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Autore: Jade MacGrath    09/06/2007    1 recensioni
[Stargate Atlantis] [incompleta]A causa di Thelan e Phebus, e dei loro irrisolti 'problemi di coppia', la dottoressa Weir si ritrova incinta nientemeno di Sheppard. E Kolya decide che non c'è momento migliore per rapire la donna e vendicarsi del suo nemico...
Genere: Generale, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elizabeth Weir, John Sheppard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Varenia era uno dei pochi pianeti civilizzati rimasti nella galassia di Pegaso, e doveva la sua relativa intoccabilità alla cintura di asteroidi che circondava il suo sistema e ad una nube ionica che interferiva con i radar delle navi spaziali e che in qualche modo risultava nociva per la fisiologia Wraith, che avevano rinunciato a razziare la sua popolazione secoli prima.

“Non mi illudo” disse il giovane ambasciatore Valorum alla dottoressa Weir, durante il loro giro della capitale Varena “Prima o poi troveranno il modo di passare la nube con le loro navi alveari. È per questo che il principe Gareth e la principessa Sarita han dato ordine di continuare la ricerca di mondi disabitati provvisti di Stargate, che possano supportare la vita umana. Oltre che, ovviamente, proteggere la nostra flotta.”

“Flotta?”

“Forse non potrà scendere sul suo pianeta, ma le assicuro che non ha problemi sul pianeta dove è allocata. Abbiamo dovuto fare molta attenzione, ma ora possiamo dire con orgoglio che… Non mi guardi così, dottoressa. Nessuno qui su Varenia ha intenzioni di espandersi.”

“Lo devono aver detto anche i tedeschi del Reich prima di invadere la Polonia” disse Elizabeth, e il ragazzo aggrottò la fronte. Il senso della frase gli sfuggiva.

Elizabeth spiegò che erano due popoli del suo pianeta d’origine, e in pratica gli fece un riassunto conciso della seconda guerra mondiale. Valorum la guardò fisso, e decise di essere sincero.

“Nessuno la cui voce conti ha intenzione di comandare guerre di conquista, ma non le mentirò… qualcuno ritiene che la nostra flotta sia sprecata solo come arma di difesa. Riportano qui le storie che ascoltano nei mercati di altri mondi, sul ritorno dei Genii sulla scacchiera politica, e la gente inizia a parlare. Anch’io ho sentito queste storie, e sa che penso? Che la cosa migliore per noi sia avere voi, gente di Atlantis, come amici. Un’alleanza con voi ucciderà sul nascere qualsiasi tentativo di sovvertire l’ordine.”

“Mi pare di intuire che non le piacciano i Genii.”

“Sono infidi e doppiogiochisti, è la loro natura. Cowen e Kolya sono i peggiori. Ladon Radim stranamente è un’eccezione. Dev’essere perché è più un uomo di scienza che di guerra. Ha chiesto di poter stipulare un’alleanza commerciale con noi.”

“Perché me lo sta dicendo? Vuole vedere la mia reazione?”

Valorum sorrise. “Non dovrei? Tra le varie storie che mi sono giunte alle orecchie, quella che preferisco è come un solo uomo del suo esercito ha combattuto e sconfitto la forza d’assalto d’élite dei Genii comandata da Kolya. E tutto questo durante un uragano che minacciava di distruggere la città degli antenati. Dev’essere un uomo di grande valore e coraggio.”

“Allora, un paio di correzioni… io non ho un esercito, è una coalizione armata internazionale che viene dal mio pianeta. Io sono a capo della spedizione, ma le decisioni militari dipendono dal colonnello Sheppard, il mio secondo in comando, che è anche il soldato che lei ammira tanto.”

“Allora spero che le nostre trattative vadano a buon fine, così che io possa venire ad Atlantis da amico e congratularmi vivamente con il colonnello per aver dato una lezione ad Acastus Kolya.”

“Si è anche guadagnato un nemico per la vita.”

“Conoscendo Kolya, mi sarei stupito del contrario. Ma ora venga, dottoressa, torniamo indietro. Ho tenuto la cosa più piacevole per ultima. I giardini del palazzo reale sono un incanto in questa stagione, e ospitano alcune piante ormai estinte sul pianeta da secoli. Meritano da soli una visita su Varenia.”

Valorum galantemente le offrì il braccio, ed Elizabeth accettò con un sorriso.

 

Valorum non aveva mentito sui giardini. Elizabeth non ricordava di aver mai visto qualcosa di così bello in tutta la sua vita. Il suo accompagnatore le raccontò la storia di quel piccolo paradiso floreale, di come fosse stata la precisa volontà della bisnonna del principe Gareth, ancora adesso nota come la più grande esperta di botanica mai vissuta. Tutto stava andando benissimo, e Valorum sembrava bendisposto nei suoi riguardi. Finalmente avevano trovato un alleato di peso…

Fu allora che tutto iniziò a girarle intorno. Elizabeth sentì le ginocchia cederle, e l’ambasciatore l’afferrò per la vita prima che potesse cadere.

“Dottoressa Weir, tutto bene?”

“Io… la testa… un capogiro…”

“Venga, si sieda un attimo.”

Elizabeth si sedette su una panchina del giardino maledicendo la sua condizione per l’ennesima volta, ma si rincuorò dicendosi che, entro un paio di giorni, avrebbe smesso di stare male. Nonostante avesse assicurato all’ambasciatore Valorum che non fosse niente di grave, il giovane aveva comunque deciso di riaccompagnarla ai suoi alloggi e di mandarle il medico di corte per una breve visita.

Elizabeth si distese nel magnifico letto a baldacchino nella sua stanza e chiuse gli occhi. Sollevò l’orlo della sua maglietta rossa, e sfiorò di nuovo la pancia con entrambe le mani. Nessuno ovviamente aveva l’occasione di vederla senza uniforme a parte Carson, ma se così non fosse stato avrebbero notato che si stava arrotondando. Tempo un altro mese, tutti avrebbero scoperto la sua condizione… meno male se n’era accorta in tempo. Elizabeth chiese perdono a quella piccola creatura indifesa per quello che stava per fargli o farle appena ritornata ad Atlantis, ma era l’unica soluzione che intendeva contemplare.

Sentì bussare alla porta, e rimessa a posto la maglia disse al medico che poteva entrare. Rimase sorpresa di vedere una giovane donna entrare, e anche la dottoressa se ne doveva essere accorta, perché le sorrise e le disse che le capitava spesso di suscitare sguardi perplessi.

“Ma non si preoccupi, dottoressa Weir, sono piuttosto brava a far ricredere gli scettici sulle mie abilità.”

Aveva un sorriso aperto e confortante, che ricordava quello di Carson, ed Elizabeth si trovò a ricambiare il gesto. La donna, di nome Eris, insistette per una visita veloce e Weir non riuscì a rifiutare. Al termine dell’esame e delle domande, sorrise di nuovo e le chiese di quanti mesi fosse. Elizabeth fece finta di non comprendere, ma Eris le disse che i sintomi che le aveva descritto il principe Gareth durante le negoziazioni più quello che aveva osservato nella visita le facevano pensare solo ad una gravidanza.

“Sì, sono all’incirca di quattro mesi… scusi, ha detto il principe Gareth? Io conosco solo l’ambasciatore Valorum…”

Eris rise “È uno dei segreti meglio custoditi della corte di Varena. Il principe Gareth e l’ambasciatore Valorum sono la stessa persona. Quando si è trattato di associare uno dei suoi figli al regno, il vecchio sovrano ha preferito il figlio maggiore rispetto al minore, Jonas. Alla morte del sovrano però Gareth ha deciso di sovvertire questa decisione. Essendo i due fratelli gemelli, nessuno ha notato la differenza. Avrebbe voluto fare le cose alla luce del sole, ma è Jonas che vuole restare nell’ombra.”

“E non è un problema?”

“Non direi, i due fratelli e la principessa eletta, Sarita, prendono tutte le decisioni insieme. Gareth è molto abile a mantenere le relazioni diplomatiche, e Jonas sa far funzionare il governo interno lavorando in coppia con Sarita. Quei tre sono la cosa migliore che ci poteva capitare. Ma torniamo alla sua condizione. Ha altri sintomi?”

“Non importa, davvero. Non sarò una donna incinta ancora a lungo.”

“Non intende portare a termine la gravidanza?”

“Questo bambino è un errore a cui preferisco porre rimedio subito. Può sembrare una decisione fredda e spietata, ma è così.”

“Sono un medico, sono tenuta ad essere imparziale. Posso chiedere le cause di questa decisione?”

Elizabeth stava per risponderle di no, ma alla fine finì con lo spiegarle le cause per cui era così decisa ad abortire appena tornata a casa.

Eris annuì, e le diede un piccolo involucro di carta dalla sua borsa medica.

“Serve per la nausea?”

“Serve a risolvere i problemi. Non do questa medicina alla leggera, dottoressa Weir. Ritengo solo che una decisione tanto dolorosa non debba ferire più del necessario. Ma vorrei che ci riflettesse bene comunque per il resto della sua permanenza qui. È una decisione che cambierà la sua vita, in un modo o nell’altro.”

Elizabeth annuì, ed Eris le diede da bere un’altra medicina che l’avrebbe fatta sentire meglio, poi se ne andò. La dottoressa riguardò l’involucro che teneva in mano e le istruzioni su come prendere la medicina. Per un secondo fu tentata di prenderla subito. Se avesse perso il bambino durante il viaggio diplomatico, John non avrebbe potuto dirle niente… No, non poteva fagli questo. Nascose la medicina nel suo bagaglio, e decise di farla esaminare poi a Carson una volta tornata a casa.

 

Il giorno della partenza, fu di nuovo ‘l’ambasciatore’ ad accompagnare lei e la sua scorta fino allo Stargate. Decidendo di essere sincera, Elizabeth gli disse che sapeva chi era in realtà. Gareth sorrise, e disse che Eris appena uscita dalla sua stanza era corsa da lui a dirgli quel che le aveva detto.

“Si sentiva in colpa per aver tradito la mia fiducia. Io le ho risposto che se non l’avesse fatto lei, l’avrei fatto io oggi. Mi fido di lei, dottoressa Weir, e sono certo che sia Atlantis che Varenia trarranno molti benefici dalla nostra alleanza.”

“Ne sono certa anch’io, vostra altezza.”

“E anch’io” disse una voce che Elizabeth conosceva bene. Prima che potesse capire da dove provenisse esattamente, dalla vegetazione emersero soldati con uniformi Genii, armati fino ai denti, che li circondarono. I marines di Elizabeth e le guardie del principe Gareth puntarono anche loro le armi contro i loro nemici, ma anche la loro forza congiunta non era abbastanza per metterli in minoranza. Kolya emerse per ultimo, disarmato, e ordinò che deponessero le armi. Avvicinandosi, sorrise e salutò la dottoressa Weir.

“Elizabeth, è un piacere rivederla.”

“Non posso dire altrettanto, Kolya.”

“Mi dispiace, ma credo che adesso dovrà venire con me.”

Per tutta risposta, i marines si serrarono più stretti intorno al loro leader.

“Non mi renda le cose difficili, dottoressa.”

“Le cose sono già difficili, Kolya” disse Gareth.

“Ambasciatore Valorum… quanto tempo. Lei non mi interessa, come non mi interessa la sua gente. Mi lasci la dottoressa Weir, e sarà libero di andarsene.”

“Non credo di volere, Kolya. La dottoressa è ancora sotto protezione della corte reale. Sono costretto a rifiutare.”

“Mi permetta di insistere” disse il comandante Genii, chiamando via radio un altro dei suoi soldati. Questo comparve trascinando Eris, legata e sanguinante, e gettandola a terra in mano modo ai piedi di Kolya.

“Ho avuto modo di fare quattro chiacchiere con Eris, qui. Era un po’ reticente, ma alla fine mi ha detto cose molto interessanti.”

Eris lanciò uno sguardo dolente al suo principe, che però non sembrava preoccupato. E quando sentì i rumori dell’unità di guardia allo Stargate, comprese perché. Senza farsi notare, doveva averli allertati… come fece notare lo stesso Gareth a Kolya, mostrandogli il dispositivo di comunicazione e ordinandogli  di arrendersi e di liberare Eris.

“Hai commesso un errore, principe” disse Kolya, e diede l’ordine di aprire il fuoco.

Nel giro di un istante, quello che doveva essere un semplice commiato di due freschi alleati si trasformò in un bagno di sangue.

 

Come Gareth riuscì a tirare fuori Elizabeth e sé stesso dal fuoco incrociato, non lo sapeva nemmeno lui. I soldati della scorta e quelli di guardia allo Stargate stavano combattendo assieme alla guardia armata di Elizabeth, meno i quattro soldati che erano stati assegnati alla loro protezione, e cercando di non far notare la loro scomparsa decisero di muoversi e di ritornare indietro verso la città.

Sfortunatamente per loro, era esattamente quello che Kolya aveva previsto. Tese loro un’imboscata, e uccise le guardie reali e i marines. Quando Gareth fece per difendere Elizabeth, il comandante sparò due colpi all’addome al giovane principe, che cadde a terra immobile.

Elizabeth ora era sola, nelle sue mani. Il cuore le batteva all’impazzata, con gli occhi continuava a guardarsi intorno nella speranza che un marine, una guardia di Varena, una qualsiasi persona armata venisse in suo soccorso, ma come Kolya le disse mentre i suoi uomini l’afferrarono e la trascinarono via con Eris verso lo Stargate, non sarebbe venuto nessuno a salvarla.

 

***

 

Non so se chi legge Unexpected sta leggendo anche Epiphany (Beh, lo spero! E se cercate quest'ultima, me l'hanno spostata d'ufficio nella sezione crossover!), ad ogni modo ricordatevi di Varenia e della sua gente, perchè torneranno anche lì, con le dovute modifiche alla storia.

 

 

  
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