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Autore: anna21    15/11/2012    5 recensioni
La storia delle cuffie di Vanessa, la ragazza truzza.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Era una bella giornata, quella.
Un meraviglioso sabato di Luglio.
Io, arrivata da poco nel centro commerciale mi sentivo irresistibile tra le vetrine del negozio, tutti le ragazze che mi osservavano dicendo "me le devi regalare per il compleanno" o "saranno mie" .

Vi starete chiedendo chi sono io, ho ragione? Non sapete la mia storia scommetto.
Sono una povera cuffia fucsia, anzi, siamo due cuffie, ma l' altra si è stufata di vivere e si è impiccata qualche tempo fa.
Vi chiedete come si possa impiccare una cuffia, vero? Non so rispondervi, mi dispiace.

Dove stavamo, ah si, al centro commerciale.
Le altre cuffie mi avevano spiegato il giro del negozio di elettronica: noi delle vetrine rimanevamo lì, fino a quando non ci rompevamo inspiegabilmente. Venivano vendute solo le nostre sorelle nei cassetti.
Mi ricordo di una ragazza dai capelli lunghissimi, biondissimi, con gli occhi marroni aperti come due cocomeri che mi guardava.
Nella mano aveva una borsa firmata, anzi, tutti i suoi vestiti erano firmati.
Aveva all' incirca quattordicianni. L'ho odiata da subito.
Credo che il mio italiano sia migliore del suo.

Dicevo, chiamò suo padre con la sua vocina fastidiosa e disse "papino, me le devi comprare" .
L' uomo in questione sospirò e sorrise mentre alzava il dito medio.
Da all' ora pensai che il pover padre avrebbe per sempre faticato con la figlia.
Mi guardai, guardai le mie compagne, il ragazzo di fronte a me che si scaccolava.
Arrivò qualcuno che mi tirò dalla vetrina.
La mia compagna cuffia vomitò nella scatola qualche nota.
"Papi, sono fashionissime, tutte le mie best saranno invidiose" .
La commessa sorrise, alzo gli occhi al soffitto e si diresse con me nelle mani alla cassa.
La ragazzina in minigonna e calze a retE la seguì velocemente, mentre piangevo come non mai, producendo un grazioso rumore simile ad un graffio sulla lavagna. 
"Sono trenta euro" , disse la commessa, sistemando gli occhiali arancioni sul viso e guardando l' uomo, probabilmente compatendolo.

Mezz' ora dopo la ragazza era nella sua camera, io e la mia compagna cuffia nelle sue orecchie sporche, luride, ad impuzzolirci come dei maiali.
Ah, quanto avrei voluto dirglene quattro!
Poi la musica che ascoltava, un misto tra rap pieno di parolaccie alternato da momenti dolci

Cazzo io la amavo, 
quella troia, puttana
mi ha rubato il cuore
e adesso me l'ha spezzato.
Ti odio, zoccola.

Piansi tanto, avevo paura che quella sarebbe stata la sigla sonora della mia vita.
Ma non c' è la facevo più, questa mattina sono scappata.
Sono saltata dalla sua tasca mentre era a scuola a "studiare" e mi sono buttata dalla finestra.
Ho cominciato a correre, velocemente,  arrabbiata più che mai.
La mia meta? Il centro commerciale.
Non sapevo arrivarci. Continuai a correre, ero in una campagna isolata, tipo il vecchio weest.
Qualcuno urlava, uno sparo, dovevo svignarmela.

Ma io non ero una cuffia?
Puff...


Angolo autrice
Dedicata alle mie cuffie smarrite :') . Vi amavo piccole, ascoltavo musica decente, perché ve ne siete andate?

Se non avete capito la fine ve la spiego.
Dato che quello è un paio di cuffie non può camminare quindi cade all' improvviso.
Ok, fa schifo, spero che però vi abbia fatto ridere :) .

  
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