Il rifiuto.
Anything is to be
preferred or endured rather than marrying without Affection
Jane Austen,
Lettera alla Nipote, 1814.
Stanotte le stelle non si vedono e non mi va di rimanere alla
finestra, troppo alta è la notte. Di là dormono tutti in silenzio. Rimango qui,
a pensare che ho accettato. La coperta è ruvida. Cassandra dorme, povera cara,
e non posso svegliarla. Ho già 27 anni, giorno più, giorno meno. Ho accettato
di sposarmi.
Già. Una casa. Mia. Mia sorella finalmente al sicuro, con il
tempo per dipingere. Niente lezioni da dare ai vicini, ai ragazzini e non più
dipendere da quel pover'uomo di mio padre.
La fiammella guizza
lenta, evoca ombre e fantasmi sulle pareti di legno.
Anche per i miei fratelli, un peso in meno. Non me lo
rinfaccerebbero, no, davvero. Lui è brutto, balbetta, ma l'amore è per le
stupide, l'amore è per chi può permetterselo. Non per chi ha già 27 anni ed è
una donna.
Non so come prenderà il fatto che scrivo. Non bene, immagino,
presumo. Gliene parlerò, gli spiegherò che non porta via tempo al dedicarmi a
lui, che non spero di diventare famosa. Sì, gliene parlerò, dirò che viene
prima lui e magari scriverò quando non è in casa. Il tè lo prendevi sempre con
tanto latte e poco zucchero, miscelavi e
ridevi. Pochi ricordi, come quello che ho capito di te dal parlare con te.
Ballare. Ai limiti della decenza, come non farò mai più, come non mi capiterà
mai più, con il fremito dei miei 20 anni che ormai sono lontani, che non
torneranno. Ricordo le tue parole educate, la tua gentilezza con mio fratello,
il tuo improvviso interesse per me, sincero. Il fermarti laddove io la decenza
la stavo dimenticando. Quel tono di confidenza e lo sguardo pulito che mi hai
rivolto, come se per te contassi.
La fiammella diventa
immobile, le ombre si fissano, i fantasmi escono fuori dalle pareti e,
soprattutto, dal cuore.
Solo con il senno del poi me ne sono accorta, solo dopo mesi,
dopo che ho fatto finta nulla e non detto nulla a nessuno, ho nascosto il
dolore nel seno, con il tentativo di recuperare se non la dignità, la decenza,
che persino nel ballare mi facevi perdere.
So di te, quello che fai. Mai di prima persona, ma una donna
sa sempre come trovare informazioni su quello che vuole conoscere e amare. So
tutto sulla pratica di avvocato, lavoro che non potrei mai svolgere in quanto
donna, ma so tutto ormai, perché tu lo fai.
Tu lo sapevi perché
scrivevo, ma comunque anche se non avessi capito non sarebbe importato, perché
saremmo stati insieme. Ma, per quanto possa fare, devo farmi indietro dalla tua
vita e andare avanti. Non sarò tua, non sarai mio. Ma non sarò nemmeno quello
che non posso essere per te per un altro.