What Are You
Doing New Year’s Eve?
Avvertenze:
fluff, angst e abuso di citazioni da Colazione da Tiffany
Blaine rabbrividì,
affondando il naso nella sciarpa di
lana. «Si gela qua fuori».
«Esagerato»,
commentò Kurt, mentre il suo sospiro
esasperato si condensava in una nuvoletta bianca di fronte al suo viso
«Sta nevicando, che
cavolo», tentò di nuovo Blaine, anche
se sapeva benissimo che non l’avrebbe mai convinto a
rientrare. Se Kurt Hummel
aveva deciso di piantarsi sulla scala antincendio del suo edificio in
pieno
inverno a mezzanotte, niente e nessuno sarebbe riuscito a smuoverlo di
lì. Il
ragazzo si strofinò le mani, cercando inutilmente di
scaldare le dita, e provò
ad appoggiarsi meglio alla scala. «Questa ringhiera
è ghiacciata!».
Kurt gli lanciò
un’occhiataccia, sistemandosi meglio
il cappello di lana. «Sssh, sveglierai mio padre! Per favore
Blaine, ho sempre
desiderato farlo».
«Avresti dovuto imparare
a suonare la chitarra
allora», commentò Blaine aggiustando la tracolla
dello strumento sulle proprie
spalle.
«Ma tu
sai
suonarla», ribatté Kurt mentre l’altro
recuperava un plettro dalla tasca ed
iniziava ad accordare lo strumento. «E ho sempre immaginato
di farlo con te»,
aggiunse dopo qualche momento,
cogliendo Blaine di sorpresa.
Il ragazzo cercò di
mantenere un’espressione neutrale
sul viso – stava diventando stranamente facile visto che Kurt
aveva fatto
commenti del genere per tutta la giornata.
Il primo era stato quando Blaine
l’aveva accompagnato
allo Starbucks sotto casa per prendere qualche muffin, mentre Burt
portava le
valigie nell’appartamento di Kurt e Rachel.
«È, umh,
comodo avere un bar sotto casa», aveva
commentato Blaine, cercando di non fissare Kurt troppo a lungo
– il suo naso
era sempre stato così adorabile o gli faceva
quell’effetto solo perché non lo
vedeva da mesi?
«Già»,
aveva risposto Kurt mentre gli passava il suo
cappuccino e prendeva la scatola di muffin. «Ma ad essere
onesto il Lima Bean
rimane ancora il mio preferito. Il caffè qui è
migliore, ma non ci sono tutti
quei ricordi».
Blaine si era quasi soffocato con
un sorso di caffè.
Si stava riferendo a quello che pensava lui o…? Aveva alzato
gli occhi
sull’altro ragazzo, che lo stava guardando con un sorriso.
«A volte credo di aver
passato più tempo in quel bar
che alla Dalton», aveva risposto in tono leggero.
Il suo cuore aveva saltato un
battito quando Kurt
aveva riso.
“Stai calmo. Stai. Calmo”,
si era ripetuto, cercando di non sorridere come un’idiota per
le tre rampe di
scale dell’appartamento di Kurt e Rachel.
Da quel momento in poi i commenti e
le battute sui
loro trascorsi si erano susseguite una dopo l’altra, andando
avanti per tutta
la giornata – anche se Blaine ci aveva messo un po’
per riabituarsi a quella
complicità.
Sembrava come se fra loro non fosse
successo nulla,
come se fossero di nuovo migliori amici. Blaine non voleva farsi
illusioni.
Sapeva che il comportamento di Kurt non era casuale – che
stava cercando di
perdonarlo. Ma non avevano nemmeno parlato seriamente di ciò
che era successo
in ottobre e sentiva che era ancora troppo presto, per entrambi.
Non gli era sfuggito
l’istante di panico sul viso di
Kurt quando l’aveva visto davanti alla porta di casa sua; e
lui stesso era
arrivato a New York solo perché Burt era stato seduto di
fianco a lui durante
il volo – aveva tentato di scendere dall’aereo per
ben tre volte prima che
decollasse, e per tre volte Burt l’aveva costretto a sedersi
di nuovo senza
voler sentire ragioni.
Strimpellò qualche nota,
guardando il ragazzo di
fronte a lui. «Cosa vuoi che suoni?».
Kurt alzò gli occhi al
cielo. «Moon River,
ovviamente. La scena dove Holly canta seduta alla finestra
è-».
«Kurt, io non so quella
canzone».
Kurt gli lanciò
un’occhiata assassina. «Non ti sto
picchiando solo perché dovrei tirare fuori le mani dalle
tasche per farlo».
«Allora ammetti anche tu
che si gela!».
«Non è questo
il punto Blaine! Come faccio ad essere
Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany
se non sai Moon River?».
«Potrei suonare
qualcos’altro?». Si risistemò la
tracolla della chitarra sulla spalla, incrociando lo sguardo
imbronciato di
Kurt. «In fondo era mattina mentre lei cantava. E non era
Natale…».
«Bene»,
capitolò Kurt. «Ma che sia anni 60. Non
rinuncio alla mia atmosfera vintage».
Blaine sorrise di nuovo –
aveva sorriso molto di più
nelle ultime dieci ore che nell’ultimo mese.
Scartò
subito All I Want For
Christmas Is You. Non era il momento per le pop idol,
ed era decisamente
troppo presto per una canzone romantica… o forse no?
“Diavolo,
perché non ho chiamato Wes prima di venire
qui?”.
Scosse la testa, scacciando i dubbi
e cercando di
pensare a qualcosa di più adatto.
«Ella Fitzgerald va bene
per te?», chiese mentre
suonava qualche arpeggio.
Kurt sorrise, una scintilla
divertita negli occhi.
«Jazz? Davvero Blaine?».
«Hai nominato tu gli anni
60», commentò l’altro, prima
di abbassare gli occhi e iniziare a suonare.
«Maybe it's much too early in the
game», cominciò, la voce più
roca del solito. «Oh, but I thought
I'd ask you just the same, what are you doing New
Year's, New Year's eve?».
Solo quando ebbe finito la prima
strofa ebbe il
coraggio di alzare lo sguardo sull’altro ragazzo, notando con
sollievo che non
sembrava infastidito. Gli fece un cenno col capo, invitandolo a cantare
la
seconda strofa.
«Wonder whose arms will hold you good
and tight when it's exactly twelve o'clock that night, welcoming in the
New
Year, New Year's eve», cantò
l’altro mentre un sorriso iniziava a farsi strada
sul suo volto. Blaine sorrise a sua volta, mentre riprendeva a cantare.
«Maybe I'm crazy to suppose I'd ever
be the one you chose out of the thousand invitations you received»,
continuò
Blaine mentre Kurt si avvicinava a lui, sorridendo.
«Ooh, but in case I stand one little
chance… Here
comes the jackpot question in advance: what are you doing New Year's,
New
Year's Eve?». Cantarono l’ultima strofa
all’unisono, un sorriso soddisfatto su entrambi i
loro volti.
Kurt rise piano, mentre faceva un
passo in avanti. «Le
nostre voci suonano ancora benissimo insieme».
Il sorriso di Blaine si
illuminò ancora di più, mentre
si staccava dalla ringhiera e poggiava la chitarra vicino a
sé. Senza pensarci
due volte prese la mano di Kurt, intrecciando le sue dita gelate con
quelle del
ragazzo, coperte da uno spesso guanto di lana.
«Cosa fai questo
Capodanno?».
Kurt abbassò lo sguardo,
mentre cercava senza successo
di nascondere un sorriso.
«È
un’altra delle tue battute pessime o…?».
Blaine scosse la testa.
«Sono serio».
Kurt si mordicchiò il
labbro inferiore prima di
rispondere. «Isabelle mi ha invitato ad un party organizzato
da Vogue».
«Oh»,
commentò Blaine, cercando di non sembrare troppo
deluso.
«Ma non credo che
andrò», precisò in tono leggermente
divertito. «Mio padre mi vuole a casa per Natale, e
onestamente mi serve una
pausa da New York. Il ventuno sarò a Lima, e ci
rimarrò fino a Capodanno,
credo».
«Sugar farà
un’altra festa». Blaine gli lanciò uno
sguardo speranzoso. «Mike, Mercedes e Santana hanno
già detto che verranno».
«Allora credo ci vedremo
lì», finì Kurt con un sorriso
incerto.
Ci fu un momento di silenzio,
mentre entrambi i
ragazzi abbassavano lo sguardo, incerti sul da farsi.
«Sono contento che tu sia
venuto», disse alla fine
Kurt.
«Davvero?».
Kurt gli lanciò un’occhiata interrogativa.
«Pensavo che… dopo quello che è
successo in ottobre-».
«Blaine», lo
interruppe l’altro, stringendogli la mano.
«Non importa quello che è successo o che potrebbe
succedere. Potrei avercela a
morte con te, o… o non parlarti»,
mormorò, ricordando le settimane dopo la loro
rottura. «Ma credimi, nulla potrebbe farmi smettere di tenere
a te ormai. Sei
troppo importante».
Blaine annuì, non
fidandosi della sua voce in quel
momento.
«E questo significa che
sarò sempre felice di vederti.
Sempre».
Kurt si chinò
leggermente verso il ragazzo, posandogli
un bacio veloce sulla guancia.
«Lo terrò a
mente», mormorò Blaine quando si furono separati,
sentendo la pelle pizzicare dove le labbra di Kurt e il suo naso gelato
l’avevano sfiorato.
«Faresti
meglio», rispose l’altro, le guance
leggermente arrossate. «Vieni, andiamo dentro». Si
girò per scavalcare la
balaustra della finestra, senza lasciare la sua mano. «Non
dirlo a mio padre ma
ho imparato la ricetta della cioccolata calda migliore di New
York».
A/N:
Buonasera :)
Questa è la mia versione
di come potrebbe andare il
Natale dei nostri due ragazzi…
La canzone che cantano Kurt e
Blaine si chiama proprio
What Are You Doing New Year’s Eve, e la versione
più adorabile esistente per me
è questa.
Spero che anche voi siate entrati
nello spirito
natalizio, perché io ci sono dentro fino al collo dal 20
novembre e per questo
Natale (e da qui inizia la poubblicità occulta ;) )
pubblicherò la mia prima
long Klaine!!!!
Yaaaaay :)
Per chi fosse interessato il
prologo verrà pubblcato
domani pomeriggio/sera. :)
Buona domenica, e baci a tutti!!
MM