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Autore: Mon    26/11/2012    0 recensioni
Qualche secondo dopo, però, una vocina nella sua testa le disse: “Ma cosa diavolo stai facendo Stella?”.
La ragazza si alzò di scatto dallo sdraio, appoggiò la tazza sulla tavola della cucina e percorse di corsa il corridoio che portava nella sala e alla porta d’uscita.
Sébastien aveva appena appoggiato la mano sulla maniglia quando la voce di Stella lo raggiunse: «Ti prego! Resta a farmi compagnia...».
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Pierre Bouvier, Sébastien Lefebvre
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stella sentì la macchina di Pierre rallentare ed entrare nel cortile di casa; scese le scale e andò ad aspettare il fratello e la cognata in salotto. Quando Pierre aprì la porta la vide corrergli incontro; appoggiò le valigie e la strinse a sé.
«Ciao tesoro!» disse.
Stella aveva una fitta allo stomaco e gli occhi le si erano velati di lacrime; deglutì e cercò di ricacciare indietro il pianto, non poteva farsi vedere così da Pierre, era sicura che il fratello le avrebbe fatto troppe domande. 
«Bentornato...» disse, dopo un po’, dando un bacio sulla guancia a Pierre, poi uscì dalla porta e andò a salutare Lachelle, impegnata a scaricare altre valigie dal baule della macchina. 
«Ciao Elle...»
«Ciao Stella!» la salutò calorosamente la cognata, abbracciandola. 
«Dammi qualcosa che la porto in casa io...» si offrì Stella. Lachelle le diede una valigia nera e il beauty case e la ragazza andò in casa. 
Pierre era in mezzo alla sala e controllava il cellulare; la vide entrare e disse: «Oh, bene! Stasera abbiamo un tavolo prenotato al solito pub, così facciamo quattro chiacchiere tutti insieme!»
Stella rischiò di cadere. «Come tutti insieme?»
Pierre la guardò e alzò un sopracciglio. «Tutti insieme! Io, Lachelle, te, Patrick, Chuck e Celine, David e Juliette, Jeff e consorte e Seb. Chi altri, se no?»
Al nome di Seb, Stella dovette fare un respiro profondo. «Pierre, io non posso venire, devo lavorare!»
Il fratello sbuffò. «Hai avuto tutto il tempo a disposizione mentre io e Lachelle eravamo in vacanza. Stasera vieni con noi e non fai storie!»
Come spiegare a Pierre che aveva passato metà di quel tempo a pensare alla notte passata con uno dei suoi migliori amici? Difficile riuscirci. Doveva farsi forza e accettare la cosa, era costretta ad andare e avrebbe rivisto Sébastien. Come si sarebbe comportata? E lui come avrebbe reagito?
“Stupida Stella! Tu e quella maledetta boccaccia. Come ti è saltato in mente di dire quella cosa a Seb? Stupida, sei una stupida!” pensò.

***

Quella sera Stella si preparò lentamente, voleva rimandare il più possibile l’incontro con Seb; suo fratello dal salotto si lamentava che erano in ritardo, ma lei si prese tutto il tempo di cui aveva bisogno per metabolizzare il fatto che avrebbe rivisto Sébastien. Quando fu pronta, scese e si diressero al solito pub, in centro a Montreal. 
Arrivarono e ad aspettare c’erano già Jeff e la moglie, Patrick e Chuck insieme a Celine. Stella salutò gli amici, cercando di risultare la più naturale e calma possibile.
«Dove sono David e Juliette?» chiese Patrick. 
«Come al solito sono in ritardo!» rispose Pierre. 
La coppia, infatti, arrivò dieci minuti dopo. «Scusate, scusate, scusate!» disse subito David, prima ancora di salutare tutti. 
«Se ci siamo tutti possiamo entrare» disse Pierre, facendo il segno di seguirlo. Stella si guardò intorno, pensando di non aver visto arrivare Seb, ma il ragazzo effettivamente non c’era. Si fermò poco prima dell’entrata del pub e attirò l’attenzione del fratello. «Seb dov’è?» chiese. Il fratello si fermò e rispose: «Mi ha mandato un messaggio poco fa dicendo che non sarebbe venuto. Ha detto che aveva un appuntamento.» Pierre le mise un braccio intorno al collo e ammiccò. «Magari ha trovato la donna con cui sostituire, finalmente, Sarah!»
A Stella sembrò mancare la terra sotto i piedi; “Un appuntamento? Con una ragazza? A quanto pare ha dimenticato in fretta la notte che abbiamo passato insieme!” pensò. Ebbe l’impulso di urlare; quanto era stata stupida a crearsi dei problemi, quando, a quanto pareva, Seb era il primo a non averne. 
Pensò a questa cosa tutta la sera, risultando anche di poca compagnia con gli amici, tanto da insospettire sia Pierre che Chuck che ad un certo punto della serata cominciarono a lanciarle occhiate preoccupate. Stella si alzò dopo la seconda lattina di birra e disse: «Io vado a casa.» Ebbe sette paia di occhi puntati su di lei in un istante.
«Perché?» chiese Jeff.
«Sono stanca...» fu l’unica cosa che rispose. 
«Aspetta almeno che ti accompagno...» disse Pierre, alzandosi. Stella lo fermò subito. «Faccio una passeggiata. Grazie comunque Pierre. Buonanotte a tutti!» Salutò con un cenno della mano e uscì dal pub. A dire la verità non voleva essere accompagnata perché voleva fare una telefonata; estrasse il telefono dalla tasca dei jeans e aprì la rubrica. Digitò la lettera S sulla tastiera e il nome di Sébastien fu il terzo a comparire. Spinse il bottone verde e si portò il cellulare all’orecchio. Attese qualche secondo, fino a che non partì la segreteria telefonica. Sébastien aveva il cellulare spento. Con forza Stella spinse il bottone rosso e rimase a guardare lo schermo che piano piano andava spegnendosi.
“Va bene. Ho capito come stanno le cose!”

***

Nel frattempo al pub gli amici si interrogavano. 
«Fattelo dire Pierre, tua sorella stasera aveva un comportamento parecchio strano...» disse David.
Pierre annuì. «Non so cosa dire. Sono tornato oggi e non mi sembrava ci fosse nulla di strano, stamattina mi sembrava la solita Stella di sempre...» disse.
«Nemmeno a me, nei giorni scorsi, era parso ci fosse nulla di strano. Era un po’ più silenziosa del solito, ma ho sempre dato la colpa alla stanchezza per il lavoro...» fu il commento di Chuck. 
«È probabile che sia per quello e voi state montando un caso per niente!» disse Patrick.
Chuck e Pierre scossero la testa e si guardarono. C’era dell’altro.

  
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