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Autore: cioco_93    21/11/2012    1 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
- Devo dire che vai un po’ veloce rispetto al codice stradale italiano – azzardai nervosa. Quel ragazzo aveva un un qualcosa che sapeva mettermi tremendamente in soggezione.
- Sei hai paura, la prossima volta niente passaggio, mi spiace – rispose con straffottenza. “Antipatico” pensai.
- Non ho detto quello – dissi, non mi piaceva l’idea che pensasse che avessi paura.
- Sembrava, la prossima volta sii piu’ precisa – mi contraddi’
- E tu meno acido – risposi a mia volta
- Ti piace avere l’ultima parola e’.?? – continuo’ lui.
- Senti chi parla – ribattei, anche se aveva pienamente ragione, adoravo avere l’ultima parola, ma a quanto pare lui non era da meno. Giusto in quel momento Anne sali’ in macchina e pose quindi fine alla nostra veloce e sciocca discussione. Vicky 1 Logan 0.
Spero di avervi interessata ;)
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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2.Berlin

- La Pinko Bag no dai.!! – disse Mary tirandola via dalla mia valigia e lanciandola sul mio letto.
- E’ l’unica borsa nera che ho, escludendo la poschette. La Pinko Bag parte con me – dissi ributtandola in valigia.
- Sei assurda, secondo me non metterai nemmeno meta’ dei vestiti e delle scarpe che ti porti – commento’ lei.
- Ahahah non mi sfidare. Sei vuoi ti faccio una foto a ogni mio cambio cosi’ vediamo chi aveva ragione – le proposi.
- Ci sto. Chi vince offre una colazione da Arnold al tuo ritorno – affermo’ lei ponendomi la mano per confermare il patto. La strinsi subito e scoppiammo a ridere – Aspetta aspetta dobbiamo fare un video che faccia da testimone – continuo’ e ando’ in sala a cercare la sua macchina fotografica.
Mariamarta era una della mie piu’ care amiche. Non eravamo della stessa compagnia, ma era amica anche di Felicia, Alice e Viola e spesso passavamo il tempo tutte insieme. Avevamo la stessa passione per la fotografia e non c’era volta che non finivamo il pomeriggi a fare foto; in piu’ c’era anche il nostro vizio di filmare le nostre piu’ stupide performance. Ci eravamo conosciute tramite la sua migliore amica, mia vecchia compagna di classe ai tempi delle elementari, e quando si era messa con il mio migliore amico avevamo iniziato a parlare come vere amiche. Tra loro purtroppo non era andata decisamente bene, ma tra noi due invece era nata una grande amicizia.
Poco dopo il nostro video-testimone ci raggiunsero a casa mia anche le altre, con una vaschetta di gelato per tutte.
- Ecco i cucchiaini ragazze – dissi buttandomi sul divano.
- Fammi capire, non ti ho visto per due mesi, sei tornata solo tre settimane fa, e gia’ riparti.? – mi rimprovero’ Viola.
- A quanto pare. Ma solo per due settimane dai – la tranquillizzai
- Bhe’ pero’ adesso ti devi rifare mia cara. In Polonia non ti sei potuta scatenare qui ci devi dare dentro.!! – mi desse Felicia.
- Mhmhm e con chi.? Con qualche bel tedesco.?? – ribattei sarcastica
- Bhe’ scusa della tua scuola non c’e’ nessuno d’interessante.? – domando’ Alice
- Aspetta aspetta...fammi pensare...no. C’e solo Marco, il ragazzo di Elena, ricordate.? Poi Konnat, Lore e bhe’, gli altri non li conosco nemmeno, ma li ho visti e no, ..cadrei troppo in basso – risposi sospirando e prendendo una grande cucchiaiata di gelato al cioccolato.
- E scusa, quel tuo nuovo compagno di classe.? Logan.? Non viene mica anche lui a Berlino.? – chiese Mary. Fu fortunata che avessi gia’ mandato giu’ il mio boccone di gelato, o sarebbe finito facilmente sulla sua maglietta.
- Ma neanche morta.! – dichiarai fuori di me
- Ma scusa, mica e’ un figo da paura.? – disse Viola
- Si, non posso negarlo, ma ci conosciamo da soli tre giorni e gia’ non ci sopportiamo. E’ odioso, spocchioso, si crede chissa chi, contraddice ogni cosa che dico, come se lo facesse apposta, e vuole avere sempre l’ultima parola. Giuro, la sorella e’ adorabile, ma lui veramente, se potessi lo ucciderei – spiegai quasi come se impazzita
- Ok, abbiamo constatato che l’argomento Logan e’ fuori discussione. Questa vaschetta e’ finita, chi vuole altro gelato.? – Disse Cici alzandosi.
- E da dove lo tireresti fuori.? – chiesi curiosa
- Dal freezer, dove abbiamo nascosto la seconda vaschetta appena entrate.!! – urlo’ dalla cucina
- Volete di nuovo farmi ingrassare.? Non e’ bastata mia nonna.?? – constatai divertita
- Smettila, tanto appena torni a Milano riprenderai di nuovo a evitare il cibo - Disse Ali. Ci scherzavano su, ma la verita’ e che si preoccupavano, soprattutto nei miei “periodi bui” quando io e il cibo diventavamo nemici. Fortunatamente non avevo mai superato il limite, anche se quell’agosto ci ero andata vicina, ma da quando l’inverno prima una nostra cara conoscente era finita in ospedale a causa dell’anoressia, erano sempre piu’ apprensive.
- Mangio solo se c’e’ il gusto alla nutella – mi rassegnai in fine.

Il giorno seguente, in aereo, sedevo vicino a Anne. Avevamo scoperta poco prima della partenza che avevano fatto dei cambi all’ultimo con le nostre residenze ed eravamo state assegnate insieme alla stessa famiglia: ne eravamo decisamente felici. In quei primi tre giorni si era realmente integrata alla grande con il nostro gruppo, e sapere quindi che avrei passato due settimane almeno con lei mi rallegrava. Ovviamente mi dispiaceva pero’ per la mancanza delle altre e soprattutto per la mancanza di Ilenia. Da un anno a quella parte, eravamo diventate inseparabili, e il dover affrontare quello stage divise, ci rattristava molto, soprattutto a me, perche’ non mi ero potuta permettere il viaggio in America.
Una volta arrivate a Berlino, rimasi scioccata, dal fatto che Anne non si era per niente risparmiata sulla questione Valige, tanto da averne portate due e aver quindi pagato il supplemento per la seconda. Mi disse che anche se dovesse affrontare un viaggio in Burundi porterebbe tutto cio’ che si puo’, perche ogni cosa potrebbe servirti il qualsiasi parte del mondo. Diciamo che aveva una visione simile alla mia, con la differenza che io non potevo permettermi di pagare il supplemento della seconda valigia, e quindi cercavo di riempirne una sola con l’indispensabile, e massimo fare un piccolo abuso per quanto riguardava il mio bagaglio a mano. Posso affermare che quella fu la prima volta in tre giorni in cui il lato da ragazza ricca di Anne venne fuori.
- Credo che la cosa piu’ divertente sara’ vedere Logan usare i mezzi pubblici – disse d’un tratto la mia amica divertita.
- Perche’ scusa.? A New York non ha mai preso la metro.? – domandai quasi incredula
- Ahahah credo forse una volta, con mio padre per punizione – disse divertita - Da quando abbiamo avuto la patente abbiamo usato sempre e solo le nostre macchine, prima invece ci pensava il nostro autista a venirci a prendere a scuola o a portarci dovunque – continuo’. Rimasi spiazzata, avevo sempre pensato che cosa del genere accadessero solo nei film.
- E io che pensavo che Gossip Girl fosse solo un telefilm un po’ pompato – le confessai stupita.
- Fidati, nell’ Upper Eat Side la vita era anche meglio, e senza nessun blog che ci tormentasse. A quello bastavano i paparazzi – rispose come se tutto quello per me fosse stata una cosa normale.
Non toccai piu’ l’argomento, e pensai soltanto alle due settimane di divertimento che mi avrebbero aspettato.
Subito quella prima sera, ci rifugiammo in un bar a bere un po’ di tipica birra tedesca. Dato il basso costo di essa pero’ molte delle ragazze non seppero darsi un limite e verso l’una di notte mi ritrovai chiusa in lurido bagno a tenere a turno la testa ad Anne ed Angelica.
- Vicky lo sai come sono, di solito reggo, anche quando mischio con il fumo cazzo – cerco’ di giustificarsi Angelica in un momento di lucidita’.
- Lo so, lo so, ma oggi a quanto pare non l’hai fatto – le dissi disperata io, tenendo nel frattempo Anne.
- Lei e’ messa peggio – constato’ per poi prendere nuovamente il suo posto.
- Non e’ colpa mia. Io bevo manatthan, vodka redbull, cosmopolitan. Drink con i quali so quando arriva il mio limite. Questa birra invece sembrava cosi’ leggera... – si spiego’ Anne.
Sospirai disperata, quando qualcuno busso con prepotenza alla porta.
- Anne, per la miseria, sei li’ dentro.? – urlo’ una voce maschile. Non ebbi difficolta’ a riconoscere Logan. Mi alzai in piedi, e gli apri’ impaurita dalla sua reazione. Non sapevo se gia’ aveva visto la sorella in tale condizioni o meno. Fortunatamente il ragazzo che mi ritrovai davanti, aperta la porta, era solo un fratello preoccupato per le condizioni della propria sorellina.
- Dov’e’.? – mi chiese. Mi spostai, e li diedi la visuale delle due ragazze appoggiate alla tazza – Fantastico. Ok facciamo che chiamo Lore, io ti aiuto a portare a casa mia sorella, e lui pensara’ con Marco a portare a casa Angie. Ci stai.? – domando’ serio
- Certo, tu valli a chiamare, io cerco di tirarle su da li – gli risposi tornando a occuparmi delle mie amiche.
Un’ora dopo mi trovavo in qualche sperduta vietta berlinese di periferia sola con Logan e un’Anne oramai addormentata tra le sue braccia.
- Allora divertito con le inglesi.? – chiesi al ragazzo, al fine di rompere il silenzio.
- Scusa.? – domando scendendo dalle nuvole.
- Le due inglesine con le quali hai flirtato tutta la serata insieme a Giorgio – gli spiegai
- Cos’e’, gelosa.? – ribatte’ malizioso.
- Oh Dio...lascia perdere – dissi alzando gli occhi al cielo. Quel ragazzo era impossibile.
- Comunque carine, la mora baciava decisamente bene – disse. Evitai di rispondere – Sai sarebbe stato decisamente piu’ interessante vedere te ubriaca che mia sorella. Chissa’ magari sei piu’ simpatica – continuo’ lui.
- Tranquillo, e’ uno di quei piaceri che credo non ti daro’ mai – gli risposi irritata.
- E tutta questa sicurezza da dove arriva.? Non ti hanno mai detto mai dire mai.? – s’imputo’.
- Perche’ sei uno spocchioso figlio di papa’ e pure don giovanni, che cosa potrei mai ottenere da uno come te.? - gli sputai irritata. Sapevo che dargli del figlio di papa’ non era forse esatto, dato che comunque ne lui ne sua sorella avevano mai dato a pesare agli altri la loro ricchezza, ma mi aveva decisamente fatto innervosire. A quel punto Logan non mi rispose piu’, e finimmo il tragitto in silenzio, cosi’ come l’avevamo iniziato.
I giorni a seguire li passammo a studiare a scuola la mattina e a correre per Berlino il pomeriggio. Solo la sera ci concedevamo di uscire, ma nessuno aveva piu’ alzato il gomito. Andammo anche a ballare un paio di volte, ma senza fare troppo tardi.
Sabato finalmente ebbimo il nostro primo pomeriggio libero ed io ed Anne decidemmo di concederci un po’ di sano shopping insieme.
- Che ne dici di questo.? – mi chiese uscendo dal camerino con un abito da sera, beige e senza spalline. Era divino e tremendamente costoso dato che eravamo da Versace.
- Direi che e’ meraviglioso. Puro sfizio o e’ per un’occasione speciale.? – chiesi curiosa.
- Tra non molto, anche se non so ancora la data, ci sara’ una serata di gala a Milano, per l’apertura della nuova sede dell’azienda di famiglia. Dovro’ esser impeccabile, non credi.? – mi spiego’.
- Assolutamente. E io che pensavo che fosse per il tuo ragazzo – dissi maliziosa.
- Bhe’ anche – ammise timidamente – Dovrebbe esserci anche lui, e quindi devo esser piu’ bella che mai, cosi’ che non pensi di lasciarmi a causa della lontananza – affermo’
- Scusa dove abita.? E soprattutto quant’e’ che state insieme.? – domandai insistendo. Adoravo le storie d’amore, soprattutto quelle della vita reale.
- Oramai sono tre anni e mezzo. Si chiama Jackson. Ci siamo conosciuti per caso a una festa dove si era infiltrato con degli amici. Era la festa di una mia compagna di classe, quindi avevo dato per scontato che non l’avrei mai piu’ rivisto. Due sere dopo invece me lo ritrovai in casa, a una festa data dai miei zii per il loro momentaneo ritorno in America. A quel punto decidemmo che era destino che ci dovessimo incontrare e iniziammo a uscire insieme. Abbiamo 3 anni di differenza. Adesso e’ in America, e’ all’ultimo anno di giurisprudenza a Yale. Abbiam passato insieme tutta l’estate e ci sentiamo quasi tutti i giorni, ma prima di fine ottobre e’ sicuro che non lo vedo – mi racconto’ Anne. Mi dispiaceva sapere che dovesse rimanere separata cosi’ tanto dal ragazzo che amava, ma era cosi’ sicura del loro amore, che la distanza non sembrava minimamente preoccuparla – tu piuttosto.?? Non mi vorrai dire che una ragazza come te non e’ fidanzata.?? – chiese curiosa. Il mio umore sognante cambio’ radicalmente, e mi ricordai come le favole non sono per tutti – Ops, tasto dolente. Non devi raccontarmi se non vuoi – mi rassicuro’.
- No tranquilla...anzi forse mi farebbe bene finalmente parlarne. Il fatto che lo ero, fino a un mese fa diciamo. Un anno e mezzo di relazione, tra alti e bassi, ma ci amavamo, o cosi’ credevo. Sono partita per la Polonia per quasi due mesi, e il mio ragazzo diciamo che non l’ha mandata molto giu’. Abbiamo iniziato a litigare sempre piu’, ovviamente via messaggio, e mi sono iniziata a chiedere se era veramente quella la relazione che volevo. Poi pero’ sono andata avanti dicendomi, che era normale che mi facessi queste domande, ma che lo amavo e che quindi una volta tornata a Milano tutto si sarebbe sistemato. Bhe’ due settimane prima del mio ritorno, ricevetti finalmente una sua telefonata, nella quale pero’ mi diceva che mi aveva tradito, nuovamente con la sorella del suo migliore amico, e mi chiedeva perdono perche’ l’avevo fatto solo perche’ gli mancavo. A quel punto non ce la feci piu’ e gli dissi che era finita. – le raccontai
- Che stronzo – disse incredula la ragazza – Vicky mi dispiace veramente tanto... mamma mia, ma poi dirti che l’ha fatto perche’ gli mancavi, ma ce la fa.? – continuo’. Riusci’ solo a riderne amaramente.
- Gia’...ma cosa ci vuoi fare, e’ un uomo, e’ di natura un deficiente. La cosa peggiore era che e’ il migliore amico di Alice. Mi dispiace che tutto quello che e’ successo tra noi due abbia in parte intaccato la loro amicizia. Non del tutto ovviamente, ma in parte – ammisi.
- Se la loro amicizia si e’ intaccata, vuol dire che c’erano gia’ problemi prima. Vai tranquilla, sicuramente non e’ colpa tua – mi rassicuro’ la ragazza.
- Si ma non parliamone piu’ ok.? Oramai e’ un capitolo chiuso della mia vita, per ora non ne voglio sapere di ragazzi. Meglio che mi concentri sull’ultimo anno – dissi piu’ per autoconvincermi che altro - Tra l’altro, a proposito d’amicizie, pensavo che se vi va proteste uscire, tu e tuo fratello, con noi in compagnia. Abitiamo vicine, almeno conosci un po’ di gente anche qui a Milano. Che ne dici.? – le chiesi. Immaginavo che avere con chi uscire anche a Milano le avrebbe sicuramente fatto piacere.
- Veramente.?? Io sicuramente.! Sai e’ da quando ho l’asciato l’America che non ho piu’ delle vere amicizie con cui uscire tutti i giorni – ammise rattristendosi.
- Visto.?? Le mie amiche sicuramente non avranno nulla in contrario, vedrai – la rassicurai. Sorridemmo entrambe e ci lasciammo andare in un veloce abbraccio.
- Che faccio allora.? Lo compro o no questo vestito.? – domando’ distaccandosi. Mi ero completamente dimenticate del motivo per cui eravamo li’.
- E’ stupendo, non c’e’ che dire, ma quello blu che avevi provato da Valentino...bhe’ se devo esser sincera mi faceva impazzire, molto piu’ di questo – confessai.
- L’avrei gia’ comprato anch’io, se non fosse che ho gia’ indossato un vestito blu, tra l’altro sempre di Valentino, all’ultimo gala a cui sono stata quest’estate quand’ero in vacanza con Jake a Los Angeles. La stampa sarebbe capace di sparlare anche di questo oramai – commento’. Scoppiai a ridere per quanto mi sembrava surreale quello che aveva appena detto, ma capii il suo problema. Non potevo permettermi di non indossare un vestito dello stesso colore, ma ero la prima che non si faceva vedere a una festa mai nello stesso abito.

Il giorno successivo, Domenica, la Nasoni ci porto’ in gita a Potsdam, dove nel pomeriggio io e alcune ragazze ci rifugiammo a rilassarci nel parco vicino al fiume.
- Avevo bisogno di questo sano relax ragazze, questa settimana e’ stata un delirio – commetai buttandomi sull’erba.
- Gia’ la Nasoni non scherzava quando a giugno diceva che sicuramente non avremmo avuto molto tempo libero – disse Daria.
- E’ gia’ passata una settimana, ve ne rendete conto.? – constato’ Angelica
- Da quando siamo qui o dalla nostra fantastica sbronza Angie.? – chiese divertita Anne. Scoppiammo tutte a ridere.
- Se penso che mi hanno riportata a casa Lore e Marco, che vergogna. Non mi hanno nemmeno voluto dire le cavolate che ho sparato, ogni volta che si tocca l’argomento semplicemente ridono e non dicono niente.! – sospiro’ disperata la ragazza
- Io fortunatamente mi sono addormenta o svenuta, non saprei di preciso. Fatto sta che niente d’imbarazzante e’ uscito dalla mia bocca – affermo’ fiera di se Anne – Tra l’altro di che avete parlato tu e mio fratello nel frattempo.? - chiese curiosa
- Parlato.? Io e lui.? Bella battuta....ci siamo rivolti tre frasi in croce, e ovviamente abbiam finito per discutere – dissi irritata pensando alla sciocca discussione
- So che Logan puo’ sembrare odioso, ma fidati, in verita’ e’ un ragazzo d’oro. E’ semplicemente una sua facciata – spiego’ rattristendosi. Da quelle parole capii’ che c’era qualcosa che ci nascondeva.
- Una facciata serve per proteggersi... – azzardo’ Daria. Anne sospiro’ e inizio’ a parlare.
- Dalle relazioni con le persone. O piu’ che da quello, dal permettersi di affezionarsi alle persone. Sapete, i nostri genitori sono morti 4 anni fa, sono stati assassinati – a quella frase mi vennero i brividi, ma Anne non si fermo’ – Sono stati periodi bui per me e Logan, soprattutto tenendo conto che gli assassini non sono mai stati presi. Ovviamente e’ stato un grande dolore per tutte e due, ma io ho saputo reagire in un modo, lui in un altro. Io sono socievole, esco, mi diverto cerco di non pensarci. Logan invece si chiude in se stesso, fa il duro e non lascia intravedere la sua vera persona, perche’ ha troppa paura che se si affeziona a qualcuno, quel qualcuno possa di nuovo abbandonarlo – racconto’. Nessuna di noi ebbe il coraggio inizialmente di parlare.
- E’ per questo che vi siete trasferiti in Italia, vero.?? Era piu’ sicuro che rimanere li’...- riusci’ a chiedere Angelica
- Gia’...verso dicembre scorso, la sicurezza aveva ritrovato delle falle nel sistema, e quindi i miei zii hanno ritenuto saggio farci trasferire a casa loro, in modo da esser lontani dal pericolo e sotto controllo di qualche nostro caro. Abbiamo lasciato l’ultimo anno dopo solo un semestre, e ora che ci siamo riusciti ad ambientare e aggiornare con il programma scolastico di qui, abbiamo deciso di ri iniziare da capo l’ultimo anno – spiego’. Rimasimo tutte in silenzio, senza sapere cosa fare, quando semplicemente ebbi le forze di alzarmi e abbracciarla piu’ forte che potevo.

La settimana che segui’ fu altrettanto intensa. Scuola, giri per la citta’, serate chiusi nei pub o a girovagare e fare gli scemi per le vie del centro. Ero pure riuscita a sentire Ilenia da Montreal, ma non so ancora dire chi abbia speso di piu’ per la chiamata. Le avevo raccontato di quello che ci avevo detto Anne, e di come ci eravamo unite in quella settimana.
Con Logan invece le cose non erano cambiate di una virgola. Le volte che ci rivolgevamo parola, anche a lezione, era una continua discussione, per non parlare del fatto che odiavo il suo atteggiarsi da Don Giovanni. Quando ne parlai al telefono con Alice, disse che secondo lei, io ero gelosa, perche’ infondo mi piaceva, ma chiusi la discussione con un “tu sei pazza” .
L’ultima sera decidemmo tutti insieme di andare in una delle piu’ grandi discoteche della citta’, come gran finale di quelle due settimane. Come la prima sera, in molti non seppero dare un limite, e tra quelli che si ritrovano ubriachi a meta’ serata c’ero anch’io.
- Vicky quanto hai bevuto.? – mi chiese preoccupata Angelica, che per quella sera aveva deciso di mantenere il controllo su se stessa
- Credo decisamente troppo, perche’ mi sento cosi’ leggera, e io non lo sono affatto – commentai divertita mentre continuavo a ballare.
- Vieni, con me, ti porto un attimo nel prive’ – disse trascinandomi via dalla pista. Eravamo riusciti a prenotare le salette private per noi, in modo da poter lasciare i nostri averi e avere un posto tranquillo dove bere, e fu esattamente li’ che mi mi porto’.
- Allora tesoro, facciamo che ti lascio qui qualche minuto, cosi’ o ti riprendi o dai di stomaco e ti riprendi. Ok.?? – domando’ facendomi sedere. Accennai un si con la testa e mi sdrai completamente sul divanetto.
I ricordi di quella sera ovviamente non sono mai stati troppo chiari nella mia mente, ma alcune cose sono difficile da dimenticare.
Il mio sguardo era fisso sulla porta: aspettavo e speravo che Angelica o Anne entrassero il prima possibile e non mi lasciassero sola, quando un alquanto ubriaco Logan Calligan fece la sua entrata. “Ci mancava solo lui” pensai “questo e’ il Karma. Mi sono ubriacata come una scema.? Il Karma mi manda Logan da sopportare” Il ragazzo si sedette, in malo modo, di fianco a me e si perse a guardarmi.
- Mi sa che sei ubriaco fradicio, vero.? – dissi divertita. Avrei voluto fare la seria, ma il mio pessimo stato di sobrieta’ non me lo permise.
- Direi che tu non sei da meno – disse continuando a mantenere gli occhi fissi sui miei.
- Come mai qui, ti hanno rinchiuso anche a te.?? – domandai curiosa.
- Perche’, tu sei stata rinchiusa.? – ribatte’ lui.
- Ti ho posto per prima la domanda.!! – piagnucolai quasi offesa.
- Naaa, sono venuto di mia spontanea volonta’ – spiego’.
- Cos’e’, non c’erano piu’ bionde con cui flirtare.? – domandai scocciata.
- Sinceramente preferisco le more – ammise lui. Guardai in automatico i miei capelli: erano tinti ma decisamente non erano biondi.
- Signor Calligan sta per caso cercando di provarci con me.? – domandai mezza seria e mezza divertita.
- Sarebbe tanto grave.? – chiese malizioso lui, avvicinandosi sempre piu’ al mio viso.
- Noi due ci odiamo Calligan – constatai, senza pero’ scansarmi.
- Ma siamo ubriachi. Se succedesse qualcosa qui, nessuno dei due potrebbe ricordarselo, e non ci sarebbe nessun problema – disse oramai sospirando sulle mie labbra.
- Ho il pessimo vizio di ricordarmi sempre tutto – dissi contraddicendolo. Mentre parlavo avevo mantenuto il controllo e gli occhi fissi nei suoi, ma quando gli abbassai e mi ritrovai di fronte alle sue labbra non c’era piu’ nulla da fare.
Mi prese con foga, tirandomi su di lui. Io a cavalcioni sulle sue gambe, le sue mani sul mio di dietro, le mie tra i suoi spettinati capelli neri.
Non so quanto duro’ il tutto, ma so che in un momento di lucidita’ ebbi le forze di staccarmi, ricompormi e senza fiatare uscire da quel prive’.

- Sai, dopo quasi un anno inizio finalmente a esser contenta di essermi trasferita Milano – Mi disse Anne in aereo.
- Come mai dici questo.? – le chiesi curiosa
- A New York la vita non era piu’ la stessa dopo la morte dei miei. Sai sono subentrare un sacco di responsabilita’, soprattutto per quanto riguardava la nostra presenza nell’azienda. Avevo poco tempo per le mie amiche, sia a scuola che fuori: niente piu’ giri per i negozi, feste, vacanze organizzate, pero’ almeno avevo qualcuno. Quando pero’ ci trasferimmo qui a Milano mi sentii persa. Nessuno con cui uscire e fare shopping, parlare, prendersi un caffe’, andare a ballare. Ero sola. Da quando ho iniziato la scuola invece le cose sono cambiate. Dal primo giorno tu e le altre mi avete accolta senza problemi, e tu in queste due settimane sei stata una coinquilina e un’amica fantastica. Non e’ la vita nell’Upper Eat Side, ma e’ fatta di persone piu’ vere, e non e’ assolutamente male – mi spiego’. Abbracciarla mi venne naturale – Pero’ niente da fare, i mezzi pubblici non fanno per me – constato’ e scoppiammo a ridere.
Quella mattina avevo la testa che scoppiava, e dopo quella chiacchierata speravo solo di addormentarmi e risvegliarmi piena di energie. Come avevo ribadito a Logan la sera prima, mi ricordavo assolutamente tutto, ma sia lui che io ci comportammo esattamente al nostro solito modo: ovvero non ci parlammo, a parte qualche battuttina per darci fastidio.
- Hej, hai bisogno di un passaggio .? – mi chiese Anne nel prendere la valigia. La guardai persa come se non avessi capito la domanda: purtroppo il mal di testa post sbronza, nonostante la dormita in aereo, non era passato – Vicky.?? – mi riprese la ragazza.
- Cosa.? Ah, si scusa, il passaggio...Guarda molto volentieri grazie, mia madre purtroppo è al lavoro non poteva venire, e non sapevo proprio cm tornare a casa – risposi grata. Presi la valigia e ci dirigemmo verso l’uscita. Logan usci’ con noi ma evito’ di parlare. Mentre oltrepassavamo pero’ la fila di genitori intenti ad aspettare il resto dei miei compagni di scuola senti qualcuno chiamarmi da dietro.
- We signorina, non e’ che vorrebbe tornare a casa con la mamma.? – urlo una donna. Mi girai e vidi l’esile figura di mia madre con le braccia sui fianchi guardandomi con un faccino da bambina arrabbiata.
- Mamma.! – gridai a mia volta mollando la valigia e correndole incontro per abbracciarla – Avevi detto che non saresti potuta venire.!! – le dissi sciogliendomi dalla presa.
- E invece sorpresa.!! – disse aprendo le braccia per dare piu’ enfasi alla frase – vatti a riprendere la valigia, va che l’hai lasciata a quei due poveri ragazzi – continuo’ indicando Anne e Logan.
- Vero, che scema. Pero’ vieni vorrei presentarti una persona – dissi tirandola nella loro direzione
- Anne, Logan, vorrei presentarvi mia madre – gli spiegai una volta avvicinatami a loro.
- Mamma questi sono Logan ed Anne. Sono i mie nuovi compagni di classe. Anne e’ la ragazza che mi ha sopportato in casa queste due settimane. Pensa abitano a Cesano e si erano pure offerti di accompagnarmi – le spiegai.
- Cavoli e’ un piacere, e grazie dell’offerta. Tra l’altro, complimenti Anne, sei riuscita a sopportare il suo disordine.?? – disse mia madre.
- Mamma.!! – la ripresi
- Il piacere e’ nostro signora.??...- inizio’ Anne fermandosi, non sapendola come chiamare.
- Lascia perdere il signora, mi fa sentire vecchia. Datemi pure del tu, sono Ewa – la corresse.
- Grazie, e’ gentile da parte tua. Comunque non ti preoccupare, io e tua figlia non abbiamo avuto alcun problema a convivere, anche perche’ in verita’ quella piu’ disordinata della due in questi giorni sembravo io, e non lei - la rassicuro’ Anne.
- Se lo dici tu - disse incredula mia madre - Comunque tesoro andiamo.? Ho lasciato la macchina in un posto dove forse non era il caso di mollarla. Ci dobbiamo sbrigare prima che ce la portino via – mi disse prendendo la mia valigia.
- Sei sempre la solita.!! – la rimproverai - Anne allora chiamami anche sta sera se ti va, cosi’ usciamo tutti insieme – le dissi abbracciandola.
- Certo ci sentiamo dopo – rispose sorridendo.
- Allora ciao – dissi accennando’ un saluto con la mano. Anne rispose con la stessa enfasi, Logan un po’ meno, ma almeno rispose.
- Un po’ sulle sue il ragazzo – commento’ mia madre allontanandosi.
- Lasciamo perdere – ebbi solo le forze di replicare.

  
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