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Autore: shywr1ter    18/11/2012    0 recensioni
S1, a metà di “Soldati perfetti” (titolo originale: “Pilot”). La storia di Bling: i suoi inizi con Solo Occhi, la riabilitazione di Logan… e il suo incontro con Max. Primi accenni di ML.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bling, Logan 'Eyes Only' Cale, Max Guevara
Note: Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Traduzione a cura di: AryYuna
Betato da: Serpentina


   L’originale di questo capitolo può essere trovato qui .

   DISCLAIMER: stesso di prima
   
   Note dell’autrice: Bling è un grande personaggio! Perché non lo hanno tenuto nei paraggi, comunque? Immagino abbiamo deciso di usare la scusa che le Industrie Cale erano cadute in rovina e Logan non poteva più pagargli lo stipendio… ma Bling sarebbe rimasto se loro lo avessero voluto - è quel tipo di persona.

Cambio della guardia



   CENTRO CITTÀ
   
   Bling sedeva nella quiete quasi tombale della stanza a volta, da solo ad un tavolo circondato dalle centinaia di visi di bronzo delle cassette di sicurezza… la sua terza stanza, nella terza banca, quel giorno, in cui era giunto seguendo una dopo l’altra le istruzioni della cassetta e i riferimenti a luoghi o codici numerici che solo lui poteva conoscere, dagli anni della loro amicizia. Peter era andato fino in fondo per essere sicuro che nessun altro fosse in grado di mettere le mani sul contenuto della cassetta… e ora Bling sapeva perché.
   Si appoggiò allo schienale della sedia, immobile, ad occhi chiusi, digerendo le informazioni che aveva appena appreso sugli incarichi e sul datore di lavoro del suo amico, sull’uomo che ora giaceva privo di sensi in terapia intensiva, non ancora sveglio dopo la lunga e delicata operazione che aveva subito per arginare quanto più possibile il danno e riparare ciò che non era ancora perduto… Per molte persone, sarebbe stato già abbastanza difficile, l’impatto di una tale lesione profondo. Ma una ferita simile a quest’uomo avrebbe avuto ripercussioni non solo su di lui, ma su una scala molto più vasta - o lo avrebbe fatto se Cale si fosse lasciato sconfiggere. L’ironia delle circostanze bruciava nel petto di Bling - la richiesta di Peter che Bling prendesse il suo posto quando lui se ne fosse andato, come guardia del corpo e braccio destro di Solo Occhi, era stata redatta quando Peter non aveva alcun modo di sapere che Cale avrebbe avuto bisogno di un altro tipo di assistenza che Bling avrebbe potuto offrirgli, come terapista. Questo pensiero lo schiacciava…
   Solo Occhi… nel suo primissimo giorno a Seattle, Bling aveva visto i grandi occhi intensi e aveva sentito la voce appassionata, le parole sintetiche del collegamento video. Lui e, avrebbe scoperto poi, innumerevoli altri, ammiravano il vendicatore mascherato, e lui sapeva probabilmente più della maggior parte degli altri quando fosse pericoloso fare ciò che quell’uomo faceva.
   Non passò molto prima che Bling scoprisse che Peter era coinvolto nel suo lavoro. Quando per la prima volta chiese a Bling di aiutarlo con una missione, Peter gli disse solo quanto gli sarebbe bastato per decidere se intendeva partecipare o meno - e per capire che la missione era parte delle indagini che Solo Occhi stava attualmente svolgendo su una locale compagnia accusata di vendere componenti di armi chimiche a chiunque fosse disposto a pagare. Dal primo momento sapeva di volerne fare parte, ma aveva bisogno di sentire da Peter le sue ragioni per farsi coinvolgere. Il ricordo di quella conversazione aleggiava su Bling, chiaro e forte…

   « Lui cosa ci guadagna? » aveva chiesto Bling, curvo sul tavolino esterno della caffetteria davanti alla quale sedevano, vicino al rumoroso mercatino all’aperto, ottimo per mascherare le loro parole da orecchie indiscrete. « È una specie di benefattore in abiti civili? Robin Hood è un personaggio inventato, amico. Non puoi dirmi che non cerca qualcosa per sé… ».
   « Posso - perché è vero » aveva risposto immediatamente Peter. « Ha risorse all’altezza di ciò di cui ha bisogno; lo fa perché può, e nessun altro sembra in grado o sembra volere occuparsi tutta la merda che c’è lì fuori ». Aveva fatto una pausa a quel punto, e aveva ammesso « È il motivo per cui ho lasciato le forze armate, Bling. La maggior parte dei poliziotti qui fuori - ovunque - è esattamente com’era nell’esercito. I pochi bravi ragazzi ancora in giro sono superati dagli opportunisti, che usano il sistema per ottenere quello che riescono. Solo Occhi è praticamente l’unico che sta dando tutto ciò che ha per cercare di proteggere anche l’ultima persona lì fuori ».
   « Oh, grande, e tu sei Sancho Panza? ». Bling aveva scosso la testa. « Stai cercando di farti uccidere combattendo i mulini a vento con Don Chisciotte? Perché ci sono modi migliori per impiegare la tua vita ».
   « No, non ce ne sono… » Peter era mortalmente serio, il fuoco nei suoi occhi mentre fissava il suo amico. « Lo hai sentito, no? “L’unica voce libera…” Lo è davvero, Bling. E forse li starà tirando giù uno per volta, ma sta combattendo la stessa battaglia che volevamo combattere noi nei paesi dove pochi hanno voce… » Peter aveva scosso la testa tristemente. « Chi avrebbe mai pensato che saremmo diventati noi una terra abbandonata di infiltrati e truffatori più vasta di qualsiasi altra che abbiamo mai visto allora? ».


   E Bling lo aiutò con quell’incarico… poi con un altro… e un altro… e incontrò un altro paio di persone che combattevano quella battaglia, compreso l’occhialuto giornalista di nome Logan Cale.
   Cale. “Che io sia dannato…” pensò, ricordando…
   Bling aveva incontrato Cale varie volte nei due anni in cui era stato parte delle missioni di Peter… all’inizio, era stato per strada o quando doveva fornire delle informazioni - o l’accesso all’ospedale. Circa una dozzina di volte gli fu chiesto di visitare qualcuno, di ripulire e ricucire una ferita, immobilizzare un osso rotto, e molte volte Cale era lì intorno. Sapeva che Cale aveva dei contatti da varie parti, probabilmente iniziati nel suo lavoro come giornalista. Bling sospettava che fosse uno dei “cervelli” dell’organizzazione, aiutando a pianificare le loro attività mentre Peter si occupava di fornire l’approccio professionale. Cale non era troppo fuori forma, e riusciva a tenere il passo con loro abbastanza bene, ma non era un combattente - Bling sospettava che se non si fosse trovato in un mondo che andava a rotoli, probabilmente sarebbe stato felice di ritrovarsi circondato da libri e ricerche giorno e notte. Era brillante, un pensatore; non era fatto per quella battaglia. Sembrava essere un solitario - qualcosa lo aveva spinto a quella lotta, qualcosa di profondo e intimo. Era instancabile, chiaramente andava avanti per ore senza dormire. “Ognuno ha le sue ragioni” pensava Bling. “Qualunque siano le sue ragioni, quell’uomo dà tutto se stesso”.
   Bling ripensò al giorno in cui aveva capito di aver passato un qualche test nell’organizzazione, perché gli fu permesso in un paio di occasioni di incontrarsi in quella che sembrava la casa di qualche ricco benefattore - uno con una sospetta e impressionante abbondanza di apparecchiature informatiche - e Peter gli aveva dato la chiave della cassetta di sicurezza che avrebbe dovuto controllare se fosse successo qualcosa. Gli era stata affidata la protezione del sistema, gli fu detto - e niente di più. Avrebbe trovato le istruzioni e qualunque altra cosa gli servisse di sapere nella cassetta.
   … era un eufemismo…
   
   METRO MEDICAL
   
   Mentre Bling si avvicinava all’ospedale sentì le sirene - niente di normalmente fuori posto al pronto soccorso, ma stavolta erano diverse… e mentre svoltava l’angolo, vide del fumo nero salire da una delle finestre superiori sul retro - il piano di chirurgia ortopedica - e pompieri vestiti di gomma riversarsi dai camion all’entrata del pronto soccorso. Bling ebbe un’improvvisa, intensa brutta sensazione al riguardo…
   Parcheggiando in fretta, Bling corse su per il viale che portava all’ingresso. Vedendo una dei medici ortopedici che conosceva le si avvicinò e le chiese « Ehi, Sarah, che succede? ».
   « Non ne sono ancora sicura - c’è stata una specie di esplosione al terzo piano ovest - non credono che sia rimasto ferito nessuno, ma era nel recupero post operatorio - quella vittima della sparatoria di stamattina di cui si è occupato Sam. Non so come abbia fatto a non essere rimasto coinvolto; hanno detto che è successo nella sua stanza ».
   Bling annuì cupamente. Le parole di Peter - e la sua richiesta di coinvolgere Bling - assunsero una gelida immediatezza. Iniziando ad allontanarsi, toccò leggermente il braccio della donna. « Ci vediamo dopo ». Sapendo che gli ascensori sarebbero stati limitati per le sole emergenze finché i pompieri non li avessero liberati, raggiunse in fretta la tromba delle scale e corse su per i gradini di cementi, a due per volta. Tirando la porta al terzo piano, Bling guardò verso la fine della sala, dove il fumo riempiva il corridoio e il personale era in gran parte assente. Osservando due infermiere del piano entrare e uscire dalle stanze, controllando i pazienti con bocche e nasi coperti con le mascherine da chirurgo per proteggersi dal fumo, si avvicinò all’area rifornimenti e prese a sua volta una mascherina. Raggiunse una delle infermiere alle spalle. « Rose, posso dare una mano? ».
   « Oh, BL - grazie, sì ». La caposala sembrò sollevata. « Come sei arrivato quassù? Credevo che avessero ordinato di evacuare l’ala… ».
   La seguì mentre si recava nella stanza successiva. « Devo essermi perso l’ordine ». Copiò le sue azioni mentre iniziava a scollegare i tubi e a poggiare le sacche per le flebo sul letto del paziente. « State spostando tutti dall’ala? ».
   Lei annuì. « Hanno il fuoco sotto controllo, ma non sono sicuri di cosa abbia causato l’esplosione, per cui vogliono spostare tutti adesso. Meglio che non respirino il fumo, comunque ».
   « Qualcuno era nella stanza quando è esplosa? »
   « No - ma avrebbe dovuto esserci ». Scosse la testa, indicando un monitor che Bling prese e attaccò alla sponda del letto. « Era il nuovo paziente di Sam - la vittima della sparatoria, in terapia intensiva dopo l'operazione. Ma quando quella cosa è esplosa, era fuori, letto e tutto - Cleo ha detto che una giovane donna lo stava spingendo giù per il corridoio, passeggiando come se non ci fosse niente di strano ad avere una stanza ad esploderti dietro le spalle, una cosa di poco conto. C’è stata un po’ di confusione per qualche minuto, ma per quando abbiamo spostato il paziente dal corridoio e in un’altra stanza, lei era sparita ».
   Bling corrugò le sopracciglia. « Staff? ».
   « No - abiti sportivi, giubbino di pelle - Cleo ha detto di non averla mai vista prima ».
   Di male in peggio? Bling non amava i rebus, anche se quando comprendevano qualche angelo custode di strada. « Dovrò lavorare con lui » esagerò Bling - era solo una sua idea, non era ancora sicuro, ma avrebbe fatto in modo che si realizzasse. « Vi aiuterò a spostare i letti, ma vorrei vederlo per un minuto - dov’è ora? »
   « 304 ».
   L’uomo annuì. « Dove state portando i pazienti? »
   « Ci sono abbastanza stanze per quasi tutti al quarto piano est. I due che hanno meno necessità della terapia intensiva andranno ai rispettivi piani ». Fece un cenno con la testa verso l’altra parte della sala.
   « Ok - fammi dare un’occhiata a Mr Cale. Fammi sapere quando vuoi iniziare a spostare tutto ».
   « In qualsiasi momento - inizia quando vuoi. Puoi portare lui giù » disse scrollando le spalle.
   « Certo - grazie ».
   Bling si voltò per andare via, oltrepassando la 304 con un’occhiata veloce, per avvicinarsi alla 312 ancora piena di fumo. Accanto all’entrata, uno dei poliziotti lo vide e gli disse attraverso la maschera « Ehi, amico, non puoi stare qui… ».
   « Lo so; volevo solo essere sicuro che Mr Cale avesse - ah, eccolo qui ». Bling si avvicinò al primo oggetto che riuscì a trovare che apparisse plausibile per giustificare il suo essersi avvicinato a dare uno sguardo veloce. « Scusate ». Si voltò e tornò alla sala e alla 304, la sua mascella che si contraeva.
   Il singolo letto mobile portava la figura immobile di Logan Cale, ancora incosciente, apparentemente non ancora in grado di svegliarsi nonostante l’agitazione. Era pallido e teso, una larga abrasione sulla guancia, ma il suo respiro era regolare e non assistito. Bling si avvicinò alla spalliera del letto e iniziò a spingerlo giù per la sala verso l’ascensore, inserendo la sequenza per l’uso d’emergenza, la mente che lavorava a mille. Non era un’esplosione, non del tipo a cui stava pensando l’ospedale, come una bombola di ossigeno infiammata o qualche problema elettrico - la finestra a pezzi e la disposizione delle schegge erano l’effetto del lancio di una granata. Chiunque desse la caccia alla gente che Peter e Logan stavano proteggendo ce l’aveva ora con Cale, apparentemente per finire il lavoro. La sua speranza che il rapimento della bambina e della donna fosse sufficiente per loro sparì - e si ritrovò improvvisamente a dover fronteggiare l’incarico di proteggere un uomo con un killer alle calcagna.
   
   QUARTO PIANO
   
   Fluttuava tra il sonno e la veglia; sentì non solo il tipico ping degli ospedali ma anche la voce di un uomo, calma e forte, che chiedeva una sua reazione. Sentiva un sordo ma insistente dolore pulsante lungo la schiena, dalla vita alle spalle; la testa sembrava spaccarsi. Aggrottò le sopracciglia, cercando di mettere a fuoco…
   « Dai, Logan, so che ci sei. Parlami ».
   Riuscì a forzare gli occhi ad aprirsi, e ne richiuse immediatamente uno quando due immagini indistinte non sembravano sovrapporsi. Attraverso le palpebre semichiuse vide un viso sereno, rivolto verso di lui.
   « Vedi? Ci sei quasi, amico ».
   La voce era carica di conforto, preoccupazione. Il viso lo conosceva. « … Bling… » gracchiò attraverso la gola secca, dolorante per i tubi che vi erano stati così di recente.
   « Ehi. Bentornato ». Mentre parlava, allungò la mano verso un punto dietro Logan che lui non riusciva a vedere. « La tua bocca è probabilmente piuttosto secca, ma non puoi ancora bere. Ho delle pastiglie di ghiaccio, però - ne vuoi qualcuna? ». Quando vide il cenno di assenso, Bling ne avvicinò un pezzo alle sue labbra e Cale lo prese riconoscente, lasciando che il frammento freddo sciogliendosi desse sollievo alla bocca assetata.
   « Logan, sei al Metro Medical - sai perché ti trovi qui? »
   Gli occhi rimasero chiusi, mentre la fronte di Cale si corrugava, cercando di ricordare… Alla fine rimise i pezzi insieme.
   « Lauren… Sophie…? » chiese. « Le hanno prese » affannò, agitato… « Sai se… ».
   « No, non so cosa sia successo. Mi dispiace… ». Bling vide l’angoscia dipinta sul volto dell’uomo, il dolore del fallimento « Senti, magari è andato tutto bene… ».
   « Chiama Peter. Lui lo saprà » riuscì a dire Cale, la voce lieve per la debolezza. « Dov’è? È stato ferito anche lui? »
   Bling si accigliò, odiando ciò che doveva fare, sapendo che avrebbe dovuto mentire per ora, sapendo che non poteva… « Logan, Peter è stato colpito… non ce l’ha fatta… ». Vide gli occhi lottare per aprirsi, tormentati; iniziarono a riempirsi leggermente - come fecero quelli di Bling in risposta, entrambi piangevano per lo stesso uomo. « Non ha sofferto. È stato immediato ».
   Gli occhi di Cale si chiusero lentamente, la fronte corrugata, il dolore per la perdita visibile. « È stata colpa mia… »
   « No - e non voglio sentirtelo dire di nuovo ». La voce di Bling era ferma. « Peter mi era vicino come fossimo parenti - era parte si questa costa cosa di sua volontà, sapeva che ciò che stava facendo era giusto - e non ti avrebbe mai permesso di trascinarlo in qualcosa che non voleva fare. Non avrebbe fatto andare nemmeno te a fare qualcosa che non aveva almeno una ragionevole possibilità di funzionare. Per cui non provare nemmeno a dire che è stata colpa tua ».
   Il dolore era ancora lì, ma la fronte si schiarì leggermente. Bling sapeva che l’uomo aveva bisogno di riposare e probabilmente non avrebbe ricordato molto di tutto ciò, ma doveva essere sicuro che Cale non prendesse il peso di tutto sulle sue spalle. Aveva la sensazione che avesse già abbastanza con cui confrontarsi, dovendo affrontare la vita ora da paraplegico, con qualcuno ancora lì fuori che lo voleva morto. Avrebbero dovuto parlare, seriamente, presto. Ma ora non era il momento…
   « Senti, Logan, tu resta steso e riposati. Devi rimetterti da qualcosa di serio. Vorrei restare nei paraggi, però, nel frattempo ».
   Gli occhi versi riuscirono ad aprirsi ancora una volta per studiare il volto dell’uomo. « Per quale motivo? » chiese con voce rauca.
   « Un favore a un vecchio amico ». Le parole di Bling furono immediate. « Riposati, Logan » disse con voce rassicurante. « Hai un bel po’ di lavoro davanti… »
   
   … continua…
   
   Nota della traduttrice: e a sette giorni dal compleanno di Logan, oggi è il mio :)
   Il terzo capitolo sarà online domenica prossima.
   Qualsiasi recensione verrà tradotta ed inviata all’autrice, e se ci saranno risposte ve le posterò tramite il servizio di replica di efp.
   Forza, gente, recensite!

   
   

   
 
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