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Autore: Rinoa    08/07/2004    3 recensioni
Cosa successe a Squall,Rinoa,Selphie,Zell,Quistis e Irvine durante la compressione temporale? come riuscirono a tornare a casa?
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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"When the night is overcome,
you may rise to find the sun.." (Enya - May it be)


Quanto tempo era passato? Un giorno? Una settimana? Un mese…o forse un anno? Squall non lo sapeva. Sapeva solo che era esausto, triste ed abbattuto, e che presto avrebbe perso completamente le speranze. E Rinoa…la sua Rinoa, gli mancava così tanto… il suo sorriso sarebbe stato per lui come la luce in mezzo al buio, come l’acqua fresca sulla gola inaridita, come un cantare melodioso dopo giorni di silenzio assoluto. Ma intorno a lui non c’era niente … solo il vuoto. Solo una landa scura e deserta, totalmente infinita ed irreale. Era la landa dei suoi incubi, la landa di tutto ciò che era stato prima della mutazione nel nuovo Squall. Aveva paura .. tanta paura.. si,per la prima volta nella sua vita, aveva paura di morire.


Trovarlo … stringerlo … Rinoa non pensava ad altro. E non sapeva da quanto tempo stava correndo, così, velocemente, con il cuore in gola e la speranza agli sgoccioli. Ma finchè avesse avuto la forza di correre, finchè il suo corpo non avesse ceduto, straziato dall’angoscia e dalla fatica, lei avrebbe continuato a correre, per ritrovare Squall e tornare a casa, nel loro tempo. Per tornare a casa. insieme. Il vento gelido le sferzava il viso, e il freddo si stava poco alla volta impadronendo del suo corpo, gelandole il cuore e impedendole di riflettere lucidamente. Rinoa sentiva che poteva solo correre .. doveva correre. Doveva trovarlo ad ogni costo. Doveva trovarlo perchè Squall era il suo destino. L’unico destino che valesse la pena di vivere.


Un urlo. Qualcuno che invocava aiuto. Si mosse in quella direzione, dopo aver girato in lungo e in largo per un tempo impossibile da determinare. Nonostante fosse esausto dopo lo scontro con Artemisia, Zell sentiva di potercela ancora fare, anche se temeva che presto le forze l’avrebbero completamente abbandonato. Gli era sembrato di sentire la voce di Selphie .. ma forse l’aveva semplicemente immaginata. No! eccola ancora! Era sicuro che si trattasse di Selphie. Non si era sbagliato, quindi! Felice di aver udito finalmente una voce amica, Zell prese a correre ancora più in fretta, sperando di veder comparire Selphie in mezzo alla nebbia …


“Aiuto. Aiuto!” Era capace solo di chiamare aiuto. Eppure, non poteva far altro. Aveva cercato ovunque una via d’uscita, ma inutilmente. Dovunque guardasse, riusciva solo a scorgere acqua, acqua scura, acqua infinita. Selphie si trovava in piedi, ferma, immobile. Sotto di lei, l’acqua di un mare da incubo. “Aiuto!” chiamò, ancora, con una nota di panico nella voce.. “Aiuto, aiuto,aiuto!!” Qualcuno sarebbe riuscito a sentirla? E se l’avesse sentita, sarebbe corso da lei per portarla con sè fuori da quella maledetta distorsione temporale? O sarebbe rimasta in quel luogo orribile per tutta la vita, sola e disperata?


Timidamente prese a ridere. E rideva di se stessa. Come poteva essere stata tanto stupida da cadere in una distorsione temporale dopo aver raccomandato agli altri di fare attenzione? D’altronde, non aveva potuto evitarlo. Era successo e basta. La stanza in cui si trovava era piccola ed umida. Non c’erano porte, nè finestre. Era incastrata, prigioniera di una prigione di pietra. Ed in cuor suo, Quistis sapeva che sarebbe rimasta prigioniera di quelle quattro mura per tutta la vita, o almeno fino a quando sarebbe morta di fame, di sete, o di solitudine. Lentamente, si sedette a terra, appoggiando la schiena contro uno dei muri che la separavano dalla salvezza, dalla libertà, dalla felicità e dai suoi amici. Era davvero la fine? “Amici miei” … mormorò “..dove siete?”


Buio. E silenzio. Un silenzio snervante, che gli faceva quasi scoppiare la testa. Irvine vagava completamente smarrito nell’oscurità più totale. Non riusciva neppure a vedere la propria mano, I propri piedi, il proprio fucile. Non vedeva niente, assolutamente nulla. Era come essere diventati ciechi tutto ad un tratto, e Irvine proprio non riusciva a sopportarlo. Era questa la ricompensa per aver salvato il mondo da una minaccia incombente? Per aver preso parte alla più pericolosa missione mai intrapresa dall’uomo? “Beh, bella ricompensa .. grazie tante!” sbottò. E poi, la sentì .. sentì la voce della persona a cui aveva pensato per tutto il tempo che aveva vagato nelle tenebre. Selphie … l’avrebbe raggiunta. E l’avrebbe salvata.


Un altro passo e sarebbe crollato. Un altro passo e sarebbe morto, sconfitto da una forza troppo grande, troppo crudele. Una forza troppo grande anche per lui. Improvvisamente, la landa desolata che si estendeva nuda e selvaggia davanti a lui scomparve, lasciando il posto al nulla più completo. Squall si voltò, deciso a tornare indietro, ma anche alle sue spalle la terra era scomparsa. Non restava che un minuscolo isolotto, cullato nel mare del nulla, e su quell’isolotto era prigioniero lui. Barcollò, e sentì che le gambe non lo reggevano più. Accasciandosi a terra, si sentì perso, vittima di un destino atroce ed incontrollabile. Provò ad alzarsi, ma era tutto inutile. Tutto inutile .. perchè continuare a lottare quando il destino ha già scelto per te che dovrai morire? Perchè? Era tutto inutile,ormai.. tutto inutile .. Piangere .. aveva solo una gran voglia di piangere. E lo fece.


Finalmente, dopo aver corso, corso e corso all’infinito, Rinoa raggiunse il campo. Quel campo. Il campo di fiori dietro la casa della Madre, il campo dove Squall le aveva promesso che si sarebbero incontrati. Il campo che per lei significava tutto, significava Squall. Lasciò lo sguardo libero di vagare, mentre già assaporava il momento in cui avrebbe finalmente potuto riabbracciare l’uomo che amava, l’uomo che, lo sapeva, avrebbe amato sino alla fine dei suoi giorni. Ma lui non c’era. Squall non era lì. Non la stava aspettando lì. Ma doveva essere lì,perchè glielo aveva promesso. Glielo aveva promesso! Doveva essergli accaduto qualcosa. Qualcosa di brutto. Fu una luce ad indicarle la via. Forse una stella cadente. Rinoa la seguì .. era la sua ultima speranza.


Selphie non c’era. Zell l’aveva cercata ovunque, correndo senza sosta, seguendo la direzione dalla quale aveva sentito provenire l’urlo, ma non l’aveva trovata. Che le fosse accaduto qualcosa? Era forse per questo che Selphie aveva smesso di chiamare aiuto? O qualcuno l’aveva trovata? Zell si disse che doveva essere andata così. Ottimista come sempre, immaginò Selphie in compagnia di Irvine. E Rinoa in compagnia di Squall. E Quistis? Avrebbe pensato lui a lei. Senza dubbio.


“Oh,insomma!! Aiuto!! Ma perchè nessuno viene a salvarmi? Nessuno riesce a sentirmi, forse?” Selphie sentì le lacrime pizzicarle gli angoli degli occhi, per poi rigarle le guance e, infine,precipitare nel mare ghiacciato sotto di lei. “No,Selphie,non piangere” si disse. “Piangere è inutile,possibile che tu non l’abbia ancora capito!? Qualcuno verrà. Qualcuno arriverà .. sicuramente! Basta avere fiducia negli amici … io ho fiducia nei miei amici!” Improvvisamente, Selphie ebbe la certezza che sperare negli amici l’avrebbe aiutata ad uscire dalla quella brutta situazione. E aveva ragione, perchè poco dopo, vide Irvine avanzare verso di lei, felice di averla ritrovata.


Aveva ceduto al pianto, ma la sua mente era ancora lucida, e lavorava senza sosta. Pensò all’eventualità di utilizzare un Guardian Force per scappare da quelle quattro mura che la tenevano prigioniera, ma poi si disse che non sarebbe sicuramente servito a nulla. Quella cella angusta era la materializzazione dei suoi pensieri, delle sue ansie, delle sue insicurezze. Non sarebbe riuscita a scappare nemmeno se avesse scatenato il potere del più potente dei Guardian Forces esistenti. Ma si costrinse a non abbandonare le speranze .. non del tutto … e fu allora che avvertì una presenza dietro di lei. Era Zell.


Eccola! Aveva ritrovato Selphie,finalmente! Lei gli corse incontro, saltandogli al collo e piangendo di gioia. Irvine la strinse tra le sue braccia, forte. Non l’avrebbe più abbandonata, mai più. “Sapevo che mi avresti trovato .. lo sapevo!!” riuscì a dire lei, nonostante il pianto rendesse la sua voce tremante ed insicura. “E io sapevo che ti avrei ritrovata,piccola..lo sapevo” Selphie si staccò da Irvine, sorridendo. Aveva il viso bagnato di lacrime, ma Irvine la trovò più bella di quanto fosse mai stata prima. Dai grandi occhi verde smeraldo della ragazza, lucidi ed arrossati, trasparivano la felicità e l’enorme sollievo che stava provando in quel momento. Irvine sorrise, stringendo Selphie in un nuovo, affettuoso abbraccio. Mentre la abbracciava, vide una luce in lontananza, e si convinse che quella fosse la strada giusta. La strada per tornare,finalmente,nella loro epoca. “Andiamo…torniamo a casa”


“Zell!!” esclamò Quistis, felice e stupita di rivederlo. “Non pensavo ti avrei mai più rivisto..” Zell ridacchiò. “E invece,professoressa,eccomi qui! Vivo, vegeto e pronto ad uscire da questo schifo il più in fretta possibile!” Quistis aggrottò la fronte,perplessa. “il problema rimane..come credi di abbandonare questo posto,Zell?..sembrerò pessimista,ma le ho provate tutte..” Zell sorrise, poi, appoggiando le mani sulle spalle di Quistis, la fece voltare. Un raggio di luce bianca si intravedeva in lontananza. “Hai provato da quella parte?” Quistis sorrise, risollevata. Poi, voltandosi verso Zell, trovò il coraggio di fare una cosa che probabilmente la vecchia Quistis non avrebbe mai fatto. Abbracciò il ragazzo, lasciandolo sbalordito.


Rinoa … Rinoa .. Rinoa?.. non riusciva più a ricordare il suo viso. Si ricordava tutto nitidamente .. I suoi lisci capelli neri, l’abito bianco che aveva sfoggiato più volte , come la sera in cui l’aveva vista per la prima volta .. la sera in cui lei l’aveva costretto a ballare , facendo in modo che si rendesse ridicolo davanti a tutto il Garden di Balamb ma che si divertisse come si era divertito poche volte nella vita. .. ma non ricordava il suo viso .. il viso di lei, che era arrivata come il sereno dopo la pioggia, guidata da una stella cadente. Lei, che con il suo atteggiamento solare aveva sconvolto la sua mente, il suo universo. L’aveva fatto innamorare .. non gli era mai successo prima, era una cosa strana, nuova. Ma non l’avrebbe più rivista … con la morte nel cuore, Squall si rese conto che non avrebbe vissuto tanto a lungo da rivedere Rinoa. Improvvisamente, ebbe la visione della morte di Rinoa…il casco spaziale si era rotto,e in lei non era rimasto che un flebile spiraglio di vita. Si sentì svenire. E seppe che era la fine.


Fu allora che Rinoa lo vide. Era disteso al suolo, pareva dormisse, ma era pallido, stremato. Subito in Rinoa l’eventualità che Squall fosse morto prese il sopravvento, e il cuore della ragazza si riempì di cupa disperazione. Gli si inginocchiò accanto, scuotendolo forte, forte, forte .. voleva svegliarlo. Doveva svegliarlo. Come avrebbe potuto tirare avanti senza di lui? Come?! Ma Squall non si svegliava .. non si svegliava più. Rinoa scoppiò a piangere sul petto del ragazzo. Ormai il fato l’aveva abbandonata, lasciandola lì, sola e disperata. Ma finchè c’è la luce, allora c’è la speranza. E questo Rinoa l’aveva sempre saputo. In questo Rinoa credeva veramente. “Svegliati,Squall! Svegliati! Non puoi lasciarmi così! Non puoi!” E Squall si svegliò. Rinoa sorrise, piangendo non più di disperazione, ma di una grande, incontenibile gioia. Lui si era svegliato. E non l’avrebbe lasciata mai. Mai più. Lei lo sapeva.


La luce li avrebbe guidati a casa, lontani dalla compressione temporale. Li avrebbe guidati dai loro amici, dalle persone che amavano veramente. Sarebbero stati insieme.


Per sempre.


**The end**


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Nota dell'autrice *Rinoa*: Allora,com'è?? vi piace? è la prima storia che pubblico,percui siate clementi!!!^_^ commentate!!
  
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