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Autore: Momos    02/12/2012    4 recensioni
Fic sui Falling in Reverse
-se vuoi provarci fallo con qualcun'altra, non so se te ne sei accorto, nel caso contrario te lo dico apertamente. Mi stai sulle palle.- disse Guen scandendo bene le parole. Forse nessuna ragazza si era mai rivolta così a Ronnie, per questo si alzò nella stanza un -oooh- generale.
-Mi piacciono le sfide bella roscia- la provocò Ronnie.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Ronnie, ho tanta paura- Guen stringeva la mano del ragazzo fortissimo.
-Stai tranquilla, devi solo dire come sono andate le cose, tutta la tua storia, come ti ha detto lo zio di Ryan e vedrai che andrà tutto bene- la tranquillizzò lui.
Ronnie non aveva mai visto Guen così agitata e vestita in quel modo. Aveva i capelli raccolti in un elegantissima coda, un trucco leggero sugli occhi, niente piercing, e un tailleur nero aderente con una camicetta bianca. Sembrava un'altra donna.
Agitatissima entrò in aula dove un giudice sedeva su un immensa cattedra rialzata in legno.
C’erano solo lo zio di Ryan e accanto ai due assistenti sociali un avvocato. Guen non aveva mai avuto problemi a parlare con le persone ma in quel momento sentiva la sua lingua paralizzata, la mente vuota e le gambe molli. Avevano deciso per qualche strano motivo che nessuno eccetto i due avvocati sarebbe potuto entrare.
Tutta la band compresa Isabel con ormai un evidente e dolce pancione li aspettavano di fuori.
L’attesa era straziante per chi era all’esterno e dopo quasi due ore la stanchezza sia mentale che fisica iniziava a farsi sentire.
-Quanto manca secondo te?- Chiese Isabel a Ryan
-Non ne ho idea ma parliamo di un bambino quindi ci vorrà molto e credo che questa non sia l’unico, chiamiamolo, processo- rispose Ryan sottolineando l’ultima parola con delle virgolette. Appena finita la frase si spalancò l’enorme porta di legno rimasta chiusa per ore e ore e Guen accompagnata dall’avvocato uscì.
-Finalmente ce l’avete fatta!- Isabel corse ad abbracciare Guen che aveva sfoderato un sorriso immenso.
-Allora, racconta- Derek fremeva, voleva sapere tutto.
-Niente, hanno detto che i requisiti per l’affido ci sono tutti, perché comunque Tom ha fatto delle carte false per togliermi Brian quindi ci sono buone probabilità- spiegò brevemente la Rossa.
-E quando saprai tutto?- chiese Ron
-Entro una settimana dovrebbe arrivare una lettera.- rispose Guen.
I ragazzi si strinsero in un grande abbraccio. Il cuore di Guen aveva ripreso a battere normalmente come se una parte del macigno che risiedeva in lei si fosse disintegrato.
 
Quella settimana sembrò non passare mai. Guen apriva la cassetta della posta circa otto volte al giorno per sicurezza.
Quella mattina pioveva a dirotto quando Ronnie tutto zuppo arrivò a casa sventolando una busta bianca. Gli occhi di Guen brillarono e corse ad aprila. Per la prima volta non si rifugiò in un angolino a leggerla da sola ma a gran voce lesse parola per parola. Calde lacrime scorrevano sul suo viso mentre le parole “permesso di affido dalla settimana successiva all’arrivo della lettera” uscivano dalla sua bocca. Strinse la lettera al petto come fosse il suo più grande tesoro e abbracciò tutti. Aveva vinto la sua battaglia, aveva riavuto indietro la persona più importante della sua vita, poteva finalmente costruire una sua famiglia, poteva essere di nuovo e per sempre felice. Inserì quella lettera nel suo quadernino perennemente incastrato tra le pieghe del divano. Quello era il simbolo di un nuovo inizio, con Ronnie e con suo figlio.
 
 
 
Erano giorni che Ronnie era continuamente fuori casa e decisamente troppo misterioso per i gusti di Guen. Ogni volta che lei provava a chiedergli qualcosa lui rispondeva sempre in modo molto vago.  Non capiva cosa stesse succedendo ma era così felice per l’arrivo di Brian che si ripromise di chiarire in seguito.
-Guen sei pronta?-  Ronnie la chiamava dal salotto. Lei chiuse la porta della camera e lo raggiunse. –Gli altri sono già in macchina-
Guen afferrò il cellulare e lo seguì per le scale. Il tragitto per arrivare da Brian non le era mai sembrato così lungo, era insofferente!
Quando arrivarono la Rossa fu la prima a scendere all’auto e camminare a passo veloce nel vialetto. Quando furono tutti dentro accompagnati dai due assistenti sociali salirono in camera di Brian. Il bambino era in piedi di fronte alla porta con la sua valigia accanto.
-Sei arrivata finalmente!- urlò il bimbo correndogli in braccio! Guen era scoppiata a piangere di nuovo, era un gesto incontrollato.
-Sei pronto a venire via con me?- chiese rimettendolo a terra. Il bambino scosse la testa e si avvicinò a Ronnie.
-No- rispose secco il bambino. Guen spallidì e si sentì mancare la terra sotto i piedi. –Voglio dire...devi prima rispondere a una domanda e poi verrò con te- disse spingendo Ronnie verso Guen. La ragazza non capiva, continuava a spostare lo sguardo da Ronnie al bambino, dal bambino a Isabel ma nessuno sembrava poterle spiegare qualcosa. Tornò a guardare Ronnie che nel frattempo si era inginocchiato
-Guen- disse guardandola negli occhi –tutti passano metà della vita a cercare la propria anima gemella, quella che ti capisce, che ti fa ridere, che ti fa arrabbiare, che ti rende una persona speciale e migliore. Quando la si trova si cerca in tutti i modi di non farla scappare, di farla restare sempre al proprio fianco e con lei si cerca di costruire una famiglia. Sono consapevole che saresti in grado di prendermi a calci in questo momento ma voglio rischiare perché ti amo, perché sei la persona più importante della mia vita- si schiarì la voce e Brian gli consegnò una scatolina nera di velluto, quando la aprì comparve un anello con un meraviglioso diamante. Anche il bambino di inginocchiò accanto a Ronnie e guardando la mamma disse insieme a Ronnie la fatidica frase.  
-Vuoi sposarmi?-  
Guen era rimasta in silenzio tutto il tempo, lasciando che le lacrime le rigassero il viso. Si inginocchiò e baciò Ronnie, lo baciò così profondamente tanto da sentire le due anime unirsi.
-Voglio passare il resto della mia vita con te..-poi guardò Brian e lo strinse entrambi –anzi, con voi!-
   
 
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