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Autore: BrianneSixx    20/11/2012    4 recensioni
Nikki Sixx sta vivendo un terribile momento... suo nonno Tom, l'uomo che lo ha cresciuto e gli ha fatto da padre, sta morendo e lo ha spiegato lui in un post su fb poche settimane fa.. dopo aver letto le sue parole mi sono messa davanti ad un foglio bianco e ho scritto di getto questa OS dove ho cercato di immedesimarmi con lui e con quelli che sono i suoi pensieri e sentimenti in questo momento così difficile.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nikki Sixx
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tom

Poco più di due settimane fa Nikki ha scritto un post dove parlava della malattia di suo nonno Tom, l'uomo che gli ha fatto da padre(da qui il titolo di questa OS), ed io, dopo aver letto quanto ha scritto,  non ho potuto fare a meno di immedesimarmi in lui.. non so di preciso quello che lui stia provando ora, posso immaginarlo avendo vissuto esperienze simili, ma non mi arrogo certo il diritto di conoscere quelli che sono i suoi reali pensieri ho solo aperto word e ho lasciato che le parole fluissero influenzate da quello che lui ci ha voluto raccontare, non so se lo ho fatto al meglio, so solo che l'ho scritta con il cuore cercando di mettermi nei panni di Nikki in questo momento così difficile. Spero che questo mio scritto vi tocchi l'anima e il cuore e spero di aver reso al meglio quelli che per me sono i profondi sentimenti che Nikki nutre per nonno Tom, buona lettura Bri.

Sono passati quattro mesi da quando ci è piovuto addosso quel responso così duro da digerire, appena il dottore ci disse cosa avevi non ho voluto accettare la cosa e ti ho portato da altri specialisti. Uno dopo l’altro però hanno lentamente distrutto la mia speranza, ognuno ha confermato quello che già ci avevano comunicato ma che io non ero pronto ad accettare e così eccoci qui.

Ho lottato al tuo fianco cercando di infonderti forza di volontà e coraggio, anche in quei momenti in cui io per primo ne ero privo, ed ora che il tempo da poter passare con te è sempre meno sento l’alito della signora morte che si avvicina per bussare alla porta.

Già la vecchia signora in nero, ci conosciamo bene io e lei l’ho incontrata tanti anni fa, prima di te, ma mi ha voluto rispedire indietro a calci perché nemmeno nell’aldilà mi volevano conciato com’ero. Tu invece nonno sei sempre stato l’unico insieme a Nona a non avermi mai rifiutato, mi sei sempre rimasto vicino anche quando facevo cazzate su cazzate, mi hai sempre sostenuto e, cosa di cui non potrò mai ringraziarti abbastanza, sei stato il padre che non ho mai avuto.

Se ora sono l’uomo che sono lo devo a te e ai tuoi insegnamenti, se sono un buon padre per i miei figli è perché ho avuto accanto te che mi hai fatto da guida ed ora che ti vedo sfiorire giorno dopo giorno divorato da quel male sento che sto perdendo la parte migliore di me.

Ho sempre voluto pensare che sarei stato io il primo, tra noi due, ad andarmene, e la vita dissoluta che ho vissuto per gran parte della mia vita non aveva lasciato dubbi a nessuno sul fatto che sarebbe stato così, ed invece ora devo fare i conti con una realtà che mi ferisce nel profondo del cuore e mi dilania l’anima.

Vorrei poter fare di più, vorrei poter prendere il tuo posto perché, ammettiamolo, tra noi due chi ha davvero diritto di vivere sei tu, io nella mia vita cosa ho fatto di buono? Ho passato quasi la mia intera esistenza a stonarmi e distruggermi eppure sono qui mentre tu, che sei sempre stato un uomo buono, ti ritrovi ora su quel letto a fare questa cura che non ti sta aiutando a guarire ma ti da solo qualche settimana in più di aspettativa.

Aspettativa per cosa poi? Per soffrire di più? So che non dovrei abbattermi così, so che anche se vorresti con tutto te stesso venirne fuori in realtà ti senti pronto per affrontare questo viaggio, me lo hai confessato qualche tempo fa dicendomi che non vedi l’ora di poter riabbracciare Nona e raccontarle di come io sia diventato l’uomo che anche lei ha sempre sperato che io fossi ma la verità è che senza di te, senza di voi, io ora non sarei quello che sono.

Vi devo tutto, mi avete dato una casa quando mia madre non sapeva che farsene di me, mi avete nutrito, vestito ed amato ed ora che sto per perdere anche te sento di non aver mai fatto abbastanza per voi, per ricompensarvi di tutto quello che avete fatto per quel ragazzino sbandato che veniva mollato sulla porta di casa vostra. Vorrei aver fatto di più, vorrei poter avere più tempo da passare con te, vorrei egoisticamente tenerti con me per sempre ma quella spada di Damocle, chiamato tumore alla prostata, non ci da scampo, come una fottuta bomba ad orologeria è li che attende solo di dare la zampata finale e portarti via da me che, anche se ora sono un uomo adulto, ho ancora così maledettamente bisogno di te.

Ho paura domani di svegliarmi e scoprire che non ci sei più, ho paura di sentirmi dire che te ne sei andato e di non poter mai più rivedere quel tuo sorriso speciale che mi hai sempre rivolto, ho paura di non reggere al dolore, ho paura che quando sarà il momento crollerò e non sarò in grado di rialzarmi.

Il dottore si avvicina a me, temo ogni volta che lo fa, ma mi informa solamente che il ciclo di chemio è terminato e posso riportarti a casa, e così, mentre cammino verso la stanza in cui ti trovi per venirti a prendere, faccio in tempo a rimettermi sul viso quella maschera di finta spensieratezza per non farti capire quanto in realtà io stia male per quello che ti sta capitando e quando finalmente ti raggiungo, vedendo il sorriso sul tuo volto sofferente, non posso fare a meno di ringraziare che ci sia stato dato un giorno in più da passare insieme.

  
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