Ogni trenta secondi circa estraeva l’orologio da tasca e ne osservava il quadrante, imbambolato. Di lì a qualche minuto il tutto sarebbe avvenuto, ogni cosa sarebbe finalmente tornata al suo posto dopo così tanto tempo.
«Tu non vuoi nemmeno un dolcetto? »
«No, grazie», mormorò distrattamente, continuando a fissare il vuoto.