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Autore: giulina    23/11/2012    6 recensioni
"Amavo i suoi baci ancora di più dei suoi capelli rossi. Anche quando si metteva il rossetto e io rimanevo per ore con delle tracce rosse agli angoli della bocca. Li amavo perchè mi lasciavano anche un po' del suo sorriso."
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                         Una vecchia storia.







-Dove pensi che sarai tra dieci anni?-

-Lontano da questo paese, spero. E magari con una appartamento mio, la cintura nera di karate e un cane.-

-Non ti facevo un tipo da cani!-

-E invece si, Kurata.-

-Io invece sarò in Giappone, me lo sento. Tra dieci anni mi vedo seduta in una poltrona di pelle con una tazza di cioccolata in mano che aspetto che mia madre e Rei mi raggiungano per cenare insieme. Mi starò per alzare per andare a controllare la zuppa sul fornello quando comparirà uno spot pubblicitario alla televisione, fatto da quella che è l'idolo giovanile di quel tempo. In quel momento, mentre fuori avrà iniziato a nevicare e l'odore della mia zuppa bruciata avrà riempito l'aria della stanza, io sorriderò e ricorderò l'attimo quando anch'io ero famosa. Quando tutti sapevano chi fosse la bambina dai capelli rossi che sorrideva alla telecamera.-

-Secondo me sarai diventata un'attrice di film per adulti.-

-Buon Natale, Akito.-

-Buon Natale, Sana.-”

 

 

 


Non ricordo un solo momento, uno solo, in cui Sana non avesse un sorriso sulle labbra sempre screpolate.

Sana sorrideva anche mentre piangeva e questo, oltre che stupirmi, mi faceva inevitabilmente irritare. Non c'è stata una sola volta in cui lei mi abbia parlato senza sorridere. E in qualche modo, il suo sorriso, faceva venire voglia di sorridere anche a me. Sempre. Questo non gliel'ho mai detto, naturalmente.

A pensare bene, non le ho nemmeno mai detto di quanto amassi i suoi capelli rossi. Mi ricordo che mi arrabbiai come non mai quella volta che, per girare un film in America, la costrinsero a tingerseli di nero. Quel giorno ci insultammo per tre ore e sedici minuti di fila, finchè non chiamarono la polizia e passammo il resto della serata in questura.

Mi infuriai anche quando decise di tagliarseli fino sotto alle orecchie e le feci indossare un cappello per due mesi di fila, anche mentre eravamo a letto. A lei, dopotutto, quel cappello piaceva.

Non le ho nemmeno mai detto di quanto mi piacesse quando ballava sul pavimento di parquet e ogni santa volta, scivolava nel punto vicino al mobile dei liquori. Una volta si slogò un polso e la dovetti portare in braccio al Pronto Soccorso, e lei, la persona più sfaticata a questo mondo, finse di essersi slogata anche entrambe le caviglie. Un'enorme bugia, naturalmente, per questo il ritorno a casa me lo feci sulle sue spalle, provocandole quasi una lussazione.

Io non le sopporto le bugie, è più forte di me. E non sopportavo nemmeno quando lei si ostinava a voler fare la lavatrice, nonostante non avesse ancora imparato che si dovevano separare i capi bianchi da quelli colorati. Io penso che lo facesse a posta a farmi arrabbiare, perchè quando ero arrabbiato bestemmiavo e cucinavo i Onigiri* e lei se ne mangiava due o tre porzioni con il sorriso sulle labbra.

D'altronde, se non avessi cucinato io saremmo morti di fame. Ho dovuto fare due lavande gastriche per colpa della sua cucina. Ad ogni lavanda, però, mi meritavo un suo bacio.

Amavo i suoi baci ancora di più dei suoi capelli rossi. Anche quando si metteva il rossetto e io rimanevo per ore con delle tracce rosse agli angoli della bocca. Li amavo perchè mi lasciavano anche un po' del suo sorriso.

 

 

-Perché stai sorridendo?-

-Non sto sorridendo.-

-Invece si. Ho visto il tuo labbro superiore alzarsi di esattamente cinque millimetri.-

-è stato un riflesso involontario, Kurata. Avevo qualcosa tra i denti.-

-Non è vero, a pranzo non hai mangiato.-

-Una gomma da masticare, va bene?-

-No, te lo odi. Stavi davvero sorridendo allora!-

-Te non senti puzzo di bruciato?-

-Forse sono i tuoi calzini. Da quanto non te li cambi, Hayama?-

-Due giorni. E non sono quelli. C'è qualcosa sul fuoco?-

-No, la cena l'abbiamo ordinata in quel posto che ci ha consigliato Tsuyoshi quando siamo andati a trovarlo ieri.-

-Io sento puzzo di bruciato. E comunque prima non stavo sorridendo.-

-Invece si! Ti ho visto! Era dalla scorsa settimana che non mi sorridevi!-

-Perchè ero arrabbiato con te.-

-Per averti lavato la cintura nera di karate? Scusami, pensavo che fosse quella del mio accappatoio!-

-Devo scappare al più presto.-

-Te non vai da nessuna parte!- Sana si siede sul bracciolo della poltrona in cui Akito è sprofondato da quando sono rientrati in casa dopo aver comprato in centro il regalo di Natale per la mamma di Sana. Una renna gonfiabile, regalo inutile secondo il parere del ragazzo ma che la donna potrebbe amare alla follia.

Akito le passa una mano sulla schiena, su quella maglia di lana infeltrita del pigiama che ormai ha indosso ventiquattro ore su ventiquattro, mentre alla televisione passano l'ennesima scena di una commedia romantica natalizia. Sana quasi si commuove guardando solo il breve trailer che stanno trasmettendo. Diventa troppo sentimentale durante il Natale.

La ragazza prenda la tazza di cioccolata calda da sopra il basso tavolino di legno e se la porta alle labbra scottandosi la lingua, come suo solito.

Akito getta un'occhiata fuori dalla finestra del balcone che da sulla metropoli illuminata e nota che ha appena iniziato a piovere piano.

Sana si sta per alzare da quella posizione scomoda quando sullo schermo appaiono le immagini di una pubblicità di un profumo di una nota marca giapponese. Chi lo sponsorizza, è una bambina che avrà si e no tredici anni con dei lunghissimi capelli biondi e le lentiggini sul naso piccolo. Ha un sorriso di denti perfetti.

Quella bambina si chiama UedaAkira ed è la bambina più famosa dell'intero Giappone, che ha già recitato in cinque film e due serie televisive. La nuova promessa del cinema, affermano.

Sana guarda quella bambina con gli occhi socchiusi e il sorriso sulle labbra sporche di cioccolato. Akito continua ad accarezzarla, posandole la fronte sulla spalla.

-Peccato.-

-Che cosa?-

-Avevo scommesso con Fuka che saresti diventata un'attrice per film hard, in dieci anni. E invece...-

-Invece sono qui, insieme a te, con la tua divisa da karate che sta bruciando sotto il ferro da stiro che ho dimenticato acceso.-

La sera di Natale, Akito e Sana la passano in questura, dopo che le loro grida hanno allertato tutto il palazzo in cui vivono e la loro vicina di casa ha deciso di chiamare le forze dell'ordine.

A Tokyo, cade la prima neve dell'anno. 









Note dell'autrice:


Roba completamente nonsense ma mi scuserete visto che questa è la prima volta (penso ultima) che scrivo in questo fandom.

Grazie mille per chi leggerà, commenterà, apprezzerà o andrà a rivedersi un episodio di questo anime che ha fatto parte della mia adolescenza.

Giulia.


*Onigiri: piatto tipico giapponese a base di riso e alghe.






   
 
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