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Autore: Alaska_Creed    05/12/2012    0 recensioni
[Fantasy]
Questo è un piccolo prologo... un prologo su un personaggio, che ho inventato io stessa
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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23.05.1913
 
A quell’era ero nota come miss Smoke. Non so chi arrivò ad adibirmi quel nome, la causa, era forse, che la maggior parte del tempo mi trovavo con una sigaretta in bocca, o con il fumo leggiadro che ne usciva, a mo di fantasma.  La maggior parte della gente, credeva che il fumo per me poteva essere una forma di suicidio, soprattutto in quell’età.  Ma non era così. A 17 anni appena compiuti, la gente mi stressava, mia madre mi chiamava e mi correggeva , per diventare a sua immagine e somiglianza, una donna perfetta, volubile, dal carattere freddo, che sa con chi confidarsi o meno. I domestici che strillavano, dicendo “Miss, un attimo per cortesia” e le amiche di mia madre che dicevano “Violeta, non assomigli per niente a tua madre! Cara Adelaide, cercheremo tutto il tempo di starti vicino per correggere questo scherzo della natura”. A 17 anni, ero ancora una bambolina sotto la vigilanza di mia madre. La mia vita era opprimente, e maggior parte della popolazione Londinese lo capiva.  Infatti, quasi giornalmente, ero costretta  a prendere il thè con delle ragazze bisbetiche, insieme alle loro madri, vecchie quasi quanto i resti di antiche civiltà! Erano perfide, delle carogne, pronte subito a rovinarti la reputazione… Ma non quanto le figlie! Loro erano sicuramente le più spregevoli ragazze di tutta Londra! Parlavano male degli altri, a volte l’una insultava l’altra… E ogni volta che prendevamo il thè, loro bisbigliavano, e mi lanciavano delle occhiate poco pacifiche. A volte era anche mia madre che parlava male di me con loro! Io le chiamavo le Miss Citrulline, era una sorta di gioco che facevo tra me e me per sopravvivere.  Ma io non fumavo per togliermi la vita o per altro. Fumavo perché mi aiutava, era una sorte di liberazione per me, una sorta di strappo alle regole, che volevo compiere, per non essere perfetta al 100% come voleva mia madre.  Ed eccomi qui, a pensare, sul balcone della mia camera, con i vestiti più costosi, soffocata in quel bustino strettissimo, con i capelli acconciati ed il solito cappello. Mia madre voleva farmi conoscere l’uomo che avrei sposato. In effetti, ora che ci pensavo, i matrimoni combinati erano molto demodè. Mia madre odiava le cose di quel tipo. Anche se in questo caso no. Mi sentii chiamare, e buttai la sigaretta, andando nella toletta a prendere il profumo per coprire l’odore. Il rumore dei cancelli eccheggiò nell’aria. Una macchina nera vi entrò. Era ora… quello era il mio profumo
  
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