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Autore: _nottedimezzaestate_    15/11/2012    4 recensioni
- La ragazza è condannata alla morte al rogo, è una strega - Disse il giudice.
- E la vecchia verrà decapitata - Completò la frase l'assistente del magistrato.
Così si sancisce la fine di due donne.
Ma non tutto andrà come previsto.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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Oggi è il 30 luglio 1604, giorno memorabile per tutto il paese, due streghe verranno finalmente giustiziate! Sono le sei di mattina, la piazza brulica di gente agitata, mendicanti, venditori e bambini che giocano e fanno baccano. Ma la giornata per le due prigioniere è gia iniziata. La prima, Giovanna, trentadue anni, zitella. Alta, deperita per il poco cibo, carnagione bianchissima, capelli e occhi neri come la pece e bocca rossa come il sangue. Questo l'aspetto delle streghe secondo il giudice, che ha inflitto alla donna la morte per decapitazione.
- Ecco, questa è la donna - Aveva detto l'uomo che l'aveva portata a peso nell'aula del tribunale.
- Bene bene... Eccoci qui una strega. Fatemela guardare bene... Sì, va giustiziata. ALL'ASCIA! - Aveva sentenziato il giudice, senza alcuna pietà.
- NO! - Aveva urlato la donna a quel punto, buttandosi a terra e piangendo.
Me lo ricordo ancora benissimo nonostante siano passati tre mesi.
Ah, e la seconda è... poco più di una bambina. Ha diciassette anni, si chiama Mariella. Lei è davvero bellissima, capelli rosso fuoco, occhi verdi, tante lentiggini sul viso e una sfrenata passione per tutto ciò che è medicina e salute. Proprio questa innocente passione l'ha condotta alla sentenza. Verrà bruciata. Povera ragazzina. Tutto il paese è in festa, finalmente il Piemonte si libererà di due streghe. Ma dicevo, loro si sono svegliate alle cinque del mattino, in una cella piccola, brutta e puzzolente. Hanno pianto insieme, anche consolandosi, ma quando stai per morire cosa c'è da consolarsi? Hanno fatto "colazione" con acqua sporca e pane ammuffito, forse danno queste cose per stordirle? Sono state vestite a forza con panni sporchi e strappati. Ora stanno per essere legate a dei pali e portate per tutto il paese, finchè non arriverà l'Ora. Eccole, le vedo spuntare dalla via più in giù, meglio andare a vedere.
- Alice! Scendi, arrivano! - Ecco, la mamma mi chiama.
Scendo, un po' agitata. Non ho mai visto due donne morire. Da anni non succedono queste cose. Usciamo, ci chiudiamo la porta alle spalle. Guardo casa mia con un po' di apprensione, speriamo non vengano i ladri, chi se ne accorgerebbe con tutto questo trambusto?
Eccole, sono qui, dinanzi a me. I pali su cui sono legate - per la vita e le mani - sono alti quasi due metri, vengono portati da due funzionari. Tutti urlano, gridano, lanciano pomodori e uova. Mi chiedo, chi, con tutta la fame che facciamo, tiri il cibo. Giovanna ha la testa bassa, rassegnata, mentre Mariella urla, piange e scalpita, chiama il fidanzato, i parenti, gli amici. Incontra in mio sguardo, le sorrido appena. Sbarra gli occhi, mi guarda atterrita. Ricomincia subito a urlare e piangere, forte pù di prima.
- GUGLIELMO! GUGLIELMO! - Chiama, allo stremo. Il suo fidanzato si fa largo tra la folla, che si apre al suo passaggio. I due funzionari si fermano. Chi sarà? Occhi blu elettrico, capelli neri. Il figlio del conte! Non ci credo, stanno per uccidere la fidanzata del figlio del conte. Lui grida ai due poveri uomini che portano i pali, che non ne possono nulla. Arriva il conte, vestito di porpora, su suo stallone bianco. Evidentemente preoccupato. Far felice il paese o il figlio. Alla fine decide che non gliene importa nulla, la strega verrà ucciso ugualmente, ma concede qualche minuto di solitune ai due per dirsi addio. Si infilano, visti da nessuno, in un vicoletto. Io per fortuna, nonostante i miei dodici anni, sono minuta, e riesco a intrufolarmi tra la folla, seguedoli.
- Mariella, mi dispiace immensamente. - Dice il ragazzo. Lei è rannicchiata a terra e piange sommessamente.
- T-tu... - Mariella prova a comporre una frase, ma non ci riesce. Guglielmo si abbassa al livello della fidanzata, le sposta la cortina di capelli rossi da davanti al viso e la bacia, dicendole, in poco più di un sussurro - Ti amo, il mio cuore sarà sempre tuo - Conclude, e se ne va, lasciandola sola. Prendo coraggio, la timidezza sparisce e vado da lei.
- Salve. - dico, incerta sul da farsi.
- S-sei la bambina che mi ha salutato? - chiede.
- Si. Vorrei solo dirti che la vita non finisce con la morte. - Ma da dove le tiro fuori queste perle di saggezza?
- Grazie piccola. Ma è difficile. - Mi dice. E mi viene un' idea.
- Scappa.
-Cosa?
-Tutti sono distratti, nessuno se ne accorgerebbe. Scappa, vai via dal paese.
- Non posso.
- AL ROGO! - sento, in lontananza. Troppo tardi. Mi allontano leggermente. Lei richina la testa, ma si alza. Cammina verso la folla, la rilegano al palo. Mi guarda un'ultima volta, prima che la folla mi inghiotta. Dopo una mezz'ora buona riesco a trovare mia madre. Sono già le due del pomeriggio. Giovanna verrà uccisa tra un'ora. La folla è inquieta, il boia è già pronto con la scure in mano. Giovanna viene condotta sul piedistallo. Verrà giustiziata ora. Mi stringo alla mamma. Abbassa la testa. Il boia alza l'ascia. La cala, estremamente lentamente. O il tempo è rallentato? Un urlo di terrore misto a dolore e rabbia squarcia l'aria. La testa della Giovanna che fu rotola sulla scalinata. La folla esplode in un boato. Una lacrima rotola giù dal mio viso. Ho di nuovo perso la mamma. Tutti sono distratti, i funzionari sono intenti a asciugare il sangue di Giovanna. Nessuno guarda Mariella. Corro da lei, inizio a slegarla.
- Cosa fai? - Chiede.
- Ti slego. Tu scappi.
- No.
- Si.
- E va bene.
 - Non devi fare la fine di Giovanna. Non voglio.
- Sbrigati però!
- Ehi, fallo tu allora!
Finisco, lei scappa veloce come il vento. La guardo allontanasi di corsa, verso le colline, le montagne, poi il mare. Faccio il segno della croce per lei. Qualcuno si gira verso di me.
- L'HA FATTA FUGGIRE!
Tutti si girano, qualcuno mi indica. Oh no. "scappa, scappa!" mi dico. Ma non ci riesco. Ho le gambe pietrificate.
- AL ROGO! - Urla qualcun'altro. Mia madre corre verso di me. Non mi difende come pensavo, ma mi guarda e scuote la testa. Mi sollevano, mi issano sul palo, dove prima c'era Mariella.
                                                                               *
Non so cosa sia successo nel frattempo. Sono di nuovo in piazza, l'orologio rintocca le sei. E' arrivata la mia ora. Il pensiero di piangere non mi sfiora neppure. Sono felice di quello che ho fatto. Ho dato la vita per un'innocente, Dio mi salverà. Il prete mi guarda compassionevole. Mima, con le labbra: "Sei stata coraggiosa" e conclude, ad alta voce:
- Che Dio ti salvi, piccola.
Il palo a cui sono legata viene messo tra altri ciocchi di legno. Un uomo, lo stesso boia di prima, accende il fuoco. Non mi pento di ciò che ho fatto. Guardo verso le colline, lontano. Vedo una ragazza, capelli rosso fuoco. Mariella. Ha la testa bassa. La alza per un attimo, mi guarda e fa il segno della croce. Il fuoco si alza, le lingue di fuoco mi avvolgono, e mi sciolgo nel vento, sorridendo.

 




Ok, è davvero tristissima. Non avevo mai fatto una storia così, spero vi piaccia.
Alice ♥



  
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