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Autore: ilGhiro    02/12/2012    8 recensioni
E se il Guardiano della Pasqua chiedesse all’Uomo nella Luna di renderlo umano? E se l’Uomo nella Luna acconsentisse? In amore tutto è possibile, soprattutto se si parla dei Guardiani… Una Slash raffinata e intellettuale (?) sulla coppia della Dreamworks più improbabile e romantica dell’anno: Jack Frost e Bunnymund!
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime, Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Beauty and the Bunny

 
 
 
 
 
- Un coniglio. Sono solo uno stupido, fottutissimo coniglio. –
Bunnymund, seduto sul prato della sua tana, contemplava l’acqua limpida di un piccolo torrente.
Intorno, le piccole uova di Pasqua di cui si occupava da centinaia di anni si erano addormentate in mezzo all’erba morbida; una giaceva appoggiata ad una delle sue lunghe zampe.
Erano passati sei mesi dalla sconfitta di Pitch, sei mesi in cui aveva finto di essere troppo indaffarato nei preparativi per la Pasqua successiva per trovare il tempo di andare a trovare Jack Frost.
Il ragazzo (che di un ragazzo, in realtà, aveva solo l’aspetto) si era recato al Polo presso il Guardiano del Natale, in attesa del ritorno dell’estate; gli sarebbero bastate poche, pochissime ore per recarsi da North e rivederlo, ma in quei mesi non ne aveva mai avuto il coraggio.
Jack Frost era bello, forse il più bel ragazzo che avesse mai visto, e già quando aveva interrotto senza alcun preavviso l’ Egg Hunt del ’68 non aveva potuto non rimanere affascinato, pur trovandosi nello sconforto più totale, dagli splendidi occhi azzurri che lo avevano trafitto per pochi istanti, prima che la risata vigorosa e allegra del Guardiano si diffondesse sui prati insieme al gelo sprigionato dal suo bastone, e le uova di Pasqua che Bunnymund aveva sistemato con cura fuggissero di qua e di là, infreddolite e sconvolte.
Non era passato un solo giorno in cui, in quei lunghi mesi, non avesse pensato a lui.
Quel ragazzo tanto solo aveva impiegato trecento anni a trovare la sua strada: e adesso lui, Bunny, vedendo Jack sorridere e danzare nell’aria, finalmente a conoscenza dello scopo della sua esistenza, aveva perso il senso della sua.
Amava Jack Frost.
Amava i suoi capelli bianchi e morbidi.
Amava il suono basso e melodioso della sua voce.
Amava il suo corpo minuto, i suoi piedi scalzi, i suo sorrisi insolenti e sarcastici e le volte in cui li aveva rivolti a lui, e avrebbe voluto confessarglielo più di ogni altra cosa al mondo mentre sedeva nello stesso punto in cui, prima di sconfiggere Pitch, aveva condotto lui e gli altri Guardiani alla sua tana, e insieme avevano guardato l’acqua limpida e si erano scambiati qualche parola amichevole per la prima volta, ricominciando con il piede giusto dopo la bufera dispettosa e immotivata di quarant’anni prima.
Ma, come aveva detto qualche istante prima, Bunnymund era, perlappunto, solo un coniglio: un enorme, grottesco animale, che mai nella sua vita avrebbe potuto trovare qualcuno con cui condividere la sua immortale esistenza.
Perso nei suoi pensieri, spostò delicatamente la zampa a cui era appoggiato il piccolo uovo e si alzò, dirigendosi verso l’uscita della tana; una volta all’aria aperta, contemplò la brughiera che lo circondava, maestosa e immersa nel silenzio della notte.
L’uomo nella Luna lo stava guardando anche in quel momento, lui lo sapeva.
Era stato lui a dotarlo di coscienza e a renderlo un Guardiano: gli era grato di questo, ma si rese conto che, per la prima volta in tanto tempo, tutto ciò di cui era stato felice fino a quel momento non poteva più bastare.
Era una bestia, e come tale, per quanto fosse dotato di parola, non poteva piangere: ma se ne avesse avuto la facoltà, era certo che in quel momento, alzando lo sguardo verso la luna piena e splendente, avrebbe versato lacrime amare.
- Uomo nella Luna, davvero il mio destino è rimanere solo? – sussurrò, certo che Lui potesse sentirlo. – Per la prima volta in tanti secoli temo di non farcela, e tu sai perché… Conosci ogni mio sentimento e più piccolo desiderio, perché sei stato tu a crearmi. –
Un raggio di luna più intenso degli altri gli ferì gli occhi; il candido satellite, al massimo del suo splendore, illuminava la prateria rendendola di una bellezza ancora più sconvolgente.
- Ti prego, Uomo nella Luna, trasformami in un essere umano! – concluse con trepidazione.
Bunnymund chiuse gli occhi, lasciandosi accarezzare da quella luce abbagliante; tese verso di essa anche le larghe zampe anteriori che in qualche modo assomigliavano, grottescamente, a mani umane.
Quando riaprì gli occhi, non era accaduto nulla.
- E’ questo ciò che volevi fare di me?! – grido, senza più riuscire a trattenere il dolore che gli sferzava il petto. – Un mostro, un essere che non appartiene a nessuna razza, una creatura immonda e solitaria? –
La luna lo guardava in silenzio.
- Aiutami, ti supplico. – mormorò con voce spezzata, abbassando lo sguardo.
La testa gli doleva orribilmente; la prateria intorno si fece sfocata, mentre lo assaliva una forte nausea. Stava per riaprire il passaggio che lo avrebbe ricondotto alla tana quando, in lontananza, gli parve di udire un’esclamazione entusiasta pronunciata da una voce che gli sembrava familiare.
Ma chi avrebbe potuto trovarsi in quella brughiera vuota e solitaria, a parte lui?
Cadde a terra, stordito dalla rabbia e dal dolore, mentre fitte lancinanti si irradiavano lungo tutto il suo corpo.
Urlò; la sua stessa voce gli parve diversa e distante da lui, e comprese che l’Uomo nella Luna aveva deciso di porre pietosamente fine alla sua vita, per risparmiargli un’ulteriore sofferenza.
Sentì la stessa voce di prima, questa volta più vicina, chiamarlo a gran voce; la riconobbe, era quella di Jack. Emise un flebile lamento, senza trovare la forza di opporsi a quella bellissima allucinazione. I suoi occhi si chiusero su quelli azzurri e spaventati del ragazzo che amava, mentre dava addio a quella vita orribile.
 
 
 
Bunnymund si alzò a sedere di scatto, ritrovandosi a un centimetro di distanza dal volto perplesso di Jack Frost.
- Cos… Sono vivo?! – esclamò, indietreggiando sull’erba e andando a sbattere contro una roccia alle sue spalle.
La testa ricominciò a dolergli, mentre ricadeva pesantemente sul masso con un gemito di dolore.
- Bunnymund, sei tu? – sussurrò Jack.
Il Guardiano della Pasqua notò solo in quel momento che il ragazzo lo guardava con timore e perplessità.
- Certo che sono… - Bunnymund si bloccò. Era stato davvero lui a pronunciare quella frase? - …Io. –
La sua voce gli sembrò diversa, più delicata e giovane.
Il Guardiano dell’Inverno allora sorrise timidamente, provocandogli un tuffo al cuore; si avvicinò nuovamente a lui, sfiorandogli il volto con le mani.
- Bunnymund, tu… -
Era in Paradiso, vero? Jack che accostava il volto al suo con una simile intensità nello sguardo doveva per forza essere frutto della sua mente.
- …Sei diventato umano. – terminò il ragazzo, la voce ormai ridotta ad un sussurro.
Bunnymund sobbalzò; chiuse gli occhi; li riaprì su un paio di mani grandi e forti che non potevano appartenere che ad un ragazzo, nonostante fosse stato lui a muoverle.
- L’Uomo nella Luna ha esaudito le mie preghiere? – mormorò, incredulo.
Jack aprì la bocca, stupito, per poi richiuderla nuovamente in un sorriso, come se avesse già compreso ogni cosa.
Si sedette di fronte a Bunnymund, ancora sotto shock, e con le mani diede vita ad un piccolo specchio di ghiaccio; il Guardiano della Pasqua vi si specchiò timorosamente, senza credere ai suoi stessi occhi.
Il suo volto era quello di un ragazzo di circa diciassette o diciotto anni; i suoi occhi erano rimasti verdi e brillanti, ma il resto dei suoi lineamenti era glabro e talmente diverso che avrebbe temuto di trovarsi nel corpo di qualcun altro, se non fosse stato per il ghirigoro nero sulla sua fronte, identico a quello che aveva sempre avuto sul pelo quando ancora era un coniglio.
- Sono diventato un ragazzo. – disse, ascoltando nuovamente il suono della sua nuova, meravigliosa voce umana.
- Sì, Bunnymund. Evidentemente ho deciso di venire a trovarti nel momento giusto. – rispose Jack, allargando il sorriso, senza smettere di guardarlo come se lo stesse facendo per la prima volta. Il Guardiano non potè dargli tutti i torti.
Al posto delle orecchie lunghe e morbide, adesso aveva lunghi capelli di un indefinibile colore tra il grigio scuro e il blu che gli giungevano fino alle spalle; sulle braccia e al petto aveva ancora i bracciali e la cinghia che lo equipaggiavano adeguatamente per poter usare il suo boomerang, e il resto del suo corpo era forte e vigoroso, ma umano, senza dubbio umano, umano in ogni più piccolo particolare, anche…
- Sono nudo. – disse, accorgendosi all’improvviso di essere totalmente privo di vestiti.
Jack si rialzò bruscamente, rosso in viso, e gli diede le spalle.
- Scusa, io… Non riuscivo a smettere di guardarti, Bunnymund. – disse, imbarazzato.
Il Guardiano della Pasqua sorrise.
- Vai a cercarmi qualcosa da mettere, per favore. – replicò, senza alcuna traccia di irritazione nella voce.
Il Guardiano dell’Inverno si allontanò in volo, lasciandolo sullo stesso prato dove, la notte prima, aveva perduto ogni speranza. La luna non era visibile: stava sorgendo un’alba luminosa e rosea su quel luogo meraviglioso, scaldando la sua nuova pelle.
Jack tornò dopo qualche minuto. Chissà dove, aveva trovato una t-shirt bianca, un paio di jeans sdruciti e delle scarpe da ginnastica consunte. Si coprì gli occhi e barcollò verso di lui, reggendo i vestiti.
Bunnymund scoppiò a ridere, guardandolo mentre avanzava e tentoni verso di lui, e afferrò gli oggetti senza una parola.
- Ci sono anche questi. – precisò Jack, tirando fuori dalla tasca centrale della felpa un paio di boxer.
- Ah. – rispose Bunnymund. Questa volta fu il suo turno di arrossire, mentre si vestiva velocemente, incespicando nei pantaloni. - Devo mettere anche queste? – aggiunse sconsolato, contemplando con disgusto le scarpe vecchie e sporche.
- Non vorrai ammalarti già durante il tuo primo giorno da umano, Bunnymund. – ribattè Jack, divertito, liberando finalmente gli occhi dalle mani.
Il Guardiano della Pasqua si alzò; era più alto di lui di almeno due spanne.
- A quanto pare adesso sei un nanerottolo. – disse al ragazzo, ravviandosi i capelli scuri.
Jack, per qualche motivo, non rispose alla provocazione, e con la mano destra creò una forbice di ghiaccio, bella e affilata.
- Posso? – chiese timidamente, indicando i capelli lunghi e spettinati dell’altro.
Bunnymund annuì e si sedettero nuovamente sul prato; Jack, alle sue spalle, fabbricò in pochi secondi anche un  pettine con cui iniziò a districarli.
- Ahi! – si lamentò Bunnymund, più per l’imbarazzo che a causa di un reale fastidio.
- Stai tranquillo, ho tolto tutti i nodi. – disse Jack, posando il pettine a terra. In pochi minuti accorciò i suoi capelli di almeno un palmo, riducendoli all’altezza della nuca; poi Bunnymund ebbe un brivido, mentre il ragazzo iniziava a passargli le mani sui capelli ormai corti, accarezzandoli. Mentre lo toccava in quel modo inconsueto e delicato, Jack avvolse le gambe intorno ai suoi fianchi e accostò le labbra al suo orecchio.
- Stanotte dovremmo ringraziare l’Uomo nella Luna come si deve, non credi, Bunnymund? – la sua voce era roca e scherzosa, ma esitante.
Bunnymund trattenne il fiato, mentre Jack allontanava le mani dalla sua testa, cessando improvvisamente di sfiorarlo; fece per alzarsi, ma il Guardiano dell’Inverno gli posò le mani sulle spalle, fermandolo.
- Non ho ancora finito. –
Un attimo dopo, Bunnymund percepì le labbra del ragazzo sul collo, dove prima erano i suoi capelli.
- Jack, io… -
- Lo so. –
Lasciò che il ragazzo lo baciasse sulla nuca e sulle spalle, rabbrividendo di piacere; il suo nuovo corpo rispondeva in modo irruento, lasciandolo senza fiato.
Jack gli sfilò la t-shirt che aveva indossato pochi minuti prima; se Bunnymund avesse saputo che quei vestiti gli sarebbero serviti per un lasso di tempo così breve, non gli avrebbe neanche chiesto di procurarglieli.
I movimenti del ragazzo erano disinvolti, ma nonostante questo pieni di imbarazzo; le sue mani gli percorrevano il petto con qualche esitazione, quasi chiedendo il permesso di poterlo toccare liberamente.
Bunnymund si voltò verso di lui e incontrò i suoi occhi azzurri, socchiusi e liquidi per il desiderio.
- Jack Frost, sarà meglio che ci crei intorno un igloo o qualcosa del genere. Non vorrei che qualcuno vedesse ciò che sto per farti. – sussurrò a un soffio dalle sue labbra, prima di baciarlo.
Jack rispose con passione, lasciando che il Guardiano lo stringesse a sé, mentre dalle sue dita appoggiate sul terreno scaturiva uno spesso strato di ghiaccio che salì sulle loro teste, creando un piccolo rifugio.
I loro respiri si fecero affannosi e spezzati; i vestiti giacquero presto a terra. Bunnymund stringeva Jack quasi fino a farlo soffocare, senza che l’altro avesse la benchè minima intenzione di protestare per quel trattamento rude.
Bunnymund scostò le labbra dalle sue, baciandogli il collo, e Jack ne approfittò per parlare.
- Bunnymund, ti prego… Non ce la faccio più… - sussurrò, esasperato dal desiderio.
Sentì la bocca dell’altro arcuarsi sulla sua pelle in un sorriso, prima che il Guardiano della Pasqua alzasse il viso per incontrare il suo sguardo.
- Allora promettimelo. – disse, con una strana luce negli occhi verdi e luminosi.
- Sì… Non ti lascerò mai più, Bunnymund. – rispose l’altro in un soffio, dopo un istante di stupore.
L’altro scoppiò a ridere.
- Non intendevo questo… Promettimi che a Pasqua non farai più scendere un solo fiocco di neve, Jack Frost. –
Il Guardiano dell’Inverno sembrò costernato.
- Questo… No, questo non vale! –
Bunnymund si avvicinò nuovamente al suo volto.
- Promettimelo.
Jack sbuffò rassegnato, lasciando che l’altro posasse un bacio sulla sua guancia.
- E va bene, va bene!... –
La sua risata gioiosa e forte si diffuse nell’aria, mentre Bunnymund lo spingeva a terra e ricominciava a baciarlo dolcemente.

 
 





Beeene, eccoci qua. Non ho niente da dire, se non che ormai immagino Slash ovunque e mi diverto a cercare di renderle verosimili in modi sempre più elaborati e pazzi... Scherzi a parte, se non lo avete ancora fatto andate a vedere “Le 5 leggende”: la Dreamworks non smette mai di stupirmi e affascinarmi.

Mi farebbe molto piacere avere qualche parere da parte vostra. : )

 
 
 
 
   
 
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