Fanfic su artisti musicali > Madeon
Segui la storia  |       
Autore: thehurtlocker    03/12/2012    4 recensioni
"Poi la vide, e fu come un fascio di luce nel buio più totale. Nel vederla smise di essere cieco su quel pezzo di carta; l'ispirazione stava tornando."
Fanfiction sul mio più grande idolo. DJ Madeon.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao! Questa è la mia seconda fanfiction, e come la mia prima ff, è appena all'inizio. Ho deciso di farle alternate perché non ho molto tempo per scrivere, quindi, quando mi viene l'ispirazione per una delle due scrivo e pubblico. Spero che vi piaccia anche questa sul mio idolo DJ Madeon! :D
P.S.
Scusate se è un po' corto ...




Guardava fuori dalla finestra, cercava ispirazione. Era da un po' che non riusciva a comporre musica; si sentiva così male per
questo. Era depresso, triste, neanche i suoi amici riuscivano a rallegrarlo.
Era davanti alla scrivania con un foglio bianco e una penna; cercava di estrarre in tutti i modi qualcosa di buono, di fattibile come
nuovo brano.
Sentiva il secco rumore dell'aspirapolvere passare per tutte le stanze; quello assordante delle casse di sua sorella; sentiva persino
il faticoso rumore del suo cervello sforzarsi. Eppure, niente.
Entrò sua madre con l'aspirapolvere accesa ancora in mano; la spense.
- Ehi amore, cosa fai? - chiese gentilmente, anche se sapeva già la risposta.
- Sto ... pensando. - la sua dolce mamma comprese, si avvicinò e gli strofinò i folti capelli con un gesto apprensivo della mano.
- Scommetto che fuori troverai quello che cerchi, - gli sussurrò all'orecchio - E poi devo pulire camera tua, quindi devi uscire comunque!
Hugo sorrise e mentre usciva da casa portò con sè quel foglio e quella penna.
Fuori era davvero una bella giornata di sole; nonostante fosse agosto, vi era un vento abbastanza freddo, e quindi c'era già chi portava maglie a manica lunga, o addirittura delle felpe.
Hugo non era mai stato sensibile al freddo, anzi, tutto il contrario; indossava una semplice t-shirt bianca, un jeans nero e un paio di Clark nere.
Alcuni passanti lo riconobbero e lo salutarono allegramente; ci furono, poi, due ragazze che gli chiesero una foto e l'autografo. Si mostrò felice anche se non lo era.
Si era fatto notare grazie ad un concorso lanciato dai Pendulum, dove il gruppo chiedeva di remixare la loro canzone "The Island", Quella di Hugo fu la versione migliore. La sua fama aumentò quando pubblicò sul suo canale di youtube il mashup di trentanove canzoni, intitolato "Pop Culture", il suo singolo più famoso.
E ora? Aveva un blocco che non riusciva a rompere.
Si diresse in un parco poco conosciuto della periferia di Nantes; ci andava quando voleva stare da solo, o quando si sentiva triste. Era il suo rifugio sin da quando era piccino.
Si accovacciò alle radici di un albero, ben nascosto dalla vista del lago che vi era di fronte. Iniziò ad osservare e ad ascoltare ogni singolo, minuscolo dettaglio o rumore di quel luogo che conosceva meglio di qualunque altro.
Cercava un punto d'appiglio per ispirarsi. Aveva tanto bisogno d'ispirazione.
Rimase così, fermo, per venti minuti, finché non venne distratto dalle sonore risate di un gruppo di ragazze. Erano cinque; due di loro indossavano pantaloncini corti e canotte, le altre jeans e t-shirt. Alcune si sedettero sul prato, altre si buttarono in acqua sorridenti pur avendo i vestiti addosso. Erano cinque pazze turiste. 
Hugo sentiva il loro forte accento irlandese inondargli le orecchie, rimandandolo alla vecchia musica celtica.
Poi la vide, e fu come un fascio di luce nel buio più totale. Nel vederla smise di essere cieco su quel pezzo di carta; l'ispirazione stava tornando. 
Aveva la pelle pallida, un poco rosata; i capelli rossi volpini le ricadevano in ciocche appena mosse sulla schiena; leggere lentiggini vagavano sul suo viso e delineavano i lineamenti di una rosea sedicenne; e poi, i suoi occhi. Occhi di un rosso-viola intenso; occhi che mai Hugo aveva visto; occhi che esprimevano la profonda maturità di quella giovane irlandese, costretta a rinchiudersi in un corpo tutelato dalle apparenze. Era straordinaria. Ed era diversa.
Guardava le sue compagne divertirsi, ma nel suo viso era presente quella curva sempre all'ingiù, che ormai Hugo aveva imparato a conoscere: la curva della depressione, che a differenza da quella della tristezza e più difficile da far tornare su.
La giovane si alzò e camminò lontana dalla felicità che sguazzava nel suo gruppo; finì non troppo distante da lui. Si mise nella sua stessa posizione, solo che lui guardava lei, mentre lei guardava il mondo. E poi arrivò quel momento, quel momento in cui ella si voltò e vide quel ragazzo misterioso osservarla. Non sapeva chi fosse, nè perché la guardasse, ma percepiva qualcosa che la attraeva. Si guardarono per minimo dieci minuti, e poi si decisero a parlare.
- Ciao. - sentenziò lei, e per la prima volta Hugo sentì la sua calda voce percorrergli le osse e fargli il solletico. Quella voce si trasformò in suoni, e note, e musica.
- Scusami. - disse imbarazzato, e come un fulmine disegnò un pentagramma un poco storto; scrisse a raffica una nota dopo l'altra; mai aveva scritto così tanta musica in un solo colpo.
Lei era sorpresa, curiosa e invaghita. - Scusa di che? - Hugo smise di scrivere; poggiò carta e penna e si dedicò solo a lei.
- Guardandoti mi è venuta l'ispirazione.
- Per cosa? - lo guardava sorridente, anche se non sapeva il perché.
- Musica. 
- Componi? E di che genere?
- Sono un DJ. Davvero non mi conosci?
- Dovrei?
- No. - risero.
- Eileen. Eileen O'Byrne, comunque.
- Hugo Leclercq.
- E qual'è il tuo nome d'arte?
- Eh?
- Quasi tutti i DJ hanno un nome d'arte. Devi avercelo per forza.
- "Madeon".
- Madeon ... - si fissarono ancora; sentivano qualcosa che li costringeva a stare lì, insieme, nonostante la misera chiaccherata.
- Hai degli occhi bellissimi.
- Davvero lo pensi? A non molti piacciono, li definiscono ... "infernali".
- Chiunque la pensi così è uno stupido. - fecero entrambi un timido sorriso.
- Io scrivo. Scrivo storie.
- Lo immaginavo. Hai l'aria di chi vive per mezzo della fantasia.
- Non sono molto diversa da te. Musica e scrittura sono da sempre andati a braccetto. Nel passato, scrittori e musicisti erano considerati "fuori dal normale".
- Così sarei pazzo? - chiese quasi divertito lui.
- No, solo diverso. Vedo dai tuoi gesti, da come ti esprimi che non sei un DJ qualsiasi. Qualunque musica tu abbia composto, l'hai fatta col cuore. Ho occhio per certe cose.
- Potrei dire lo stesso di te.
A interrompere la loro povera, ma ricca, conversazione ci pensarono le amiche di Eileen, bagnate fradice e succubi da intense risate. Quando trovarono la loro piccola irlandese parlare col diciassettenne francese, rimasero di soppiatto e sorrisero bisbigliandosi nell'orecchio l'una con l'altra. 
- Scusami Eilee, ma dobbiamo andare alla festa di Luc, ricordi?? Quel tipo così ..-
- ... palestrato, superfigo, abbronzato, e macho che abbiamo incontrato ieri sera. Sì, mi ricordo. Stavo per andarmene, infatti. - prima che se ne andassero, però, una delle ragazze parlò.
- Be' comunque, non ci presenti il tuo amico? - le solite amiche curiose, vogliose di sapere tutto di tutti.
- Mi chiamo Hugo; abito qui.
- Piacere, ... Hugo. - pronunciarono in coro tutte quante - Scusaci, eh, ,ma dobbiamo proprio scappare. - la ragazza prese Eileen di scatto e la trascinò via, mentre lei cercava di dare un ultimo saluto a quel giovane così speciale.
Hugo la guardò per l'ultima volta e la tenne nella sua mente, precisa com'era. Pelle pallida, capelli rossastri, viso lentigginoso, occhi rosso-violacei. Tornò poi al suo misero pezzo di carta, dove aveva scarabocchiato le emozioni che quella cretaura gli aveva procurato. Restò lì ancora una buona ora; aggiunse note, tolse note, e infine inserì le parole. Ed è così che nacque il suo nuovo singolo, "Finale".
Di Eileen, però, non seppe più niente

*Testo di Finale*

(Aahoo hoo hoo)
Brace yourself
Brace yourself
(Whoo hoo hoo)

Your last chance, 
Last summer, 
Your last dance, 
Beating your own drummer.
Go out fighting.
Go out young.
A flash of lighting.
Brace yourself.
(2x)
[ Lyrics from: http://www.lyricsmode.com/lyrics/m/madeon/finale.html ]
Brace yourself, brace yourself.
Brace yourself, brace yourself.

(Brace yourself for the grand finale! )

Your last chance, last summer, your last dance, beating your own drummer.
Go out fighting.
Go out young.
A flash of lighting.
Brace yourself.

Brace yourself, 
Brace yourself
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Madeon / Vai alla pagina dell'autore: thehurtlocker