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Autore: GhostFace    25/11/2012    2 recensioni
Riflessioni interiori, ma anche azione, istinto ed avventure, senza mai farci mancare qualche risata... Questa è una storia che coinvolgerà tutti i personaggi principali di Dragon Ball, da Goku a Jiaozi! Cercando di mantenermi fedele alle vicende narrate nel manga, vi propongo una serie di avventure da me ideate, con protagonisti Goku ma soprattutto i suoi amici. I fatti narrati si svolgono in alcuni momenti di vuoto di cui Toriyama ci ha detto poco e nulla, a cominciare da quell'anno di attesa trascorso successivamente alla sconfitta di Freezer su Namecc (ignorando o rielaborando alcuni passaggi only anime). Come dice qualcuno in questi casi, Hope You Like It! Buona Lettura!
PS: la storia è stata scritta prima dell'inizio della nuova serie DB Super, quindi alcuni dettagli non combaciano con le novità introdotte negli ultimi anni. Abbiate pazienza e godetevi la storia così com'è, potrebbe piacervi ugualmente. :)
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Trascorsero insieme alcune ore, durante le quali Kodinya ascoltò con grande interesse i racconti del Saiyan relativi agli eventi degli ultimi anni, concentrandosi in particolare sul periodo che andava dalla fallimentare spedizione sulla Terra all'altrettanto fallimentare spedizione su Namecc. Il Principe raccontava i fatti in modo asciutto, senza lasciar trapelare sbrodolamenti patetici, concedendosi qualche scatto di rabbia nei momenti in cui la narrazione maggiormente feriva il suo orgoglio. Del resto la ragazza, che lo conosceva bene, sapeva di non potersi definire la sua “confidente”, di non aver alcun diritto di accedere ai suoi sentimenti più intimi. La grande componente assente in tutti i rapporti interpersonali di Vegeta era la confidenza, la fiducia, l'accettazione di concedere una qualsiasi apertura ai terzi. Detta più semplicemente, Vegeta rimaneva estremamente riservato, anche con la vecchia amica. Kodinya sapeva di doversi sentire soddisfatta del fatto che Vegeta si fosse spinto a sbottonarsi fino a quel punto, rivelandole tutte quelle vicissitudini. In qualche modo, le aveva mostrato un suo lato più sincero e genuino: dimostrandole una volta di più che c'era dell'altro dotto la superficiale apparenza da bastardo rancoroso che in passato ostentava sovente, quando incontrava quel cretino di Kyui o quel pomposo elegantone di Zarbon.
Al termine della narrazione, i due ex colleghi si rivestirono, a malincuore ma in fondo soddisfatti. 
Il caso aveva ancora in serbo per loro qualche sorpresa del tutto fortuita. Una navicella di media grandezza, dalla forma vagamente semisferica, era in via di avvicinamento. Vegeta avvertì tre aure di dimensioni interessanti, ma che non gli rivelavano alcunchè di particolare in merito all’identità degli occupanti. L'astronave atterrò. Il portellone dell'astronave si aprì, permettendo la comparsa di tre personaggi dalle inequivocabili fattezze extraterrestri che, con un salto, raggiunsero il suolo del pianetino. Avanzarono verso la coppia costituita da Vegeta e Kodinya levitando lentamente, e si posero con decisione davanti ad essi. Al centro del terzetto si era collocato un personaggio alto, il più alto dei tre. Il suo fisico era atletico, asciutto e per nulla corpulento, ma la sua postura era storta, con il collo piegato in avanti come in una leggera gobba. Aveva la pelle giallo ocra e gli occhi avevano le iridi rosse, mentre le arcate che sovrastavano i suoi occhi erano prive di sopracciglia; sotto gli occhi, invece, spiccavano due brutte occhiaie nere, che incupivano il suo sguardo. La forma del suo viso era delineata dagli zigomi pronunciati e dalla mascella a punta, mentre i capelli erano neri, lucidi e lisci, rasati ai lati, raccolti sulla schiena in lunghe trecce tirate all'indietro; portava uno scouter con lente rosa, e indossava una battle suit nera senza spalline, e un undersuit nero che gli copriva solo l'inguine, lasciando scoperti tutti e quattro gli arti, piuttosto muscolosi. A vederlo, si sarebbe potuto definirlo come una sorta di capotribù pellerossa spaziale. Con un sorriso fiero, salutò i due appena incontrati:  «Salve, sono il capo Peyote, leader del Peyote Team! E questi sono i miei due seguaci e compagni...» Poi, rivolgendosi ai due compagni di squadra, li invitò a introdursi: «Forza, siate educati e abbiate la cortesia di presentarvi agli stranieri! Prima le fanciulle!» incitando la ragazza alla sua destra.
«Piacere, io mi chiamo Kapirinha!» affermò a voce squillante e frizzante una ragazza bassetta, aprendo i palmi delle mani verso i due interlocutori. Aveva lunghi capelli scuri ricci, una pelle di un acceso rosa pastello su cui spiccavano due grandi occhi color miele, uno dei quali era coperto da uno scouter con lente blu; indossava una tuta nera, aderente quanto bastava da mettere in risalto il suo fisico snello, dalle curve poco accentuate. Calzava stivaletti bianchi, alle mani portava guanti blu senza dita.
«Io mi chiamo Zabov.» informò con serietà un tipo alto quanto Vegeta (quindi neanche tanto!), dalla carnagione blu, i capelli neri folti e scompigliati sparati all'indietro, il fisico tarchiato, le folte sopracciglia nere; il suo volto era solcato da alcune rughe da uomo maturo, che testimoniavano visibilmente una maggiore età anagrafica rispetto ai due compagni di squadra. Indossava un'armatura nera con spalline di colore bronzeo e una tuta nera aderente; il suo scouter aveva la lente verde. A vederlo, per essere un alieno, era il meno atipico e pittoresco dei tre; sarebbe anonimamente passato inosservato in qualsiasi truppa di Freezer, mescolato fra esemplari di tutte le razze.
Vegeta assistette alle presentazioni in silenzio, con le braccia conserte e un'espressione scontenta e tediata dipinta sul viso; Kodinya, la cui scontentezza era meno evidente, ascoltò con le mani sui fianchi. Ci fu un momento di silenzio generale, intervallato dal soffio del vento... Il Principe pensò fra sé: “Un capo aborigeno, una bambolina e un qualsiasi buono a nulla alieno... che tipi! Però sento che hanno qualcosa di diverso dai guerrieri che ho visto in giro. Non mi va di sfidarli, saranno per forza più deboli di me... vediamo se riesco a fargli perdere le staffe!” A questo punto, con un sorriso tagliente, Vegeta chiese: «Beh? Non fate un balletto, uno slogan o una fighting pose?»
«Non siamo mica quei cretini della squadra Ginew...!» rispose Peyote, continuando: «E poi dai... dopo un precedente illustre come quello di Ginew e soci, chi mai sarebbe così imbecille da creare una nuova squadra che fa i balletti e le stronzate come facevano loro?»
«Non posso darti torto, simpaticone!» rise Kodinya. «Volerli copiare sarebbe proprio da pirla!»
«Ahah, sei simpatica.» rise Peyote, mostrando un'espressione sorridente; ma il suo era un atteggiamento falso, tipico di chi cerca di accattivarsi il favore dell'interlocutore. «Tu sei la famosa Kodinya. Ti stavamo cercando da diverso tempo. Le informazioni che avevamo raccolto erano dunque esatte: sapevamo di poterti trovare qua.»
«Sì, ma per poco... stavo per andare via! Del resto  sono ancora qua su questo pianetino a causa di un... imprevisto. Se non fosse capitato ciò, forse mi avreste persa di nuovo! Mi avete trovato per pura combinazione.»
«Effettivamente, tutte le volte che stavamo per raggiungerti, ti abbiamo sempre persa per un soffio... poco importa, l'importante è il risultato.»
Vegeta prese la parola per sfottere i nuovi arrivati in maniera totalmente gratuita. «Che razza di incapaci... ci conosciamo da qualche minuto, eppure siete già riusciti a qualificarvi come degli imbranati che non sono buoni nemmeno a dare la caccia a una preda! Bravissimi!» Il Principe era convinto di averne visti a centinaia, di idioti simili. Ciononostante, continuava a sentire che c'era qualcosa di insolito in loro... qualcosa che non lo impensieriva, ma che non lo lasciava del tutto sereno. Mah.
«Come ti permetti di interrompere la nostra conversazione? Perché parli? Ti ho forse autorizzato io? Non siamo qui per parlare con te!» urlò Peyote stizzito. Vegeta gli sorrise arrogantemente, pensando: “Chissà, questo stupido... dove vorrà arrivare?”. Poi, moderando il tono della voce, il capo del Team si rivolse a Kodinya: «Veniamo a noi: finalmente ci incontriamo! Tu forse non ci hai notati, ma tempo fa ti notammo di sfuggita su un certo pianeta... si vedeva chiaramente che eri una combattente forte, in gamba. Facemmo delle ricerche e, tramite i database del personale di Freezer, scoprimmo la tua identità e i tuoi dati personali, cara Kodinya...»
«Questo non gioca a vostro favore.» spiegò Kodinya con espressione imbronciata. «Odio gli spioni...»
«Brava, sono d'accordo con te» aggiunse Vegeta, al solo scopo di intromettersi nel dialogo.
«Vuoi stare un po' zitto, tu?! Quando parlo io, non deve parlare nessun altro!» sbraitò Peyote al Saiyan. «Signorina Kodinya, scusaci se abbiamo fatto indagini sul tuo conto, ma avevamo dei buoni motivi. Vedi, il nostro è un Team di formazione recente. Eravamo, come te, degli uomini dell'esercito di Freezer, dotati di una forza non eccezionale, ma nemmeno infima. Un bel giorno venimmo a sapere di soppiatto della caduta di Freezer; una notizia che, a quanto pare, era destinata a rimanere top secret. Per questo disertammo, decidemmo di metterci segretamente in proprio, come cacciatori di beni e ricchezze varie... non so se mi spiego...»
«Cacciatori di frodo, s’intende. In altri termini, pirati spaziali.» precisò Zabov che, lasciandosi prendere la mano, iniziò ad accennare: «Volevamo chiederti se sei interessata...»
«Stai zitto, deficiente!!» il leader rimproverò il compagno con una stridula nota d’irritazione nella voce. «Tu sarai anche quello intelligente tra noi, ma chi comanda e chi parla a nome del Team sono io! Capito bene?? Perché sono il più forte!» Le frequenti interruzioni rendevano il leader isterico, e questo non faceva che aumentare l'ilarità dei due ascoltatori. Doveva essere il tipo di persona che crede di ottenere l'obbedienza dei subalterni inalberandosi e alzando la voce. Ad ogni modo, si ricompose. «Dicevo: in qualità di pirati spaziali, il nostro progetto ha compiuto un salto di qualità quando, compiendo una delle nostre prime scorribande su un certo pianeta, ci imbattemmo in una vecchietta dotata di poteri speciali. Ci offrì di potenziare, e di molto, le nostre capacità, a condizione che la lasciassimo in vita. Sicché ci portò oltre il nostro limite... non so spiegarvi in poche parole l'entità di questo potere... sosteneva che fosse un potere appreso con la meditazione mistica, ma risalente agli dei, molto misterioso...»
«...il cui mistero è superato solo dalla sua potenza!» volle completare con entusiasmo Kapirinha, intervenendo inopportunamente. «O almeno, questo è ciò che disse la nostra maestra, la potente Zoltan!»
«Ma dovete proprio raccontarci tutta la vostra vita?!» rise Vegeta, immaginando come si sarebbe adirato Peyote a fronte di questa ulteriore interruzione.
«Ma allora lo fate apposta di interrompermi mentre parlo, cretini! Chiudete il buco, avete proprio rotto il cazzo!» sbottò sempre più adirato il caposquadra. Poi, calmatosi e riavviandosi le trecce all'indietro, continuò a fornire le sue spiegazioni a Kodinya. «Il punto è che questo evento ci rese molto più potenti. Ordunque, parliamo di affari: saresti interessata ad unirti alla nostra squadra? Non saresti male, anche se attualmente saresti l'elemento più debole... ma in futuro potremmo ovviare al problema.»
«Mi spiace, ma non penso di essere interessata. Lavoro già per il sommo Lord Cooler e non ho nessun interesse a condividere con voi una sorte di incertezza e vagabondaggio nelle galassie. Preferisco di gran lunga far carriera nell'esercito!»
«Mi accorda il permesso di parlare, Capo Peyote?» chiese Zabov alzando un dito. Fino ad allora, aveva parlato poco ed era stato per lo più meditabondo, lanciando ogni tanto delle occhiate incuriosite a Vegeta. Ottenuta l'autorizzazione a parlare, continuò. «Capo, quando ero piccolo il mio pianeta fu attaccato da una razza di invasori al soldo di Freezer, i Saiyan, noti ovunque come il popolo guerriero per eccellenza. Le immagini di quell'attacco restarono impresse nella mia memoria di fanciullo... il Re degli invasori aveva fattezze identiche a quelle di questo insopportabile e molesto figuro, signore! Credo che sia il figlio del Re!»
«Hai colto nel segno! Mi presento: sono Vegeta, il Principe dei Saiyan!» si intromise Vegeta nel dialogo, suscitando una risatina sotto i baffi da parte di Kodinya che, a lungo aveva atteso, quel giorno, di sentirgli pronunciare quelle fatidiche parole. “Quante ne avremo sterminate di razze indifese? Chissà se c'è qualcuno che potrà mai saperlo, in questo dannato universo...” pensava tra sé il Saiyan.
«Ho sentito parlare di lui, ma non l'avevo mai visto coi miei occhi!» aggiunse Peyote. «Da quanto ne so, non era affatto male. Negli ultimi tempi, doveva essere pari a Kyui, il che ne faceva uno degli elementi più forti fra le truppe di Freezer!»
«Scusi, Capo Peyote» volle intervenire Kapirinha. «Poco prima che si formasse il nostro Team, ho sentito dire che aveva addirittura sfidato Freezer, anche se non so quale sia stato l'esito di questa sfida...»
«Anche se non avevate il permesso di parlare, mi avete dato notizie interessanti. Ovviamente, Vegeta, anche tu rifiuteresti, se ti invitassimo ad unirti a noi... giusto?»
«Ma nemmeno se mi lasciassi il titolo di capo, anche se ne avrei bene il diritto! Sappiate che ho sentito le vostre forze... le vostre energie spirituali!»
«Energie spirituali?» chiese Kodinya, sospettosa. «Cos'è questa storia?»
«Ognuno di noi emette un'energia interiore, e io ho imparato a percepire le vostre. Certo, non siete male, in generale... ma confrontati a me, ormai siete delle merde! Come potrei mai fare squadra con voi?»
Kapirinha e Zabov si risentirono per l'insulto, come traspariva palesemente dalle loro espressioni digrignanti; si guardarono di sottecchi, esprimendo una qualche forma di sospetto nei confronti dell'insolente. Ma chi era letteralmente sul punto di esplodere era il loro leader, sulla cui fronte pulsava vistosamente una vena. Per placarne l'animo irascibile, Zabov intervenne: «Signor Capo Peyote, io ho un'idea! Perché non lo sconfiggiamo? Secondo me non è un'impresa impossibile. Poi potremmo portarlo a Cooler... Mi hanno detto che è più ragionevole di Freezer.»
«Già...! Magari come ricompensa potremmo farci assumere a tempo indeterminato...! In effetti sono un po' stufo di fare il libero professionista precario... Non è male come idea, bravo!»  si complimentò il boss. «Hai sentito, Vegeta?? Arrenditi subito, oppure... preparati a combattere!»
Il Principe dei Saiyan decise di raccogliere la provocazione... del resto, cosa gli costava? «Wow, che bel modo di fare! Sembrate proprio un trio di cattivoni, e mi fate sentire come uno di quei giustizieri che devono fare piazza pulita dell’immondizia. Se le cose stanno così, facciamo tutto per bene e dividiamoci: Kodinya, tu affronterai la femmina! Credo sia l'unica del gruppo alla tua portata!»
«Ehi, che “femmina”?! Il mio nome è Ka-pi-ri-nha... se non l'hai sentito, sturati le orecchie, Saiyan!» protestò la ragazza. Peyote, che ci teneva a sottolineare la propria presenza, si limitò ad approvare: «Kapirinha, coi tuoi nuovi poteri sei perfettamente in grado di tenere sotto controllo quella donna. Cerca di non ammaccarla troppo, se ci riesci! Muoviti, mentre noi sistemiamo il qui presente Saiyan!»
La ragazzetta non ebbe il tempo di lamentarsi di quella situazione. Kodinya l'aveva già raggiunta e l'aveva presa sotto braccio con grande entusiasmo, annunciando: «Sììì! Finalmente si combatte! Sono sicura che mi farai divertire!»
«Ehi, tu! Ma sei scema??» gridò la piccola guerriera alla sua avversaria più alta. «Cosa sono tutte queste confidenze?! Ricordati che non sono solo la tua avversaria, ma sono anche colei che ti farà pentire di aver rifiutato il prestigioso invito che ti è stato generosamente rivolto dal nostro capo Peyote!» urlò minacciosa, sfuggendo al contatto fisico con la guerriera più alta. «E adesso spostiamoci da qui, perché voglio essere io a sistemarti e non voglio che i miei compagni di squadra si sentano chiamati in causa!» Le due ragazze si spostarono a tutta velocità in un'altra zona del pianetino, distante tanto dagli altri quanto dalle astronavi, per evitare danni ai mezzi di trasporto.
Kapirinha si portò in posizione di guardia, determinata ad affrontare la nemica. Kodinya fece lo stesso; sorridendo risoluta, disse: «Mmmm... sai, una cosa, occhioni belli? Mi fai venire strane voglie... lo sai che sei proprio una bella fighetta? Specialmente quando fai la difficile...»
«Eh?!» esclamò l'avversaria con un’espressione che univa stupore, nervosismo e disgusto. «Ehi, stangona... ma sei normale? Non sarai mica lesbica!?»
«Mmm... forse un po'... fra l'altro capiti a fagiolo, perché mi piacciono le ragazze non troppo formose, proprio come te. Non fa nulla se sei scarsa di tette...» affermò leccandosi le labbra. Kodinya iniziò a muoversi a super velocità, schizzando da una parte all'altra e rendendosi impercettibile alla vista. Kapirinha chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi per capire da dove sarebbe arrivato l'attacco, tenendosi sulla difensiva: non ebbe il tempo di percepire nulla, che si ritrovò la possente guerriera avvinghiata a lei da dietro. Le teneva bloccate le braccia e le gambe con i propri arti, impedendole di fatto ogni movimento. «Hai visto, piccola? Ti ho acchiappata! E adesso non fare i capricci... dammi un bacio serio sulla bocca!» Pur bloccata, Kapirinha non aveva ancora subito danni ed era nel pieno delle sue forze;  all'improvviso decise di portarsi a mezz'aria nonostante fosse fisicamente bloccata dalla nemica, che si ritrovò sollevata in aria unitamente a lei. In uno scoppio di nervosismo, Kapirinha urlò con la sua voce acuta: «Lasciami subito, brutta leccapatate!»; così, con una forza inaspettata, allargò di colpo le braccia e le gambe spezzando la stretta avversaria. «Wow, patatina... sei forte! Non mi aspettavo tanto da te, quindi vorrà dire che ti affronterò come una nemica seria!» commentò sorridendo con determinazione Kodinya, mentre la piccola combattente si dava una sistemata ai capelli e si riportava in posizione di attacco. «Ti farò passare la voglia di fare la simpaticona e di prendermi alla sprovvista!» minacciò la bassetta. 
 
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L'ANGOLO DELL'AUTORE
Finalmente un po' di azione!
I personaggi che entrano qui in scena sono tutti originali. Rispetto alla solita tradizione della frutta e della verdura, qua ho voluto dare un tocco di innovazione. I tre membri del Peyote Team (che possono ricordare un po' il Team Rocket dei Pokèmon, ma molto poco) prendono i nomi da bevande alcoliche... del resto molti drink vanno serviti a temperature da frigo o da congelatore, no? E quindi eccoli qua... in bilico tra Freezer e Cooler. :-)
Ricapitolando: a farla breve, Peyote è il nome di un cactus dal quale si ricava una droga - mescalina - considerata per tanto tempo simile al mescal (liquore messicano affine alla tequila). Qui il riferimento è più debole, ma nei prossimi capitoli ci ritornerò. Zabov è un liquore a base di uova. Kapirinha è una deformazione del cocktail brasileiro caipirinha. Che altro aggiungere?
- Finisce qui la serie dei capitoli il cui titolo è ripreso dalla canzone Sweet Dreams degli Eurythmics. 
- La battuta sul potere della vecchia Zoltan, a cui accennano i membri del Peyote Team, è una citazione del superdemenziale film "Fatti, strafatti e strafighe". :-)  
- "dopo un precedente illustre come quello di Ginew e soci, chi mai sarebbe così imbecille da creare una squadra che fa i balletti e le stronzate come facevano loro?" Gli autori dell'anime di DB L'hanno fatto per ben due volte: con la squadra Sauzer degli uomini di Cooler, e con la squadra Sigma nel GT! Si fa per scherzare, sia chiaro. :-D
 
  
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