Anime & Manga > Suzumiya Haruhi no yūutsu
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Autore: DistantJohn    02/12/2012    2 recensioni
Per evitare di doversi trasferire, Kyon ottiene la possibilità di abitare a casa di Haruhi. Sapendo che questo significherebbe dover conoscere i suoi genitori, Kyon scopre velocemente che la mela non cade lontano dall'albero. KyonXHaruhi
Scritta in origine dall'autore americano JonBob0008, la fiction è ora tradotta completamente in italiano!
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Grazie per avermi dato supporto così presto! In genere sono il tipo che scrive capitoli ridicolmente lunghi, ma volevo ridisciplinarmi, quindi sto cercando di far uscire questa storia in capitoli più piccoli, così da digerirli più facilmente. Spero che vi piaccia!

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Capitolo 2

Non dormii affatto la notte, e la mia faccia lo dimostrava chiaramente quando quella mattina arrivai a scuola. Credo che fosse meglio così, dato che mia sorella non si è mai alzata dal letto quel giorno, e se mi fossi addormentato avrei potuto non svegliarmi anch'io. Dopotutto, era sempre stata lei a svegliarmi, la mattina.
Haruhi era in aula prima di me. Mi accolse con il suo solito sorriso malizioso, ma questo scomparve rapidamente quando vide in che condizioni mi trovavo. «Che ti è successo? Hai una cera orribile...»
Sospirai profondamente avvicinandomi alla mia sedia. Sapevo che avrei dovuto dire ad Haruhi la verità, ma non riuscivo ancora a farlo. «Nulla, è solo che non sono riuscito a dormire questa notte.»
Haruhi si lasciò andare ad un verso di esasperazione. «Sarà meglio che non ti addormenti nuovamente in classe oggi. I tuoi voti quest'anno faranno ancora schifo se non ne avrai cura. Non credere che ti salverò ancora quando arriveranno le verifiche. L'ultima volta è stata un bonus, va bene? Un bonus!» E poi iniziò a punzecchiarmi con la penna meccanica. «La prossima volta che avrai bisogno il mio aiuto, ti costerà.»
Hai intenzione di prendere soldi in cambio di ripetizioni? Anche se non credo che sarebbe stato un problema. Era davvero una brava insegnante. Purtroppo, questo mi fece pensare proprio al fatto che non ci sarebbe stata una prossima volta. Stavo per andarmene molto presto, e avrei dovuto farlo sapere alla brigata.
Stranamente, le lezioni mi distrarono al punto che mi addormentai, nonostante gli avvertimenti di Haruhi. Fino all'ora di pranzo, quando fui svegliato da qualcuno che mi scuoteva la spalla. Sobbalzai dall'inaspettato contatto fisico solo per scoprire che era Taniguchi.
«Whoa amico, te n'eri proprio andato! Non sei riuscito a dormire 'stanotte?»
Dopo aver notato che Haruhi aveva già lasciato l'aula, decisi di pranzare con Taniguchi e Kunikida. Spiegai loro che mi stavo trasferendo.
«Cosa? Mi stai prendendo in giro?» chiese Taniguchi.
«Wow, non ci posso credere!» rispose Kunikida.
Continuai a spiegare la situazione, dicendo loro i pochi dettagli che sapevo, includendo che sarei partito domenica. Rimasero abbastanza colpiti dalla mia partenza improvvisa. Di conseguenza buona parte della pausa pranzo la passammo in silenzio. Solo durante gli ultimi cinque minuti Taniguchi si mise a parlare.
«L'hai già detto a Suzumiya-san?»
«No...»
«Credo che la prenderà abbastanza male,» disse Kunikida.
Concordo, dato che è esattamente il motivo per cui a lei non l'ho ancora detto. So che fu molto da codardi da parte mia non dirle nulla, ma in tutta onestà questo non era comunque un buon momento per dirglielo. Magari glielo dirò quando saremo al club. In quel modo, potrei semplicemente dirlo all'intera brigata.

Non ci riesco! Stavo andando all'aula del club, e già riuscivo a sentire le gambe cedere alla sola idea di dirlo a tutti in una volta sola. Per rendere le cose peggiori, Haruhi aveva il turno di pulizia, quindi avrei dovuto aspettarla fino a che non avrebbe finito. So per certo che aspettarla mi avrebbe portato sull'orlo della pazzia. Avrei potuto iniziare col dirlo agli altri tre, ma dopodiché avrei dovuto dirlo ad Haruhi da sola, e davvero, davvero non volevo farlo.
Non contemplai per molto le mie opzioni prima di arrivare alla porta del club. Dopo aver bussato e aspettato il via libera, aprii la porta per trovare Nagato, Asahina-san e Koizumi già all'interno. Ho davvero camminato così lentamente quel giorno?
Asahina-san era nel mezzo della preparazione del tè nel suo vestito da maid. Lei fu la prima a notare che non mi sentivo al cento percento quel giorno. «Oh mio Dio, Kyon! Hai un aspetto terribile oggi. Il tè sarà pronto tra pochissimo.»
Oh, Asahina-san! Sei davvero un angelo venuto dal paradiso. Maledissi la mia orribile fortuna colpa il fatto che questa sarebbe stata l'ultima settimana in cui avrei potuto godermi i tuoi meravigliosi elisir. Non avevo idea di cosa sarebbe potuto succedere se non avessi più bevuto il tuo tè tutti i giorni...
Non appena fu pronto, Asahina-san mi porse la tazzina. La ringraziai e presi un sorso. Doveva averne avuta molta più cura questa volta. Era di sicuro il miglior tè che avesse mai preparato nel club. Mi portò quasi alle lacrime. Se c'è un essere superiore responsabile per questo corso degli eventi, devo trovare un modo di farlo fuori... o "farla", per par condicio.
Koizumi recuperò gli scacchi cinesi e li appoggiò sul tavolo. Scossi la testa nel preciso momento. Non ero dell'umore adatto per i giochi da tavolo.
«Be', ora so che c'è qualcosa che non va,» disse Koizumi. «Nulla che ci vorresti dire?»
Mi fermai per alcuni secondi, realizzando che c'era una persona a cui avrei assolutamente dirlo più che alle altre. «In realtà, c'è. Koizumi. Potremmo parlare da qualche altra parte?»
Decidemmo di salire fino al tetto della scuola per parlare. Dopo essermi fermato non appena fummo arrivati là, iniziai a spiegargli l'intera situazione. Sapevo che dal momento che lui e la sua organizzazione avevano il compito di assicurare che lo stato mentale di Suzumiya rimanesse stabile, dirgli queste notizie era veramente importante.
Dopo che ebbi finito, potevo dire che il sorriso nascondeva appena il suo lieve rattristamento. Se fosse colpa del fatto che gli sarei mancato o del fatto che la sua vita stava per diventare orribile nel prossimo futuro, non ne ero sicuro. Magari erano entrambe.
«Capisco...» parlò Koizumi, che stava cercando di pensare come rispondermi. «Questo sarà sicuramente molto problematico. Assumo che tu non l'abbia ancora detto a Suzumiya-san.»
Iniziai a fissare le nuvole mentre parlavamo. «No.»
«È quasi certo che queste notizie getteranno Suzumiya in uno stato emotivo instabile. Come già sai, la sua condizione emotiva è fortemente collegata a te e alle tue azioni. Temo che eventi catastrofici si verificheranno nel momento in cui riceverà le notizie.»
Anche io avevo pensato alla possibilità che simili eventi si sarebbero verificati. Se questo fosse accaduto magari otto mesi fa, è certo che il mondo, no, l'intero universo, sarebbe stato in pericolo. In qualche modo, avevo la sensazione che c'era una piccola possibilità che questo non sarebbe successo al momento attuale. Si sarebbe rattristita, ma non credevo che sarebbe arrivata a ricreare il mondo per questo... almeno lo speravo.
«La tua fiducia in Suzumiya-san è nulla di meno che incredibile. Credi davvero che lei non ricreerà il mondo dopo aver sentito le notizie. Odio ammetterlo, ma non ne sono molto convinto nemmeno io. Sono un po' invidioso di te.»
Non so perché sei invidioso di me. Non sei tu quello che si sta trasferendo.
Koizumi rise sommessamente. «Sì, forse hai ragione. Trasferirsi è sempre spiacevole per tutti quanti. Non ho dubbi che sarai impegnato a impacchettare le tue cose per i prossimi giorni.»
Non ricordarmelo. È già spiacevole così com'è. L'ultima cosa di cui volevo parlare era tutto il lavoro pesante che avrei dovuto fare tutti i giorni da qui a domenica.
Koizumi si diresse verso la porta. «Sarà meglio tornare di sotto. Sono sicuro che ormai Suzumiya sia arrivata, e non vorrei che si chiedesse cosa stiamo architettando.»
Scendemmo le scale e tornammo all'aula del club. Come pensavamo, Haruhi era già seduta davanti al monitor. Alzò lo sguardo e ci guardò infastidita.
«Dove diavolo siete stati voi due? Mikuru mi ha detto che stavate parlando di qualcosa. Di cosa di preciso?»
Non ero pronto per dirlo già ad Haruhi. Non ci riuscivo. Dannazione, sono un codardo. «Non ti preoccupare. Roba da maschi.»
Mi diresse un'occhiata sospetta prima di spostarsi su Koizumi. Lui sorrise debolmente e scosse le spalle. Soddisfatta dalla sua risposta, riportò i sui occhi sullo schermo. «Va bene...»
Il resto della giornata nel club non fu nulla di speciale. Spesi la maggior parte del tempo dormendo. Iniziai a chiedermi quanto tempo ci sarebbe voluto prima che potessi recuperare il mio debito di sonno.
Quando arrivai infine a casa, scoprii che mia madre aveva già iniziato con l'imballaggio. Mia sorella non si trovava nei dintorni. Sicuramente si nascondeva ancora nella sua stanza piangendo a più non posso. Entrai nella mia stanza per trovare Shamisen dormire ai piedi del letto. Ah, chissà come dev'essere rimanere completamente ignaro riguardo cosa accade intorno a te. Almeno tu non devi sgobbare per il trasloco.
Siccome non mi sentivo affatto motivato a impacchettare la mia roba, mi distesi sul letto a fissare il soffitto. Non avevo idea di come avrei comunicato la notizia agli altri. Non sono mai riuscito a parlarne con Nagato o Asahina-san, figuriamoci Haruhi. Continuai a pensare e ripensare per più di un'ora prima di stancarmi definitivamente e afferrare il cellulare.
Presi la decisione di contattare Asahina-san per prima. Sollevò la cornetta dopo solo un paio di squilli. «Pronto?»
«Asahina-san? Sono io.»
«Kyon-kun? Cosa succede?»
Sembrava quasi che sapesse il motivo per cui stessi chiamando. Però, dubitavo che la mia voce stesse mascherando il fatto che qualcosa mi turbava. Ero sembrato un relitto tutto il giorno per un motivo.
Iniziai a spiegare cosa mi stava succedendo, cioè che mi stavo trasferendo e che me ne sarei andato domenica. Lei ascoltò con attenzione tutto ciò che avevo da dire, e quando ebbi finito, il suo silenzio sembrava un chiaro segno del suo shock.
«Capisco...»
«Mi dispiace che stia accadendo tutto così in fretta... te l'avrei dovuto dire di persona.»
La sua voce si rialzò all'improvviso, come per cercare di tirarmi su. «Va tutto bene Kyon-kun. Sono sicura che tutto si rimetterà a posto. Non c'è nulla di cui preoccuparsi.»
Oh, Asahina-san, devi essere davvero una santa per essere in grado di ascoltare queste tristi notizie e cercare di tirar su me invece che te stessa. Davvero non hai bisogno di essere così altruista.
«L'hai già detto a Suzumiya-san?»
«...ho paura di farlo...»
«Starai bene. Però assicurati di dirglielo presto, okay?»
Riagganciai la cornetta poco dopo. Potevo solo supporre che avrebbe iniziato a piangere nel letto, la notte. Povera, povera Asahina-san... mi dispiace tanto.
Poi digitai il numero di Nagato. Squillò tre volte prima della risposta. Non ci fu un suo segnale dall'altra parte, ma sapevo che lei era lì. «Nagato? Sono io.» Lei non rispose, ma decisi di continuare a parlare comunque. «C'è qualcosa di cui ho bisogno di parlarti.»
«Capisco...»
Iniziai a dirle le stesse cose che dissi ad Asahina-san pochi minuti prima. Quando ebbi finito, aspettai la sua risposta con il fiatone.
«...capisco...»
Era difficile da cogliere, ma dopo aver conosciuto Nagato da tanto tempo quanto la conosco io, avevo compreso il suo modo di fare e avevo imparato a cogliere i più lievi cambiamenti nelle sue espressioni e nel suo tono di voce mentre parlava. Era rattristata dalle mie notizie.
Povera Nagato. Solo alcuni mesi prima, avevi ricreato il mondo per darmi la possibilità di vivere una tipica vita normale. E nonostante il tutto e il fatto che avevo infine deciso di far tornare il mondo al suo stato precedente, ora sto per andarmene di nuovo. Avevo come la sensazione che fosse stato tutto uno spreco alla fine, non è vero?
«L'ho detto a tutti tranne che ad Haruhi. Ad essere onesti, trovo molta difficoltà a trovare il coraggio per farlo.»
«...devi informarla presto in merito...»
Ero sorpreso dalla sua risposta. Continuò a parlare.
«Più presto la informi, meno sarà difficile per lei adattarsi a questo evento.»
Dopo aver lasciato affondare il colpo, realizzai che aveva ragione. Lei ha sempre avuto ragione. Sarebbe nevicato all'inferno il giorno in cui Nagato avesse avuto torto. E poi aveva ormai percorso molta strada dalla sé stessa super introversa dell'anno scorso. Non sarebbe stata così aperta negli avvisi, nel passato.
«Okay... Abbi cura di te, Nagato. Ci vediamo domani.»
«Ciao...»
Finalmente riagganciai. Iniziai a fissare il telefono mentre iniziavo a riflettere sugli eventi dell'ultimo anno. Ci sono stati momenti incredibilmente strani. Venire quasi ucciso da Asakura... due volte. Risolvere "l'omicidio" nell'isola. Rimanere incastrati in un loop senza fine durante le vacanze estive. Il terribile film che avevamo fatto. La strana villa in cui siamo rimasti bloccati. Per non menzionare il mondo ricostruito da Nagato. Se avessi avuto qualcosa da dire riguardo questi eventi, la verita era che questi erano stati i migliiori momenti della mia vita. Sembrava che la mia intera vita fosse stata un'avventura. Intedo dire, era di certo carino avere un momento di pausa tra uno di questi eventi e l'altro, ogni tanto, ma non avrei scambiato questi ricordi per tutti gli yen di tutto il Giappone.
...e ora stava per finire...
Presi in mano il telefono e iniziai a digitare il numero di Haruhi. Al quel punto, avevo completamente memorizzato il suo numero. Nonostante questo, mi ci volle un'eternità per premere ogni bottone. Fissai il tasto di chiamata dopo aver pigiato l'ultimo numero. Ancora un tasto e avrei affrontato e risolto la parte peggiore di questo trasloco. Avrei soltanto dovuto dirlo ad Haruhi e sarebbe finita...
...non ci riuscivo.
Riagganciai il telefono e lo gettai per terra prima di stendermi sul letto per cercare di dormire. Gliel'avrei detto di persona il giorno dopo. So che non era quello che avrei voluto fare dall'inizio, ma sarebbe stato meglio così.
Rimasi sveglio quasi tutta la notte di nuovo...

Impiegai ogni brandello di energia rimastomi per alzarmi quando la sveglia suonò. Non ero così stato tanto stanco da molto tempo. Sapevo che avrei nuovamente speso parecchio tempo a dormire nell'aula. Scalare la collina fu un incubo, soprattutto con quel caldo.
Questa volta arrivai prima di Haruhi e mi sedetti subito al mio banco, e vi appoggiai la testa per dormire. Non ci volle molto prima di appisolarmi. Non notai nemmeno Haruhi che entrava. Fu solo quanto sentii il tasto della penna premuto sulla mia spalla che mi fu resa nota la sua esistenza. Saltai sulla sedia e mi voltai con sguardo arrabbiato.
«Ow! Ma che diavolo vuoi?»
Mi fissò a sua volta con disapprovazione. «Non dirmi che non hai dormito di nuovo! Cos'hai che non va?»
Mi voltai e appoggiai di nuovo la testa sul banco. «Nulla...»
Si alzò e tirò un calcio alla mia sedia. «Bugiardo! Sta accadendo qualcolsa! Cos'hai, di recente?»
Anche se sapevo che prima o poi avrei dovuto dirle la verità, non volevo farlo in mezzo alla classe. Mi stavo mentalmente prendendo a calci per la mia procrastinazione, ma non era comunque abbastanza per farmi cambiare idea.
«Non ho voglia di parlarne...»
Sentii il suo verso di irritazione. Mi lasciò da solo per alcuni minuti prima di tornare a scuotermi la spalla. Dannazione, lasciami stare! Guardai verso di lei e vidi la sua mano aperta verso di me.
«Lascia che ti porti in infermeria. Dato che dormirai comunque, potresti almeno farlo in un letto.»
Accettai contrariato la sua offerta e presi la sua mano. Iniziammo a camminare verso l'infermeria. Haruhi disse all'infermiera che non mi sentivo bene e che avevo bisogno di riposare. Mi distesi su uno dei letti e iniziai a rilassarmi. Haruhi si sedette al mio fianco per alcuni minuti, a guardarmi. Mi rese davvero nervoso l'averla lì a fissarmi in quel modo. Va' via, dannazione!
«Sai, in qualità di capobrigata, è mia responsabilità assicurarmi il benessere di tutti i membri della brigata. Mi piace credere che i miei componenti parlino con me di qualunque cosa. Così, quando vedo che c'è qualcosa che tormenta uno di loro, è frustrante quando quel membro si rifiuta di parlarne con me.»
Con il viso si avvicinò al mio. Abbastanza vicino da rendermi un po' nervoso. Il suo viso, a prescindere dall'espressione che mostrava, era una vera bellezza. Questo rendeva il fatto che mi si stava avvicinando ancora più innervosente. Parlò di nuovo.
«Sei assolutamente certo di non volermene parlare?»
Mi voltai e non dissi nulla. La sentii emettere un lungo sospiro. Potei sentirla alzarsi dalla sedia.
«Torno in classe.»
Si fermò per un minuto prima che se ne andasse definitivamente.
Spesi diverse ore dormendo. Quando mi svegliai, era quasi l'ora di pranzo. Mi alzai e mi diressi verso l'aula. La campanella suonò un attimo prima che entrassi. Vidi Haruhi uscire e venire verso di me. Si fermò un secondo a fissarmi prima di proseguire oltre. Sembrava arrabbiata. Era arrabbiata con me per non averle parlato? Dovevo davvero chiarirmi con lei presto. Sospirai profondamente ed entrai per mangiare il pranzo.
Taniguchi non perse tempo a farsi gli affari miei. «Amico, Suzumiya-san è sembrata davvero arrabbiata tutta la mattina. Cos'hai fatto? Le hai detto che stai traslocando?»
Scossi la testa.
«Cosa stai aspettando? Diglielo e basta!»
Per te è facile dirlo, ma le cose sono più complicate di quanto sembrano. Sapevo che si sarebbe arrabbiata. Davvero non volevo essere l'ambasciatore delle cattive notizie...
Taniguchi mi colpì il braccio. «Dannazione, amico! Smettila di fare l'egoista. Non lo stai facendo per il suo piacere!»
Da quando ti importa come tratto Haruhi? E so che sto facendo un po' l'egoista. Ma lasciami stare.
Kunikida infine parlò. «Non dobbiamo discutere e litigare. Dovremmo rendere le ultime settimane qui di Kyon il più divertenti possibile. Mangiamo e rilassiamoci.»
Lo apprezzo. Cercherò di capire più tardi cosa fare.

Ancora non ho capito cosa fare...
Sono nell'aula del club con la testa appoggiata sulle braccia. Potevo sentire che l'energia della stanza era crollata di dieci volte rispetto a come era ieri. Koizumi aveva la scacchiera e stava giocando da solo, ma si poteva vedere una forte traccia di malinconia sul suo viso. Nagato era ancora nel suo angolo a leggere, ma percepivo che stava leggendo ad un ritmo un po' più lento di quello della sua normalità. Stava anche voltando le pagine più lentamente. Haruhi non era triste, ma era tutto tranne che la solita vivace ragazza piena di energia. Notai che ogni tanto mi lanciava delle occhiate per alcuni secondi, come se il farlo le avrebbe dato uno sguardo sul come mi sentivo.
Stranamente, a tutto questo c'era una sola eccezione. Asahina-san sembrava la normale se stessa. Mi aspettavo che stesse nella mia stessa condizione, ma invece sembrava solo lievemente pensierosa. Era ignara a cosa stava succedendo? Non aveva capito ciò che le avevo detto la sera prima? O magari non gliene importa veramente... Ma che diavolo? Dovrebbe importarsene, dannazione!
In ogni caso, dovevo ancora dire la verità ad Haruhi. Il punto della questione era che ci stavo rimuginando sopra dall'ultima ora a questa parte. Dovrei fare come ho fatto con Koizumi e portarla sul tetto e dirglielo? No, grazie. Magari potrei dirglielo per la strada verso casa... decisamente no. Dovrei chiamarla 'stasera? So che non succederà. Non importa quale idea si formava nella mia mente, essa rispondeva automaticamente rifiutandola. Dovrei chiedere a Koizumi di farlo? No, assolutamente no. Lasciarle un biglietto? Che codardia... E se non le dicessi nulla e la tenessi all'oscuro? Sarebbe meschino. Iniziai a strapparmi mentalmente i capelli. Questo era proprio terribile.
Infine, la giornata finì e ognuno iniziò a dirigersi verso il solito ritrovo dove ci dividevamo per proseguire per la propria strada. Koizumi tennne il mio passo e iniziò a parlarmi.
«La prendo che Suzumiya-san ancora non ne sa nulla.»
«Già...» era tutto quello che riuscivo a dire per risposta. Non ero molto sicuro su cos'altro dire.
«Si sta profondamente preoccupando per le tue condizioni. Potrebbe sembrare arrabbiata, ma in reltà è abbastanza preoccupata. Davvero, dovresti chiudere questa faccenda.»
Lo so, lo so... Sta' zitto!
«Ovviamente, magari la mia organizzazione potrebbe fare qualcosa per impedire...»
«No!» alzai la voce. «Va già abbastanza male che io abbia a che fare con la tua organizzazione. Vorrei tenerne la mia famiglia fuori il più possibile.»
«Molto bene...»
La nostra conversazione andò un po' alla deriva dopo quello. Non ci volle molto per arrivare al posto di ritrovo. Prendemmo tutti strade separate e ci dirigemmo verso casa. Maledii me stesso un'altra volta per la procrastinazione nel parlare con Haruhi. Ormai era mercoledì, il che signicava che mi rimanevano solo tre giorni per dirglielo. Dovevo tirare fuori l'uomo che c'è in me e dirglielo, chi se ne frega delle conseguenze.
Fu quando mi stavo avvicinando al punto in cui avevo lasciato la bici che notai il rumore di passi dietro di me. Ebbi la sensazione che era Koizumi che voleva discutere di qualche cosa, così mi voltai per vedere cosa voleva.
Mi sbagliavo... era Haruhi.
Si fermò quando mi vide voltarmi prima di riprendersi e marciare verso di me. Venne abbastanza vicino da essermi praticamente in faccia.
«Esigo che tu mi spieghi cosa sta succedendo! Basta scuse!»
Girai la testa dal nervoso. Però, lei mi tirò dalla cravatta e mi portò la faccia ad un mero centimetro dal suo viso. Sentivo il suo respiro su di me. Il mio cuore batteva all'impazzata, e no, era perché ero spaventato, va bene?
«Non potrai sfuggirmi, Kyon. Ti seguirò fino a casa se devo. E non pensare di correre! Sai che non puoi correre più veloce di me!»
Per quanto fosse vero, anche se avessi voluto correre, era impossibile dal momento che mi stavi tenendo per la cravatta.
Socchiuse gli occhi e premette la sua fronte contro la mia. Aumentò la presa sulla cravatta. Ma quanta forza ha questa qui?
«Dimmelo...»
Cedetti. «Va bene, va bene! Lo farò. Lasciami andare...»
Lasciò la presa. Barcollai per qualche passo indietro, e tentai di recuperare la compostezza. Iniziai ad incespicare lungo le parole. «Be'... uh... vedi...»
«Be'? Fatti avanti e sputa il rospo!»
Presi un respiro profondo, raccolsi i miei pensieri e iniziai a parlare.
«Bene, la verità è che in questi giorni sono stato un po' indisposto perché...»
Presi un altro respiro profondo prima di concludere.
«...sto per traslocare...»

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Questo capitolo è stato decisamente più lungo dell'ultimo. Scusate.
Dovevo assicurarmi di rendere bene questa parte della storia.
Comunque, spero vi sia piaciuta.
Grazie!


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N D T
Ciao! Come avrete capito, i miei commenti si trovano solo sotto quelle tre lettere (Note Del Traduttore), il resto è un commento dell'autore originale. Riguardo al grazie dell'autore... il fatto è che nel sito originale ha ricevuto un feedback molto positivo. Al momento attuale, questa è la fiction su Haruhi più famosa in assoluto.
  
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