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Autore: HisRose    27/11/2012    1 recensioni
Il Dottore si lasciò trasportare dai ricordi e iniziò a raccontare la loro storia al ragazzo e gli disse quanto sua madre fosse stata importante per l’universo.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Donna Noble
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Pronto?”, disse il Dottore rispondendo al telefono del TARDIS.
“Ehm…s-salve”, disse timidamente una voce maschile dall’altro capo del telefono. “Pensavo che mio bisnonno fosse pazzo”, sussurrò poi.
“Chi parla?”, chiese il Dottore confuso.
“Oh, mi scusi. Il mio nome è John, John Harmsey”, rispose il ragazzo, un tono di sorpresa e felicità nella voce.
“Come hai fatto a chiamarmi?”, chiese ancora più confuso il Dottore. Questo ragazzo iniziava a intrigarlo.
“Il mio bisnonno”, rispose soltanto John.
“Chi è tuo bisnonno?”, chiese l’alieno.
“Wilfred Mott”.
Il Dottore spalancò gli occhi e trattenne il fiato. Non sapeva cosa aspettarsi da questa chiamata, ma un brivido gelato gli scese lungo la schiena.
“Lui è…”, disse lasciando in sospeso la frase, perché gli faceva troppo male sapere che un altro amico non c’era più.
“Sì”, rispose lui rimanendo qualche minuto in silenzio.
“Cosa posso fare per te?”, chiese l’alieno trovandosi già a voler bene quel ragazzo che neanche conosceva.
“Wilfred dmi ha lasciato scritto che quando mamma fosse stata sul…”, le ultime parole aleggiarono nell’aria, dolore nella voce del ragazzo. Fece fatica a riprendere a parlare. “…ha scritto.. che dovevo avvisarti”, concluse.
“Che cos’ha Donna?”, disse il Dottore cercando di non piangere. I due sue cuori chiusi in una stretta morsa.
“Solo la vecchiaia, ehm… non so ancora come ti chiami”.
“Dottore. John sarò da te tra cinque secondi”, disse e attaccò il telefono.
Rintracciò il luogo e il tempo della chiamata e con il TARDIS raggiunse il ragazzo.
Il ragazzo rimase shockato nel vedere apparire la cabina blu, ma quando il Dottore uscì non disse niente, gli fece solo cenno verso la camera dove si trovava la madre.
Il Dottore cercò di sorridergli, ma il tentativo non andò a buon fine.
L’alieno entrò silenziosamente nella camera e guardò l’anziana, debole, pallida, con i capelli bianchi Donna Noble. La sua migliore amica. Oh, quanto le era mancata.
“Lei è il mio nuovo Dottore?”, sussurrò la Donna.
Era così strano non sentire il suo continuo chiacchierare.
“No”, le rispose gentilmente il Dottore, inginocchiandosi affianco al letto vicino a lei.
“Oh Donna, mi dispiace così tanto”, riuscì soltanto a dire. Avrebbe voluto dirle tante cose, ma il groviglio di parole gli si bloccava in gola.
“Voi umani e la fine della vostra vita. Ma perché dovete invecchiare?”, maledì l’alieno. Vi fu qualche minuto in silenzio. “Ma c’è ancora una cosa che posso fare per te”, sussurrò, facendosi venire in mente un’idea. Non poteva fare niente per salvare la sua amica, ma poteva fargli sapere che era stata straordinaria.
“Donna, sono il Dottore. Ti ricordi? Gallefrey, Ood, Lupo cattivo, Lance, TARDIS… queste parole ti ricordano qualcosa?”, disse speranzoso il Dottore.
La testa di Donna iniziava a farle male e i ricordi iniziarono a riaffiorare.
Lui gli accarezzava la guancia con la mano quando ad un tratto lei gliel’afferrò.
“Dottore”, sussurrò lei con un sorriso sul volto che illuminava tutta la stanza.
“Oh Donna”, disse lui posando un bacio pieno d’amore sulla sua fronte poi tornò a guardarla negli occhi, accarezzandole i capelli.
“Ora lo sai. Quanto straordinaria e importante sei stata per questo mondo Donna Noble”, le sussurrò sorridendo. Nonostante il dolore, era felice. Felice di poter ricordare ciò che aveva fatto, felice di sapere che non era inutile, felice di sapere che la sua vita non era stata insignificante, felice di aver rivisto un ultima volta il suo migliore amico.
Il dolore alla testa era troppo forte, troppo da sopportare. Entrambi sapevano che era la fine. Donna gli strinse la mano sorridendogli. “Addio uomo dello spazio”, sussurrò e i suoi occhi si chiusero.
Il Dottore si ritrovò a piangere, con il volto appoggiato sulla pancia dell’amica.
I sue cuori non ce la facevano più, non sopportava più la perdita dei suoi amici più cari e soprattutto quella della sua migliore amica, di colei che gli aveva slavato la vita in tanti modi diversi.
 
….
 
“Dottore”, disse sorpreso John, quando vide l’alieno uscire dal TARDIS.
“Ciao John”, disse lui con un sorriso stampato sulla faccia.
Il ragazzo si avvicinò cautamente a lui.
“Cosa ci fai qui? Sono passati quattro mesi da quando…”, lasciò la frase in sospeso.
“Sì, ehm… volevo chiederti una cosa”, disse il Dottore prendendosi un po’ di tempo. “Vorresti viaggiare con me?”, chiese infine.
“È quello che faceva la mamma? Viaggiare con te lì dentro?”, chiese indicando la cabina.
Il Dottore si limitò ad annuire.
“Se vuoi ti posso raccontare di lei”, propose l’alieno.
“Mi piacerebbe tanto”, disse John con un sorriso.
Il Signore del Tempo aprì la porta del TARDIS e lo invitò ad entrare.
Una volta che furono entrati entrambi, il Dottore gli cinse le spalle con un braccio.
“Vedi io e tua madre ci siamo conosciuti in un modo strano… strano anche per i miei standard….”
Il Dottore si lasciò trasportare dai ricordi e iniziò a raccontare la loro storia al ragazzo e gli disse quanto sua madre fosse stata importante per l’universo.
  
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