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Autore: The Edge    17/11/2012    2 recensioni
Questa storia narra di quattro ragazzini che lavorano e vivono nella periferia londinese.
Non viene specificato con esattezza il tempo in cui avvengono i fatti, non sono ai giorni nostri, ma nemmeno cinquanta anni fa.
Il tempo serve, ma non esiste, e per questo ho preferito comportarmi così.
Buona lettura
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Zoe impallidì leggermente “Jack?”
 “In persona. Come stai? Ti trovo bene”
“Non male.. cosa ti porta da queste parti?”
 “ho fatto un paio di domande in giro, e mi han detto che tu e gli altri siete rimasti a Dublino. Volevo salutarvi e magari mettere una pietra sopra al passato. Effettivamente avevi ragione quando mi dissi che avrei avuto non poche sorprese conoscendo mio padre. Sono stato uno stupido a comportarmi in quel modo. Distruggere una potenziale amicizia che sarebbe potuta diventare qualcosa di più profondo. Io non sono mai riuscito a dimenticarti e..” la donna lo interruppe, mostrandogli la mano destra, dove all’anulare scintillava la fede nuziale “Jack, io sono una donna sposata. Ho due figli, due bellissimi bambini e amo mio marito. Vorrei che non facessi altri discorsi di questo tipo. Tra me e te non c’è mai stato nulla e mai ci sarà.”
 “sei sposata?? Non lo sapevo… okay, scusa. Mi metterò il cuore in pace, visto che a quanto pare non posso averti. Spero solo che tu non ti sia sposata perché sei rimasta incinta. Sei così giovane e hai già due figli” “non ti permetto di fare certe insinuazioni. Mi sono sposata a vent’anni e Mae, la mia prima figlia è nata quando ne avevo ventisei. Mi sono sposata perché amavo il mio ragazzo. Avevamo da anni una relazione stabile, e sposarci ci sembrava la cosa più naturale.” Lo scozzese scosse impercettibilmente il naso “uh, capisco. Beh, quindi sei la signora..?”
“Golish. Sono la signora Golish”
 “SEI LA MOGLIE DI QUELLO SFIGATO DI JOHN??”
 “Non ti permetto di parlare così dell’uomo che amo.”
 “ Scusa, è che son geloso. Da quanto state insieme?”
 “Da quando avevamo quindici anni.”
 “COSA??” “Hai capito benissimo e facendo un paio di conti, quando tu sei arrivato, lui era il mio ragazzo da un po’.”
Per somma gioia dell’irlandese, arrivò in libreria uno stravolto William, che appena vide Jack spalancò gli occhi per lo stupore “Tu.. qui?”
“Si, io qui. Non sembri contento di rivedermi” “Contento, insomma. Sono sorpreso, questo sì. È strano vederti dopo tutto questo tempo.”
 “Forse hai ragione. La verità è che voglio rimediare e riconquistare la vostra amicizia…”
 “Mi spiace, non credo che sia possibile. Eravamo dei ragazzini quando abbiamo litigato. Ora abbiamo trent’anni e tu ti ripresenti ora? Per non contare che ho sentito quello che le hai appena detto, e come hai potuto solo pensare che si sia sposata solo perché è rimasta incinta? È la mia migliore amica, e sta con quel timidone di Jo da una vita, hanno due bellissimi bimbi che giocano sempre con mia figlia. Tu hai deciso di andare per la tua strada e non si intreccia più con la nostra. Quindi ti pregherei di andartene.” Lo scozzese abbassò lo sguardo “Va bene… Addio. E scusate per tutto.”

Quando Jack uscì, Zoe si sedette sulla sedia e il biondo le posò una mano sulla spalla “Tutto bene?”
 “Sto bene, sono scioccata.”
 “Ti credo, avevi una faccia sconvolta quando sono entrato. A proposito, scusa il ritardo, ma Martha stava poco bene e Julie non riusciva a farla mangiare. Ha la febbre e non riusciamo a fargliela scendere, povera piccola. Tornando a noi, mi spiace di non essere arrivato prima. Chi mai poteva immaginare che sarebbe tornato??”
“ è stato uno shock rivederlo. Mi ha sconvolto quando mi ha detto che non è mai riuscito a dimenticarmi, insomma non è che abbiamo parlato tanto io e lui. Mi hanno dato fastidio le sue insinuazioni, è come se mi abbia detto che sono una.. puttana.. perché ho già due figlie e mi sono sposata presto…”
 “Zozo tu non sei una puttana. Mae e Simon sono dei tesori, e combinano disastri come ogni bambino che si rispetti. E come detto in precedenza tu e Jo-jo siete perfetti. Non dare ascolto a uno che nemmeno ti conosce, sono sicuro di quello che dico” la donna guardò l’amico con riconoscenza  “Grazie Will” lui fece uno sguardo complice “Sono sempre il tuo testimone, no?”

Dopo lo spiacevole incontro, il libreria tornò la calma. Entrarono un paio di persone e vennero soddisfatte. Un bambino si era portato via dieci libri e sua madre non riusciva a capacitarsi di ciò e domandò al biondo “Come avete fatto ad appassionarlo? Lui che fino a tre mesi fa faceva i capricci a leggere la lista della spesa.” Will sorrise “Eh sa signora, quando al mondo c’è un individuo spettacolare come me, riesco a far amare la lettura persino ad un’analfabeta.” La signora sorrise divertita, pagò gli acquisti del figlio e se ne andò.
“Individuo spettacolare? Ma smettila…”
 “Tzè, la tua è tutta invidia.” “Oh si, mi hai scoperta”
 “Ovvio. Io le bistecche le conosco”
 “Ancora questa storia delle bistecche?”
 “Sarò cresciuto, ma la passione per il cibo è rimasta”
“Lo avevo notato”
Will scoppiò a ridere, contagiando l’amica.

Quando Zoe tornò a casa, trovò Mae seduta sul divanetto che disegnava “ciao mamma”
 “ciao pulcina”
 “Come stai?”
“Bene, te?”
 “Sto.. bene, dove sono papà e Simon?” la bimba non fece in tempo a rispondere che i due interpellati scesero le scale, John teneva per mano il figlio, il quale aveva le guance bagnate. Zoe alzò un sopracciglio in una domanda muta e il marito si affrettò a rispondere “Abbiamo una ferita di guerra, Simon è stato attaccato da uno scalino dispettoso” Jo chiuse gli occhi, li riaprì e fece una faccia colpevole “E poi… beh…insomma.. ci è scivolata la vernice in anticamera.”

La donna rimase in silenzio, Mae corse a dare la manina al padre e tutti e tre tennero lo sguardo basso.
Simon ruotò gli occhioni verso l’alto e domandò “Mamma?” sua sorella seguì il suo esempio e domandò a sua volta “mamma?” vedendo che la moglie non rispondeva, il rosso si preoccupò “Z..Zoe?” “Siete dei pasticcioni.” “Scusaci. Non l’abbiamo fatto apposta. Il vasetto era in bilico… ed è caduto.”
Mentre John cercava di spiegare ciò che era successo, i due bambini si diressero verso la porta.
Mae e Simon corsero dalla nonna, la quale aveva chiesto il permesso di portarli a giocare al parco.
I due bimbi erano felicissimi, si divertivano un mondo con Elizabeth. La donna conosceva infatti una grande quantità di giochi e riusciva sempre ad emozionarli.

John, intanto, stava sistemando i giocattoli sparsi sul tappeto. Si interruppe quando vide la moglie, la quale si fiondò tra le sue braccia senza dire una parola.
“Zozo tutto bene?”
“Oggi io e Will abbiamo avuto una visita poco gradita”
“Davvero?”
“Jack.”
“COSA?”
La donna raccontò per filo e per segno tutta la conversazione, Jo-jo si grattò il mento nervosamente.
Le allusioni dello scozzese gli davano molto fastidio, non capiva tutta quella gelosia.
Con un sospiro avvicinò il viso a quello di Zoe, i loro nasi si sfioravano e lei riuscì a vedere le minuscole pagliuzze dorate negli occhi dell’altro.
“Zozo ascoltami. Non pensare a quello che ti ha detto Jack… Ci ha causato fin troppi problemi quando eravamo dei ragazzi. Dimenticati di quelle parole. So che sei orgogliosa e che ti hanno dato fastidio.
Ma ricordati che io ti ho sposata perché ti amo e l’ho sempre fatto da quando avevo tredici anni. Sei la donna della mia vita.”
L’uomo la strinse tra le braccia e le diede un bacio sulla testa.
“Fregatene di tutto. Non importa quello che dicono gli altri. Se sei felice va bene tutto”


Angolo dell'autrice:
Hello pipol! :D
Eccomi qua, il Buon Bowie mi ha ispirata e ho scritto.
La storia è praticamente al termine, penso proprio che il prossimo capitolo sia l'ultimo.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Recensite, non vi mangio mica.
a presto!
The Edge
  
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