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Autore: TakyRiida    29/11/2012    1 recensioni
2021, il mondo è cambiato, ora per le strade di Seattle girano i transgenici, e la gente ha paura. E la vita di persone normali si intreccia con le loro. E questa è la storia di una di quelle persone.
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alec
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 11
 
20 Dicembre 2021 America, Seattle, ore 21.00
Erano passati sette mesi, da quando Ice l'aveva lasciata li con Alec, ed era tornata a casa.
Non aveva ricevuto notizie ne visto nessun parente.
L'unica che continuava a sentire era Yuki, che da li a pochi giorni sarebbe arrivata a Seattle, assieme a Ryo.
Ormai aveva avuto il bambino, un bel maschietto, forte e robusto. Avevano deciso di chiamarlo Ben, in memoria del clone genetico di Alec.
-Speriamo che non abbia le sue stesse tendenze omicide.- aveva scherzato Max quando aveva scoperto il nome che avrebbero dato al bambino. Ma era rimasta soddisfatta, visto che Ben per lei era come un fratello.
Per ora vivevano tranquilli nell'appartamento, ogni tanto litigavano, ma riuscivano a riappacificarsi ogni volta. Il bambino la teneva impegnata praticamente tutto il giorno, ma almeno di notte dormiva, così che lei ed Alec riuscivano a riposare ed a passare un po' di tempo insieme.
Lui di giorno si divideva, in parte lavorava ed in parte aiutava Max e gli altri transgenici a terminalcity.
 
Era appena tornato a casa, e la trovò seduta sulla poltrona, che cullava il bambino. Quando era nato, la prima cosa che avevano controllato era il collo. Lui era libero, non aveva il codice a barre.
-Ciao.- la salutò mentre chiudeva la porta.
Lei girò la testa e gli sorrise, si alzò dalla poltrona e andò a mettere il bambino nella sua culla.
-Com'è andata oggi?- gli chiese lei mentre rimboccava le coperte al bambino e gli si avvicinava.
-Come al solito. Norman ha urlato tutto il giorno con tutti. E mi ha chiesto del piccolo Ben, ha detto che domani mi porta una torta fatta in casa per noi, e oggi mi ha dato questo.- dalla tasca tirò fuori una tutina da bambino, argentata, con una fascia nera in vita e in rosa una scritta.
-Monti Cora?- gli chiese lei alzando lo sguardo su Alec -Non metterò quella cosa a Ben. E' pacchiana.-
-Si lo so.- lui sorrise ed appoggiò la tutina al tavolo, poi le si avvicinò e le poggiò le mani sulla vita -Sai cosa devi fare?- lo vide chinarsi, sentii poi le sue labbra sul collo -Glie lo metti solo per un giorno, vieni a trovarmi al lavoro e...- le sue mani gli accarezzavano la schiena -Gli fai vedere che ha indosso la tutina, poi non glie la metti più con la scusa che gli va piccola.-
Lei gli circondò il collo con le braccia stringendosi a lui -Potrei farlo ma, tu cosa mi dai in cambio?-
Lui la sollevò e si incamminò verso la stanza -Ma se ti convinco tu lo farai.-
-Ci sto.- si baciarono mentre si sdraiarono sul letto.
 
 
21 Dicembre 2021 America, Seattle, ore 10.00
Spingeva la carrozzina, camminando lungo la strada. Erano usciti da un'oretta, lei e Ben, e ormai la JemPony era vicina. Guardò il bambino, e fece una smorfia appena intravise la tutina argentata che aveva fatto indossare al bambino.
-Cosa ci tocca fare per far contento papà, vero Ben?- gli mormorò mentre entravano nell'edificio.
Si avvicinarono al bancone dei pacchi e ci si appoggiò con il gomito.
-Sono indecisa se ucciderti, o ringraziarti.- mormorò guardando la schiena di Norman.
-Oh, ciao!- lui uscii da dietro al bancone e si avvicinò alla carrozzino -Ecco il mio campione! Diventerà un grande lottatore come il padre!-
-Piuttosto preferisco che lavi i cessi per tutta la vita.- mormorò Tak mentre osservava l'uomo che dava attenzioni al bambino.
-La tutina gli sta d'incanto, ci ho messo una notte intera per cucirla.-
-Oh, che bravo, peccato che presto non gli starà più.- si appoggiò al muro incrociando le braccia.
-E glie ne cucirò un'altra allora.- lei alzò gli occhi al soffitto.
 
Due ore più tardi erano di nuovo a casa, e lei prese in braccio il bambino, lasciando la carrozzina contro il muro.
-Che ha il mio bambino?- sussurrò sfiorandogli la fronte con le labbra -Sei troppo silenzioso, che succede amore mio. Accidenti..- lo allontanò quel tanto che bastava per guardarlo in volto, era leggermente arrossato -Scotti.-
Portò il bambino nella culla e prese il telefono.
-Ora ci pensa la mamma.- compose il numero di Logan ed avviò la chiamata.
-*Pronto?*-
-Logan, sono Takami.- iniziava ad agitarsi e parlava molto velocemente -Conosci un dottere? Che può venire a casa?-
-*Che succede?*-
-Ben, ha la febbre. Non voglio portarlo fuori ancora, temo si possa prendere una polmonite.- 
-*Te ne mando subito uno, fidato.*-
-Grazie. Puoi chiamare i ragazzi a terminalcity?-
-*Avverto Alec.*-
-Grazie, ciao.-
 
-E' solo un po' di febbre, si riprenderà presto.- disse il dottore, mentre lei camminava avanti e indietro nella stanza -Presto starà meglio, dagli le medicine che ti ho lasciato, due gocce nel latte, solo due gocce. In tre giorni dovrebbe stare meglio.-
-Grazie davvero.- si avvicinò alla borsa e prese il portafoglio -Quanto le devo?-
-Niente, si figuri.- lui sorrise scuotendo la testa -E' un favore che faccio a Logan.-
-No, senta.- aprii il portafoglio e guardò dentro -Ho solo 50 dollari, se la sua parcella è più alta, glie li porto domani.-
-Non voglio che mi paghiate. Se ci mettiamo a rubare soldi anche noi medici.- disse lui avviandosi verso la porta.
-Allora prenda questi soldi, la prego.- gli porse la banconota -Per favore.-
-Va bene.- prese la banconota e se la mise in tasca -Ora torno in ospedale. Se in tre giorni non migliora, mi chiami.-
-La ringrazio.- lo accompagnò alla porta e poi la chiuse, appoggiandosi con la schiena.
 
Due ore dopo, Alec aprii la porta dell'appartamento e, correndo, si avvicina alla culla di Ben.
-Sei arrivato..- mormorò la ragazza entrando nella stanza.
-Cos'è successo?- le chiese lui mentre osservava il bambino.
-Aveva un po' di febbre, Logan ha mandato un medico.- lei si avvicinò e gli poggiò una mano sul braccio.
-Niente di grave?- le circondò le spalle con un braccio.
-No in tre giorni dovrebbe stare meglio.-
-Grazie a Dio.-
-Na, chiami pure Taky.- lui rise e scosse la testa.
-Fai tanto la grande donna ora, ma scommetto che prima sei andata in panico.- lei lo baciò, circondandogli il collo con le braccia -Stai cercando di corrompermi?- lei lo baciò ancora -Non ci riuscirai.- le mani della ragazza scesero lungo le braccia fino alle mani -Che intenzioni hai?- lei iniziò a tirarlo verso la camera -Oh, ora capisco.- lui lanciò un'occhiata al bambino.
-Ha preso la medicina, e ora sta dormendo.-
-Ora capisco perchè sei quella giusta.-
Lei si fermò lasciandogli le mani. -Cosa?-
-Niente lascia stare.- alzò la mano destra accarezzandole i capelli spostando così una ciocca dietro l'orecchio.
-Alec!- si scostò da lui appoggiando le mani sui fianchi.
Si appoggiò le mani sulla faccia coprendosela. Non sapeva neanche lui perchè lo aveva detto, lei era ancora li che lo guardava, sentiva il suo sguardo su di se.
-Scusami.- si girò e si incamminò verso la porta uscendo da casa.
 
Un'ora dopo era arrivato al cimitero dove era sepolta Rachel. Si inginocchiò vicino alla lapide e sfiorò il nome della ragazza.
-Che cosa ci fai qui?- una voce maschile lo portò a girarsi. Vide quell'uomo che avrebbe dovuto uccidere quando ancora era a Manticore, e alla fine non ci era riuscito e la figlia era andata in coma, la figlia che lui stesso aveva amato. Due anni prima era pronto a morire, per mano di quell'uomo, si sentiva colpevole per cio che era successo a Rachel.
-Non lo so neanche io.- mormorò tornando a guardare la lapide -Probabilmente sono qui per chiedere scusa a Rachel, di nuovo.-
-Un essere spregevole come te che ha i sensi di colpa.- l'uomo lo affiancò guardando anche lui la lapide -Ti avevo detto che se ti fossi fatto rivedere ti avrei ucciso.-
-Ho un figlio.- disse, neanche lui sapeva perchè aveva detto proprio quella frase.
-Dovrei ucciderlo, come tu hai ucciso mia figlia. Così magari proveresti lo stesso dolore che sto provando tutt'ora io.- lo sentii sospirare -Ma non lo farò, perchè amo troppo mia figlia.-
-Anche io l'amavo.- parlava a bassa voce -Le avevo confessato tutto, prima dell'incidente, volevo farvi scappare, in modo che loro non se ne accorgessero. Ma.. le cose mi sono sfuggite di mano.-
-Non mi interessa saperlo.- sentii i suo passi allontanarsi.
Alec si alzò e si girò verso l'uomo -Aspetti.-
-Cosa vuoi ancora Simon, mi hai gia portato via tutto.- lo vide fermarsi.
-Vorrei sapere, se secondo lei, Rachel da dove è ora, mi permetterebbe di essere felice, con la madre di mio figlio.-
-Stai facendo la domanda alla persona sbagliata.- l'uomo si girò e con il volto in lacrime -Io vorrei solo vederti morto. Te lo ripeto. Vattene e non tornare mai più.-
Si girò a guardare un'ultima volta la tomba di Rachel e poi tornò alla sua moto.
Salì in sella e si infilò il casco.
Gli ci volle poco per farla partire, e imboccò la strata per uscire dalla città. Guidò praticamente tutta la notte e poi, alle prime luci dell'alba arrivò nel Wyoming, vicino ai cancelli delle rovine di Manticore.
Il cellulare, nella sua tasca, vibrava ogni mezzora, ma lui lo ignorava, e non rispose neanche una volta. Rimase li seduto a guardare le rovine, ed a pensare.
 
 
23 Dicembre 2021 America, Seattle, ore 20.00
Due giorni. Erano passati due giorni.
Ed Alec non era ancora tornato.
Takami camminava avanti e indietro per la stanza. Sua madre, Hazuki, era seduta sulla poltrona e teneva il piccolo Ben in braccio, mentre Yuki la osservava dalla sedia vicino al bancone.
-Tak.. mi rendo conto solo ora che è la prima volta che lo dico a te.- disse la ragazza incrociando le braccia -Solitamente lo devo dire ad Ice. Ma ti devi dare una calmata.-
-Non ci riesco a calmarmi Yu. Due giorni, sono passati due giorni. E lo sapeva che stamattina sareste arrivate.- si fermò per un attimo mentre passava la mano sinistra nervosamente tra i capelli -Lo sapeva, e lui cosa fa, esce senza dire niente e sparisce per due giorni.-
-Forse...- iniziò la madre alzando per un attimo gli occhi dal nipotino -Dovresti tornare in Giappone con noi.-
-Mamma! Ti prego.-
Riprese a misurare la stanza, camminava avanti e indietro. Nessuna delle due donne nella stanza con lei parlavano. Cadde il silenzio, il tempo veniva scandito dai passi della ragazza, e ogni tanto il piccolo Ben, emetteva un suono dalle braccia della nonna.
Cinque minuti passarono così, e il nervoso di Takami aumentava secondo dopo secondo.
Quando sentirono la chiave entrare nella toppa della serratura, tutte e tre le donne scattarono girandosi verso di essa, e pochi secondi dopo entrò il ragazzo.
-Dove cazzo sei stato!- esclamò Takami avvicinandosi e parlando a bassa voce.
-Ti devo parlare.- sussurrò lui guardando prima le due donne, per poi concentrare la sua attenzione sulla rossa -Ben sta bene?-
-Ben sta benissimo. Ora voglio sapere di te.-
-Dovevo riflettere.-
-Su che cosa Alec?- per un attimo Takami alzò il tono di voce, per poi riabbassarlo subito -Non potevi farlo qui? O a Terminalcity?-
-No, avevo bisogno di stare da solo.-
-Alec. Non è così che ci si comporta quando si dice che si vuole avere una famiglia.- gli puntò le mani sul petto e lo spinse -Mi hai fatto preoccupare, dannazione a te. Potevi essere morto per quanto ne sapevo. E poi torni qui, tutto fresco e tranquillo, senza neanche dirmi dove sei stato.-
-Nel Wyoming.-
-E cosa ci sei andato a fare?- nessuno dei due si accorse che Hazuki e Yuki  si erano alzate e avevano cambiato stanza, portando con se il piccolo Ben.
-Te lo ho detto, dovevo pensare.-
-A che cosa?-
-A Rachel.-
-Oh perfetto. Un'altra donna. Mia madre ha ragione, me ne devo tornare in giappone.-
-No, Tak, aspetta. Rachel è morta.- lui la interruppe subito prendendola per le spalle -Lei è morta più di due anni fa, per colpa mia.- Lei rimase in silenzio guardandolo, senza capire di cosa parlava -Io l'amavo, è stata il mio primo amore, ed è morta, si può dire per mano mia. L'anno scorso, quando ho cercato di allontanarti è stato perchè non volevo che tu.. facessi la stessa fine.-
-Allora è lei... non mi avevi mai detto il suo nome.- la ragazza si allontanò da lui di un passo -La.. la ami ancora?- la sua voce tremava.
-Una parte di me.. non smetterà mai di amarla.-
-Capisco.- Takami si girò, per non fargli vedere le lacrime che le solcavano le guance e si allonanò da lui lentamente.
-Tak, aspetta.- Alec la fermò per un braccio.
-Cosa?- domandò lei senza voltarsi.
-Mi dispiace..- ora la sua voce era poco più di un sussurro.
-Ormai è troppo tardi.- lei strattonò il braccio, liberandosi dalla presa del ragazzo.
-Takami...- la chiamò nuovamente.
-Cosa c'è?-
-Mi vuoi sposare?- a quelle parole, la ragazza spalancò gli occhi e si voltò a guardarlo -Io.. ho amato Rachel, ma lei ormai fa parte del mio passato. Ora, nel mio presente, ci siete tu e Ben.- le si avvicinò sfiorandole la guancia con una mano -E non voglio che un fantasma del passato, mi rovini le cose più belle che mi sono capitate nella vita.-
-Alec..- lui per posò un dito sulle labbra.
-Fammi finire.- si mise una mano in tasca e tirò fuori un piccolo pezzo di roccia -Sapevo gia di volere questo, ma il mio passato.. Joshua lo definisce oscuro, come il passato di tutti quelli come noi. Veniamo dall'ombra, dal segreto. E ognuno di noi, sta cercando di raggiungere la luce, ed io..- le prese una mano e le posò la roccia sul palmo -Voglio che siate tu e Ben ad aiutarmi a raggiungerla. Questo.. è un pezzo di ciò che resta di Manticore. Sono andato nel Wyoming per prenderlo oltre che a riflettere. E voglio che tu lo tenga.- si chinò versò di lei appoggiano la fronte contro la sua -Non posso darti un anello di diamanti, diamine, lavoro come fattorino alla JemPony.-
-Non voglio un anello di diamanti.- le lacrime avevano rincominciato a scenderle lungo le guance -Voglio solo te.-
Mentre Alec, si chinava di più per sfiorarle le labbra con un bacio, sentirono una voce dall'altra parte della porta che dava alla camera.
-Era ora!-
 
 
Fine capitolo 11
  
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