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Autore: misslittlesun95    07/12/2012    3 recensioni
Rientrato dalla missione in Kossovo per il matrimonio di Lucia e Orlando, Bart ha reincontrato Isabella e ha deciso di tornare alla sua vita solita per poi convolare a nozze con la donna, che fin dal primo incontro col carabiniere ha avuto dubbi sul suo destino.
La vita al R.I.S. scorre normale, con il Lupo in carcere e nessun guaio.
Finché, insieme, non vengono fuori un killer seriale di ginnaste preagoniste e Carola, la nipote di Bart, sedicenne gravemente ammalata ed ex agonista di artistica.
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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L'incessante sogno.



Prologo.

Lucia gli aveva chiesto semplicemente di andare nel suo ufficio perché lì qualcuno lo aspettava.
Di certo sua moglie Isabella non poteva essere, e non poteva essere neanche Eleonora o qualunque altra persona che avesse frequentato quando aveva vissuto a Roma prima della missione.
Pensò a qualcuno del Kossovo, ma con i cittadini, malgrado tutto, non aveva mai avuto molto a che fare, e i commilitoni li sentiva regolarmente, vedendo anche spesso quelli che come lui erano tornati in patria.

E allora chi, e da quale suo oscuro e dimenticato passato poteva trovarsi nello studio del capitano?
La risposta, il pragmatico tenente lo sapeva, l'avrebbe avuta non ragionando ma agendo, non nel modo con cui di solito doveva lavorare ma con quello che tutti credevano utile per tutti.
Sbirciò, prima di entrare, dalle tendine orizzontali semi aperte ma non riuscì a scorgere molto se non un foulard rosa chiaro.
Entrando vide chiaramente chi dietro quello si trovava.
- Ciao, zio.- Aveva detto una voce femminile.
Era lei che portava il foulard, una ragazzina che di certo non aveva diciotto anni e che poteva apparire una piccola Bartolomeo Dossena versione femminile.
La somiglianza tra i due la si vedeva anche se del volto di lei si comprendeva poco data l'assoluta mancanza di capelli, che s'intuiva dal foulard, e sopracciglia.
Sentendosi chiamare, guardandola nel volto e osservandone i lineamenti ancora distinti il tenente capì chi aveva davanti.
- Ciao Carola.- Le rispose.
Poi le fece segno di sedersi e le domandò cosa ci facesse lì.
Angelica, la madre di Carola sorella del carabiniere, era morta poche settimane prima lasciando sola a Firenze la figlia ammalata.
Bartolomeo era il suo parente più prossimo e a lui sarebbe toccata la tutela della giovane, così aveva deciso in fretta e furia un giudice del tribunale fiorentino non appena i medici che seguivano la ragazza l'avevano dimessa.
Partita col primo treno non vi era stato nemmeno il tempo di avvisare l'uomo, e per quello Carola aveva con se la sentenza del giudice e un recapito stesso del magistrato che Dossena si promise di usare il prima possibile.
- Mi dispiace di essere venuta fuori così come i dolori.- Aveva detto la ragazza dopo aver raccontato allo zio il motivo per cui si trovava lì.
- So che con mamma non parlavi da anni...- Ammise tristemente.
Era vero, quando la donna era rimasta incinta di un ragazzo conosciuto in vacanza la famiglia, Bart compreso, aveva fatto finta non fosse mai esistita.
- Ero troppo piccolo per fare di testa mia, ho semplicemente seguito quello che mi avevano detto di fare i miei, dopo la tua nascita non ho più saputo nulla di voi. Però le volevo bene, davvero.- Si era giustificato.
Carola aveva sorriso e poi aveva continuato a parlare. - Il giudice ha detto che se non vuoi si troverà un altro luogo dove mettermi almeno finché non guarisco e divento maggiorenne, capisco benissimo se non ti senti di tenermi con te.- Dicendo le ultime parole aveva iniziato a giocare col fuolard, lasciando intendere benissimo a cosa si riferisse.
Dossena non aveva replicato e le aveva chiesto se volesse un tè o qualcos'altro, perché in quel momento voleva uscire dalla stanza e pensare.
Carola aveva fatto cenno di sì con la testa, sapendo benissimo che quella frase di cortesia aveva in sé un altro significato, quello pensato dall'uomo.
Fuori aveva incontrato Lucia che già sapeva tutto, e mentre aspettava che la macchinetta delle bevande calde facesse il suo lavoro aveva deciso.
Se davvero aveva voluto bene a sua sorella, se davvero potendo non l'avrebbe mai allontanata dalla sua vita, allora era quello il momento di dimostrarlo, sicuro che dovunque fosse lei l'avrebbe visto.
Portò Carola a casa con se prima ancora di finire il turno.




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Eccomi con la mia prima FF su Ris Roma, nella speranza di non deludere nessuno :3
Carola sarà un personaggio importantissimo della storia, perché.... che ve lo dico a fa' se dovete leggere? XD
Se vi va seguitela e recensite, alla prossima! (Non chiedetemi quando XD)

;Sunny.

   
 
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