Crossover
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Autore: Euphemia    03/12/2012    3 recensioni
Una classe, un viaggio, un’isola, il nulla.
Il Preside di una rinomata scuola organizza un viaggio per la 1-C; un’escursione di una settimana su un’isola paradisiaca. Gli studenti sono entusiasti e, insieme a quattro docenti, cominciano il loro viaggio. Appena arrivati, gli abitanti dell’isola, chiamata Shirobara, li accolgono calorosamente, con cibo e fiori. Insomma, una tranquilla e rilassante vacanza.
Ma a Kouichi Sakakibara, uno degli studenti, non tutto sembra quadrare chiaro:
Perché il Preside ha organizzato questo viaggio, senza alcun valido scopo?
Di certo, i poveri studenti, felici e allegri per questo fantastico viaggio, non sanno cosa gli attende.
La 1-C è in un grave pericolo...
Crossover tra:
-Another
-Mirai Nikki
-Durarara!!
-Blue Exorcist
-Magi The Labyrinth of Magic
-Pandora Hearts
-Death Note
-Puella Magi Madoka Magica
-Toradora!
Genere: Angst, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Anime/Manga
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“È fredda, scura, cupa, malvagia,
si avvicina rapida, silenziosa,
tu non sai quando verrà,
tu non sai come farà,
ma stai sicuro,
ti ucciderà,
LA MORTE.”

 
Suona la campanella: finalmente. Prendo il quaderno e il libro, e li ripongo nella mia cartella. Sospiro, e prendo le cose per prepararmi alla lezione del professor Sindbad. Mi guardo attorno: Mochizuki-kun torna pallido e tremante dalla cattedra, sebbene non sia andato male. La professoressa scrive qualcosa sul registro, probabilmente il voto dell’interrogato, quindi lo chiude, lo mette sottobraccio, afferra la sua borsa e se ne va nervosamente.
Sospiro. Quella donna è proprio nervosa di natura. Guardo la porta: subito dopo l’uscita della signora Kobayashi, entrano in classe a testa bassa Sakakibara-kun e Teshigawara-kun. Che idioti. Sanno che la professoressa è nevrotica, eppure continuano a fare gli imbecilli! Specialmente, poi, quel soggettone di Teshigawara-kun... Sbuffo, e quest’ultimo mi guarda confuso. Sbuffo di nuovo e distolgo lo sguardo. Entra il professor Sindbad sorridente, come al solito: non sembra proprio un insegnante, anzi, non sembra nemmeno una persona seria!
Appena si ristabilisce l’ordine e il silenzio, il professore comincia a parlare.
“Buongiorno ragazzi!”
“Buongiorno professore.” Risponde in coro tutta la classe. 
“Bene, prima di cominciare dobbiamo nominare i due rappresentanti di classe, un maschio e una femmina. Chi si offre?”
Silenzio; nessuno fiata. Sbuffo, alzo la mano. Subito un altro ragazzo, Tomohiko Kazami, segue il mio esempio: siamo solo noi due.
“Non c’è nessun altro?” fa il professore. “Perfetto. Allora, Tomohiko Kazami e Izumo Kamiki, congratulazioni!”
Faccio una smorfia, sapevo che nessuno si sarebbe azzardato a candidarsi. Mi siedo meglio sulla sedia, poi guardo il mio “collega”: anche lui mi stava guardando. Faccio un’altra smorfia, e mi giro di scatto verso la lavagna: ora il controllo è mio.
 

Erano le dodici meno dieci; mancavano solo dieci minuti al suono della campanella. Mei alzò lo sguardo dal foglio su cui stava disegnando: il professor Sindbad continuava a spiegare allegramente letteratura, passeggiando tra i banchi, mentre molti suoi compagni di classe, compreso Teshigawara, sbadigliavano facendo altro. Kouichi al contrario sembrava essere molto attento, ancora tramortito e mortificato per la sgridata della professoressa Kobayashi.
Improvvisamente la campanella suonò. Sindbad interruppe il suo discorso filosofico con un sussulto, poi tornò a sedersi sulla sedia della cattedra.
“Beh, è finita la lezione a quanto pare!” disse sorridendo “Per la prossima volta vorrei che studiaste da pagina 65 a pagina 68. Sono solo quattro pagine, non è molto! Ah, devo ancora firmare il registro...”
Sindbad tirò fuori dalla borsa una penna e, con un rapido gesto della mano, firmò sullo spazio bianco del registro.
“Arrivederci, ragazzi!” esclamò poi allegramente, alzandosi e uscendo velocemente dall’aula.
Subito dopo tutti gli studenti si alzarono di botto, mischiandosi tra loro e cominciando a parlare.
Teshigawara e Kouichi chiacchieravano, e si avvicinò anche Yuuya.
“Ehi, Yuuya!” esclamò allegramente Naoya “Come te la passi?”
“Bene, grazie, ma...”
“Ma cosa? Ah, ha interrogato quella pazza isterica? Eheh, chissà chi è stato lo sfigato...”
“Sono stato io lo sfigato!” disse Yuuya guardandolo storto, mentre Teshigawara sussultò sorpreso.
“Ah, ehm...” borbottò imbarazzato “E... sei andato bene?”
“Sì, per fortuna...” disse Mochizuki sorridendo, e facendo un sospiro si sollievo.
Kouichi rise divertito per quella buffa scenetta, poi girò la testa, e vide Misaki avvicinarsi a loro.
“Ciao Sakakibara.”
“Ciao Misaki, come va?”
“Bene, grazie.”
“Hai disegnato qualcosa?”
Mei sorrise. Subito dopo tornò al suo banco, e prese il suo bloc-notes a fogli bianchi. Lo guardò per qualche minuto, poi si riavviò verso Kouichi.
“Ecco qui.” Disse la ragazza corvina, porgendogli il bloc-notes.
Kouichi lo prese con delicatezza e lo guardò ammirato: rappresentava una ragazza simile a Mei, senza benda, ma al contrario aveva due bellissime ali. Le sfumature fatte con la matita erano perfette, e davano un senso di rotondità e plasticità.
“È bellissimo, Misaki! Hai mai pensato di partecipare a un concorso di disegno? Credo che tu sia davvero brava!” esclamò sorridente Kouichi.
“Grazie, ma...”
Improvvisamente qualcuno strattonò Mei, interrompendola: era Izumo Kamiki, la nuova rappresentante di classe.
“Ehi!” esclamò Kouichi confuso, mentre Mei, che era andata a sbattere contro un banco, si massaggiò la schiena.
“Sì, sì, scusa.” Disse superficialmente Kamiki, rivolgendosi a Mei. “Devo parlarti, Sakakibara-kun.”
“Ma non  c’è bisogno di spingere gli altri...” disse Kouichi inarcando le sopracciglia.
Intanto Yuuya e Naoya si erano girati a guardare la scena, insieme ad altri pochi compagni. Dietro Izumo c’era anche Tomohiko Kazami, l’altro rappresentante di classe: era un ragazzo dai capelli blu, e portava degli occhiali rettangolari, dietro i quali splendevano due occhi di un bel cobalto.
“Devo parlare anche a te, Teshigawara-kun. Anzi, soprattutto con te.” Fece freddamente la ragazza dai capelli viola, rivolgendosi a Naoya.
“Io??” rispose il ragazzo sussultando.
“No, mia nonna!” ironizzò Kamiki ridendo.
Izumo Kamiki era una ragazza magra e snella. Aveva dei lunghi capelli viola, raccolti in due graziosi codini da due nastri color prugna. I suoi occhi erano grandi e di un porpora molto bello, con delle ciglia lunghe e nere. Le sopracciglia viola erano molto spesse, e aveva costantemente un’espressione imbronciata.
“Izumo-chan...” sussurrò timidamente una ragazza che le si era avvicinata. Aveva i capelli corti color marrone e dei piccoli occhietti grigi.
“Non ora, Paku!” le disse Izumo zittendola, e la graziosa ragazza indietreggiò timidamente imbarazzata.
“Dicevo...” continuò la rappresentante di classe “Voglio comunicarvi qualcosa di molto importante.”
“Cosa?” domandò Naoya, avvicinandosi a Kouichi.
La ragazza li fissò con sguardo freddo e severo per qualche secondo, poi riprese a parlare.
“Oggi siete stati cacciati fuori dalla professoressa Kobayashi. Che non si ripeta mai più, chiaro?”
Naoya e Kouichi la guardarono confusi.
“Sì, ma... perché ci dici questo?” chiese Teshigawara inarcando un sopracciglio “Saranno pure fatti nostri...”
“Perché” intervenne Tomohiko interrompendolo “Potrebbe andarne di mezzo l’intera classe. Vi spiego meglio: la professoressa Kobayashi è alquanto suscettibile alle interruzioni, lo sapete. Si arrabbia spesso, e potrebbe coinvolgere, con le vostre chiacchiere e colpe che siano, anche il resto della classe. Ad esempio, una nota a tutti, o un compito difficile da fare... Capito, Naoya?”
Naoya sbuffò.
“Va bene, Tomohiko. Tu sei il mio amico di infanzia, quindi mi fido di te, però... però non mi sembra corretto venire qui e sfuriare su di noi!” esclamò rivolgendosi a Kamiki, che fece una smorfia stupita.
“Sei tu che mi metti in queste situazioni! Se tu non facessi tanto l’idiota, io non sarei venuta qui a sgridarti!”
“Ehi, io non sono un idiota!” esclamò Naoya indignandosi.
Ormai quasi tutti guardavano la scena, mentre l’insegnante che sarebbe dovuto venire non era ancora arrivato.
“Lo sei invece!” urlò Izumo adirata.
“Se devi fare la rappresentante, dovresti essere più gentile e comprensiva!”
“Ora basta, Teshigawara-kun...” gli disse Yuuya preoccupato, tirandolo da un braccio, ma quello non rispose.
“Dai, non litigate!” intervenne un ragazzo avvicinandosi.
Aveva i capelli blu scuro, gli occhi azzurro mare, e due canini un po’ accennati. Era anche magro e alto, con un viso bello e anche abbastanza tenero.
“Rin Okumura, non intrometterti!” esclamò innervosita Izumo.
“Ehi, non arrabbiarti!” disse fingendosi offeso Rin.
In quel momento si udirono dei passi, e una voce familiare giunse alle orecchie di tutti.
“Che sta succedendo? Perché siete tutti in piedi?”
Un giovane uomo era in piedi sulla soglia della porta: aveva dei capelli spettinati color biondo-platino, che era così chiaro che sembrava bianco, o argento. Gli occhi verdi smeraldo erano poco socchiusi, e sul viso, che somigliava a quello di un ragazzo di diciotto anni, c’erano delle lentiggini. Indossava una camicia bianca e un maglione giallo chiaro, una cravatta verde e dei pantaloni grigi. Nella mano destra teneva una valigetta color marroncino-chiaro.
Tutti tornarono velocemente ai loro posti, tranne Izumo, Naoya e Kouichi, il quale era rimasto impietrito davanti alla scena.
“Professor Jafar!” esclamò la ragazza rivolgendosi all’uomo e inchinandosi in segno di scusa. “Mi perdoni professore, vado subito a posto. Volevo comunicare delle cose a Teshigawara e a Sakakibara... Sa, io e Kazami-kun siamo i nuovi rappresentanti di classe, e...”
“Va bene, va bene.” La interruppe Jafar alzando gli occhi al cielo “Ora però tornate a posto, per favore.”
I tre tacquero, quindi tornarono ai loro posti, mentre il professore appoggiava la sua borsa sulla cattedra e firmava il registro.
“Bene” disse poi, dirigendosi verso la lavagna “Oggi parleremo del Sistema Solare. Come ben sapete, il Sistema Solare conta ben nove pianeti, ma alcuni tendono a non considerare Plutone, il più piccolo pianeta, nonché il più lontano dal Sole. I pianeti sono, in ordine di distanza dal Sole: Mercurio, Venere, la Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno e, come abbiamo detto, Plutone...”
Detto ciò, disegnò sulla lavagna quello che avrebbe dovuto essere il Sistema Solare, e si voltò. Intanto Kamiki girò lo sguardo verso Teshigawara e Sakakibara, fissandoli male e con sospetto.
 
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Angolo dell’autrice~
 
Ed ecco qui il secondo capitolo, spero vi sia piaciuto ^^
Ho utilizzato questi primi due capitoli per presentare la classe, sebbene mi manchino ancora un bel po’ di personaggi -w- Però dal prossimo capitolo le cose si faranno molto più interessanti, quindi spero che continuiate a seguirmi! ^w^
Comunque, i characters apparsi fino ad adesso sono:
Kouichi Sakakibara; Naoya Teshigawara; Yuuya Mochizuki; Mei Misaki; Tomohiko Kazami = Another
Sindbad; Jafar = Magi the Labyrinth of Magic
Izumo Kamiki; Rin Okumura; Paku Noriko = Ao no Exorcist
Come sempre, se avete qualcosa da dirmi, contattatemi o recensite la storia ^w^ e grazie ancora per aver letto :D
Alla prossima
Euphy <3
  
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