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Autore: Fiore desertico    29/11/2012    2 recensioni
Stella Bonasera, è una donna di grandissimo fascino, molto legata al suo lavoro, ma ancora di più al suo migliore amico Mac Taylor.
Ma che cosa succederebbe se la loro amicizia si spingesse molto più in là, tanto da mettere in crisi un matrimonio quasi pianificato?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mac Taylor, Stella Bonasera
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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E' la prima storia che scrivo qui su EFP,ma spero che vi piaccia.
Tutta Smacked.
 Capitolo 1

“tra bossoli e pistole”.

Non so ancora come feci ad alzarmi dal letto questa mattina. Me ne stavo rannicchiata sotto le coperte, fissando il soffitto bianco della mia camera.
Non era moltissimo che mi ero trasferita a New York, e mi sentivo così sola...
“alzati” continuava a dirmi una parte di me...ma il tepore delle coperte in quella giornata di primi dicembre mi invitava a restarmene a letto, solo per il piacere di poltrire e non fare niente.
Francamente è molto strano che io facci a tardi a lavoro, mi piace essere abbastanza puntuale, soprattutto se sei nuova e tutti, appena entri nel tuo ufficio ti scherniscono con lo sguardo.
“avanti...devi andare a lavoro”...
Ma mi convinsi che un minuto di più a letto, non mi avrebbe certo fatto male...
I minuti però iniziarono a passare...
“non vorrei dirti, ma sono le sette e trentacinque...ha sol dieci minuti per attraversare mezza New York, vestirti lavarti, fare colazione, e ....Sbrigati!”
Guardai per l’ultima volta il soffitto prima di alzarmi e dirigermi verso la cucina.
La mia casa, non era certo grandissima, e nemmeno da ricconi, ma a me piaceva tantissimo...: piccola, calda, confortevole...quello che proprio ci vuole, dopo una giornata di stress continuo.
Il mio capo, l’ispettore Holgh, per altro, è anche un tipo molto puntiglioso, e molto nervoso. Pignolo e molto testardo, non ama parlare con la gente, e questo gli fa acquisire un’altra caratteristica....:la cocciutaggine!
Diciamo che è la persona più...più. insolente che abbia mai incontrato...
“se non ti muovi fai tardi a lavoro...dopo si che lo senti quello lì!”
Insomma, infilai velocemente qualcosa di decente, e mi diressi velocemente in bagno per darmi una sistemata...
“ti ricordo bella mia, che proprio oggi fanno gli smistamenti!...”
Cavolo! Non avevo nemmeno pensato a quello!alcune volte mi chiedo, perché posso essere così sbadata!
Presi la mia borsetta dei trucchi, stavo per tracciare una riga con la matita nera...
“lascia perdere, ti trucchi in macchina!”.
Misi in qualche maniera, le mie cose nella borsa senza stare a pensare che avevo lasciato aperto il profumo senza prima averci messo il tappino!

* * * *
H:”MacOldeg?”
MC:”Qui..signore...”
H:” volevo presentarvi il tenente Mac Taylor, lavora per la scientifica di New York...”
MC:”è un vero piacere conoscerla!”
M:” piacere tutto mio!”
H:”Fulton?”
F:”Qui...!”
H:”O’Bryan?”
O’:” Qui...!”
H:”Fester?”
Fe:” Qui..”
H:”Bonasera?”

Tutti si girarono e si guardarono con aria innocente...
Holgh, sospirò pesantemente, mettendosi una mano sulla fonte.
H:”siamo alle solite...”

Da in fondo alla stanza però...Io stavo arrivando correndo.
S:”sono qui!”

Raggiunsi a corsa il mio capo, che guardava con aria imbarazzata l‘agente delle scientifica...
H:” raggiungi gli altri...dopo dobbiamo parlare!”
“ragazza mia, sei fregata! Ma che ti è saltato in mente, startene a crogiolarti nel letto quando sai benissimo, che proprio questa mattina, ci sono le selezioni?”

L’agente della scientifica però mi guardò incuriosito, e stessa cosa feci anche io.
H:”Mi rammarica molto il comportamento della mia ...”
M:”non si preoccupi...succede a tutti di fare un pochino più tardi...ieri ha lavorato tanto?”
“tanto? Tzè! È una domanda delle serie: dimmi a che ora vai a letto, e ti dirò chi sei? Sono andata a letto alle due!”
Ma naturalmente risposi solo che avevo fatto un pochino più tardi del solito...
M:”ecco vede? Era solo un pochino più a rilento...tutto qui!”-mi giustificò l’uomo, facendomi un mezzo sorriso.
Ricambiai.
H:”il Tenente Taylor, è venuto per una selezione tra i migliori...chi passa la prova....entra in squadra con lui, e naturalmente, sarà sempre lui a valutare le capacità di ognuno di voi...”
Holgh, si rivolse a me con tono di sfida...
“vediamo quanto ci metti a farti licenziare...”.
H:”Signor Taylor, con che cosa vuole iniziare per prima?”
M:”farò..farò un po’ di domande, per vedere fino a che punto sono preparati i suoi uomini, e per capire anche ....come si trovano qui, in questa bella città.”
H:” mi sembra una buonissima...ma che dico ottima idea!” esultò il capo.
“Leccapiedi che non sei altro!”

L’agente Taylor, iniziò a fare domande piuttosto aperte, per capire anche qualcosina su di noi...
Sembrava che volesse leggere nelle nostre menti, e capire che cosa ci passava in quella piccola testolina (così diceva sempre Holgh!).
Quando giunse a me, Holgh, lo fermò.
H:” non perda tempo con lei...è appena arrivata, non sa bene quello che fa...e da come si è presentata stamattina!...”

L’uomo mi guardò ancora una volta con aria di sfida e io arrossì.
“te la spacco io quella testolina vuota! Non ti rivolgere mai più a noi, in questo modo!”

M:” non importa...correrò il rischio di perdere un po’ di tempo anche con lei...”
Io guardai l’agente e subito, la mia espressione cambiò.

“Tiè! Alla faccia tua Holgh....”

M:” allora...”
S:”Stella...Stella Bonasera...”-intervenni.
M:” allora Stella...dal cognome, non sembri di qui...”
“Ma indovina un po’! hai mai sentito un americano chiamarsi come me??”
S:” già...sono di origini italo-greche”

Taylor annuì.

Poi rivolgendosi agli altri...
“dunque, voglio valutare al meglio le vostre capacità, quindi per il momento mi baserò solo su piccole prove di dimostrazione...poi passeremo alla parte pratica...”
Io alzai la mano, per fare una domanda.
“che c’è...credevo che fosse tutto chiaro, ho hai bisogno di un interprete”.
M:” Si?”
S:”Volevo chiederle, se...ecco, con che criterio lei, fa i suoi esami?”
“ma che domanda ....”
M:”Oh....bella domanda! Vedo che la cosa gli interessa molto...agente??”
S:”Bonasera!”
Sorrisi.
M:”già!...Dunque...la procedura in se dovrebbe darvi una scheda di ammissione, ma per quanto mi riguarda, preferisco anche vedere un po’ come siete organizzati...”
Holgh mi guardò, mentre il mio sguardo era solo attratto da quello dell’agente.
H:” ma i principianti...i novellini...”
Lo guardai male. Odiavo quanto mi chiamava “Novellina”, e questo lui lo sapeva, ma tentai di rimanere con il sangue freddo e di portare la massima pazienza, fino alla fine della mattina.
M:” Signor Holgh...vorrei che anche i “novellini” partecipassero alla attività...gli l’ho già detto o mi sbaglio?”
H:” si...scusi...”
Mi guardò male, ma face finta di niente come se la cosa non lo toccasse minimamente.
M:” continuiamo...”
Disse respirando profondamente e spostando il suo sguardo verso la mia direzione.

* * * *
Non era passata nemmeno una settimana da quando quell’uomo era venuto a farci visita....ma il mio capo, non sembrava troppo contento della cosa.
Quella mattina, ero arrivata in anticipo,e così decisi di andare un po’ a curiosare in giro.
“Guarda che se Holgh ti becca, passi guai seri...così ti deciderai anche a visitare e conoscere a memoria il suo ufficio”.
È vero! Nell’ultimo periodo, ero riuscita a conoscere così bene il suo ufficio, che per poco, ormai, sapevo anche fili aveva il suo tappeto persiano.
Era sempre la stessa storia! Succedeva qualche cosa, e la colpa veniva sempre data a me! Così lui, per ogni scusa mi convocava nel mio ufficio, e poi segnava nel suo librone, che mi aveva richiamato!
Che faccia tosta che ah certe volte la gente!
Ma comunque sia, guardai un po’ in giro, osservando tutto con estrema attenzione.
Raggiunsi l’ufficio e il laboratorio balistico.
Appoggiata sul tavolo metallico, se ne stava una bellissima calibro nove automatica.
Presi l’oggetto con molta delicatezza, e per poco non rabbrividii! Era la prima volta che impugnavo veramente una pistola.
“Pensa...con quella potresti fare un bel foro di entrata in quella testa vuota di Holgh!”
Ero davvero troppo impegnata a osservare con stupore quella bellissima arma, che non mi accorsi, che alle mie spalle, qualcuno mi aveva appena raggiunto.
M:” Bella , eh?!”
Trasalii.
M:” come mai già in a lavoro?”
S:”Ecco...la mia sveglia..ho sbagliato a metterla...e ...ha suonato prima...”
Lui si limitò ad annuire.
Forse mi sbagliavo,ma mi sembrava davvero molto stanco.
S:” nottataccia?” –chiesi- “sembra che le occhiaie abbiano preso il sopravvento!”
M:” in effetti sono due giorni che non dormo!”
Mi rispose in tono serafico. Ero stupita, io non sarei riuscita a reggere per molto un ritmo come il suo...
S:” come mai qua? La scientifica si è stancata di lavorare? Perché qui ce ne sarebbe per tutti!”
Dissi scherzando.
“digli che ti spacchi la schiena fino alle due di notte, per lavorare per quel leccapiedi del tuo capo.!”
M:”no...la scientifica...tutto bene...ma ...senti...tu sei una persona piuttosto professionale...”
“insomma lasciamo perdere, se la mattina vorresti fare altro che lavorare per Holgh...quella non è certo una cosa professionale.!”
M:”mi...mi...”
Ma non terminò la frase, perché il mio capo, spalancò la porta.
H:” Ecco dove ti eri cacciata brutta...”- si fermò stupito- “Signor Taylor...”
Poi si rivolse a me.
H:” gli stai facendo perdere tempo, lui non ha tempo per te...inizia a lavorare se non ti vuoi ritrovare il tuo lavoro più quello di qualche tuo altro compagno!”
M:” Scusi, ma credo che stia sgridando ingiustamente la sua collega...sono stato io a farle perdere “il suo tempo prezioso...”...e francamente non ne sono affatto pentito!”
Capii che mi stava difendendo in tutti i modi possibili.
Holgh si trovò in difficoltà a contraddire quell’uomo,così, rassegnato uscì fuori dal laboratorio dicendomi “:Ti voglio a lavorare tra nemmeno 10 minuti! Chiaro?”
Così sbattè la porta.
S:”è un po’ suscettibile di prima mattina...” lo giustificai io.
M:”non ti devi scusare proprio di un bel niente...anzi...dovrebbe rendersi conto che è un maleducato!”
Sorrisi. Era la prima volta da quando era arrivata che una persona finalmente mi trattava con un pochino più di decenza.
S:”Sarà veramente meglio che vada...altrimenti...credo che questa volta non sentirà nessuna scusa!”
L’uomo annuì, stringendomi la mano.
S:” Grazie ancora signor...”
M:”Chiamami Mac...e sei hai bisogno di me...non esitare!”
S:” ma non ho nemmeno il suo numero...”
M:” lei mi chiami...io arriverò!”
Così dicendo, spengendo la luce scomparve nell’oscurità lasciandomi sola, in quel laboratorio con quella pistola calibro nove.

* * * * *
Quel venerdì me ne stavo nel mio piccolissimo ufficio, risolvendo dei casi, che il mio capo, mi aveva lasciato.
Non mi sarei mai aspettata di vedere Holgh, che veniva a farmi visita mentre lavoravo.
H:” Bonasera...”
S:” Signor Holgh...qualche cosa non va? Le giuro che in tutti i documenti, ho seguito la procedura, ho perfino interpellato l’avvocato di Boston...”
H:” Taci!”
“Ecco figurati se non gli facevi alzare la voce! Lo sai che dopo è nervoso per tutto il giorno!”
S:” Scusi...”
Chinai il capo, sedendomi nella mia sedia.
H:” devi essere molto fortunata, o molto stupida”- lui solitamente scambia l’ingenuità per la stupidità –“Ha chiamato il Tenente Mac Taylor...”
Il mio cuore si rigonfiò di orgoglio, quell’uomo mi stava davvero simpatico, e sembrava per giunta , sapere il fatto suo!
H:” ho cercato di fargli cambiare idea, di fargli cambiare agente...ma lui voleva una gente con certi requisiti...e lui pensa, che tu faccia proprio al caso suo!”
Sgranai gli occhi.
S:” Scusi...non ho capito bene...”
Lui mi rispose in malo modo.
H:” Levati da qui! Adesso lavori per lui!”
Così mi scrollò dalla sedia.
Ero ancora incredula a quello che mi stava dicendo...
H:” Bhe? Che fai lì? Muoviti!”

Non avevo ancora idea che cosa sarebbe successo da lì in poi, ma avevo così tanta voglia, di mettermi subito a lavorare !!
  
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