Film > Jurassic Park
Segui la storia  |       
Autore: Melora    04/06/2007    2 recensioni
Ispirato a Jurassic Park, questa è una storia originale che ha luogo 10 anni dopo JP. E' pieno di azione, avventura, romanticismo, sorprese e ovviamente, dinosauri. In più ci sono anche tante facce familiari! Quindi, divertitevi!
Genere: Azione, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
NOTA DELLA TRADUTTRICE: Nuovi Inizi è una bellissima fanfic scritta da Yvonne

NOTA DELLA TRADUTTRICE: Nuovi Inizi è una bellissima fanfic scritta da Yvonne. L’ho trovata per caso e me ne sono innamorata, d’altra parte io adoro i dinosauri!

Attenzione! Non stupitevi se alcune frasi o parole non sono tradotti alla lettera. Credo che sia importante dare alle traduzioni una melodia tutta loro, il che significa di tanto in tanto modificare la forma delle frasi, anche se non il significato.

Potete trovare la fanfiction originale qui: http://www.fanfiction.net/s/794276/1/

Sarebbe carino se recensiste direttamente a lei in inglese, se non potete comunque le tradurrò i commenti e glieli invierò.

Potete trovare il sito di Yvonne qui: http://www.angelfire.com/film/newbeg/

C’è diverso materiale interessante relativo alla fanfic, compresa una utilissima mappa dell’isola!

Grazie a tutti! Critiche costruttive alla mia traduzione e commenti sono più che graditi!



Prologo



Un uomo, con una latta di pittura in mano, si arrampicò sulla scala vicina. Versò la pittura nel vassoio e lasciò cadere la latta vuota. Il suono della latta che colpì il pavimento echeggiò attraverso la stanza sotterranea. L’uomo iniziò ad applicare la seconda mano di pittura all’alto soffitto della stanza. Si trovava nella porzione sotterranea di un edificio denominato “CENTRO VISITATORI”. Per circa un’ora aveva lavorato a un buon passo.

Mentre continuava a imbiancare, tenne lo sguardo puntato sulle enormi vetrate per la visione subacquea che si aprivano su una delle pareti. Era a questo che la stanza serviva, ad osservare qualsiasi cosa fosse nell’acqua. L’uomo continuò a cercare di vedere ciò che immaginava essere un qualche tipo di pesce tropicale ma si ritrovò deluso quando non vide nulla.

Girò la schiena alle vetrate, continuando ad imbiancare il soffitto. Fu allora che udì un tonfo, proprio dietro di lui. Si girò velocemente e guardò attraverso una delle vetrate. Niente. Scese qualche gradino della scala e guardò attraverso l’altra vetrata, più lontana. Niente.

Quando tornò a guardare attraverso la prima vetrata, quello che vide gli strappò un grido. Là, proprio di fronte a lui, c’era un enorme occhio, che sbirciava all’interno della stanza dall’altra parte del vetro rinforzato. L’occhio era gigantesco ma quando la creatura si spostò un po’ più in alto, riuscì vedere i suoi denti. Erano anche più grandi. La vista terrorizzò l’uomo. Cercò di scendere la scala ma la paura lo colse. Il piede scivolò su uno degli scalini e l’uomo piombò a terra. Il suono del suo corpo che colpiva il pavimento risuonò attraverso la stanza, proprio come quello della latta vuota.

Quando si mise a sedere, la creatura era svanita. Rimase seduto, tremando leggermente e cercando di riprendere fiato. Iniziò a sentire un dolore al petto, cosa che lo spaventò ancora di più. Finalmente riuscì a mettersi in piedi e camminò verso la porta. In quel momento udì di nuovo il tonfo. Non voleva di certo vedere ancora quella cosa orribile dietro il vetro ma si costrinse a guardare. Niente.

L’uomo sospirò di sollievo e mosse qualche passo verso la porta. Si guardò indietro un’ultima volta, solo per essere sicuro, e lo vide. C’era una creatura più piccola che nuotava dietro il vetro, ora. Molto più piccola della prima orrenda cosa che aveva visto. Il modo in cui nuotava avanti e indietro rese l’uomo curioso. Fece qualche passo verso le vetrate. Quindi si fermò ancora, nel vedere la piccola creatura venire proprio contro il vetro. Cozzò contro di esso con il muso, producendo lo stesso tonfo che aveva già udito due volte prima. L’uomo saltò all’indietro e inciampò nei suoi stessi piedi, cadendo sul pavimento. Fu allora che vide per un attimo la creatura più grande. Urlò ancora, nel sentire il petto stringersi dolorosamente.



---------------------------------------------



Pedro Gonzales stava camminando lungo il corridoio di un grande edificio a tre piani. Era stato mandato da qualcuno parecchio in alto nel Governo Messicano per controllare la sicurezza di una delle isole vicine alla Baja Peninsula. Aveva fatto il giro ormai di tutte le strutture eccetto quella chiamata CENTRO VISITATORI. Stava camminando con altri due uomini ai quali rivolgeva molte domande.

“Queste creature sono tutte vere? O c’è qualche animatronic tra di loro? Cioè, sembrano tutte abbastanza vere ma sono anche dannatamente tante.

“Sono vere. Sono vive e respirano, glielo assicuro. gli rispose il vecchio inglese.

“Questo è semplicemente magnifico” disse Pedro “Non avevo idea di quello che avrei visto quando fossi arrivato. Di sicuro non ero preparato a questo.”

“La tecnologia è una grande cosa, vero?” disse l’uomo più giovane e decisamente più grosso.

Pedro annuì. I tre si trovavano al primo piano. L’uomo più giovane andò verso una porta davanti a loro. Dopo aver fatto passare la sua tessera di riconoscimento nel lettore la porta si aprì. Fece segno a tutti di entrare.

Pedro si guardò attorno. La stanza era grande, completa di monitor e piani di lavoro. Era molto pulita. Ci volle qualche minuto prima che Pedro notasse un’altra persona che lavorava con lena dall’altra parte della stanza.

“Allora, a cosa serve questa stanza?” chiese Pedro all’uomo anziano.

Il vecchio signore guardò in direzione dell’uomo in fondo alla stanza.

“Norman, perché non vieni qui e spieghi a Mr. Gonzales che cosa fate qui?”

Norman era uno dei tecnici di laboratorio. Lavorava solo i weekend ma le sue conoscenze sull’isola e i dinosauri erano molto ampie. Si alzò dalla sua sedia e si avvicinò ai tre.

“Questa stanza è una delle stanze di ricerca. La usiamo principalmente per analizzare i tessuti di dinosauri malati.

Pedro annuì. Mentre Norman gli stava spiegando diverse cose, uno dei telefoni del laboratorio suonò. L’uomo più giovane rispose.

“Qui Jacob.”

Pedro era abbastanza vicino per sentire la voce al telefono. Suonava agitata ma non riuscì a capire cosa stesse dicendo. Jacob riattaccò e guardò l’uomo più anziano.

“Mr. Envoy, sembra che ci sia un problema vicino a una delle zone di contenimento.

“Oh?” disse Envoy.

“Che genere di problema?” Domandò Pedro.

Jacob lo guardò.

“Non è niente di cui preoccuparsi. Si tratta solo di un problema di cui Mr. Envoy deve occuparsi personalmente. Può scusarci solo per un minuto, per favore?” chiese a Pedro.

“Certamente”

Jacob annuì e portò Envoy in un angolo riservato.

“C’è un altro problema con l’area di contenimento del Megalodon. Qualcuno stava imbiancando laggiù e il piccolo Meg ha cozzato contro il vetro… ancora. Ha spaventato l’uomo e questo ha avuto un attacco di cuore, signore.

“Non va bene”

“No, signore.”

“D’accordo. Ora vado laggiù. Penso che Mr. Gonzales abbia finito il suo giro. Non voglio che vada dalle parti del Centro Visitatori proprio ora quindi potrebbe essere così gentile da scortarlo all’elicottero, Jacob?”

“Lo farò di certo, stia tranquillo.”

“Grazie.” Disse Envoy. Guardò Pedro. “Bene, Mr. Gonzales, sembra che io sia richiesto in un’altra parte dell’isola. Sperò che il viaggio di ritorno vada bene.”

“Grazie Mr. Envoy. E grazie anche per la sua ospitalità.

“Si figuri. Arrivederci.”

“L’accompagno fuori, signore.” Disse Jacob, poi guardò Norman. “Torno subito.”

“Sì signore.” Disse Norman.

Envoy e Jacob se ne andarono in fretta, lasciando Pedro con il tecnico di laboratorio. Pedro ricominciò a fare domande a Norman.

“Dunque, Norman, c’è una domanda che mi è venuta in mente da quando ho iniziato il giro”.

“Dica pure. Forse posso fare un po’ di luce sulla questione. Disse Norman.

“Bene, sono abbastanza informato su quell’isola del Jurassic Park, di qualche anno fa. Non ricordo ci fossero creature acquatiche su quell’isola. Come siete riusciti ad averle qui?”

“C’erano campioni di DNA di specie diverse che non furono mai usati nel Jurassic Park, ecco da dove vengono fuori. Anche se il Megalodon è tutta un’altra storia.

“In che senso?”

“Beh, tutta la teoria della zanzara funziona bene con tutte le creature terrestri. Il Meg, come ci piace chiamarlo, vive soltanto nell’acqua e ha un tipo diverso di pelle quindi sarebbe stato impossibile per una zanzara succhiare il suo sangue”.

Pedro fece la domanda più ovvia.

“Quindi, come avete creato il Meg?”

“E’ affascinante, in realtà. Abbiamo semplicemente catturato due grandi squali bianchi e li abbiamo modificati geneticamente. La femmina è diventata più di 13 metri ed è anche diventata molto intelligente. Il maschio invece non è stato un successo, temo.

“Che gli è successo?”

“E’ morto all’improvviso qualche mese fa.

“E’ terribile.” Disse Pedro.

“Comunque la femmina era già incinta, quindi il maschio non è stato una perdita totale. Aggiunse Norman.

Pedro stava per fare un’altra domanda quando Jacob ritornò nella stanza.

“Bene, Mr. Gonzales, se vuole seguirmi l’accompagno all’elicottero che la porterà a casa.

“E il Centro Visitatori?”

“Temo che dovrà tornare un altro giorno per quello. Abbiamo avuto qualche inaspettato problema meccanico nell’edificio del Centro Visitatori. E’ temporaneamente inagibile”.

“Ah, capisco. Molto bene allora.” Disse Pedro.

Jacob rivolse un cenno del capo a Norman e guidò Pedro fuori dal laboratorio, verso una jeep in attesa.



---------------------------------------------



Envoy arrivò al Centro Visitatori mentre l’operaio veniva aviotrasportato via. Studiò i visi delle altre persone finché non trovò chi stava cercando. Sorrise e si avvicinò ad un uomo molto grosso, con capelli marroni tagliati corti. L’uomo aveva un’espressione molto seria. Si chiamava Patrick Bodan.

“Patrick, che è successo?”

“Niente di grave, davvero. Soltanto un altro imbianchino giù per il tubo, signore. Spiegò. Aveva un accento inglese.

“Sta bene?”

“Oh sì, starà benissimo. Il piccolo Meg l’ha spaventato a morte, ecco tutto.

“Bene. Non mi servono avvocati in giro, a questo punto.

“Dobbiamo assumere un altro imbianchino, signore. Il lavoro è ancora incompleto.

Envoy diventò molto serio e silenzioso. Afferrò Bodan per un braccio e lo allontanò dagli altri.

“Il nostro piccolo problema con Henry Wu è stato sistemato?”

Bodan sorrise.

“Questa mattina, signore. Sembra che abbia avuto uno sfortunato incidente nel laboratorio. Non causerà più altri problemi.

“Bene.” Disse Envoy. C’era qualcos’altro però di cui non era sicuro. “Sei sicuro che stesse lavorando da solo, Patrick? Non voglio altre sorprese.”

“Sì signore. Era da solo. Io e Jacob l’abbiamo seguito per giorni. Non si è messo in contatto con nessuno.”

Envoy annuì.

“Apriremo questo parco tra pochi mesi, Patrick.

“Sì, signore.”

“Non voglio sentire più nulla riguardo a qualche altra strana idea di John Hammond per farci chiudere.

“John Hammond non sarà un problema, signore. Abbiamo abbastanza informazioni su di lui per poterlo dissuadere dal fare qualsiasi cosa.

“Lo so. Mi serviva soltanto una rassicurazione, ecco tutto.

“Abbiamo anche informazioni su tutte le persone a cui Hammond potrebbe chiedere aiuto. E’ tutto sotto controllo, Mr. Envoy.”

“Ti credo.”

Envoy guardò al suo magnifico parco. Bodan seguì il suo sguardo.

“Presto, l’intero mondo rimarrà strabiliato.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Jurassic Park / Vai alla pagina dell'autore: Melora