Film > Lorax - Il guardiano della foresta
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Autore: Elelovett    22/11/2012    2 recensioni
E se oltre al rimorso di aver distrutto la Valle Once-ler avesse anche quello di aver perso la ragazza dei suoi sogni? Forse non ha raccontato proprio tutto a Ted...
Questa è la storia di come Once-ler ha incontrato Ellie e la sua vita è cambiata. Ma basterà l'amore della ragazza a farlo desistere dal tagliare gli alberi? E fino a che punto i protagonisti sono disposti a seguire i propri sogni? Amore, avventura, divertimento e lacrime, solo per chi ha voglia di addentrarsi in questa storia e conoscere un lato di Once-ler che il film non mostra. :)
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Once-ler, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

Non era una semplice leggenda che fuori città il vento soffiasse lento con vapori nauseanti, e non ci fossero uccelli se non corvi gracchianti. Ad essere sinceri le voci che circolavano a Thneedville sulla valle deserta erano più che fondate: respirare era quasi impossibile e non c'era traccia di natura nel raggio di chilometri e chilometri...Nessun segno di vita, tranne ovviamente le rovine della vecchia fabbrica di thneed. I pochi che ancora se ne ricordavano raccontavano che oltre i macchinari fermi da tempo e superato il burrone, da qualche parte dove prima si ergeva l'enorme fabbrica era rimasto un rifugio diroccato, e lì viveva il vecchio Once-ler. Chi fosse e cosa avesse fatto si perdeva ormai in ricordi confusi, ma di certo solo lui poteva rivelarti che fine avessero fatto gli alberi. Ovviamente se avevi il fegato di spingerti fino alla sua porta muffosa.
Tuttavia da anni nessuno faceva più visita a Once-ler, nessuno l'aveva mai cercato. Il vecchio passava le sue giornate chiuso in casa, spiando dalla finestra sbarrata il nulla che aveva creato intorno a sé. Non s'illudeva di veder venire qualcuno, oh no. La vista lontana delle altissime mura luminose di Thneedville gli ricordava che era passata un'eternità dalla sua giovinezza e che la vita non l'avrebbe mai più raggiunto, in nessun modo. La frase "a meno che" occupava i suoi pensieri quasi costantemente, il ricordo di Lorax che scompariva lo faceva svegliare ogni notte col fiatone. Come avrebbe potuto rimediare a tutto ciò che aveva fatto? Non poteva, era troppo tardi. Viveva in mezzo al nulla, Thneedville si era chiusa in se stessa beandosi di progresso e tecnologia, nessuno pensava più agli alberi.

Il vecchio conservava ancora il suo vecchio quaderno, dove aveva registrato emozioni, progetti e schizzi, e ogni tanto lo risfogliava. Rileggere tutte le sue stupidaggini lo faceva sorridere con amarezza, i disegni del thneed lo riempivano di orgoglio ma anche di tristezza, alcuni schizzi delle truffule lo facevano scoppiare a piangere, ripensando al dolore causato a Lorax e alle creature della foresta. E poi, arrivato all'ultima pagina, il suo cuore sobbalzava ogni volta vedendo nell'angolo in basso a destra uno schizzo diverso dagli altri: si vedeva che era la mano di un'altra persona, una mano più pesante ma allo stesso tempo più dolce. Il disegno raffigurava due giovani stilizzati, un ragazzo e una ragazza, che stringevano due maniche di un thneed mostrandolo trionfanti e sprizzando cuoricini tutt'intorno. Sopra si leggeva ancora una scritta in stampatello, spigolosa e vivace: "un giorno". Ogni volta Once-ler accarezzava il disegno con la mano guantata e ripassava col dito la firma dell'autrice, un segno a lapis quasi impercettibile. Le faccette del disegno sembravano davvero felici, tutto l'insieme avrebbe dovuto infondere allegria, e invece Once-ler s'incupiva tutte le volte, richiudeva il taccuino e sospirava.

Se la sua anima era logorata dal rimorso per ciò che aveva fatto alla natura, un rimorso assai più grande gli attanagliava il cuore e andava di pari passo con l'altro: l'idea di averla persa lo faceva impazzire, ricordava ogni singolo momento passato con lei e avrebbe dato qualunque cosa per riaverla. Ma non sarebbe tornata, come non sarebbero tornate le Truffule. Era stato lui ad allontanarla dopotutto.
Eppure qualche volta, nelle notti più oscure, gli era parso di intravederla dalle fessure della finestra, una sagoma luminosa ed eterea che si avvicinava alla casa. Nonostante non si avvicinasse mai troppo riusciva a vedere i suoi profondi occhi azzurri fissarlo, condannarlo, e quando con voce roca lui la chiamava per nome lei scompariva, portandosi dietro la gioia, il dolore, tutto. Cominciò a vederla due anni dopo la chiusura della fabbrica, e per i dieci anni successivi pensò veramente che fosse tornata. Quando sentì le ossa cedergli, la schiena piegarsi, e vide i suoi capelli diventare bianchi, mentre l'apparizione restava giovane e splendente anno dopo anno, capì che si trattava della sua immaginazione e pianse intere notti maledicendo se stesso e invocando il nome di lei. Le visioni tornavano spesso, e sebbene consapevole che fossero tali Once-ler non smetteva di fissare quel riflesso luminoso e di chiamarla in un sussurro.
Ripensare a quei giorni lontani gli faceva male, ma non poteva farne a meno là dove i minuti parevano ore e le ore anni: il ricordo di Ellie non lo avrebbe mai abbandonato.
  
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