Serie TV > Agente speciale Sue Thomas
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Autore: mar_79    16/06/2007    3 recensioni
Sue e Jack vivono la loro storia in segreto per evitare problemi sul lavoro, Lucy incontra un vecchio compagno del liceo che sembra molto interessato a lei mentre la squadra si occupa di un caso di traffico di droga. Poi all'improvviso a questa indagine si affianca quella su una persona scomparsa, una persona conosciuta da poco ma a cui ormai tutti vogliono già bene...
Genere: Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’ALTRA META’ DELLA MELA

 

 

Capitolo 1

 

«Lucy, Lucy Dotson, sei proprio tu?»

Sentendosi chiamare lei si voltò e vide un ragazzo alto e affascinante che le sorrideva. Di certo, si disse, non lo conosceva altrimenti se lo sarebbe ricordato.

«Non mi hai riconosciuto vero? Sono Andrew Archer, eravamo in classe insieme al liceo.»

Lucy cercò di ricordare di chi si trattasse finché…no, quello non poteva essere Andrew! Lui era un secchione, basso, robusto e con gli occhiali che tutti, lei compresa, prendevano in giro durante gli anni delle superiori. Però in effetti una certa somiglianza c’era compresa quella piccola cicatrice sul mento e quegli occhi di un grigio così particolare.

«Andrew, sei proprio tu, ma quanto tempo, come stai?»

«Bene grazie, e anche tu vedo,»

Lucy arrossì. «Grazie, sei gentile.»

Lui si  offrì di accompagnarla e iniziarono a raccontarsi della loro vita. Così venne a sapere che era diventato investigatore per una società di assicurazioni, viveva in città e, cosa non poco rilevante, era single.

«Ecco, io sono arrivata.»

Andrew guardò l’edificio davanti al quale si erano fermati e rimase sbalordito. «Lavori per l’FBI?»

«Proprio così. Anche se non sono un agente lavoro a stretto contatto con loro, è un lavoro molto interessante.»

«Non ho dubbi. Senti non vorrei sembrarti frettoloso ma ti andrebbe di cenare con me questa sera?»

Si aspettava quella domanda, ai tempi della scuola Andrew aveva una cotta per lei che però non lo aveva mai considerato da quel punto di vista. Doveva ammettere che invece adesso quell’invito la lusingava molto.  

«Con molto piacere.» Gli diede il suo indirizzo e fissarono l’appuntamento per le sette.

Quando entrò in ufficio aveva un ampio sorriso che non sfuggì ai presenti. «Si può sapere cosa ti è successo. Sembri il gatto che ha appena mangiato il canarino» fece notare Myles.

«Beh, in effetti qualcosa mi è successa. Ho incontrato un vecchio amico del liceo, ci siamo messi a parlare e mi ha invitata a cena.»

Tara le si avvicinò subito. «Racconta, com’è questo ragazzo?»

«Molto diverso da come lo ricordavo ma stupendo» spiegò con aria sognante.

«Bene bene, la coppia Hudson-Thomas fa proseliti. Oggi è toccato a Lucy, domani forse a Tara, chissà quando a Bobby.»

Bobby lo guardò storto. «Ehi, a me succederà molto presto, piuttosto Myles e su di te che dovresti avere dei dubbi.»

«Molto, molto simpatico.»

«Voi due finitela di punzecchiarvi e torniamo a lavoro» si intromise De.

Allora tutti rivolsero la loro attenzione al tabellone davanti al quale si trovavano Sue e Jack. «Allora il nostro nuovo caso riguarda un traffico internazionale di droga proveniente dalla Colombia. All’aeroporto avevano arrestato un corriere ma prima che potessimo convincerlo a collaborare è stato ucciso in carcere. Sappiamo solo che un altro carico dovrebbe arrivare tra tre-quattro giorni.»

«Dovremo trovare il nuovo corriere», aggiunse Sue, «per poter avere altre informazioni. Intanto Tara farà delle ricerche approfondite sull’uomo ucciso.»

«Bene, tutti a lavoro.» concluse Jack.

Quando gli altri si furono allontanati attirò l’attenzione di Sue. «Allora tutto confermato per stasera?» lei fece segno di si «allora ci vediamo a casa tua. Ora vado dal supervisore per aggiornarlo sulle indagini.»

Lei lo guardò allontanarsi. Erano passati alcuni mesi ormai da quando si erano dichiarati il loro amore nella sala lì vicino, ed erano stati mesi molto felici ma (come in ogni storia c’era un “ma”) non era facile dover mantenere segreta la loro relazione. Nessuno, tranne i componenti della squadra che in quanto amici non li avrebbero mai traditi, doveva sapere di loro e questo li costringeva a fingere durante tutto l’orario di lavoro quando erano così vicini ma non potevano neanche sfiorarsi.

 

«Che ne dici di questo? Non credi che sia troppo audace?» Lucy si guardò allo specchio per la millesima volta nell’ultima ora.

«No Lucy, è perfetto, sei stupenda e lui ti adorerà.»

«Ne sei sicura? Forse dovrei riprovare quello bianco.»

Levi avvisò Sue che suonavano alla porta. «Salvata dal campanello. Andiamo deve essere lui.»

Arrivate in soggiorno videro che Jack aveva già aperto e fatto entrare Andrew.

«Lucy sei bellissima.»

«Grazie. Ah, Andrew lei è Sue la mia coinquilina e lui è Jack.»

«Il fidanzato di Sue», aggiunse lui stringendo la mano che Andrew gli tendeva.

Le due ragazze lo guardarono sorprese ma Lucy fu la prima a riprendersi. «Noi ora andiamo altrimenti faremo tardi. A dopo.»

Rimasti soli Sue inclinò la testa da un lato e chiese a Jack: «sbaglio o ti sei presentato come il mio fidanzato?»

«Non sbagli. Preferivi che dicessi boyfriend o ragazzo? No, sono termini troppo riduttivi per esprimere quello che siamo l’uno per l’altra. Fidanzato è perfetto.» Mentre parlava le aveva preso una mano tra le sue e l’accarezzava dolcemente.

Sue era felice di quelle parole ma anche molto imbarazzata e cercò di cambiare discorso. «Il film sta per iniziare, che dici, ordiniamo la pizza?»

Jack sorrise e posò delicatamente le labbra sulle sue per un lieve bacio. «Come potrei rifiutare un’offerta così eccitante?»

 

Lucy si guardò intorno approfittando del fatto che Andrew aveva dovuto rispondere ad una telefonata.

Quel ristorante era proprio carino, con un’atmosfera intima ed elegante, Andrew aveva davvero buon gusto. Sorrise vedendolo tornare.

«Scusami ma aspettavo notizie importanti da un collega sul caso di cui mi sto occupando. Mi servono per un appuntamento di domani mattina e non potevo evitare di rispondere.»

«Non preoccuparti. Posso sapere di cosa si tratta?»

Lui sorrise e poi disse con tono cospiratorio «Normalmente non potrei parlarne ma dato che lavori perl'FBI credo di potermi fidare. Qualche giorno fa in centro c’è stato un grave incendio negli uffici di una società di import-export con il Sud America, ne hai sentito parlare?»

«Si, sono anche passata lì davanti e del palazzo non rimane granché.»

Andrew annuì. «La società è assicurata con noi e dato che i vigili del fuoco hanno stabilito che l’incendio è dovuto ad un corto circuito dovremo pagare il premio. Però…»

«Tu non ne sei convinto?»

«E’ solo una sensazione. L’incendio è scoppiato la notte del 13, beh io ho scoperto che l’ufficio delle entrate aveva previsto un controllo dei registri della società per il 15. Non so cosa cercassero ma so per certo che ora quei registri non esistono più.  Non ti sembra strano?»

«In effetti. Ma se hai questi dubbi perché non lo fai presente al tuo capo?»

Lui fece una espressione amareggiata. «Vedi quella notte il guardiano dell’edificio è morto. Lascia moglie e due figli piccoli. Se paghiamo parte del risarcimento andrà alla famiglia, se avanzo dei dubbi quei bambini non solo avranno perso il padre ma non riceveranno neanche un dollaro. È solo per questo che sto aspettando di avere maggiori informazioni, ho sparso un po’ la voce tra quelli che conosco per vedere se riesco a trovare qualcos’altro.»

«E’ un pensiero molto nobile il tuo, non tutti si comporterebbero così.»

«Grazie. Ma ora basta parlare di lavoro, parlami di te.»

 

Arrivata a casa Lucy andò nel soggiorno sicura di trovarli ancora lì. E infatti erano sul divano, addormentati l’uno tra le braccia dell’altro.

 Jack le teneva un braccio intorno alle spalle e Sue aveva appoggiato la testa sulla sua spalla. Li osservò attentamente, erano una coppia perfetta, peccato che non potessero rendere pubblico il loro legame.

Levi intanto si era avvicinato per salutarla. «Fa piano piccolo», bisbigliò, «non vorrai svegliarli.»

«Sta tranquilla Lucy, non sto dormendo» disse Jack. «Sue voleva aspettarti sveglia ma circa mezz’ora fa è crollata. Ora che sei tornata però sarà meglio chiamarla.» Le posò delicatamente una mano sul braccio e quando aprì gli occhi le sorrise. «Tesoro, è tornata Lucy. Mi era sembrato di capire che volevi parlarle appena rientrava.»

Lei si svegliò completamente. «Oh si, grazie.» Si alzò e andò verso l’amica. Poi, ricordandosi improvvisamente di lui, si voltò «scusami Jack, noi ci vediamo domani a lavoro. Buonanotte.»

Lui si alzò fingendosi deluso. «Voi donne, quando si tratta di spettegolare siete capaci di dimenticarvi tutto il resto, noi poveri uomini per primi!»

Sue fece finta di non capire e lo accompagnò alla porta. Mentre stava per uscire lui però si fermò per insistere. «Ehi, sono rimasto in quella posizione nonostante il braccio mi facesse male per non svegliarti», voleva sembrare arrabbiato ma si capiva che scherzava, «e non merito neanche il bacio della buonanotte?»

Sue sorrise. «Ci sarebbe da discutere su questa richiesta, ma siccome ho fretta di andare da Lucy», si avvicinò e gli diede un bacio veloce, «eccoti accontentato.»

Jack la guardò scontento. «E tu questo lo chiami bacio?» la prese tra le braccia e la baciò a lungo, con passione. «Ecco, questo è un bacio!» poi aggiunse con tono più dolce «buonanotte amore» e uscì.

Sue, rossa in viso,  si voltò verso Lucy provocandone la risata. «Si può sapere quando smetterai di arrossire ogni volta che ti bacia?»

«Non lo so Lucy. Io lo amo, lo amo tantissimo, solo che non riesco ancora ad abituarmi completamente alla svolta che ha preso il nostro rapporto. Prima di metterci insieme tra noi c’era una grande amicizia e forse la paura di perdere anche quella se qualcosa dovesse andare male non mi permette di lasciarmi andare completamente.»

Lucy la prese sottobraccio. «Sta tranquilla, tra di voi non può andare male. Jack per te è l’altra metà della mela.»

«Spero che tu abbia ragione!» poi con tono complice «ora dimmi tutto di Andrew.»

 

  
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