul balcone della cucina vi era un nido di pipistrelli)…
I nostri amici tornarono alla loro casa (sporca e lurida, ma, almeno, fresca) e i miei uscirono, di nuovo, per cercare una nuova sistemazione, di nuovo!
Rimasi solo a casa e mi gettai su quello che doveva essere il mio letto: un vecchio materasso buttato sul pavimento [sì, io sempre le sistemazioni peggiori!]. Solo che, essendo stanco perché non dormivo da molto, ucciso dal caldo e abbattuto da quella “strana” vacanza, svenni totalmente. Difatti, quando tornarono, i miei bussarono alla porta a lungo, senza che io mi rendessi conto di nulla. Giuro che solo dopo mezz’ora di bussate e tentativi di chiamarmi dall’esterno, mi alzai tutto intontito e aprì la porta.
Dopo quell’evento, era chiaro a noi tutti cosa dovevamo fare. Non avendo trovato un’altra sistemazione, dormimmo nell’altoforno per l’ultima volta.
Il terzo giorno di vacanza, ri-portammo le cose in macchina [una fatica solo per portarle al terzo piano, sotto il sole cocente] e facemmo rotta verso casa (nostra). Dai vetri delle auto salutammo il mare, che non avevamo potuto vedere nemmeno da vicino…
E dire che ci avevano parlato molto bene del mar Ionio!

   
 
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