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Autore: Alys93    28/11/2012    2 recensioni
Tokyo, tranquilla e movimentata città che sta per diventare teatro di nuove ed emozionanti vicende.
Sono passati diciotto anni dal giorno in cui, per Inuken ed Izayoi, è cominciata una nuova vita ed ora la famiglia è cresciuta. Sesshomaru, ormai ventenne, affronta i continui esami dell'università, Inuyasha, quasi diciottenne, si affaccia invece all'ultimo anno delle superiori.
Ma un nemico comune si profila all'interno dei corriodoi scolastici, un nemico che rivelerà non poke sorprese ai due fratelli. accanto a lui, nuovi amici fanno la loro comparsa e, forse, per i due giovani sboccerà anche l'amore.
Dopo la FanFiction "Non arrenderti", ecco il suo sequel, "Io non mi arrendo!". mi auguro che sia di vostro gradimento.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mai arrendersi'
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Capitolo 19: Sorprese

Inuyasha entrò in casa fischiettando, sentendosi felice come lo era stato poche volte.
Annebbiato com'era dagli ultimi dolci minuti passati con Kagome, ci mise un po' a rendersi conto che l'intera casa era al buio. 
Ma che è successo, qui? si chiese spaesato, mentre cercava a tentoni l'interruttore È saltato l'impianto elettrico?
Decisamente, c'era qualcosa di strano. 

Cos'era quel buon profumo che aleggiava tutt'intorno?
E perché gli sembrava di percepire delle risatine soffocate, in direzione del salotto?
Non appena riuscì a trovare quel dannato tasto, la luce si accese e l'hanyou rimase shoccato dalla scena che gli si presentò davanti.
La sua famiglia era lì, sotto un grosso striscione di congratulazioni, e.. con cappellini di carta colorata in testa?!
Ok, se lo poteva aspettare da sua madre... forse anche dal padre, quando era particolarmente allegro...
Ma Sesshomaru con un cappellino a cono rosso e blu.. quello era davvero uno spettacolo impagabile!
"Ma che cavolo...?" iniziò a biascicare, mentre Izayoi si faceva avanti per abbracciarlo "Una partita meravigliosa, tesoro. Sei stato fantastico!".
"Gra..grazie" mormorò lui, battendo le palpebre come per chiedersi se non stesse sognando.
Non che la sorpresa gli dispiacesse, ma non si aspettava una tale festa solo per una partita.
"La tua prima partita ufficiale..." mormorò Inuken, sorridendo divertito "Diamine, come corre il tempo. Mi ricordo ancora la prima volta che tuo fratello ti ha mostrato questo sport".
"E ricordo che non riusciva nemmeno a tirare il pallone senza centrarsi la testa da solo" commentò Sesshomaru, con una lieve smorfia.
"Beh, come vedi ho imparato" lo rimbeccò il fratello, facendogli la linguaccia; "Per tua fortuna...".
"Smettetela di punzecchiarvi" li rimproverò Inuken senza troppa enfasi "Godiamoci la festa, piuttosto".
Quei due giovanotti lo faceva sorridere come nient'altro, anche se a volte le loro frecciatine diventavano davvero insopportabili.
In pochi minuti, la famiglia si ritrovò seduta davanti ad una tavola piena di ogni ben di Dio ed Inuyasha faticò a rammentarsi che non doveva esagerare.
L'ultima volta che si era ingozzato, aveva avuto un sogno assolutamente inquietante sul fratello maggiore.
Non gli andava affatto di ripetere l'avvenimento...
"Ho notato che, dopo il primo canestro, ti sei voltato verso gli spalti dove c'erano i tuoi amici" disse improvvisamente Sesshomaru, rischiando di farlo strozzare con un involtino di verdure.
"E allora?" chiese, sperando di non diventare paonazzo davanti ai familiari "Com'è che la cosa t'incuriosisce?".
"Non m'incuriosisce affatto" replicò l'altro "È solo che la tua ragazza ha faticato a scendere dagli spalti, dopo che le avevi dedicato quel canestro".
"Se non ci fossero state le sue amiche, le tue ammiratrici l'avrebbero strozzata" aggiunse, ridendo appena.
Sentendosi scoperto, il povero hanyou divenne di un centinaio di sfumature diverse ed affondò il viso nel piatto per nascondersi.
Inuken scoppiò a ridere, non aspettandosi tutta quella malizia dal figlio maggiore.
Non era da lui divertirsi a far arrossire il fratello in quel modo.
Il quale però fu rapido a vendicarsi, dicendo "E tu, Sesshomaru? L'hai più incontrata la tua amica?".
Il volto solitamente impassibile dello youkai si tinse di un'insolita sfumatura rosa, mentre una scintilla pericolosa gli appariva negli occhi.
"Cos'è, contempli il suicidio, fratellino?" ringhiò, alzandosi di scatto "Quando imparerai a cucirti quella boccaccia?".
"Quando tu imparerai ad ammettere quello che provi per Rin senza arrossire o nasconderti dietro quella solita maschera" ridacchiò l'altro.
Beccati questa, Faccia di Ghiaccio commentò tra sé, sorridendo soddisfatto davanti all'espressione imbarazzata e furiosa del fratello.
"È così che si chiama la fortunata?" chiese Izayoi, sorridendo felice "Dicci, Sesshomaru. Che tipo è?".
Il ragazzo arrossì ulteriormente, sentendosi messo con le spalle al muro.
Accidenti a quel cretino di Inuyasha! Ma perché doveva divertirsi a metterlo in quelle situazioni?
Sotto lo sguardo insistente del padre e di Izayoi, si arrese e sospirò "Speciale. È una ragazza davvero speciale".
Detto questo, si allontanò in camera sua, deciso a riflettere in santa pace.
Doveva pensare a qualcosa da donarle per farle comprendere quanto ci tenesse a lei.
Anche se, si rese conto con un sospiro, che le aveva già fatto il dono più grande. Il proprio cuore.
 
"Sorpresa!" esclamò Jakotsu, entrando come un fulmine nella stanza e catapultandosi su di lui.
Il divano gemette per il contraccolpo, mentre il ragazzo si lasciava sfuggire un leggero lamento "Jako, ma c'è bisogno di correre in questo modo?".
"Eccome se c'è!" esclamò il castano, tenendo le mani dietro la schiena "Sai che non posso starti lontano per più di qualche minuto".
Il fratello adottivo scosse la testa, suo malgrado divertito dalla sua esuberanza "Sei incorreggibile, lo sai?".
Lo sentì ridere, decisamente divertito, mentre si dava una maliziosa pacca sul fondoschiena "E allora perché non mi sculacci?".
A quel punto, Bankotsu non riuscì a trattenere le risate e reclinò la testa contro lo schienale.
"Sei più unico che raro, Jako!" commentò divertito, prima di approfittare della sua distrazione per attirarlo a sé e baciarlo.
Kami, quanto adorava quelle labbra!
Morbide, rosse e fin troppo sensuali per un ragazzo, ma erano perfette sul viso del suo Jako.
Ripresosi dall'iniziale sorpresa, Jakotsu rispose con fervore a quel contatto voglioso, muovendosi piano per poggiare la sua sorpresa tra i cuscini.
L'avrebbe usata dopo...
Lentamente, cinse il collo del moro tra le braccia, approfondendo quel bacio finché non divenne un sensuale duello di lingue, nel quale nessuno dei due voleva risultare sconfitto.
Si separarono solo quando i polmoni protestarono per mancanza d'aria ed una scintilla divertita balenò negli occhi neri del castano.
"Vedo che anche tu hai voglia di divertirti, oggi" commentò malizioso, insinuando una mano al di sotto della felpa.
Sapeva bene che, in casa, Bankotsu tendeva a mettersi solo quella sopra i jeans e la cosa.. lo stuzzicava alquanto.
Lo sentì trattenere il respiro quando iniziò ad accarezzargli la pelle ed un sorrisetto divertito gli apparve in volto.
"Sei pronto, fratello?" sussurrò malizioso "Perché io sto per partire all'attacco".
Senza capire né come, né quando, il moro si ritrovò steso sul divano, con il fratello che sogghignava nell'osservarlo.
"Che cos'hai in mente?" chiese, riconoscendo quell'espressione da volpe "Devo forse preoccuparmi?".
"Non più del solito" lo rassicurò l'altro, sfilandogli la felpa e lasciandola cadere sul pavimento.
Senza dargli il tempo di reagire, si abbassò sul suo torace, iniziando a mordicchiargli dolcemente la pelle.
Ormai conosceva tutti i suoi punti deboli e li evitava di proposito, deciso com'era a prolungare quel momento il più possibile.
I leggeri gemiti che gli giungevano erano musica per le sue orecchie e divennero ancora più intensi, man mano che scendeva verso il bordo dei jeans.
Senza alcun imbarazzo, li sbottonò, lasciandoli scivolare lentamente su quelle gambe che lo facevano stravedere.
"Sei una gioia per gli occhi, fratello" commentò deliziato, prima di catturargli la bocca in un nuovo bacio, più intenso e travolgente.
Bankotsu gli infilò una mano tra i capelli, tenendolo stretto a sé, mentre continuava ad esplorargli quella bocca sensuale.
Con la mano libera, gli percorse lentamente la schiena fino all'orlo della maglia, che tirò fino a farla cadere assieme ai propri vestiti.
"Posso dire che tu sei lo stesso" sussurrò roco, intento a togliergli anche la canotta a giromanica per esporre quel corpo al proprio sguardo.
A prima vista, Jakotsu poteva sembrare smilzo e fragile... ma in realtà aveva un fisico asciutto, come un centometrista.
Qualcosa che non si stancava mai di ammirare.
Sporgendosi oltre il bracciolo del divano, cercò a tentoni il pulsante di accensione e, dopo qualche tentativo, una musica energica e dolce al tempo stesso si diffuse nel salotto.
Nel sentire la radio partire, il castano, alzò lo sguardo ed un sorriso gli apparve in volto "Adoro questo tuo lato romantico...".
"Serve anche a compensare la tua perversione, fratello" lo prese in giro l'altro, portandolo sotto di sé.
"Una perversione, che, nonostante tutto, non posso fare a meno di adorare" aggiunse in un sussurro, facendolo rabbrividire quando gli sfiorò un lobo con la lingua.
"Una perversione che condividiamo, Ban" sorrise Jakotsu, sfiorando maliziosamente il rigonfiamento dei suoi boxer scuri "Sbaglio, o sei tu quello che tende a perdere più in fretta il controllo?".
"Non posso farci niente se mi fai impazzire" ringhiò il fratello, tendendosi sotto quella carezza.
"Allora... permettimi di allungare il divertimento" lo sentì mormorare, mentre muoveva una mano tra i cuscini color mare.
Incuriosito, lo lasciò fare, per poi farsi sfuggire un sorriso nel vedere il cilindro di panna spray puntare verso di lui.
"Sei sempre pieno di risorse" commentò allegro, mentre quella morbida spuma bianca gli ricopriva il petto.
Una scarica di piacere lo percorse da capo a piedi quando Jakotsu iniziò a liberarlo di quel dolce rivestimento.
Lentamente... Troppo lentamente.
Accidenti a lui ed alla sua abilità nel farlo impazzire con pochi gesti!
Sapeva sempre dove e come toccarlo, aumentando sempre di più il piacere che condividevano.
Dovette stringere i denti per resistere, ma la ricompensa fu impagabile.
Con il piacere che ancora lo scuoteva, prese ad accarezzare il torace di Jakotsu, scendendo lentamente verso i pantaloni, che finirono dall'altra parte della stanza assieme ai boxer.
E, a quel punto, fu il castano a contorcersi sul divano, mentre il fratello lo puliva dalla panna con cui l'aveva cosparso.
"Sai essere odioso, a volte" sussurrò, non appena ebbe nuovamente un po' di fiato "Io potrò avere anche delle idee perverse, ma tu sai renderle anche peggio!".
"E la cosa ti dispiace?" lo sentì chiedere, mentre gli stuzzicava la pelle sensibile della gola, facendolo rabbrividire.
"Affatto. È proprio questo, il punto" gemette lui, lasciandosi andare a quelle carezze che lo stavano portando gradualmente al delirio.
Ci aveva messo un po' a scegliere la sponda che lo attiva di più, ma.. dannazione, Ban ci sapeva proprio fare!
Ben presto, il contenitore della panna finì a terra, totalmente vuoto, mentre i due si stuzzicavano e si esploravano a vicenda.
Quella piccola gara a chi donava più piacere andò avanti per un po', finché, con un movimento dolce ed impetuoso insieme, Bankotsu non unì i loro corpi.
Incapace di combattere contro quella marea di sensazioni, Jakotsu assecondò quei movimenti, finché il mondo intorno a loro non divenne pallido e sfocato, avvolto nella nebbia del piacere.
 
 
Kagome si stiracchiò sotto i tiepidi raggi di sole, benedicendo la domenica ed i giorni di vacanza in generale.
Per quanto non le dispiacesse andare a scuola e vedere tutti i suoi amici, non poteva negare di apprezzare quei giorni liberi in cui le veniva concessa un po' di tregua...
Una presa ferra le cinse delicatamente la vita e lei si ritrovò a sorridere nell'incontrare due pozze d'ambra pura.
"Ci voleva proprio, questa passeggiata" mormorò contenta, approfittando della loro vicinanza per baciarlo "Così mi faccio anche un'idea su quello da regalarti a Natale".
"Sei tu, il regalo più bello" sussurrò Inuyasha, stringendola a sé "Mi basta averti vicina per sentirmi bene".
La vide sorridere, lusingata dalle sue parole, e la guidò verso il parco, dove avrebbero potuto stare un po' in pace.
Ormai, le vacanze erano alle porte e lui non vedeva l'ora di godersi ogni momento libero con la sua ragazza.
Con un sospiro, si augurò che Koga non organizzasse troppi allenamenti, in quei giorni.
"Non trovi che il tempo sia ancora tiepido, per essere dicembre?" chiese improvvisamente Kagome, strappandolo ai suoi pensieri "Di solito, in questo periodo nevica già da un paio di settimane...".
"Il meteo dice che il tempo peggiorerà presto" commentò cupo "Quindi, godiamoci questi sprazzi di sole. Almeno, finché durano...".
La vide sorridere e si beò di quella vista così dolce, mentre passeggiavano sotto gli alberi spogli.
"Mio nonno dice che dobbiamo trovare il sole dentro di noi. Sempre" mormorò la ragazza.
"Tuo nonno dice delle cose molto giuste" ammise l'altro "Mi sta simpatico. Anche se ha quella mania dei talismani...".
Un sorriso insicuro gli apparve in volto "Davvero pensa che io sia una reincarnazione maligna?".
La fidanzata scoppiò a ridere "Ti prego, ignoralo. È... il punto è che è un po' suonato. Lui ha la fissa per il tempo Sengoku...".
Una nuova risata li unì, mentre alcune foglie turbinavano attorno a loro, mosse dal vento.
"Ehi, Kagome!" esclamò una voce conosciuta, mentre due ragazze si avvicinavano velocemente "Ti ho portato quello che mi avevi chiesto!".
"Grazie mille, Sango" sorrise la mora, prendendo il pacco quadrato che l'amica le porgeva "Ti sono debitrice".
"Aiutami a risolvere quel dannato quesito di scienze e saremo pari" le disse Sango, ammiccando complice.
"Già, tocca anche a me finire quella rottura" sospirò Kaori, poggiando una mano sull'albero più vicino per reggersi in equilibrio.
"Ma tu vai sempre in giro con i roller-blade?" chiese Inuyasha, fissando i pattini neri ai piedi dell'amica.
"Se voglio finire le consegne entro sera, mi conviene" commentò lei, sorridendo appena "Tua madre è una maga con ago e filo. Non hai idea di quanto ci stia aiutando".
Il mezzo-demone sorrise con orgoglio "Le piace ed è brava... Cosa chiedere di più?".
"Piuttosto, Ayame e Reito stanno più venendo al negozio per le prove?" chiese Kagome con aria incuriosita, ricordando di aver visto i due amici per strada.
Inarcò un sopracciglio quando vide la demone lupo incupirsi "Sì, stanno venendo. Ed il completo ormai è finito".
Uno sbuffo le increspò le labbra "Io mi tengo lontana il più possibile con le consegne. Meno lo vedo e meglio sto".
Ma sapeva benissimo che quella era una bugia e si rese conto di aver parlato troppo, ma era tardi per ritrattare.
"Io vorrei tanto capire cosa diamine è successo tra voi" commentò Sango "È dal giorno della partita contro la Mintako High School che non vi parlate".
Un sonoro sbuffo le gonfiò le guance "Anzi, sembra che i vostri rapporti siano decisamente peggiorati".
"Come il tuo con Miroku" replicò l'amica, restituendole pan per focaccia "Ogni volta che ti si avvicina, tu lo fulmini con lo sguardo...".
"Non è colpa mia se quello stupido crede di abbindolarmi con delle belle parole" s'infervorò la castana "È un maniaco della peggior specie. Come pretende che io possa credere a quello che mi dice?".  
Kaori sembrava sul punto di chiedere ulteriori informazioni, ma un improvviso starnuto li fece voltare e Kagome inclinò il capo, sorpresa, nel vedere la cugina arrancare verso di loro.
Erano parecchio tempo che non si parlavano, da quando le aveva rifilato quel ceffone per indurla a stare lontana da Inuyasha.
Ed in quel periodo, Kikyo sembrava essere diventata un'altra persona.
Si era chiusa in se stessa, senza parlare con anima viva, e tendeva a stare sempre più spesso da sola.
Aveva perfino rinunciato al posto di capitano delle cheerleader, cosa che aveva lasciato tutti spiazzati.
Nel vedere una profonda malinconia nei suoi occhi scuri, la ragazza sentì il cuore stringersi.
Per quanto avesse avuto dei forti diverbi con lei, non poteva negare di volerle bene e poi...
Sapeva bene che Kikyo stava passando un brutto periodo, a causa dei suoi genitori.
Si erano separati più di due anni prima, ma le ripicche sembravano non avere fine e lei ci andava spesso di mezzo.
Certamente, non avrebbe voluto essere nei suoi panni.
"Kagome" mormorò la ragazza, fissandola con uno sguardo spento "Sono contenta di rivederti.. Potrei parlarti un attimo?".
Il suo sguardo si posò sul ragazzo che le stava accanto "E, se possibile, anche con te, Inuyasha".
"Che cosa devi dirci, Kikyo?" chiese la cugina, apprezzando il fatto che Sango si fosse leggermente allontanata con la demone lupo.
Kikyo li fissò uno per uno più volte, come se stesse cercando le parole giuste per esprimersi e lei si chiese se non si sentisse in imbarazzo nell'avere davanti anche le ragazze che più l'avevano contrastata.
Le sue amiche non si erano mai fatte troppi scrupoli nel vendicare tutte le volte che lei era stata male.
"Kaori, Sango.." iniziò a dire "Potreste...", "No, falle restare".
La voce dell'altra mora la bloccò "È giusto che sentano anche loro. Devo a tutti voi delle scuse".
"Ok, il mondo sta girando al contrario" commentò la ookami-youkai, prima che la castana le affibbiasse una gomitata nelle costole.
Kikyo sorrise flebile "Effettivamente... dopo tutto quello che vi ho fatto passare, è comprensibile che tu la pensi in questo modo".
Abbassò nuovamente lo sguardo, mentre si tormentava le mani coperte da guanti azzurri "Il punto è che sono venuta a chiedervi scusa. A tutti voi".
"Mi sono comportata malissimo, specialmente nei tuoi confronti, Kagome" sussurrò mesta "E mi dispiace. Non ho scusanti per quello che ho fatto".
"Ci ho pensato molto, in questi giorni" ammise "E.. Mi rendo conto di essermi comportata come una bambina viziata, che ti faceva del male solo perché era gelosa".
A quelle parole, Kagome ebbe l'impressione che la mascella le si staccasse e cadesse a terra.
"Tu.. gelosa di me?" sussurrò incredula "Kikyo... Stai scherzando, vero?", "Per niente".
"Ricordi com'eravamo unite, da bambine?" le chiese la cugina, fissandola negli occhi "E come ridevamo, ogni volta che ci scambiavano per sorelle?".
"Sì" mormorò l'altra, perdendosi per un attimo nei ricordi "E tu mi prendevi in giro, dicendo che dovevo tagliarmi i capelli...".
"Non sai quanto avrei voluto che quelle parole fossero vere" disse Kikyo "Essere tua sorella, vivere nella tua famiglia...".
"Kikyo, ma tu fai parte della mia famiglia!" esclamò Kagome, prendendola una mano tra le proprie "Sei mia cugina!".
"Lo so.. Ma la tua famiglia ti vuole bene per quello che sei, e ti è sempre vicina" la sentì replicare.
"I miei genitori, invece... Sono bravi sono a sfruttarmi per fare un dispetto all'altro" disse cupa "Senza capire che soffro per tutto questo. Che avrei bisogno di sentirli vicini, piuttosto che fissare le loro foto, mentre sono in viaggio chissà dove".
"Ti ho sempre invidiato per questo, Kagome" mormorò flebile "Ancor di più quando hai trovato delle amiche come Sango e Kaori. Ed un ragazzo come Inuyasha".
Un'espressione mortificata le apparve in volto "Io.. Nessuno mi ha mai guardata come lui guarda te. È per questo che, ogni volta che un  ragazzo sembrava interessarsi a te, io te lo portavo via".
"Inconsciamente, volevo che anche tu soffrissi almeno un po' di quello che pativo io" mormorò a stento "E solo ora... Mi rendo conto di quanto sia stata stupida ed arrogante".
Ci furono dei lunghi momenti di silenzio, durante i quali la ragazza si tormentò senza sosta l'orlo dei guanti.
Poi, di colpo, Kagome l'abbracciò con forza "È tutto perdonato, Kikyo. Capisco, almeno in parte, cosa hai provato...".
"Ma promettimi che, la prossima volta che starai male o avrai un problema, verrai a cercare il mio aiuto" disse severa "In famiglia, si ci sostiene a vicenda".
Lacrime di gratitudine presero a bagnare le guance della ragazza, mentre annuiva "Te lo prometto, Kagome. E grazie...".
"Su, basta piangere" le disse l'altra, sorridendo tranquilla mentre scartava il pacco portatole da Sango "Piuttosto, godiamoci questi cioccolatini per tirarci su di morale".
Vedendo che Kikyo li osservava titubante, Kaori strusciò un pattino sul cemento "Stavolta non c'è lassativo o altro, lì dentro. Solo cioccolato".
Adesso che sapeva il motivo di tutti quei dispetti, di tutta quella rabbia che la compagna si era portata dentro ed aveva riversato su di loro, si sentiva quasi in colpa per quello che le aveva fatto.
Non capì se fu la sua espressione o la frase a far ridere il gruppo, ma non le importava.
In quel momento, si sentiva bene e non aveva intenzione di rovinare quel momento con domande o altro.
 
La campana che annunciava la fine delle lezioni fu accolta con un festoso boato, mentre i ragazzi delle diverse sedi si riversavano nel cortile imbiancato, pronti a godersi le vacanze invernali.
In ogni punto del cortile, palle di neve e, occasionalmente guanti, volavano in ogni direzione, spiattellandosi contro alberi, rocce e studenti.
L'allegria era così tangibile da avere quasi l'impressione di poterla imbottigliare...
Miroku si beccò diverse palle di neve da parte degli amici e sorrise nel trovarsi disteso sulla neve, in dolce compagnia.
Sango arrossì come un peperone nel ritrovarsi su di lui e cercò di liberarsi della sua presa, ma dovette desistere quando il ragazzo le sussurrò qualcosa all'orecchio.
Qualcosa che non avrebbe mai pensato di sentirgli dire e che sembrò riaccendere una speranza dentro di lei.
"Ti darò una possibilità, maniaco dei miei stivali" commentò infine, rialzandosi in piedi "Ma guai a te se me ne fai pentire".
Il codinato si mise sull'attenti, sorridendo ammiccante, e l'intero gruppo scoppiò a ridere.
"Speriamo che, stavolta, tu riesca a mantenere la parola" commentò Bankotsu, avvolgendosi il collo con la sciarpa.
"Sarà meglio per lui, o Sango lo scuoia vivo" ridacchiò Koga, cingendo i fianchi di Ayame con un braccio.
Era passato poco tempo da quando avevano annunciato ufficialmente di stare insieme, e sul volto della ragazza si poteva leggere la gioia più grande.
Sentimento per nulla condiviso dal cugino, che invece si era fatto più taciturno e scontroso.
Per quanto sentisse di aver fatto la cosa giusta per il bene di Kaori, non riusciva a smettere di darsi dell'imbecille per come l'aveva trattata.
Si era comportato da perfetto idiota e non lo sorprendeva che lei ora non gli rivolgesse più la parola, se non costretta.
E quella situazione gli faceva male, dannatamente male, al punto da convincerlo a chiedere consiglio a Tsubaki, la psicologa che l'aveva aiutato ad uscire parzialmente dal dolore causato dalla perdita dei genitori.
La donna gli aveva consigliato di aspettare, in modo da poter trovare il modo di appianare le divergenze ed ottenere un punto di contatto con la ragazza.
A quel punto, avrebbe dovuto rivelarle tutto quello che provava nei suoi confronti. Senza più trattenersi.
Un sospiro gli sfuggì dalle labbra, mentre la vedeva ridere con Kagome e Kikyo, recentemente unitasi al gruppo.
Il cambiamento della più audace delle cugine Higurashi aveva sorpreso un po' tutti, ma mai quanto l'affinità che sembrava essersi stabilita tra lei e Kaori.
E dire che prima si odiavano come cane e gatto...
Il destino fa davvero degli strani scherzi commentò tra sé, mentre si appoggiava al muro retrostante.
Kaori gli rivolse uno sguardo incuriosito, chiedendosi perché si fosse nuovamente scostato dal gruppo, ma qualcosa le coprì improvvisamente gli occhi e lei si ritrovò avvolta dall'oscurità più totale.
"Ma chi è lo spiritosone che pensa di divertirsi come un moccioso?" commentò stizzita, seguendo i nuovi passi ed iniziando a colpire l'aria a furia di calci.
Una volta tanto, le lezioni di karate impartitele dal padre davano i loro frutti.
Sentiva lo sconosciuto spostarsi sulla neve e si mosse con lui, cercando di colpirlo con un colpo ben preciso.
"Apparte il fatto che anche io sono contento di rivederti, Kaori, dovrei avvisarti che hai la gonna e non ti conviene menare calci in questo modo" ridacchiò una voce familiare "Rischi di mostrare un po' troppo, sai?".
"Anche se devo ammettere che sei migliorata non poco, dato che sei quasi riuscita a colpirmi con la benda che t'impedisce di vedere" aggiunse compiaciuto.
Nel riconoscere quella voce, la yasha sentì il cuore farle un balzo nel petto e, liberatasi della benda, esclamò "Shiro! Ma tu che ci fai qui?".
Fregandosene degli amici che la guardavano sbigottiti, si tuffò tra le braccia del ragazzo "Ma perché non mi hai avvisato che stavi tornando?".
"Volevo farti una sorpresa, è ovvio" ridacchiò il giovane, con una scintilla divertita negli occhi neri.
"Beh, ci sei riuscito alla grande!" mormorò lei, sorridendo entusiasta "Mi sei mancato tantissimo...".
Anche Kagome e Sango sorrisero, salutando il nuovo arrivato, seguite dal resto del gruppo.
Reito rimase indietro, fissando quel tipo sbucato da chissà dove.
Sembrava avere pressappoco la stessa età di suo fratello, o, al massimo, aveva un paio d'anni più di loro...
Sentì una morsa serrargli il petto quando vide Kaori baciarlo su una guancia, entusiasta che lo sconosciuto indossasse una sciarpa bianca; un suo regalo, a quanto poté sentire.
Ma chi era quel ragazzo?
E come diavolo aveva fatto a far sorridere Kaori in quel modo così spontaneo e solare?
E, accidenti ai Kami, perché lui stava così male nel vederla sorridere per un altro?
La gelosia lo stava rodendo e, con amarezza, si rese conto di aver perso ogni speranza.
Sentì il dolore invaderlo come acido, bruciando con forza tutto ciò che incontrava, e dovette fare uno sforzo per non far trapelare niente.
Ben deciso ad allontanarsi da quella bolla di felicità a cui non apparteneva, si allontanò, urtando volontariamente lo sconosciuto nel vacare il cancello.
Quando l'altro si voltò per guardarlo, gli rivolse uno sguardo poco amichevole, prima di dargli le spalle e dirigersi velocemente verso casa.


Eccomi qui, salve a tutti! No, come vedete non sono morta, né altro.. Sono solo stata impegnatissima e priva d'sipirazione per un bel pezzo, purtroppo. -.-'' Spero davvero che questo capitolo che ho preparato non vi deluda e che, magari, vi strappi qualche sorrisetto. avrete noato che era tutto incentrato su sorprese inaspettate, compresa la scena con Jako e Ban.. Ammetto che è la prima volta che mi cimento in una Yaoi e spero di aver ottenuto un risultato quantomento accettabile. Ringrazio caldamente la mia cara Visbs88, senza di lei, non avrei mai avuto l'idea giusta ^_^
Sinceramente, nno so quando posterò il prossimo capitolo, perché mi sta dando parecchi problemi e non so bene come riempirlo. Il punto è che, questa storia in generale non so come continuarla. so che ci dovranno essere determinate situazioni, ma.. mi manca il collegamento, Quindi spero che capirete se ci metterò un po' ad aggiornarla... (Come se due mesi non fossero pochi... Nd di tutti) Mi dispiace, ma sono un po' arruginita, temo...
Ora, sperando di non avervi annoiato e che il capitolo sia stato di vostro gradimento, vi saluto, augurandomi di rivedervi presto. :-) Non vedo l'ora di spaere cosa ne pensate! E chissà cosa vi frullerà per la tetsa, a proposito del nuovo arrivato che tanto irrita Reito... XD Per ora, non dico niente. Non voglio rovinare la sorpresa. un bacione a  tutti!
A presto (si spera) vostra
Alys93

   
 
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