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Autore: fumiko    27/06/2007    2 recensioni
Devo premettere una cosa: questa è la prima fanfiction che scrivo, quindi siate clementi. Ho voluto incentrare questa storia sulla fragilità di Hinata e sull'incredibile capacità di Naruto di insegnare agli altri ad aver fiducia in se stessi. Questo è solo l'inizio. Spero che vi piaccia.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Hinata! Hinata! Svegliati!-
Qualcuno mi scuoteva violentemente. Fui costretta ad aprire gli occhi.

-Neji…che succede?- balbettai assonnata.
Lanciai un’occhiata alla finestra. Era aperta ed era ancora buio. Entrava una piacevolissima brezza, in cui riuscivo ancora a distinguere, impalpabile, il profumo del mio angelo. Le tende mosse dal vento mi avevano ormai rapita, quando le urla di mio cugino mi riportarono alla realtà.

-Hai il coraggio di chiedermi che succede?- era davvero arrabbiato. Da quando abitava a casa nostra, Neji era diventato per me come un fratello maggiore, protettivo e geloso, ma la cosa non mi dispiaceva affatto, perché mi piaceva pensare che qualcuno mi volesse bene.
-Eri scomparsa! Ti abbiamo cercata ovunque! E tu eri qui che dormivi tranquillamente, e non hai di certo pensato di avvisarci! Ti rendi conto che ci hai fatto preoccupare?-

Ero terrorizzata. Neji riusciva davvero ad essere agghiacciante! E, come mio solito, non riuscii ad emettere alcun suono.

-Neji, così la spaventi - era mio padre. Non mi ero accorta della sua presenza.
Al suo avvertimento il mio affezionato cugino si calmò e abbassò lo sguardo.
-Ora è tardi. Andiamo a riposare. Domani Hinata ci spiegherà tutto con calma-
Neji lo guardò incredulo. Forse non riusciva a capire come un padre potesse rimandare certe questioni, ma io gli ero grata per questo. Avrei avuto di tempo fino alla mattina seguente per inventare una scusa.

Nel giro di un minuto mi ritrovai sola nella stanza buia. Guardai nuovamente la finestra aperta, ricordando la sensazione che avevo sentito appena prima di addormentarmi. Mi era sembrato un bacio. Sfiorai leggermente la guancia con le dita tremanti.
Dopodiché mi rimisi sotto le coperte, senza riuscire a prendere sonno.

000


Le ore passavano lente, ma finalmente spuntò il sole. Non avevo voglia di alzarmi perché avrei dovuto affrontare Neji e mio padre, ma, con una grande prova di coraggio, mi vestii e mi recai a colazione.

Come mi aspettavo, i miei familiari più stretti erano seduti al tavolo e mi aspettavano. Il silenzio era agghiacciante. Non osai guardarli e, come nulla fosse, mi sedetti a testa bassa e cominciai a mangiare.

-Hinata, ci devi una spiegazione – era stato Neji a parlare.

Guardai i due che sedevano innanzi a me. Mio cugino era ansioso, preoccupato, ma mio padre appariva calmo ed indifferente. Non gli era mai importato nulla di me. Ero debole, la pecora nera e la vergogna della famiglia Hyuuga.

-Ero ad allenarmi – dissi a voce e a testa bassa. Non ero sicura che mi avessero sentito – Mi sono seduta un attimo a riposarmi e mi sono addormentata. Mi sono svegliata che era già tardi e sono entrata dalla finestra per non disturbare nessuno –  Avevo ripetuto così tante volte quella frase nelle ore appena passate da averla imparata a memoria.
Non osai guardarli negli occhi perché di certo avrebbero visto la menzogna nei miei. Non ero brava a mentire.

Era sceso nuovamente il silenzio. Senza aggiungere un’altra parola mi alzai e mi trascinai fuori di casa.

Il tempo era nettamente in contrasto col mio umore. Il cielo era pulito ed il sole caldo. Nonostante ciò, indossavo la felpa. Mi faceva sudare da fare schifo, ma mi metteva a mio agio. Potevo nascondermi meglio, passare più inosservata.

-Hey! Hinata!-

Mi voltai. Era Naruto, luminoso come non mai, che correva verso di me sventolando le braccia sopra la bionda testa. Potevo solo immaginare quanto il sole estivo fosse invidioso di lui!

Si fermò davanti a me.
- N-Naruto…- dissi arrossendo

- Stai andando ad allenarti?- mi chiese

Annuii leggermente.

-Allora vengo con te!-

Rimasi senza parole! Era assurdo che lui volesse allenarsi con me, ma non avevo né la voglia né la voce per rifiutare, così annuii e mi misi in cammino verso il parco giochi abbandonato.


Presto arrivammo. L’aria calda mi avvolgeva dolcemente. Mi sarei voluta abbandonare a quel tepore, alle carezze ritmiche dell’erba, ma quel giorno non potevo riposare. Non avrei mai potuto farlo…
Mi voltai verso Naruto. Lui si stava già riscaldando. Come faceva a trovare ogni giorno la forza di combattere?

Ad un certo punto si fermò e mi fissò.
-Non ti riscaldi?- mi chiese incredulo

Era come se la dolcezza della sera precedente fosse scomparsa. Era come se non mi avesse visto piangere, svenire, e come se non avesse dovuto riaccompagnarmi a casa perché non ero in grado di tornarci da me.
Mi sentivo peggio di prima. Avevo pensato che tra noi due sarebbe cambiato qualcosa…che stupida!

Mi tolsi la felpa e cominciai a riscaldarmi. Dopo un po’ di corsa e qualche salto qua e là ero pronta a cominciare.
Naruto era pronto a combattere davanti a me. Le gambe mi tremavano dalla paura. Avrei fatto di certo una figuraccia!

All’improvviso mi fu addosso. Mi era arrivato a qualche centimetro dalla faccia senza che me ne accorgessi. D’istinto chiusi gli occhi e caddi per terra.
Tremavo come una foglia. Strinsi le gambe al petto. Ero immobilizzata.

- Ti rialzi? Abbiamo appena cominciato e non ti ho neanche toccata…-

Che gli era successo? Non si accorgeva che stavo male? Che la mia anima aveva uno squarcio sanguinante?
Cominciai a piangere.
Singhiozzavo terribilmente, ma nessuno mi abbracciò questa volta.

Ero sola nel mio dolore, ma questa volta faceva più male del solito.

Naruto d’un tratto mi sollevò. Mi aspettavo una carezza, un bacio, ma ciò che ebbi fu solo un violento schiaffo.

Il tempo sembrò fermarsi su quell’orrendo gesto, ma smisi di piangere. Ero sconvolta!

- Non so cosa tu abbia, Hinata, - aveva la testa china – ma non puoi passare la vita a rinchiuderti in te stessa, a non reagire. Se qualcosa ti assale, tu la devi sconfiggere!- Alzò la testa di scatto. I suoi occhi erano illuminati da una strana luce. Il suo sguardo era come infuocato.
Ecco cosa mi piaceva di più in lui: la sua determinazione.

Lo fissavo senza dire una parola (credo che ormai lui ci avesse fatto l’abitudine).

Si allontanò da me lentamente.
- E ora ricominciamo!-
Mi rivolse un sorriso stupendo! La sua espressione era un misto di voglia di fare, di determinazione e di felicità.
Mi sentii improvvisamente piena di forza e, per la prima volta dopo mesi, felice.
Ricambiai il suo sorriso.
Stavolta ero davvero pronta a combattere.

Cominciammo.
Sembrava più un gioco che un allenamento! Mi stavo divertendo! E se cadevo non importava, perché mi rialzavo. Sempre. E se mi facevo seriamente male (capitò meno spesso di quanto mi aspettassi) c’era Naruto che mi porgeva la mano e che mi faceva forza con parole di conforto!

Fu forse la giornata più bella della mia vita!
E quando la sera tornai a casa, stesa sul mio comodo letto piansi, per la prima volta, non di dolore, ma di gioia.



Ecco a voi il secondo capitolo! Spero sia di vostro gradimento e che non mi malediciate per aver rovinato una storia inizialmente buona…
Credo che ricominciare a vedere la luce dopo mesi di buio, sia la storia più bella che possa esserci!
Ditemi cosa ne pensate. Io nel frattempo preparo il terzo capitolo. Sono piena di idee!!!

AVVISO:
Se vi piacciono le storie tristi e malinconiche, andate a leggere “Solo se stessi” , scritta naturalmente dalla sottoscritta e lasciatemi delle recensioni.
  
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