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Autore: controcorrente    17/11/2012    1 recensioni
Soledad ed Ester. Due sorelle divise. Due vite separate da dieci anni di distanza, improvvisamente riunite per il capriccio della prima. Due donne profondamente diverse. Una provata da 3 grossi sacrifici, l'altra cresciuta con l'ansia del futuro. La loro riunione porterà a delle conseguenze impreviste che mai avrebbero pensato potessero accadere: L'ambientazione è storica ma spero che vi piaccia, indicativamente tra 700 ed 800.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Periodo regency/Inghilterra, L'Ottocento
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Ammetto che non so quando e come aggiornerò la storia. Ho varie storie in corso e tendo ad essere molto impulsiva nella scrittura. Chiedo venia per questo. Ho inserito la storia in questa sezione per via dell'ambientazione ma, effettivamente non so quanto possa essere storica.

Per cui spero di evitare le inesattezze presenti e ringrazio tutti coloro che mi hanno letto. Per correttezza, ho inserito la cosa nel settore storico, benché non sia per nulla portata.

 

II

 

Il paesaggio scorreva sotto i suoi occhi, come se fosse posato su qualche piatto girevole che aveva visto in qualche libro. Una sequenza di linee dolci e morbide, cosparse di tanto in tanto da macchie di bosco.

Ogni tanto vedeva dei casolari, sparsi qua e là sulle colline.

-Non avete mai visto un posto simile?- domandò divertito il valletto.

Ester si riscosse dai suoi pensieri.

-No, mister- rispose, abbassando repentinamente il capo.

L'uomo guardò divertito la passeggera.

Era una giovane di sedici anni, magra e sottile, con un viso da bambola di porcellana, su cui erano incastonati due occhi grandi e, in quel momento, titubanti.

-Se avete delle domande- fece- non avete che da chiedere. Rashid è a vostra completa disposizione.-

Ester sussultò.

Più volte, durante il viaggio, aveva osservato di nascosto il suo accompagnatore, combattendo contro l'impulso di scostarsi. La sua pelle, più scura della propria, le ricordava la tragedia di Otello, in un modo così tangibile ed odioso da lasciarla lì, inchiodata al seggiolino.  -Vi ringrazio- disse, con freddezza.

L'uomo non vi badò, continuando a fissarla, tanto che alla fine la ragazzina la ragazzina si stancò di quell'osservazione, a suo dire, impudente. -Qualche problema?- domandò, vagamente stizzita.

Rashid stirò le labbra.

-Assolutamente, Miss.- rispose- la padrona mi ha informato sulle modalità di accoglienza che vi spettano. Avrete una stanza ed una cameriera personale che potrete scegliere nel modo che più vi aggrada.-

Ester inarcò la fronte.

- Vi ha detto altro?- domandò.

Il valletto scosse la testa.

-No, ma posso darvi tutte le risposte che vorrete.- fece compito.

La ragazzina alzò gli occhi al cielo.

Davvero bizzarro che mi abbiano lasciato andare così, senza fare niente pensò, scettica. Non solo aveva fatto in modo che fosse un indiano a venirla a prendere ma, addirittura, non lo aveva istruito adeguatamente.

Un comportamento, di certo inqualificabile. Va bene la loro effettiva inferiorità, ma mandare una persona così  poco preparata a prendere me, una nobile...davvero inconcepibile pensò stizzita.

-Ebbene- disse- sapete per quale ragione mia sorella non è potuta venirmi a prendere?-

-La padrona era molto impegnata nella risoluzione di alcuni imprevisti nella tenuta.- rispose pacato-  ma vi posso assicurare che avrebbe davvero desiderato venire.-

Ester inarcò la fronte.

L'assenza di sua sorella la disturbava, anche se sapeva che non doveva essere così. In fondo, erano passati anni dal giorno in cui si erano incontrate. Era un fastidio che non riusciva nemmeno a spiegare.

Forse era la lontananza.

Forse era quel silenzio che durava ormai da due lustri.

- Posso sapere se gode di buona salute?- domandò.

Rashid si allentò il colletto della divisa.

-Naturalmente, Miss.- rispose- Ha una salute di ferro ed è una fortuna per noi. E'una padrona molto attenta e accorta, come mai ne ho viste. Mi ha incaricato di dirvi che ha appena predisposto una stanza per voi, nella sua abitazione. Una dimora molto bella, appartenente al defunto marito della signora.-

Ester non disse nulla.

Il viaggio dal collegio alla scuola era decisamente scomodo. Muoversi in carrozza era scomodo. Aveva sentito il rumore del mezzo trillare sotto di lei e, a causa del clima, caldo ed umido, il vestito si attaccava al suo corpo, dandole il tormento.

In cuor suo, sperò di poter fare un bagno, una volta giunta a destinazione...anche se la cosa la metteva a disagio. Lavarsi era qualcosa di assolutamente disdicevole...così le era stato detto durante la sua permanenza in collegio. Nemmeno la compagnia dell'indiano la rassicurava...anzi.

Lei, da brava figlia di educazione inglese, odiava gli indiani. Poco importava che fossero d'Asia o delle Americhe. Non le importava niente. Non aveva alcun rispetto per quegli infedeli, colpevoli, a suo parere, di avere usanze barbare e per nulla degne di onore.

- La tenuta è molto fortunata ad avere come padrona quella dama. Una persona ligia al dovere e degna di ogni rispetto.- aggiunse.

Proprio in quel momento, giunsero nella dimora della duchessa Mc Stone. Ester fissò l'edificio a bocca aperta. Era una residenza a due piani, con ampie vetrate ed una superficie in stile neogotico.

Intorno, aveva uno splendido giardino all'inglese, decorato secondo un gusto che la ragazzina non seppe identificare.

- Il duca aveva molta cura delle piante?- domandò.

Rashid sorrise.

-Sì. La sua conoscenza dei fiori era molto ampia. Ha viaggiato per buona parte del mondo tuttora noto ed ha portato i semi di piante esotiche anche in questa zona. Nella tenuta, c'è anche una serra destinata ai vegetali che non possono resistere a questo clima umido e freddo. - disse.

Ester annuì, dandogli segno di ascoltarlo.

Proprio in quel momento, la carrozza si fermò.

Fuori dall'edificio, c'erano cameriere e vari membri della servitù, tutti schierati ad accoglierla. Rashid lasciò per primo il mezzo e la aiutò a scendere.

Una vecchia cameriera, vestita con una livrea ben diversa dagli altri, segno distintivo della sua condizione di rilievo sugli altri.

-Benvenuta, signorina Escobar.- disse, con un sorriso benevolo.

Ester ricambiò un po'stranita...poi gli occhi vennero catturati da una sagoma che se ne stava in disparte. Si trattava di una donna di media statura, ben proporzionata, con indosso un abito scuro. Quel colore incorniciava un ovale perfetto su cui erano incastonati due occhi grandi e verde giada...come i suoi.

 

 

Si osservarono a lungo.

Gli occhi erano gli stessi.

L'unica differenza era il colore dei capelli. La più giovane li aveva biondo miele, eredità della madre. L'altra, invece, aveva una chioma color dell'autunno, tendente alla terra.

-Benvenuta nella mia casa, sorella- disse, con una voce bassa che fece diventare acqua le ossa di Ester.

Erano due lustri che non udiva quel suono carezzevole...e, di nuovo, tornò l'acredine. Non rispose, limitandosi a fissarla con impudenza.

Soledad la guardò a sua volta, mantenendosi in una posa granitica. - Ho fatto predisporre alcune stanze. Vi affido alle cure di Mary, una giovane che sarà vostra cameriera personale.-

Ester si voltò, non appena sentì dei passi avvicinarsi.

A quel nome, si era fatta avanti una ragazzina poco più grande di lei. -Per il momento, però, potete riposarvi. La cena sarà verso le otto ma, per quanto riguarda gli orari di questa casa, verrete informata da lei.- continuò Lady Mc Stone, prima di congedarsi.

La giovane fremette.

L'indignazione che provava in quel momento era difficile da definire.

Rimase comunque lì, nel piazzale del palazzo, con la schiena dritta, perfettamente immobile. Non aveva alcuna intenzione di mostrare la rabbia che provava in quel momento e nemmeno il ricordo di Soledad bastava a placare questa tensione.

E non poteva essere altrimenti...poiché era colpa della sorellastra se ora si trovava ad essere in quella condizione tanto incerta.

-Un momento!- esclamò, facendola voltare - Dovete darmi delle spiegazioni...e non voglio attendere.-

Soledad si bloccò.

-Immagino che abbiate delle domande da farmi. Vi darò tutte le risposte che volete...ma prima desidero che vi riposiate. La carrozza non è un mezzo agevole e, per quanto la cosa possa infastidirvi, un bagno caldo non dovrebbe farvi male.- disse.

Ester aprì la bocca.

Voleva ribattere la sua ospitalità.

Voleva dirle tante cose...ma, alla fine, lasciò stare. In fondo, aveva tutto il tempo per vomitarle contro tutte le cose che aveva in corpo. Doveva solo portare pazienza. Presto o tardi le avrebbe rigettato tutto.

Non riuscì comunque ad evitarsi uno sguardo rabbioso.

Qualcosa che non sfuggì all'osservazione muta di Rashid.

 

 

Ester fissò schifata la camera che le avevano assegnato. Un'immensa stanza, collocata ad est, decorata con leggeri toni pastello.

La cameriera l'aveva lasciata sola per darle modo di riposarsi.

Un gesto che la ragazza, per via del malumore, non ebbe voglia di ringraziare.

-Per lo meno, mi ha dato una cameriera inglese- disse, sprezzante, cominciando a girare per la stanza a grandi passi. Non le piacevano gli indiani. Durante gli anni di collegio, aveva avuto modo di vedere varie ricerche sulle loro abitudini e, per quanto fossero una colonia britannica, non riusciva a non provare disgusto per loro.

Quei selvaggi, con le loro usanze barbare, le facevano ribrezzo. Poco importava che fossero una minoranza a Londra. Al collegio, avrebbero di sicuro disapprovato una simile familiarità con loro pensò stizzita, togliendosi il cappellino con un gesto rabbioso. I riccioli scivolarono sulle spalle, in una massa d'oro fuso.

La ragazzina aggrottò la fronte.

Di certo, non mi piacerà mai questo posto si disse, continuando a fissare con odio ogni angolo e pertugio della stanza.

 

 

La cena fu particolarmente silenziosa.

Erano solo loro due a tavola, mentre una cameriera, anch'essa indiana, se ne stava silenziosa alla porta, pronta ad ogni esigenza.

Ester fissava di sottecchi la sorella, studiando critica ogni centimetro del suo aspetto, ogni movimento che eseguiva...e più passava il tempo, più non poteva fare a meno di sentirsi a disagio.

- La cena non è di vostro gradimento?- domandò Soledad, dopo qualche tempo.

Lei scosse il capo.

-Non ho mai visto così tanti servitori...così- disse, tentando di spostare l'attenzione su qualcosa di meno sgradevole ma non riuscì comunque a nascondere bene il disprezzo per quella parte della servitù così poco inglese.

La maggiore se ne accorse.

-Hanno sempre lavorato nella dimora di mio marito e, alla sua morte, non ho avuto cuore di mandarli via. Sono molto preparati, posso garantirvelo.- rispose.

Ester non commentò.

Mangiò quello che rimaneva nel suo piatto, senza dire una parola...e quel silenzio cominciò ad infastidire Soledad. - Tra un paio di giorni, ho dato ordine di far arrivare un'istitutrice. Ella completerà i vostri studi. - disse.

-Perché non mi avete lasciato in collegio?- domandò la ragazzina.

L'altra inclinò la testa.

-Perché quell'istituto è molto lontano dai miei possedimenti e desidero seguire la vostra istruzione. - rispose - Non voglio che siate impreparata e ci sono cose che le scuole per signorine non insegnano. -

Ester si irrigidì.

- Per esempio?- domandò.

Soledad si umettò le labbra piene. -Per esempio, il latino ed il greco- concluse, appoggiando il mento sulle mani candide.

Gli occhi verdi della minore si spalancarono.

-E'ASSOLUTAMENTE INDECENTE!- esclamò, battendo le mani sul tavolo- Una brava fanciulla non dovrebbe interessarsi di questo genere di materie. Non è assolutamente appropriato e voi, se teneste a me, sapreste che ho ragione!-

La cameriera trattenne un sussulto, vedendo la stizza della ragazzina ed anche la padrona di casa rimase sinceramente stupita. - Questo genere di argomenti non è adatto alla tavola- sentenziò- venite nel mio studio e ne discuteremo a quattr'occhi.-

 

 

 

- Mi auguro che abbiate la decenza di darmi delle spiegazioni!- disse, una volta chiusa la porta - vi do ospitalità, trattandovi con tutti gli onori e provvedendo alla vostra istruzione...è così che mi ripagate?-

Ester sbuffò.

-Avete pure il coraggio di essere offesa del mio comportamento? Proprio voi, che dovreste essere al corrente di tutto, mi mettete in imbarazzo.- ribatté- Non vi rendete conto, del grave torto che state facendo a vostra sorella? Come avete osato farmi questo affronto?-

Lady Mc Stone rimase sinceramente turbata.

-A cosa state alludendo?- domandò.

Ester tirò fuori allora una lettera e, sgarbatamente, gliela mise tra le mani. -Leggetela.- ringhiò, sempre più arrabbiata.

Soledad la lesse.

-Che cosa significa?- domandò, rialzando gli occhi.

-Che cosa significa?- ripeté la più giovane, con un tono derisorio- Non lo immaginate? Avete deliberatamente attentato alla mia buona reputazione, rovinando le nozze con Lord Von Gruhnweld, con il quale ero promessa...comprendete la profondità del torto che mi avete fatto? Capite il mio dolore?-

La dama rimase in silenzio.

- Voi...voi non pensate a me.- continuò, in modo sempre più isterico - E, come se non bastasse, avete pure preteso di riallacciare i rapporti con me, dopo esservi disinteressata per due lustri. Mia madre avrà avuto tutti i difetti possibili, propri del suo stato di donna ma, al contrario di voi, ha pensato al mio futuro.-

-Ma davvero?- la provocò Soledad, alzando un sopracciglio- E dunque voi pensate che il matrimonio con Lord Von Gruhnweld sia un modo per vostra madre di esprimere il suo amore per voi?-

Il silenzio di Ester fu più che eloquente.

Soledad si soffermò sulla lettera.

 

Mia cara Ester

sono desolata nel dovervi comunicare questa notizia ma l'attuale piega degli eventi mi spinge a scrivervi questa lettera. Come ben saprete, siamo in una condizione economica piuttosto difficile e, benché stia facendo il possibile per spingere mio marito in questa direzione, ci troviamo nell'impossibilità di potervi ospitare.

Mio marito ha ricevuto un importante incarico a Cuba e presto lasceremo Londra.

Ho dunque parlato con Lady Mc Stone, che si è dichiarata ben disposta ad ospitarvi. Mi ha assicurato che si occuperà della vostra educazione, giacché la lontananza dal collegio in cui vi trovate, rende impossibile per lei tutelarvi, prendendovi come pupilla.

E'molto doloroso per me comunicarvelo ma devo anche informarvi che il fidanzamento che avevo stretto per voi con Lord Von Gruhnweld non avrà mai luogo. Malgrado le promesse di pensare al vostro futuro, vostra sorella ha sciolto l'accordo, ritenendo il sentimento di un tale distinto gentiluomo nutriva per voi una elemento di poco conto per la vostra felicità.

Vi chiedo però di rasserenare il vostro animo.

Non è bene che una signorina della Buona Società come voi si abbassi al provare sdegno o rancore. Ci saranno molti uomini ben disposti a prendersi cura di voi, grazie alla bellezza del vostro corpo e sappiate che vostra madre sarà sempre con voi.

 

-Adesso capite?- esclamò Ester- Come avete potuto ferire i sentimenti di quell'uomo, che ha impiegato molto del suo tempo, nel mandarmi dei doni...regali splendidi e costosi...siete una donna terribile.-

Soledad la guardò, da sotto le lunghe ciglia nere.

-Piombate improvvisamente nella mia vita, dopo esservi disinteressata a me, solo per distruggere la mia felicità...e questo...questo è intollerabile.- concluse, respirando affannosamente.

-Sedetevi.- disse allora la maggiore.

Lei scosse il capo.

-Sedetevi, ho detto. Non ho alcuna intenzione di assistere ad uno svenimento, non poco dopo il vostro arrivo nella mia casa.- ripeté autoritaria.

Ester sussultò e, quasi senza rendersene conto, si mise a sedere.

Soledad la scrutò a lungo negli occhi, fissando ogni centimetro di quella pelle diafana. - Avete mai visto Lord Von Gruhnweld?- domandò.

La sorella scosse il capo.

-Mia madre non ha ritenuto appropriato. Il fidanzamento non era ancora ufficiale e la scuola, per quanto ne fosse a conoscenza, non ha diffuso la notizia.- rispose.

-Avete ricevuto dei doni, dunque.- concluse la maggiore.

Ester annuì.

Lady Mc Stone si alzò dalla sedia.

-Se le cose stanno in questi termini, non avete motivo di angustiarvi troppo con me. Il fidanzamento con quel gentiluomo prussiano può essere fatto di nuovo, senza scandali da parte di nessuna delle due parti.- annunciò -Per ogni eventuale indignazione, dovuta all'orgoglio ferito, basterà la mia persuasione e lui accetterà.-

Ester spalancò gli occhi.

-Ne siete certa?- domandò incredula.

La gonna nera frusciò.

-Naturalmente- rispose- Posso farlo...ma ad una condizione.-

La ragazzina la guardò accigliata.

-E quale sarebbe?- domandò con diffidenza.

Soledad si passò una mano sui capelli.

- Tra un paio di mesi ci sarà un ricevimento a casa di una mia cara amica. Benché non abbiate debuttato ufficialmente, potreste venire con me, come dama di compagnia. E'molto tempo che non vado a fare una visita di piacere e, per quello che ho saputo, vi saranno molti gentiluomini, compreso Lord Von Gruhnweld. Se la vostra idea è quella di accettare la proposta, vi prometto che parlerò di persona con costui ed il vostro sogno- disse, pronunciando la parola con una punta d'ironico cinismo- verrà realizzato.-

Ester si volse.

-E non potrei farlo prima?- domandò, non riuscendo a credere alla totale accondiscendenza della sorella.

Soledad però fu irremovibile.

-No, prima lo vedrete- disse, aprendo la porta- non sia mai che possa essere accusata da voi di essere causa della vostra rovina. Questa è una decisione che concedo di prendere solo a voi stessa.-

E con quelle parole, Lady Mc Stone prese congedo da Ester de Escobar.

La più giovane pensò molte volte a quella conversazione ma ciò che la lasciò perplessa fu l'ironia della più grande, quando pronunciava il nome del promesso scelto da sua madre. Questa curiosità, che aveva sostituito parte del disprezzo che nutriva per lei, trovò tempo dopo la sua spiegazione...ma, in quel momento, l'inaspettata apertura della vedova fu l'unico elemento che catturò l'attenzione della ragazzina, la cui vita stava mutando più velocemente del previsto, con una rapidità di cui, sul momento, pur intuendola, non riuscì a cogliere la portata.

 

Mi sono fatta influenzare dallo Young Adult "Una grande e terribile bellezza"ma posso garantire che parte delle informazioni sulla famiglia sono frutto di ricerche. Ester e Soledad hanno avuto un piccolo attrito. Vi dico da subito che la più giovane non ha mai visto il fidanzato ed ha passato il suo tempo in collegio. Il rapporto con la maggiore, che ha 26 anni, è molto complicato, per una serie di ragioni. Questa storia fluttua tra il romantico e lo storico perché non sono sicura che alcune informazioni siano attendibili. Chiedo venia per questo. Ringrazio tutti coloro che mi hanno letto e, se gentilmente useranno il loro tempo per commentare, avranno la mia più profonda riconoscenza.

Grazie e Buona Domenica.

 

   
 
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