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Autore: Seawolf66    06/12/2012    0 recensioni
Accecata dal terrore, sento l’impulso di scappare, spingermi prepotentemente lontano...
Genere: Dark, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Il Mostro

Canto da sempre. Cantare è tutta la mia vita.
È una cosa che ha fatto parte di me da quando ne ho memoria. Anche i miei genitori hanno sempre cantato e me lo hanno insegnato fin dal giorno in cui sono nata; per tutta la nostra famiglia cantare è sempre stato importante come respirare, forse anche di più.
Oggi, nel giorno del mio sedicesimo compleanno, è successa una cosa straordinaria: mentre cantavo nel bosco, come il mio solito, la natura sembrava rispondermi: ogni fiore, ogni foglia raggiunta dal mio canto si risvegliava: ogni fiore splendeva di colori e profumi mai sentiti prima, perfino l’aria sembrava nuova, più fresca e frizzante, incantata dal mio canto così come i raggi sorridenti del sole che mi raggiungevano di tanto in tanto da sotto la volta di foglie, impazienti di ascoltarmi. La natura seguiva il mio canto e si riscopriva attraverso di esso, come se fino a quel momento non avesse fatto altro che dormire pigramente. Ora ogni colore viveva e risplendeva della sua vera essenza: verde intenso, giocoso arancione che sfumava nel più brillante dei gialli, avvolgente rosso vermiglio, tutto brillava come una splendida giornata di primavera anticipata. Trasportata dalla mia stessa voce mi sono addentrata sempre di più nel fitto del bosco, passando di ramo in ramo, come ero abituata a fare da sempre. Volgendo lo sguardo in basso ho scoperto con gioia e stupore che anche gli animali di terra sotto di me erano ipnotizzati dal mio canto e mi seguivano ovunque mi spostassi, per non perdere nemmeno una nota della mia melodia. Poi tutto è cambiato all’improvviso. Attirato come le altre creature, un essere enorme, mostruoso, si fa largo tra le sterpaglie avanzando verso di me.
La sua orribile figura mi spaventa, ma, aggrappandomi al mio stesso canto, trovo la forza di non fuggire subito terrorizzata. La consapevolezza della nuova forza si fa strada dentro di me, permeandomi di un’ energia e di un coraggio che non avevo mai provato prima. Continuo a cantare con ancora più vigore di prima. L’essere mostruoso non ferma la sua avanzata. Non avevo mai visto nulla di più orribile nella mia vita: enorme, cento volte più grande e più alto della piccola casa in cui abito con la mia famiglia, con due occhi enormi su una strana faccia, al di sotto dei quali una inspiegabile apertura sottile si apre nella carne, mostrando numerose piccole zanne irregolari avvolte nel rosso della carne viva. Da quell’orrida apertura escono suoni strazianti: “... erappacsnon aniloccip iuq ineiv!! ... ” che ricorderò certamente per il resto della mia vita. Sulla gigantesca testa, crescono singolari fili, simili a steli d’erba, ma scuri come la notte, più fini e cadenti, sottili alghe putrefatte al sole.
La creatura è davanti a me, avanza sul terreno con falcate lunghe e rumorose, ma io canto, e so che fino a quando non cedo, niente e nessuno protrà farmi del male, distruggere la forza dentro di me. E’ ormai a meno di quattro metri e mi fissa dal terreno con i suoi occhi famelici, quando quei suoni strazianti cominciano ad assumere un senso per me: “Vieni qui piccolina, non scappare”, parole che fanno battere forte il mio cuore e aumentare la mia paura. “Non voglio farti del male”
Lo guardo, abbasso gli occhi sulla sua mole immensa. Il mio canto si strozza trasformandosi in un grido: appesi ad uno spesso lembo di pelle legato intorno al corpo del mostro, dondolano inermi i cadaveri dei miei tre fratellini più piccoli.
Accecata dal terrore, sento l’impulso di scappare, spingermi prepotentemente lontano, per abbandonare tutto quel dolore alle mie spalle. Ma il mostro ha già ripreso a parlare “Sai che canti divinamente? Non ho mai sentito nessuno cantare come te. Non posso fare a meno di ascoltarti; ti seguirei ovunque.”dice, come in preda ad una trance. A quelle parole il mio cuore si riempie di una tale rabbia che pare scoppiare.
Piena d’odio, votata alla vendetta, intono un nuovo canto. Che la mia ira lo raggiunga con ogni altissimo acuto e lo incateni ad ogni mio volere!
L’essere mi segue, ormai alla mia mercè, smanioso di raggiungermi e uccidermi, così come ha fatto con i miei fratellini, ma io agile salto tra i rami. La foresta è la mia casa e mi ama come io amo lei, si è illuminata al mio canto e ora mi accompagna dandomi sostegno. Continuo a trascinare il mostro verso il luogo dove avrò la mia vendetta: il dirupo.
Cantando più intensamente di come avessi mai fatto nella mia intera vita, giungo all’ultimo albero, e poi, dalla punta dell’ultimo ramo proteso nel vuoto, spicco il volo.
Come previsto il mostro mi segue, nell’inutile speranza di raggiungermi: le sue esili appendici anteriori non sono in grado di sostenere il suo peso in aria.
Le sue parole, mentre cade nel vuoto non lasceranno mai la mia testa.
Perché mi hai fatto questo?? Ero pazzo di te, piccolo USIGNOLO.”
   
 
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