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Autore: telesette    01/12/2012    1 recensioni
[Ci hai rotto papà]
Stefania non riuscì più a trattenersi.
Le sue labbra si posarono su quelle di Andrea, baciandolo leggermente ma con desiderio. Entrambi chiusero gli occhi, quasi che si trattasse di un sogno, ma era tutto assolutamente reale. Per entrambi era in assoluto il primo bacio ( e non certo come quelli dei film, dove i protagonisti sono capaci di andare avanti per ore senza interruzione ), tanto breve e pudico quanto intenso ed importante...
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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FotoCi hai rotto papà è un film del 1993, diretto da Castellano e Pipolo. L'ultima pellicola diretta dalla coppia di registi e, al tempo stesso, una storia tuttora in grado di suscitare sorrisi e nostalgie varie.
Siamo a Roma, quartiere Prati. Un gruppo di ragazzi che abitano nello stesso stabile è solito ritrovarsi al cinema Esperia, chiuso per essere trasformato nel solito supermarket. Quando sono tra di loro si fanno chiamare "Gli Intoccabili", dal nome dell'ultimo film proiettato in quel cinema. Il loro motto è: guerra ai grandi, guerra agli adulti che li vessano e che li ossessionano... e i loro scherzi spesso si risolvono in modo pesante ma simpatico ( vagamente e forse con un leggero riferimento alla fortunata vena goliarda che caratterizzava la storica serie di Amici Miei ). Il capo del gruppo si chiama Marco, autoritario come il suo ruolo impone; poi ci sono i fratelli Andrea ( detto "Cotoletta" ) e Carletto ( "Tartaruga Ninja" ), new entry del gruppo con il loro cane SanBernardo Mozart; c'è Fabrizio, soprannominato "Karate Kid" perché fissato con i film di arti marziali; c'è Stefania, che va a scuola dalle suore e prende lezioni di violino, tutto fuorché la "classica" signorina di buona famiglia; Paolo, il figlio tutto pepe del portiere; e il figlio di un diplomatico africano, il piccolo Zibbo, con una spiccata tendenza a scimmiottare la risata tipica di Eddie Murphy.

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Per Stefi questo e altro

 

Da che Andrea era uscito dal coma, erano passati alcuni giorni e il ragazzo si stava riprendendo in fretta.
Marco e gli altri non mancarono di venirlo a trovare quotidianamente, sia per assicurarsi dei suoi miglioramenti che per raccontargli le loro ultime "imprese"... Da ciò se ne deduceva che, nonostante quanto accaduto all'amico, Gli Intoccabili non avevano ancora perso la voglia di fare scherzi feroci al prossimo.
Andrea tuttavia era contento così.
Senza scherzi e burle varie, la vita di per sé era nient'altro che un gran rompimento di scatole: adulti che ti dicono cosa fare, genitori che ti dicono come ti devi vestire; per non parlare della scuola, delle maestrine, dei vicini di casa, e del mondo che ti vorrebbe "adulto" quando sei ancora bambino...
Certo, con l'incidente occorso, Andrea se l'era vista veramente brutta.
Quella macchina avrebbe potuto anche ucciderlo, e tutto per via di quello scherzo idiota alla stazione di servizio.
Incollare le tavolette dei cessi, in modo da appiccicarvi i prominenti fondoschiena delle signore, poteva sembrare forse molto divertente. Ma Stefania aveva rischiato grosso stavolta, nel farsi beccare dall'inserviente, e Andrea non poteva certo lasciarla nei guai.
Ormai lei lo sapeva.
Lo sapevano tutti quello che provava nei suoi confronti, dopo la sua "dichiarazione" sotto le luci del vecchio cinema Esperia, e la cosa adesso non lo infastidiva assolutamente. Stefania le piaceva, le piaceva moltissimo, e quando si è innamorati si è sempre capaci di cose folli.

- Chissà la faccia del colonnello - fece Marco, sorridendo al solo pensiero. - Quando si è reso conto degli zeri in più sulla sua bolletta della luce, per poco non l'hanno sentito urlare in tutto il quartiere...
- Te li immagini quindici milioni di corrente, invece di centocinquantamila lire? - sottolineò Paolo, ridendosela a crepapelle. - A mio padre gli sarebbe venuto l'infarto!

Tutti scoppiarono a ridere di gusto.
Andrea passò lo sguardo da uno all'altro dei suoi amici, cercando ovviamente Stefania, e si mise a fissare quest'ultima con affetto...
Anche Stefania prese a guardarlo insistentemente.
In quei pochi giorni erano successe talmente tante cose. Per anni la sua cotta per Marco le aveva impedito di accorgersi di chiunque altro, e certo non avrebbe mai immaginato di poter guardare "Cotoletta" come qualcosa di più di un buon amico.
Poi d'un tratto tutto era cambiato completamente.
Andrea le aveva confessato di essersi innamorato di lei, lasciandola completamente di stucco. Ma per colpa di Marco, che aveva pensato bene di trasformare la dichiarazione di Andrea in una farsa per il gruppo, non era più riuscita ad affrontare quell'argomento. Dopo quella figuraccia poi, Andrea non era più uscito di casa per giorni e rifiutava di parlare con tutti; anche con lei, che pure era all'oscuro dell'intera faccenda.
E poi l'incidente...
Andrea era corso ad aiutarla da quella tardona che minacciava di denunciarla, giungendo proprio come il cavaliere delle favole, e un attimo dopo Stefania lo vide a terra privo di conoscenza.
La macchina aveva inchiodato appena in tempo per evitare di ucciderlo, ma ugualmente l'impatto era stato assai violento ed erano sorte notevoli complicazioni. I medici disperavano che Andrea potesse uscire dal coma, dopo un simile trauma cerebrale, e solo il coro e le grida concitate dei suoi amici riuscirono in qualche modo a ridestarlo dal mondo dei sogni.
Ora quell'episodio era solo un brutto ricordo, una parentesi chiusa fortunatamente bene, e Stefania poteva ancora guardare al tempo che avrebbe trascorso con lui in futuro.
Con la coda dell'occhio, Marco si rese conto che Andrea e Stefania si stavano scambiando un reciproco sguardo d'intesa.
Dal momento che non desiderava più in alcun modo fare lo stronzo della situazione, prendendosi spudoratamente gioco dei loro sentimenti, il biondo capo degli INTOCCABILI pensò bene di levare le tende assieme al resto del gruppo.

- Ascoltatemi bene - esclamò, rivolgendosi a Fabrizio e agli altri. - Domani Andrea esce dall'ospedale, e noi dobbiamo organizzargli un degno regalo di bentornato...
- E allora ?!? - chiese Paolo perplesso.
- Che ci inventiamo? - fece eco Fabrizio.
- Semplice - rispose Marco solenne. - Ci ritiriamo al Quartier Generale e prepariamo il discorso... assieme al nastro con le telefonate della Taddei, che Paolo ha registrato la scorsa settimana!

Tutti si misero a sghignazzare al pensiero.
Da che avevano messo il nome di quella insopportabile zitellaccia sugli annunci riservati alle massaggiatrici, quest'ultima aveva preso a lagnarsi delle decine di telefonate oscene che riceveva ogni giorno. Di nascosto dal padre, che era il portiere dello stabile, Paolo aveva dunque "origliato" dalla centralina generale; e registrato così parte delle conversazioni, grazie al registratore dell'amico Zibbo.
Tutti concordarono con la trovata del capo e, seguendo quest'ultimo, uscirono in fretta dalla stanza. Marco rivolse una strizzata d'occhio sia ad Andrea che a Stefania, i quali afferrarono al volo, e si chiuse la porta alle spalle portandosi dietro la banda al completo.
Rimasta sola con Andrea, Stefania intrecciò le dita nervosamente.
Per giorni non aveva più avuto modo di parlare con Andrea della sua... dichiarazione!
C'erano tante cose che voleva dirgli, ma non sapeva assolutamente da dove cominciare.
Andrea le voleva molto bene, e glielo aveva dimostrato in più di un'occasione, e anche lei adesso sentiva di provare per lui qualcosa di più dell'amicizia.
Andrea non era Marco, non era atletico né sicuro di sé, ed era timido e impacciato come... come una "cotoletta", appunto!
Tuttavia era estremamente tenero, con quel suo sguardo sereno e i suoi occhiali rotondi.
La prima volta che lo conobbe, Stefania pensava che fosse il classico milanese che se la tirava: un razzista/leghista di una famiglia abituata a definire tutti "terroni", dall'Emilia Romagna in giù; di conseguenza, non le era andato particolarmente a genio.
Poi però, una volta entrato a far parte del gruppo, anche lei aveva imparato a conoscerlo e ad apprezzarlo.
Andrea era un ragazzo buono e sincero, generoso e leale, e tutto sommato non era poi così male neanche fisicamente.
Da che si era dichiarato con lei, Stefania aveva riflettuto molto ed ora più che mai riteneva giusto dargli una risposta.

- Andrea - cominciò. - Io... C'è una cosa che vorrei dirti...

Andrea chinò il capo mestamente.
A giudicare dal tono, e dalla sua voce incerta, ciò che intendeva dirgli non suonava molto piacevole.
Probabilmente intendeva mettere in chiaro che non poteva provare lo stesso tipo di affetto che lui invece sentiva di provare per lei. Forse temeva di ferirlo, per questo esitava, ma certo era preferibile la verità piuttosto che una bugia pietosa.

- Dimmi pure, Stefi - rispose Andrea con un filo di voce.
- Sei stato molto coraggioso, sul serio!

Andrea sgranò gli occhi perplesso.

- Io... Non avevo capito che... Sì insomma, non mi ero mai accorta di quanto tenessi a me - proseguì Stefania. - Quando me lo hai detto, non sapevo cosa rispondere; ero imbarazzata, ti giuro, e poi Marco e il suo scherzo del... Andrea, ti giuro che io non ne sapevo niente!
- Lo so - annuì l'altro. - Credimi, è tutto a posto, davvero!
- No, non è tutto a posto - obiettò Stefania, estremamente seria in volto. - D'accordo, non sapevo che cosa risponderti, lo ammetto; ero confusa, e ho passato giorni a riflettere su quello che mi hai detto... però adesso ho capito una cosa!
- Che... Che cosa?

Stefania si mordicchiò il labbro, in preda ad una forte tensione, tuttavia respirò profondamente e guardò Andrea attraverso i suoi occhi chiarissimi. Andrea non ricordava di averla mai vista bella come adesso, salvo in rare occasioni, e comunque lei era sempre la più bella di tutte nel suo cuore. La ragazza si fece coraggio e, carezzando la mano di Andrea con le dita sottili, lo mise a parte di ciò che anche lei sentiva di provare nei suoi confronti.

- Quello che hai fatto per me - disse. - Il modo in cui mi hai aiutata e... Andrea, nessun altro avrebbe rischiato la vita per me, come hai fatto tu!
- Per te questo e altro, Stefi - esclamò dunque Andrea, senza nemmeno riflettere.

Stefania non riuscì più a trattenersi.
Le sue labbra si posarono su quelle di Andrea, baciandolo leggermente ma con desiderio. Entrambi chiusero gli occhi, quasi che si trattasse di un sogno, ma era tutto assolutamente reale. Per entrambi era in assoluto il primo bacio ( e non certo come quelli dei film, dove i protagonisti sono capaci di andare avanti per ore senza interruzione ), tanto breve e pudico quanto intenso ed importante... E quando si resero conto di esserselo dato sul serio, entrambi arrossirono come peperoni.
Ora Stefania non aveva più dubbi.

- Anch'io ti amo, Andrea!

 

FINE

   
 
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