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Autore: Sacchan_    23/11/2012    4 recensioni
-Kim--Violet--Alexy--Dolcetta-
Sorta di "missing moments" ambientata nell'episodio 12.
Leggermente shoujo - ai: accenni ad una possibile KimxViolet.
[Pubblicata anche sul forum di Dolce Flirt nella sezione One-shot-prima versione, non revisionata]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Alexy, Kim, Violet
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Coppia: KimxViolet  
Gioco: Dolce Flirt/Amour Sucrè/My Candy Love ecc...
Personaggi: Kim, Violet e Alexy -quando trovate "..." fate conto di leggere *prego inserire nome della vostra Dolcetta qui xD*-
Avvertenze: Shojo - ai 
Spoiler? Si, per chi non ha ancora giocato all'episodio 12, ma visto che l'episodio 12 è già uscito non si possono considerare davvero degli spoiler.
Note d'Autrice:  La fan fiction è nata da un sospetto: quello che Kim fosse un personaggio -non chiaramente dichiarato- attratto dalle ragazze. E' una leggerissima KimxViolet, già!
Disclaimer: I personaggi ivi citati non mi appartengono ma sono tutti di proprietà della Beemoov e di ChinoMiko, la ff è stata scritta per puro scopo di divertimento.
Ringraziamenti: la dedico a Miwako_Chan perché... beh, è grazie a lei se questa fan fiction è nata! ^.^

Probabilmente è superfluo dirlo, ma le parti scritte in normale sono di Kim, quelle in corsivo di Violet... 



Sono sempre stata una persona timida... sin da quando ero bambina ho sempre avuto difficoltà a socializzare a causa di questo. 
Dicono che la timidezza scompare con gli anni ma non è stato così nel mio caso.
Mi accompagna sin da quando ero infante.
Alle feste, a scuola, ai compleanni dei compagni di classe... tutti si divertivano insieme ballando e scherzando.
Io invece me ne stavo sempre in disparte indecisa se buttarmi nella mischia oppure no. 
Oltre a questo mio difetto, non ho mai desiderato nulla di particolare.
Mi basta poco per sentirmi appagata: il mio album da disegno e l'ambiente aperto e luminoso del club di giardinaggio come compagnia. Non ho mai avuto bisogno di altro.
Però adesso... desidero anche io qualcosa. 

 


Che scocciatura! Andare a scuola è una vera scocciatura! E' per il nostro bene, dicono! Per il nostro futuro, certo! 
Ma chi le ha inventate queste cazzate? Chi si mette a decidere il futuro degli altri?
Io non voglio studiare, non voglio imparare tutte quelle operazioni aritmetiche, algebriche o come si chiamano. Non voglio nemmeno imparare tutte quelle formule di chimica, non mi interessa nulla di atomi o composizioni di leghe o simili. Io voglio andare a lavorare! 
"Buongiorno Kim!" 
Melody, la delegata della mia classe, si avvicina a me con il sorriso a trentadue denti.
Come fa ad essere sempre così contenta di prima mattina? 
"Hai studiato per il test di matematica?" 
Ecco, lo sapevo che anche questa giornata sarebbe iniziata storta.
"Uffa!" sbuffo "E chi lo sapeva che c'era il test di matematica?" 
"Ma come? Non hai ascoltato il professore?" domanda sorpresa.
"Chi ha voglia di ascoltarlo quello? Parla come la frequenza di una radio, non alza mai il tono di voce e non l'abbassa mai; mi fa solo sbadigliare". 
"Ed invece è un professore molto in gamba! Oh, ecco Nathaniel! Ti lascio, devo parlare con lui di alcune cose". 
Imbroncio le labbra delusa. Chiedere a Melody di aiutarti è perfettamente inutile; la sua moralità le impone di non aiutare nessuno durante le verifiche. E allora a chi posso chiedere? Non ho nessuna voglia di studiare ma nemmeno di ripetere l'anno ed una insufficienza adesso sarebbe davvero un bel problema. 
"Buongiorno Kim"
Un bisbiglio sottile e dolce, un tono di voce così timido che può appartenere solo ad una persona; non ho nemmeno bisogno di girarmi per appurarlo. 
"Buongiorno a te Violet! Sai, avrei proprio bisogno del tuo aiuto"
"Del mio aiuto?" chiede sospettosa "E perché?" 
"Oh, nulla di così tragico da doversi preoccupare! Ho bisogno di aiuto per il test di matematica... sai non  sapevo che era oggi e non ho neanche ripassato"
"Oh, se è solo per questo... " 
Un carattere servizievole quello di Violet, non c'è che dire. Siamo davvero agli antipodi noi due. Io, che per natura evito le scocciature, sarei già fuggita a gambe levate dopo un secco "no" come risposta. 
La prendo per mano e la trascino al club di giardinaggio. Inizialmente la sento seguirmi senza resistenza, ma poco dopo inizia a forzare il polso e le gambe e mi fermo dubbiosa dal suo comportamento. Che ho fatto di male?
"Aspetta, dove stiamo andando?" 
"Come "dove"? Abbiamo bisogno di un posto tranquillo per ripassare, no? E se andiamo al club di giardinaggio ti sentirai sicuramente a tuo agio, vero?" è noto a tutti che Violet passa la pausa pranzo fra le lezioni mattutine e quelle pomeridiane immersa nel verde a disegnare. A volte si ferma lì anche dopo le lezioni pomeridiane e vi resta fino a quando non è ora di chiudere i cancelli. 
"Ma..." la vedo abbassare lo sguardo "le lezioni iniziano fra poco..." 
"Oh, ma tanto il test ce l'abbiamo alla quarta ora, no?" 
"Si, però..."
"Violet, Violet..." allungo una mano per accarezzarle una guancia, ha la pelle così liscia e soffice al tatto "non dirmi che non hai mai fatto fuga?" 
"No..."
"Beh, c'è sempre una prima volta a tutto, anche se entriamo alla seconda o alla terza ora cosa ci accadrà? Tu hai fatto pochissime assenze ed io per adesso voglio solo avere del tempo a disposizione per ripassare. Coraggio, andiamo!" 
Che sia per il mio tono amichevole e rassicurante o meno, adesso Violet mi segue ubbidiente e silenziosa.
Che brava ragazza.





Getto via i libri di testo sull'erba per stiracchiarmi le spalle. Ho la testa confusa fra equazioni e tutto il resto ma devo ammettere che Violet è davvero molto brava. Le sue spiegazioni erano chiare e limpide ed è la prima volta che la sento parlare così tanto. Evidentemente, ha soltanto bisogno di una piccola spinta per parlare un po' di più. Posso dire di averla guardata sotto un altro punto di vista in quest'ora e mezza di frettoloso ripasso matematico. 
La voce le usciva senza tentennamenti e con piena sicurezza di sé. 
"Sei stata incredibile, sai? Credo di avere capito molto di più in questa ora e mezza passata insieme a te piuttosto che in aula col professore".
"Beh, anche tu sei stata... una brava allieva" mormora Violet riponendo il suo libro degli esercizi nello zaino viola come lei.
Io la seguo, raccogliendo le mie cose e sistemandole nel mio, l'inizio della terza ora non è ancora cominciato e possiamo ancora entrare per quella. 
"Hai davvero una buona scusa per giustificare la nostra assenza?" chiede Violet di sottecchi.
Mi batto il palmo sul petto "Certo! Sono un'esperta nel trovare giustificazioni, lascia fare a me" 
Violet sorride di rimando quando una brillante voce alle nostre spalle ci sorprende.
Oh cavolo, non sarà mica un professore... proprio qui e adesso?
"Ah, ah! Colte in flagrante voi due!!" 
Mi giro giusto in tempo per essere rassicurata da una sventolante sciarpa color dell'arcobaleno. 
"Diamine Alexy! Non spaventare la gente così!" 
Alexy è uno dei nuovi studenti di quest'anno; si è trasferito da poco assieme a suo fratello, Armin. 
Sono gemelli ma non si direbbe; sono completamente l'uno l'opposto dell'altro. Da quel poco che si è vociferato al loro arrivo Armin è il tipo a cui piace stare tappato in casa a giocare ai videogiochi mentre Alexy è più uno alla mano, con cui è facile simpatizzare.
Ha uno strano gusto per la moda e un attaccamento a dir poco morboso nei confronti del gemello. 
"Allora signorine, cosa ci fate qui? Marinate la scuola?"
"Non proprio, Violet mi ha aiutato a ripassare matematica ma adesso entriamo"
"Ehi Kim, sarà meglio che lasci stare Violet; non vorrai mica portarla su una cattiva strada?" 
"Certo che no!" al mio fianco avverto Violet emettere un leggerissimo sussulto "Ho chiesto a Violet un favore e solo per questa volta, vero Violet?"
"Eh? Uhm.. si è così!" Violet tiene gli occhi bassi e continua a guardare per terra. 
"Tu, piuttosto..." riporto lo sguardo sullo strambo ragazzo "che ci fai qui?" 
"In realtà io stamattina ero uscito in perfetto orario ma ho visto il nuovo negozio di vestiti vicino alla stazione già aperto e non ho saputo resistere dal farvi un giro dentro e... beh, ho perso un po' troppo tempo" 
"Sei incorregibile!" scuoto la testa.
"Sarà meglio che ci sbrighiamo ad entrare se non vogliamo perdere anche la terza ora" vedo Alexy che inizia a salutare con la mano "Ciao Kim, ciao Violet!" 
"Si, ciao" certo che quel tipo è proprio incredibile; è sempre così vitale. Una forza della natura a cui è difficile stare dietro. Seguendo il consiglio di Alexy, è meglio affrettarsi ad entrare. Mi volto per afferrare Violet quando rimango incantata ad osservare la sua espressione: ha gli occhi languidi e le guance imporporate, il suo viso è assorto e continua ad ammirare la schiena di Alexy che si allontana. 
"Sei molto carina, sai?" addolcisco la voce. 
"Eh? Cosa?" Violet sussulta come se fosse appena stata risvegliata da un sogno.
"Guarda che se continui a guardarlo in questo modo finirai per consumarlo".
"Cosa? Era così evidente?" 
"Altroché! Peccato non avere una macchina fotografica, ti avrei volentieri scattato una foto: la tua espressione era irresistibile".
"Oh..." 
"E così ti piace Alexy, eh?" 
"No, no... ma che dici? Io non..." 
"Mh? Non c'è bisogno di nasconderlo"
"Kim mi prometti che non lo dirai a nessuno?" 
"Non ho mica ragione per farlo!" appoggio due dita sulle labbra come sigillo di giuramento "manterrò il tuo segreto, promesso"
"Ti ringrazio..." sussurra Violet a bassa voce.
"Però, se accetti un consiglio da amica" le strizzo un occhio con complicità "ai ragazzi piacciono le ragazze sincere con sé stesse e con gli altri, perché non provi a farti avanti?" 
Violet imbroncia le labbra e noto anche una certa lucidità nei suoi occhi, evidentemente sta pensando a qualcosa come "una buona a nulla come me non ne sarà mai capace". Esasperata mi lascio andare ad un sospiro e le allungo una mano rassicurante.
"Vogliamo andare adesso?" 




I ragazzi di questa scuola non si sono mai interessati a me: sono una persona timida e solitaria, non posso biasimarli. 
Il mio aspetto è assolutamente mediocre e non sono certo una gran bellezza.
Nonostante questo, quando Alexy ha iniziato a parlarmi, ho iniziato ad avvertire un batticuore caldo che lasciava una sensazione di stordimento addosso. E' davvero amore ciò che provo? Non saprei dirlo, ma non posso sbagliarmi sui miei sentimenti. Lui mi piace. 
E' spontaneo e simpatico, è bizzarro ed energetico. Ha una marcia in più che non ho mai visto a nessuno dei ragazzi di questo liceo. 
E ovviamente, il fatto che io sia una delle prime ragazze ad averlo accolto in questo liceo mi rende immensamente felice. Mi fa pensare che io sia per lui "speciale"... almeno un pochino.
Forse Kim ha ragione, dovrei scacciare via la mia timidezza e farmi avanti. 




Finalmente le lezioni mattutine sono finite e non penso di essere andata nemmeno tanto male al test di matematica. Più tardi, prima di tornare a casa, andrò a ringraziare di persona Violet; se prenderò un buon voto sarà soprattutto merito suo.
"Ehi, Kim! Aspetta per favore!" 
"Oh, sei tu. Ciao piccoletta!" 
La nuova arrivata: una ragazza iscritta qui al liceo dall'anno scorso; un piccolo uragano sempre in cerca di qualcuno. 
"Sto cercando Alexy, l'hai visto per caso?" 
E te pareva. Sempre in cerca di qualcuno infatti.
"Mh... No, non l'ho visto. Cioè, si l'ho visto ma stamattina prima della terza ora e adesso non ho la più pallida idea di dove sia. Perché lo cerchi?" 
"Devo chiedergli qualcosa" incrocia le braccia spazientita, evidentemente sperava che io le dicessi dove si trovava. 
"Spiacente di non esserti stata di aiuto piccoletta, ma se vuoi chiedere a suo fratello l'ho visto entrare in aula proprio adesso"
"Oh davvero? Grazie Kim, a dopo".
La nuova arrivata sfreccia via alla velocità della luce, o quasi.
"Figurati, sempre a tua disposizione" affermo con ben poca convinzione. Ma tanto si è già volatilizzata in aula. 
Chissà perché questo liceo è sempre così movimentato? 






Avrò fatto bene a chiederle aiuto? E se invece ho soltanto peggiorato la situazione? Magari io non interesso per niente ad Alexy, magari ha già qualcuna per la testa.
Proprio come pensavo: adesso mi vengono in mente tantissimi dubbi atroci! 
"Violet, sei qui ti ho trovata finalmente!" 
La voce di Alexy mi spaventa leggermente tanto da farmi sobbalzare. A quest'ora di solito non c'è mai nessuno qui nel sottoscala: gli alunni sono tutti fuori nel cortile a parlottare o in mensa a mangiare.
"Uh... ciao Alexy" perché la mia voce fatica sempre a venire fuori quando parlo con lui? "Che ci fai qui?" 
"Mh, a dire la verità ti stavo cercando" .
"Come sapevi che ero qui?" 
Alexy si siede sullo scalino accanto a me disinvolto. Non riesco a capire se è turbato oppure no da quello che "..." possa averle detto.
"Ma è semplice! qui non c'è mai nessuno a quest'ora ed a te piacciono i luoghi poco affollati, vero?" 
"Beh, si è così" annuisco.
I secondi passano interminabili. Io non so esattamente cosa dire perché Alexy sicuramente già sa e nemmeno lui stesso parla per un po'. Forse sta solo pensando a come prendere di petto il discorso? 
"A dire il vero, ti cercavo perché poco fa "..." è venuta a parlarmi così ho pensato di venire subito da te." 
Ripensare al fatto che io abbia chiesto aiuto ad un'amica e non sia stata capace di esprimere da sola i miei sentimenti mi fa ricordare quanto io sia incapace; per la tristezza emetto un leggero singhiozzo.
"Sono così timida e buona a nulla da non essere riuscita nemmeno a dirtelo di persona... scusami per questa situazione"
"Ehi, ehi! Io non trovo affatto che tu sia una buona a nulla, quando mi trovavo in difficoltà perché ero nuovo al liceo e non sapevo come muovermi mi sei sempre venuta incontro". 
"Oh, ma... penso sia naturale. Voglio dire, dare una mano ai nuovi arrivati ad integrarsi".
"Già, sei una persona gentile e di buon cuore... ecco perché ti trovo così simpatica"
"Ti ringrazio ma..." 
Non so perché ma le sue parole non mi soddisfano per niente...
"Ecco perché ti trovo così simpatica"? E' solo questo che pensi di me? 
"Ti và di venire con me a fare un giro?" Alexy si alza invitandomi con la mano "Così ne possiamo parlare! Tu sei sempre stata onesta con me, anche io voglio esserlo con te"
Non posso non accettare questo invito. Anche se sarò rifiutata, non posso. 




La giornata è finalmente finita! Quasi tutti gli alunni sono ormai usciti per andare a casa, ma la maggior parte di loro si è fermata in cortile a chiacchierare. Prima di andarmene voglio assolutamente rintracciare Violet, devo ringraziarla per stamattina e poi voglio sapere se ha preso una decisione in merito ad Alexy. Se dichiararsi oppure no.
L'ho cercata all'interno dell'Istituto ma non l'ho trovata, probabilmente dovrò cercarla al club di giardinaggio; il suo posto preferito.
Ed infatti si trova lì, seduta sull'erba con l'immancabile blocco da disegno ai suoi piedi e l'astuccio aperto.
Avanzo con cautela per non disturbarla anche se non sembra che sia lì a disegnare.
"Ciao Violet, non vai a casa?" 
"Ciao Kim" sussurra fiocamente "no, non ancora"
Che strano, sento la sua voce incrinata ed a guardarla meglio noto che il suo viso è bagnato e stropicciato.
"Hai pianto?" 
Violet si asciuga il naso con il dorso della mano.
"No, cosa te lo fa pensare?" 
"Non c'è bisogno di mentirmi" abbasso la voce "con me puoi dire la verità".
"Ho seguito il tuo consiglio, sai?" Violet alza lo sguardo per sorridermi "ho provato ad essere sincera con Alexy" 
"E non è andata, eh?" 
"No, per niente..."
Mi siedo a gambe incrociate sull'erba di fianco a Violet ed esattamente come lei. Noto che tra le mani, sul suo grembo, stringe una sciarpa bicolore, ha le tonalità del bianco puro e del lilla; il suo colore preferito. All'estremità della sciarpa c'è il disegno del viso di un orsetto con tante palline di neve vicine. E' un capo molto grazioso e di sicuro agghindato attorno al collo della mia timida amica deve stare benissimo.
"E questa?" allungo una mano per sfiorare la stoffa di lana della sciarpa, soffice e morbida "è molto bella!"  
"Vero? Me l'ha regalata Alexy. L'ha comprata in un negozio che conosce lui" Violet alza la sciarpa per portarla vicino al viso per sentirne la morbidezza.
"Te l'ha regalata per consolarti? E' un ragazzo molto caro!" 
"Ha detto che possiamo comunque restare amici. Ed io ovviamente gli ho risposto di si, non mi interessa se lui è..." 
"...innamorato di qualcun'altra?" la incito a finire la frase.
"No, non ha nessuna per la testa" 
Per un po', Violet si ammutolisce incerta di quello che deve dire. Anche io resto in silenzio perché so che in queste occasioni bisogna sentirsi liberi di poter parlare liberamente.
"Nessuna ragazza sarà mai il suo tipo...." Violet si sporge verso di me, timorosa e titubante sussurra qualcosa al mio orecchio. 
La sua rivelazione mi lascia interdetta ma a pensarci bene non ho motivo di essere così stupita. 
I sentimenti sono liberi ed ognuno è libero di amare chi desidera, fosse anche una persona dello stesso sesso.
Anche io lo conosco benissimo, questo sentimento proibito.
"Capisco..." è l'unica parola che riesco a pronunciare. 
La spalla di Violet ricomincia a tremare a contatto con la mia.
Sono una sua compagna di classe, non posso andarmene e lasciarla così nel suo dolore. Non dopo che lei stamattina si è fatta in quattro per aiutarmi. Allungo una mano e l'appoggio sui suoi capelli per scompigliarglieli affettuosamente.
"Ah... questi uomini, sono terribili!" 
Violet annuisce fra un singhiozzo e l'altro, sta usando la sciarpa per nascondersi il viso. Poi, dopo essersi calmata alza il mento per incrociare i suoi occhi lucidi con i miei.
"Perché doveva andare a finire così? A me Alexy piace davvero tanto ma lui non ricambierà mai i miei sentimenti. Non voglio soffrire in questo modo ma non mi riesce dimenticarlo così immediatamente. E' la prima persona di cui io mi sia innamorata. Non avevo mai desiderato una persona così intensamente finora"
"Lo so, lo so..." afferro delicatamente il suo viso arrossato con entrambe le mani per cercare di calmarla  anche se so che il mio gesto non servirà a nulla.
"Se mi avesse detto di avere già una ragazza avrei potuto sperare lo stesso di poter avere una chanche un giorno ma così, così non posso fare altro che cercare di cancellare i miei sentimenti per lui" Violet mi scaccia le mani come se non volesse essere né afferrata, né consolata o protetta. "E' evidente che c'è qualcosa che non và in me perché sono sempre così "sbagliata"  in tutto quello che faccio." 
"Non è affatto così Violet! Sei una persona buona e gentile, sei molto meglio di altre persone in questo liceo" 
"Che sono buona, gentile o onesta è anche ciò che mi ha detto Alexy, ma non è servito a nulla" è la prima volta che, la pacata Violet, sfoga i suoi sentimenti di rabbia davanti a qualcuno.
"Sono solo una buona a nulla incapace persino di mettersi il cuore in pace dopo essere stata respinta".
Le mie braccia si muovono ancora prima che io possa realizzare il mio gesto. L'attiro a me e l'abbraccio forte, voglio solo consolarla.
Le mie labbra adesso sono premute contro il suo orecchio e, rassicurante come meglio poteva riuscirmi, le ho sussurrato qualcosa per incoraggiarla.
"Non sei una buona a nulla e se dici così non hai ancora capito quanto vali"
Violet trema leggermente e tasta con i palmi delle mani la mia schiena e i miei fianchi, come se fosse indecisa ad allontarmi o a lasciarsi stringere forte.
"So cosa vuol dire essere respinta, credimi lo so benissimo... E' successo più di una volta anche a me"
Dopo quelle parole, Violet prende la decisione di stringermi a sé.
"I ragazzi che ti hanno respinta... non sapevano che ragazza sei" Violet pronuncia quelle parole timorosa ma mi fanno comunque abbozzare un sorriso.
"Il più delle volte non si è mai trattato di un "lui" sciolgo l'abbraccio per poterla fissare direttamente dentro i suoi occhi d'amestita.
"Oh! Vuoi dire che tu sei... anche tu sei..." boccheggia.
"Ti infastidisce?" 
"No! No, perché dovrebbe... ho detto ad Alexy che sarei rimasta sua amica, gli voglio ancora bene. Lo stesso vale anche per te"
"Sei davvero una ragazza di buon cuore"
Violet torna a sistemarsi sull'erba e ad asciugarsi le lacrime agli angoli degli occhi con la punta delle dita.
"Grazie per il tuo incoraggiamento di questa mattina, se non mi fossi sentita dire quelle parole sicuramente non mi sarei mai dichiarata ad Alexy. Beh, ad essere sincera, mi sono fatta aiutare ma di sicuro non mi sarei fatta avanti." Violet lascia uscire dalla sua gola un sospiro simile ad un lamento "Le cose sono andate a finire così male ma va bene ugualmente" 
Si volta dalla mia parte per guardarmi dritta negli occhi, il che mi sorprende. Decisamente questo è un aspetto della ragazza timida e schiva che non salterebbe mai fuori in un altro contesto. Forse, adesso Violet ci riesce perché ci siamo solo io e lei e non sente la pressione di nessuno attorno.
"Grazie davvero Kim".
Che cosa dire in quel momento? Che cosa fare? Come dimostrarle che se avrà ancora bisogno di me ci sarò ancora per lei? Scrollo leggermente le spalle e alzo la mano per poterle stringere leggermente il mento. Mi chino su di lei sfiorandole leggermente le sue labbra con le mie. 
"Quando avrai bisogno di sentirti incoraggiata, vieni da me. Ci sarò sempre per te Violet".
Si allontana di poco, solo di qualche centimetro. 
"Uh? E questo... questo per che cosa era?" le sue gote imporporate evidenziano quanto non se lo sarebbe mai aspettata, tuttavia noto con piacere che non è rimasta spaventata.
"Era solo un bacio, un bacio di buona fortuna per te Violet".
Porta le dita sulle labbra con lo sguardo interdetto di chi non ha capito niente.
"Buona fortuna?" 

"Esatto! Perché tu possa un giorno amare una persona ed essere ricambiata da questa, te lo meriti".
Abbassa gli occhi pensierosa aggrottando le sopracciglia, a cosa stai pensando Violet? 
"Allora..." 
Si sporge lentamente per fare la stessa identica cosa: mi sfiora delicatamente la fronte con la sua bocca.
"Anche questo è per te, che tu possa non essere più respinta dalla ragazza che ti piace"
. 



Ho lasciato Violet da sola al club di giardinaggio, ha detto che prima di tornare a casa vuole terminare un disegno in pace. 
E, oltrepassato il cancello dell'Istituto, sento una voce chiamarmi per nome.
Quella voce brillante che tanto piace a Violet ma che adesso è incrinata da note di preoccupazione. 
"Violet come sta?" 
Sorrido, chi l'avrebbe mai detto che si sarebbe trattenuto qui a scuola?
"Sei davvero un caro ragazzo! Prima le regali una sciarpa per consolarla e poi adesso mi chiedi se si sia ripresa!" 
Alexy abbassa le braccia incrociate dietro la nuca per venirmi incontro.
"Non sono così insensibile, ho fatto piangere una ragazza e la cosa mi dispiace"
"Che ci vuoi fare? Violet è forte. Si riprenderà!" alzo le spalle scrollandole "Ah! Comunque dice che vuole restare tua amica".
"Lo so, anche io voglio restare suo amico".
Mi incammino per andare a casa in quanto né io né Alexy abbiamo altro da dirci. Ma dopo qualche passo mi fermo sul posto. Non so, c'è qualcos'altro che voglio dire ad Alexy in fondo.
"Non preoccuparti! Semmai dovesse continuare a soffrire troppo, ci penserò io a restarle vicino"
Alexy non si ferma ma alza un braccio nella mia direzione.
"Allora posso stare tranquillo"
Si, adesso sono sicura di non avere più niente da dire perciò riprendo il mio cammino sulla strada di casa. 




Mi è uscita così questa fan fiction! Per essere la prima dove tratto leggermente dello shoujo - ai non mi dispiace!
Una recensione è sempre ben gradita, ma in ogni caso grazie anche solo per avere letto!
_Flowermoon_ aka Sacchan
   
 
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