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Autore: VanessaStew    09/12/2012    3 recensioni
< Sei sicura di volerlo fare? questo potrebbe comportare il totale cambiamento della tua vita >
< Ciò che voglio è stare con te, il resto non conta >.
Può qualche anno di differenza dividere due persone che si amano? Sono i presupposti di un amore proibito destinato a perdersi o a vincere?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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< Sei sicura di volerlo fare? questo potrebbe comportar il totale cambiamento della tua vita >
< Ciò che voglio è stare con te, il resto non conta >


Le mattine di novembre in quel periodo erano fin troppo calde e soleggiate per essere in pieno autunno. "Si avvicina la fine del mondo!" pensò Holly fra se e se. Rise ironicamente, mentre riavviava i suoi capelli disordinati a causa della notte. Ultimamente per lei andare a scuola stava diventando un qualcosa di piacevole, ma nessuno si spiegava tale cambiamento di posizione in lei. Come qualsiasi diciasettenne sull'orlo dell'esaurimento nervoso a causa degli esami finali che avrebbe affrontato qualche mese dopo, Holly aveva cominciato l'anno con rammarico, preoccupazione e svogliatezza. 
Due mesi prima, precisamente a settembre, come ogni primo giorno di scuola, si sedette ad un banco dell'aula di matematica e aspettò che entrasse il loro vecchio professore: un uomo sulla cinquantina con i capelli brizzolati, una pancia infinita ed un inspiegabile sorriso sul volto che irritava gli studenti. 
< Buongiorno a tutti! > esclamò una voce giovanile. Quando stranita Holly sollevò la testa, vide davanti alla cattedra un uomo non sulla cinquantina, ma sulla trentina; senza pancia, ma con un fisico mozzafiato; nessuno sorriso irritante ma un mezzo sorriso ricco di fascino. 
Il professor Louis Tomlinson aveva 29 anni, occhi azzurri e capelli castano chiaro e all’insù uniti ad un tono di voce seducente e una camicia grigia che messi dentro ai pantaloni gli donavano un nonsoche di serio ma sexy nello stesso momento. 
Il professor Tomlinson cominciò bene l'anno, infatti in particolar modo le studentesse dei suoi corsi prestavano sempre attenzione alle lezioni. Era il suo primo anno d'insegnamento e sapere di averlo iniziato così bene lo confortava, sapendo quanto la matematica fosse odiata dalla scolaresca. 
Una sera d'ottobre, il tempo aveva deciso di giocare uno brutto scherzo alla cittadina. Holly stava tornando dalle lezioni di ripetizioni di chimica, mentre pioveva a dirotto, quando una macchina passò a tutta velocità e schizzò interamente la ragazza. Holly rimase a bocca aperta sul marciapiede mentre le macchine continuavano a passare indifferenti del fatto che lei fosse totalmente bagnata. 
< Maledetto! Te la faccio ingoiare la tua macchina enorme del cazzo! > esclamò lei invano dietro all'automobilista pazzo. A quel punto sentì una macchina dall'altra parte del marciapiede suonare il clacson. "Chi diavolo sarà adesso?" pensò irritata la ragazza, ma quando guardò bene nella macchina, scorse un giovane uomo. 
< Professor Tomlinson! > esclamò lei sorpresa. 
< Holly, sali! Che ti è successo? > domandò il professore cordiale. La ragazza esitò, ma poi entrò nella Renault Clio nera e si rifugiò da quella pioggia incessante. 
< Mi dispiace professore, le sto bagnando la macchina >
< Non ti preoccuparre, sei fradicia! > notò lui armeggiando dietro sui sedili dei passeggieri. In quel momento Holly notò bene i particolari dell'uomo: la mascella semi quadrata e sottile, gli occhi azzurri e splendenti, la maglietta bianca che aderiva bene al fisico semiscolpito dell'uomo...
< Ecco prendi > fece lui porgendole una coperta.
< Oh, grazie > ribatté lei ritornando sul pianeta terra e afferrando la piccola coperta. Si coprì tutta e in quel momento notò di aver freddo. 
< Una macchina mi ha schizzata non preoccupandosi del fatto che le strade sono così bagnate da poterci nuotare le papere! > esclamò la ragazza in preda alla collera. < In più si sono bagnati tutti i miei appunti di chimica... >
< Che ci facevi alle 9 di sera con gli appunti di chimica per strada sotto la pioggia? > domandò lui in tono minaccioso. 
< Sono andata a ripetizioni, le materie scientifiche non sono mai state il mio forte > rispose lei imbarazzata, dopotutto stava parlando con un professore di matematica.
< Quindi suppongo tu abbia anche problemi con la matematica. Perché non me ne hai mai parlato? > 
< Non mi sembrava opportuno dirle che non capisco neanche una parola di quello che dice > affermò Holly ridendo per alleviare la situazione. < Una volta terminate le ripetizioni di chimica comincerò con quelle di matematica >
< Indicami la strada per casa tua > lo esortò lui. La ragazza annuì approfittandone per ammirarlo ancor più. 
< Andare a ripetizioni è inutile nel momento in cui hai un professore come me disposto a rispiegarti il concetto centinaia di volte >
< La ringrazio > disse Holly sorpresa di tale generosità. 
< Questo e altro per i miei studenti > aggiunse sorridente lui. Holly lì capì di essere una studentessa come le altre per il professor Tomlinson e per la prima volta cominciò a dispiacersene. L'uomo accese la radio e partì una musica lirica a lieve volume. 
< Cerca una bella canzone alla radio > le disse Louis. Holly annuì e cominciò a girare su varie stazioni radio mentre indicava all'uomo come arrivare alla sua abitazione. Trovò la canzone giusta, Where have you been di Rihanna. Holly cominciò a muovere la gamba a ritmo di musica, così anche le spalle e la testa mentre tamburellava con i palmi delle mani sulle calze fradicie. Fradicie erano anche la gonna, gli stivaletti e la giacca. Aveva scelto il giorno peggiore per mettersi una gonna, ma dopotutto la fortuna non era mai stata il suo forte. 
< Le piace Rihanna, professore? > domandò lei continuando a muoversi a ritmo di musica. 
< Sì, è brava e bella > affermò lui sorridendole in un modo che la affascinò a tal punto da non scollargli più gli occhi di dosso. Fermi al semaforo, anche il professor Tomlinson si perse nello sguardo azzurro della ragazza, non poté fare altrimenti. Dopo qualche secondo interminabile in cui si fissarono interrottamente, il clacson di una macchina dietro richiamò la loro attenzione. Louis riaquistò il controllo di se perso per qualche secondo e riprese a guidare. 
< Questo che canta chi è invece? > chiese lui per spostare l'attenzione dal loro lieve attimo di smarrimento.
< Pitbull con Ne- Yo... Give me everything >
< Eh?? > domandò lui strabuzzando gli occhi. 
< Dammi tutto, è il titolo della canzone > rispose lei confusa. 
< Oh, sì perdonami, sono un po' preso dalla strada > fece lui scombussolato. 
< Siamo arrivati professore > afffermò lei. I due si fermarono davanti ad una deliziosa casetta marrone, casa Reed. Holly piegò per bene la coperta e gliela porse all'uomo. 
< Grazie per il passaggio professore > disse lei sfoderando un dolce sorriso. Louis piegò la testa di lato a quel sorriso, dopodiché annuì corrugando la fronte, sembrava confuso, ma Holly fece finta di non averlo notato, anche se non capiva cosa il professore avesse quella sera. Una volta scesa, Louis poggiò per qualche attimo gli occhi sulle gambe della ragazza, poi però tornò serio e la salutò con un gesto della mano e che Holly ricambiò. 

I giorni seguenti a quella sera, il professor Tomlinson sembrava evitare Holly. Per i corridoi faceva finta di non vederla, così anche nel parcheggio scoperto della scuola e in classe. Quelle rare volte in cui poggiava i suoi occhi su di lei, lo faceva intensamente, facendo battere il cuore di Holly più forte che mai, ma poi tornava ad ignorarla come suo solito. 
Un giorno dopo la lezione, Holly aspettò che tutti se ne fossero andati, dopodiché si avvicinò alla cattedra del professore. Lui sollevò la testa e la guardò con un mix di sorpresa, confusione e paura. Paura di che? 
< Holly, tutto okay? > la ragazza corrugò la fronte, dopodiché tirò un profondo respiro. 
< Dovrei chiederlo a lei, c'è qualcosa che non va con me professore? > domandò lei esitante. 
< P -perché me lo chiedi? >
< Non ha fatto altro che evitarmi in queste due settimane! Non capisco se ci sia qualcosa che non va tra me e lei >
< Certo che no, io sono un professore e tu una studentessa. Non ci dovrebbero mai essere cose che non vanno tra i due ruoli, non credi? >. La ragazza corrugò la fronte, ciò che stava dicendo il professor Tomlinson non aveva senso.
Il suo sembrava un tentativo di sviare il vero nocciolo della questione e Holly se ne rese conto.
< In teoria dovrebbe essere così, ma non lo è. Si guardi, sta guardando dappertutto tranne che il mio volto! > esclamò lei esasperata. 
L'uomo si portò le mani sul collo con la testa all'indietro per l'esasperazione. 
< Sono i tuoi occhi che.... >
< Cosa? Cos'hanno che non va i miei occhi? > domandò lei allarmandosi e cominciando a cercare lo specchietto nella borsa. 
< nulla Holly! Ti prego, finiamola qua. Questa conversazione non ha ne capo ne coda, un professore e un'alunna non possono interagire in questo modo >
< Interagire? Professor Tomlinson noi NON stiamo interagendo al meglio dal momento in cui non sto capendo nulla di quello che sta dicendo! >
< Adesso ho da fare, vai a lezione Holly! > esclamò lui lasciando la ragazza sbigottita. Holly rise istericamente, non riusciva a capire quale fosse il problema di quell'uomo. Di certo non l'avrebbe capito quel giorno. Così se ne andò sotto gli occhi confusi di Louis.
 
Due giorni dopo l'accaduto, Holly arrivò a scuola affaticata da un mal di schiena provocatole dalla lezione del giorno precedente di nuoto. Così si diresse verso l'ascensore della scuola. Nel momento in cui svoltò l'angolo per l'ascensore, vide qualcuno che l'aspettava. Un uomo con i capelli biondo cenere. 
" Che faccio? Aspetto che se ne va lui? Prendo l'ascensore con lui? Ma se lo prendo con lui penserà che io sia una stalker...ma dopotutto io non ho nulla a che fare con lui, in questo momento mi tocca solo fare i conti con il mio mal di schiena". 
Così andò verso l'ascensore e facendo finta di essere sola, aspettò. 
< Buongiorno a te > disse sarcastico l'uomo. 
< Pensavo non volesse avere nulla a che fare con me > sottolineò con tono dispettoso lei. 
< Il buongiorno non si nega a nessuno >
< Disse colui che qualche giorno fa non è stato capace di dirmi che problemi ha con me! > esclamò lei entrando in ascensore. 
< Io non ho nessun problema con te! > esclamò lui come un bambino ferito. 
< Professore io non so neanche perché mi rivolgo a lei in questo modo, forse per la poca differenza d'età ma... >
< Poca differenza d'età? Abbiamo 12 anni di differenza Holly! > disse ridendo istericamente lui. 
< Capirà, certe donne si sposano i più vecchi ereditieri di questo mondo >
< Ma io non sono un ereditiere >
< No, infatti è un professore e... > fece per dire lei prima che non avvertisse una botta all'ascensore. 
< Che diavolo succede? > chiese Louis. 
< Cosa crede che ne sappia io! >. Dopo un po' però Holly aggiunse: < Merda, credo si sia bloccato l'ascensore >. Sembrava in preda al panico. 
< Oh no! >

Passarono la prima mezz'ora nel piccolo spazio, seduti a terra in silenzio, mentre i tecnici cercavano di tirarli fuori. 
< Manco stessimo parlando dell'ascensore dell'Empire State Building! > esclamò Holly polemica. 
< Sono stufo e qui dentro fa caldo > si lamentò lui sventolandosi la giacca. 
< Si spogli > lo incitò lei. 
< Prego? > chiese Louis strabuzzando gli occhi. 
< Intendevo, si tolga la giacca e sbottoni qualche bottone della camicia >
< Non sarebbe professionale... > disse lui. A quel punto però, Holly si sfilò la giacca elasciò intravedere la maglia rossa leggermente scollata.
< Se preferisce morire di caldo faccia pure >. 
Louis annuì convinto, ma dopo qualche minuto si sfilò disperato la giacca, sollevò le maniche della camicia e sbottonò i primi bottoni della camicia lasciando intravedere un po' del suo torace, al che Holly avvampò diventando rossa. 
< Come vanno le ripetizioni di chimica? > domandò lui per fare un po' di conversazione. 
< Bene, anche se preferirei non prenderle >
< Lo so, studiare è orrendo, ma poi passerà il liceo e... >
< Non è questo professore. Vorrei evitare lle spese a mia madre e mio padre dato che non navighiamo nell'oro > affermò cinica lei. 
< Oh, anche questo è giusto >
< Non vorrei pesare solo sulle loro spalle, ma per quest'ultimo anno sono costretta a darmi da fare sullo studio, perciò niente lavoro part-time. >
< Anche solo il fatto che tu vorresti lavorare di tuo per aiutarli ti fa...onore > affermò l'uomo pensieroso. 
< Sì ma non c'è nulla di concreto in quello che faccio! >
< C'è il sangue e il sudore dei tuoi genitori che può essere ripagato con un splendido esame finale >
< Lei da genitore ne sarebbe fiero? >
< Sarei fiero di una figlia come te, Holly > affermò Louis con un sorriso confortante sul volto. Holly fu fiera di quelle parole, ma non perché si trattassero delle parole di un professore, ma di QUEL professore. A quel punto i due furono sorpresi dalla luce che improvvisamente se ne andò. Si ritrovarono al buio uno leggermente distante dall'altro. 
< Professore, professore dov'è? > chiese lei spostando la mano verso la sua destra dove si trovava l'uomo. Louis sporse la sua mano, che trovò quella di Holly. Senza pensarci due volte, le strinsero e Holly si fece sempre più vicina all'uomo. 
< Holly, Holly stai tranquilla, usciremo di qui > la confortò lui stringendo forte la mano. Holly poggiò la testa sul braccio semi muscoloso dell'uomo per sentire qualcosa di vivo accanto a se. Il buio la spaventava da sempre e quella situazione la rendeva inquieta. Cominciò a singhiozzare senza rendersene conto. 
< Holly, Holly cos'hai? > chiese lui cercando di decifrare l'espressione della ragazza. 
< Non- non- sopporto il buio > diceva la ragazza a fatica.
< Tranquilla, la luce sta per tornare! > esclamò lui cercando di calmarla, ma lei continuava a singhiozzare. A quel punto Louis si fece guidare dal suo sesto senso, mise una mano attorno alla spalla della ragazza e la abbracciò forte. Sentì lei affondare la testa sul suo petto, mentre lo stringeva forte. Louis avvertì una profonda scossa a quel contatto, una scossa d'amore. 
Improvvisamente la luce tornò e subito Louis posò gli occhi sulla ragazza bianca in viso e ancora singhiozzante. 
< Ehi, ehi Holly guardami > la incitò lui sollevandole il mento. 
< La luce è tornata, tra un po' usciremo vedrai > 
< Il buio, io non... >
< Non ti preoccupare, ci sono io qui con te >
< Ci sei tu? > domandò lei con voce dolce e spaventata. "CI SEI TU?" ripensò Louis. Quel tu a Holly sfuggì con naturalezza, ma non seppe spiegarsi il perché. 
Louis si riperse negli occhi azzurri della ragazza, come quella sera in macchina, ma questa volta nessun clacson lo interruppe, così anche la ragione che se ne stesse al posto suo. Louis continuò a farsi guidare dal suo istinto, istinto che lo condusse alle labbra carnose della ragazza. La baciò prima con prudenza, dopodiché si scollò da lei e aspettò una reazione della ragazza che non tardò ad arrivare. Holly si lanciò tra le braccia dell'uomo e lo baciò con passione, lingua con lingua, corpo a corpo, passandogli le mani nei capelli morbidi mentre lui l'abbracciava con amore. Holly sentiva il respiro del professore contro la sua bocca, cosa che la fece esaltare ancor più perché quel contatto le suggerì che tutto era vero, non era frutto della sua immaginazione. 

Dopo quell'avventura in ascensore, i due non si parlarono per un'intera settimana. Avevano bisogno di riflettere, entrambi, ma arrivato al limite della sopportazione, dopo il sesto giorno in cui non parlava con LEI, Louis azzardò e andò a trovarla a casa sua. Suonò con esitazione il campanello e chi aprì la porta fu per sua fortuna Holly. 
< Professore > disse lei confusa. 
< Dobbiamo parlare >. Holly annuì e lo fece accomodare in casa. Lo portò fino in soggiorno e lo fece sedere al divano. 
< Holly sarò diretto questa volta: non so cosa fare con noi, con il nostro bacio >
< Cosa c'è da fare professore? > domandò lei confusa.
< Holly ricordati di quanti anni ho io e di quanti ne hai tu; della mia posizione e della tua; di cosa rischieremmo se... >
< Se? > domandò lei inarcando curiosa il sopracciglio. 
< Se... >
< Se io facessi questo? > chiese lei poggiandogli una mano sul ginocchio. L'uomo sussultò, dopodiché guardò negli occhi furbi della ragazza e si fece incantare. 
< O se facessi questo? > chiese lei sedendosi a cavalcioni su di lui. 
< Sarebbe la fine delle nostre reputazioni se scoprissero che... >
< Cosa? Che sono innamorata di te? > domandò lei poggiandogli le mani dietro al collo. Louis inspirò profondamente e chiuse gli occhi per pensare.
< Dillo ancora > la incitò voglioso. 
< Sono innamorata di te Louis, così anche tu lo sei di me >
< Io...io ti amo > afffermò lui guardandola dritto negli occhi. 
< Baciami! > esclamò lei, con Louis che non si fece pregare due volte. Si sporse sulla deliziosa bocca della giovane e cominciò un gioco di lingue focoso che proseguì a lungo: sul divano, in piedi, sulle scale verso la camera, davanti al letto. 
< Sei sicura? > domandò lui esitante. 
< Non è la prima volta per me questa, ma sarà ugualmente una notte meravigliosa > affermò la ragazza sollevandogli la maglietta e lasciandogli dolci baci sul torace. Attimi di eccitazione mai provati prima inondarono i due, eccitazione provocata soprattutto dalla consapevolezza del loro amore proibito. 
< E se ci vedessero i tuoi genitori? > chiese lui. 
< Il lavoro li tiene spesso occupati > affermò con rammarico lei. A quel punto Louis le sollevò il mento nel suo solito e delizioso modo e le sorrise dolcemente. Dopodiché baciò Holly e la fece stendere sul letto. 
< Sei bellissima > sussurrò lui nell'incavo del collo della ragazza mentre dolcemente la riempiva con tutto l'amore del mondo. I due corpi si inarcavano come stessero danzando per andarsi incontro e percepirsi a vicenda, cosicché entrambi si rendessero conto al 100% che tutto stava accadendo realmente.

Ritornando alla scena iniziale, Holly, persa nei suoi pensieri, era ormai arrivata a scuola. Entrò con il suo solito sorriso pieno di gioia, consapevole del fatto che presto avrebbe visto Louis, ma quando entrò avvertì una strana atmosfera. Gli occhi degli altri studenti erano puntati su di lei, mentre alcuni sussurravano cose del tipo "è lei" o "non ci posso credere che l'abbiano fatto!". 
Holly provò ad evitare quelli sguardi impertinenti e si diresse verso l'aula di matematica. Anche li le occhiate non mancavano. 
< Si può sapere cosa avete tutti stamattina? > domandò esasperata. 
< Eva Collins del quarto anno ha visto te e il professor Tomlinson nel ripostiglio mentre vi baciavate > rispose una delle studentesse della classe. Holly strabuzzò gli occhi e sbiancò visibilmente. 
< Holly come hai potuto? Ovvio che quest'anno saresti stata promossa! > esclamò la secchiona del corso. 
< Non ti permetto di dire questo! > esclamò Holly indignata e con le lacrime di isteria che le pungevano gli occhi. 
< Holly dall'esterno cosa vuoi che pensiamo? > domandò Melanie, un'amica. La ragazza, visibilmente sconvolta, si portò le mani ai capelli e uscì tempestivamente dall'aula. Sotto gli occhi di tutti, cominciò a guardarsi attorno confusamente, non sapeva dove cercare e tantomeno chi, dato che per quanto ne sapeva Louis poteva già essere fuori dall'istituto riflettendo sul prossimo lavoro da cercare. Fu in quel momento che lo vide uscire dalla presidenza. Il suo sguardo era grave e lo diventò ancor più quando vide Holly che scoppiò a piangere davanti agli altri studenti. Ormai tutti sapevano la verità, così senza curarsi del parere degli altri, Louis si diresse verso la ragazza e la abbracciò forte. 

A scuola quel giorno non fecero altro che parlare di quell'argomento. Dopo che si ebbero ritrovati nel corridoio, Louis e Holly lasciarono insieme l'edificio e si diresser verso casa di lui. Louis era stato licenziato, accusato di favoritismi nei confronti di una studentessa e perlopiù di abuso su di essa. Ciò che sconvolse Holly fu la consapevolezza della vita lavorativa di Louis distrutta e spazzata via nel giro di qualche minuto. Non le importava della sua di reputazione, dopo un po' la gente avrebbe dimenticato la ragazza che se la faceva con professore, ma certe macchie sul curriculum non potevano essere cancellate. 
< Facciamo l'amore, ti prego > gli chiese Holly mentre faceva asciugare le ultime lacrime, distesa al letto mentre Louis la carezzava dolcemente. A quel punto l'uomo la baciò dolcemente e la cullò nelle sue carezze mentre dolcemente entrava in lei e le faceva provare brividi d'amore dopo quella giornata che l'aveva sconvolta in quel modo. 
< Non mi lasciare > implorò lei mentre si faceva coinvolgere in quella danza passionale e senza precedenti.
< Mai > affermò lui baciandola. 

Stesi sul letto sotto le coperte, Louis abbracciava la ragazza baciandole le spalle e la testa. 
< Cosa facciamo? > domandò lei. 
< Non lo so tesoro mio, non ne ho idea > rispose lui disperato. 
< Io un'idea ce l'avrei, ma è un grande, enorme passo >. 
Louis rizzò le orecchie.

< Sei sicura che i tuoi genitori abbiano capito? > domandò Louis dopo che Holly uscì dalla casa in cui era cresciuta. 
< Non mi perdoneranno mai, ma sanno che devo farlo >
< Sei sicura di volerlo fare? Questo potrebbe comportare il totale cambiamento della tua vita >
< Ciò che voglio è stare con te, il resto non conta >.
< Allora andiamo, andiamocene da qui per sempre Holly. INSIEME >.
 
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Eccomi qui con una nuova one shot :) è piuttosto romantica, nonostante io sia una persona poco sentimentale, ma la tematica dell'amore proibito mi è sempre piaciuta.
Spero in qualche vostra recensione e che la os vi piaccia ovviamente! x 
  
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