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Autore: CrystalRose    15/11/2012    9 recensioni
Sorridere e ancora sorridere. Il cliente ha sempre ragione. Anche se il piatto che gli servi fa schifo e non lo mangeresti nemmeno tu, devi comunque sorridere. Sempre.
E se chi ti ritrovi a servire è colui che ti ha dato inconsapevolmente la tua ragione di vita ma che ti ha scaricata con la scusa patetica di essere un escapista? Riesci ancora a sorridere?
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tuomas Holopainen
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Disclaimer: I personaggi reali di questa storia non mi appartengono e la storia è frutto della mia fantasia. Ci tengo a precisare che la storia è ispirata liberamente alla One Shot “Il nostro piccolo grande miracolo” di Villina92 (fandom HIM) che gentilmente mi ha dato il permesso di pubblicare la storia che state per leggere. Per non rovinarvi la sorpresa, leggete la OS di Villina almeno dopo aver letto questo  primo capitolo (il link lo troverete a fine capitolo) ;)
Inoltre l’idea nel suo complesso, è scaturita da uno dei tanti ascolti della canzone “I have a right” dei Sonata Arctica.

NdA: se volete potete ascoltare "Haven Stay" dei Takida:
http://www.youtube.com/watch?v=xsd3ee2Xa98

 

I HAVE A RIGHT



 
Parigi, Aprile 2012, ore 12.30, ristorante albergo “Four Season”
 
Mi legai i lunghi capelli neri in una coda alta. Sistemai il grembiule con un grazioso fiocco.
Diedi un ultimo sguardo al mio sgangherato telefono per vedere se c’erano chiamate dalle miei due coinquiline.
Nessuna chiamata.
Chiusi l’armadietto e mi diressi nelle cucine per iniziare il turno.
-‘Giorno!- dissi al gruppetto di camerieri e cuochi.
-Ciao Violet!- risposero in coro alzando un attimo lo sguardo dal loro lavoro.
Eravamo un gruppo ben assortito. Tre cuochi italiani e due francesi.
Quattro camerieri francesi, una inglese (la sottoscritta) e una coppia di sposi greci. E non mi chiedete come ci siamo finiti qui!
Be’ forse la mia storia ve la potrei anche raccontare…
-Violet porta tre bottiglie di Pinot e una naturale al tavolo 15!- urlò il maître entrando in cucina.
….magari non ora.
-Vado!-
Scesi di corsa in cantina a prendere il vino, posai le bottiglie con rapidità sul vassoio e poi aprii il frigorifero per prendere l’acqua.
Misi la bottiglia sul vassoio insieme le altre mentre entravo in sala.
 
Il ristorante era inondato dalla luce del sole.
Di solito apparecchiavamo di bianco con le sotto tovaglie color oro.
Le tende bianche cadevano delicate dalle grandi finestre, ai lati di ognuna stavano pesanti drappi rossi di velluto che venivano chiusi la sera per la cena.
Due enormi lampadari in vetro di Murano illuminavano la sala la sera e quando di giorno c’era brutto tempo.
Insomma eravamo pur sempre un albergo di lusso.
A Natale, ad esempio, era uno spettacolo: sotto tovaglie blu notte e tovaglia bianca, candele dorate e il mega albero di natale bianco in fondo alla sala.
Avevamo circa sessanta tavoli rotondi, fortuna che a pranzo molti ospiti erano in giro per la città, quindi ne rimanevano solo trentina da servire.
Mi diressi al tavolo 15, in fondo alla sala, e notai che era una tavolata piuttosto numerosa.
Più mi avvicinavo, più sentivo che i loro discorsi erano in due lingue differenti: inglese e…finnico.
Un brivido mi percorse la schiena.
Guardai meglio gli occupanti del tavolo.
Erano dei visi familiari, per qualche strano motivo.
Ero ormai a tre metri dal tavolo quando un uomo dai lunghi capelli neri e mossi, che stava dalla parte opposta del tavolo, si voltò sorridendo per parlare con chi gli stava seduto di fronte.
Spalancai gli occhi stupita.
Mi fermai con il cuore a mille.
Quegli occhi…
Quello sguardo da lupo.
Quello sguardo che anni fa mi ha ferito indelebilmente.
Quello sguardo che ogni mattina rivedevo riflesso altrove.
Il vassoio mi cadde dalle mani.
Il rumore dei vetri in frantumi mi ridestarono dal momentaneo stato di trance.
Abbassai lo sguardo appena in tempo prima che l’uomo potesse notarmi.
Mi chinai a raccogliere i cocci.
-Violet!- urlò il maître raggiungendomi- Lo sa vero che il prezzo delle bottiglie le verranno detratte dallo stipendio?- mormorò in francese stretto per non farsi capire dalla tavolata.
Feci sì con la testa.
Lo sapevo sì.
Già prendevo una miseria e ora mi toglievano 60€ dallo stipendio. Questo mese eravamo con l’acqua alla gola per l’affitto e ora questo.
Mi misi a raccogliere i vetri cercando di non tagliarmi.
-Si taglierà. Lasci che l’aiuti- disse in inglese una voce maschile.
La riconobbi subito.
Marco.
Scossi la testa con vigore, ritirando le mani per evitare un contatto.
Non dovevano vedermi in viso. Non dovevano sapere…
-Aspetta cara. Usiamo la scopa e uno straccio- era la voce dolce di Eirene al mio fianco, la cameriera greca, la più anziana del gruppo insieme al marito Soter.
Mi aiutò ad alzarmi.
Involontariamente alzai lo sguardo sul tavolo.
Ovviamente mi stavano osservando.
Incrociai il suo sguardo.
Lo vidi sorprendersi ma non più di tanto.
Il resto del tavolo, quei pochi che mi avevano conosciuta, rimasero di sasso.
Uno nodo alla gola mi stava impedendo di respirare.
-Scusate- mormorai.
Scappai via dalla sala lasciando Eirene da sola con un enorme punto di domanda sulla testa.
 
Uscii dal retro della cucina e mi sedetti sui pallet impilati a lato della porta.
Le lacrime presero a sgorgare da sole.
Mi coprii il viso con le mani.
Come diavolo avevo potuto pensare che le cose si sarebbero risolte scappando?
Le bugie hanno le gambe corte.
Anche se non sono tenuta a dirgli nulla.
Sicuramente è qui per qualche concerto.
Quanto potrà restare qui? Massimo fino a domani.
Non c’è da preoccuparsi.
Basta evitarlo.
L’ho fatto per tre anni, perché non andare avanti?
Sì ma per quanto ancora?
Quanto ci vorrà prima che il senso di colpa mi divori per completo?
-Tutto bene?- Era Eirene.
Mi asciugai le lacrime in fretta.
-Sì…tranquilla- risposi.
Si sedette accanto a me.
-È lui vero?-
Tirai su col naso.
-Già- dissi flebile cercando di sorridere.
-Oh piccola mia- mi abbracciò.
Non aggiunse altro.
Non aveva il vizio di fare il grillo parlante e dispensare consigli sulle cose più ovvie.
La situazione era delicata. E lei era l’unica che sul posto di lavoro conosceva la mia storia.
Era un po’ come una mamma.
-Ce la fai a tornare in sala?-
Feci sì con la testa.
-Bene allora andiamo. Facciamo vedere a quel giovanotto che tu vivi meglio senza di lui-
-Semmai grazie a lui- risposi ridacchiando.
La donna scoppiò a ridere.
-Ora che l’ho visto capisco molte cose di te e…-
-Ancora qui?!- ci strigliò il maître/despota interrompendo Eirene –In sala forza!-
Tornai in sala a servire gli ospiti con il solito sorriso maschera.
Io ed Eirene ci eravamo scambiate le aree della sala.
Lei avrebbe servito la tavolata 15 più tutta quella zona della sala ed io la parte opposta.
Non era il caso di rovesciare altro.
Peccato però, che non ci fosse in menù la zuppa di patate e funghi del nostro chef André, perché l’avrei rovesciata volentieri sulle gambe di qualcuno al tavolo 15.
“Violet Skye sei peggio di una quindicenne” mi dissi ridacchiando mentre sparecchiavo il tavolo sei.
 
Alle quattro finalmente ritornai a casa.
-Skye!!- mi salutò Dionisiya, una delle mie due coinquiline.
-Ciao Dion! Stai andando a lavoro?-
-Certo- rispose mentre cercava le scarpe tra la miriade di scarpe ammassate dietro alla porta d’ingresso. –Dobbiamo comprare una scarpiera-
-Già, con quali soldi?-
Dionisiya era una ballerina del Moulin Rouge. Era una bellissima ragazza bionda russa.
Metà dei soldi che riceveva dal Moulin li mandava ai suoi genitori che abitavano in un paesino sperduto in Siberia. Quindi divideva con noi il nostro modesto tre locali.
-Devo parlarvi- dissi seria.
-Adesso?- chiese lei.
-È importante-
-Ok allora aspetto-
-Elvi non correreeeeeeeee!!!!- strillò la voce di Donna, l’altra nostra coinquilina, arrivando in salotto trafelata.
-Mammaaaaaaaa!!- mi chiamò felice la mia bambina di due anni.
-Amore mio!- esclamai felice di vederla.
-Ma è peggio di Bolt questa bambina!- disse Donna svaccandosi sul divano stravolta.
Badavamo alla piccola a turno, non potevo permettermi un asilo nido.
Guardai mia figlia nei suo occhioni grigi pieni di vita.
-Non devi far correre zia Donna, è troppo vecchia!- ridacchiai.
La bambina rise.
-Vecchia a chi?!?- disse drizzandosi su a sedere –Sono un’afroamericana con le contropalle io!-
-Certo, certo...ma non sai stare dietro a una bambina!-
-È colpa mia se tua figlia ha l’argento vivo addosso?!- protestò.
-Ragazze io dovrei andare…Violet se ci dici cosa c’è di tanto urgente…-
Lascia Elvi giocare sul tappeto.
-In albergo oggi...io…ecco io…ho…-
Non sapevo come dire loro che….
-Viiioooooolet!- mi ripresero spicce, interrompendo i miei pensieri.
-Ecco io….Ho visto….-
Il ricordo di quegli occhi mi fece morire le parole in gola.
-Un fantasma direi, dalla tua faccia!- commentò sarcastica Donna.
-Lasciala parlare- replicò l’altra dandole una gomitata.
-Sono nei guai, forse…- ammisi guardando con improvviso interesse una piastrella del pavimento.
-Oddio ma cosa hai fatto?!-
-E soprattutto, chi hai visto?!-
Alzai lo sguardo sulle due donne.
-Suo padre- affermai, indicando con la testa la bambina.
 

 

“Stand in line for what it's worth
It's not better so much worse
They can't help me, helpless blue eyes
Heartbeats pushing me aside
Closing in for one last try
The last breath forcing me to tell lies, moving closer
[…]

If I'll fall on the way
If I should fall from you
Keep it real haven stay
Will you beg me to face
If I am able and true
Keep it still haven raze”

 
Haven Stay -tAKiDa

 


 

Spazio autrice:
Cucù! xD
Vi sono mancata?? *Lalla vede gente che sbuffa e guarda l’ora, della serie: "Ancora rompe questa?" * :D
Allora questa è la mia nuova long FF spero sia di vostro gradimento come le altre mie storie. All’inizio doveva essere una OS ma dopo un consulto con le Fate Madrine mi è stato consigliato di scrivere una long, ed eccomi qua.
Ringrazio nuovamente Lau per avermi concesso il permesso di pubblicare. Per fortuna mi sono accorta al secondo capitolo che richiamava la tua OS!! Se volete leggere la OS di Lau il link è questo: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=880902&i=1
Ripeto ho preso solo spunto (inconsciamente), perché qui le cose non sono poi così scontate come sembrano e non saranno nemmeno facili come nella OS di Villina92!!
Muahahhahah ma cosa ci combina il nostro Poeta di fiducia? In effetti Tuomasuccio sarà leggermente OOC, almeno all’inizio ergo: riarmatevi di padelle!!!!! :D
Aggiornamenti abbastanza regolari una volta al dì…cioè volevo dire a settimana, scusate! LOL. Devo ancora scegliere il giorno a me congeniale o il sabato (come una volta XD) o il giovedì….so, stay tuned!
Un grazie a chi vorrà leggere/seguire/commentare/criticare (vietato il lancio di padelle alla sottoscritta xD)
Un bacio
Lalla.

   
 
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