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Autore: Ria_27    13/12/2012    4 recensioni
Non ero ancora nata quando la scoperta del Dr Gregory l’H273 rivelò le sue drammatiche conseguenze.
Ma nel mondo in cui vivo chiunque conosce questa storia.
Sono passati ormai trent’anni da quando tutto questo ebbe inizio ma ancora oggi l’unica cura che si conosce contro gli Affetti è sterminarli .
Questo però non impedisce loro di fare sempre più vittime tra le quali mia madre .
Era all’ottavo mese di gravidanza quando venne contaminata .
Le indussero il parto portandomi alla luce, donandomi la vita prima che quella di mia madre le venisse sottratta.
Non so quand’è stato il momento preciso in cui me ne resi conto.
Quando un bambino riesce a rendersi conto di essere diverso?
Non saprei rispondere.
Di sicuro però ricordo il momento in cui due agenti dell’FBI arrivarono all’Istituto .
Erano venuti a cercare me, erano li per me ,questo era tutto ciò che seppi-
Avevo solo tredici anni ero una ragazzina arrabbiata con il mondo se pur non capendolo eppure ero ormai consapevole di essere fuori dal comune.
Così non ebbi altra scelta .
Scappai.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1-Trappola

_Ehi Jo… Cavolo che confusione qui dentro_ storsi il naso inalando l’acre tanfo di sigaretta che riempiva l’aria viziata del locale.
_Rachel ?! Cosa…Cosa ci fai qui?_ Jo strabuzzò gli occhi squadrandomi con aria leggermente sbalordita.
Inarcai un sopracciglio con fare critico raggiungendo il bancone dietro al quale l’uomo continuava a ripulire un bicchiere con fare meccanico mentre i suoi occhi continuavano ad osservarmi titubanti.
_Mi sembra di lavorarci qui dentro Jo,ormai saranno tre mesi…Che cavolo ti sei fumato?_ borbottai criticamente continuando a soppesare l’espressione sempre più incredula dell’uomo.
_Niente niente_ si affrettò a replicare mentre con un colpo di tosse tornava a schiarirsi la gola.
Lo osservai lasciar perdere il vetro opaco del bicchiere per sfregare entrambe le mani arrossate fra di esse.
Era evidentemente teso ma non riuscivo a capirne il motivo.
_Che diavolo ti prende?_ domandai senza troppi giri di parole quell’atmosfera carica di tensione stava divenendo fin troppo pesante facendo scattare una sorta di campanello d’allerta nel mio cervello.
Jo si guardò furtivamente intorno come per assicurarsi che nessuno potesse udire la nostra conversazione nemmeno per sbaglio.
­_Non dovresti essere qui Rachel _ il suo tono si fece improvvisamente basso mentre i suoi piccoli occhi tornavano a squadrarmi in un tacito avviso.
Mi mossi nervosamente sul posto cercando di non indietreggiare _Cosa significa?_ domandai asciutta nonostante percepissi ormai ogni fibra del mio corpo tremare.
Jo sospirò pesantemente interrompendo il nostro contatto visivo per socchiudere appena gli occhi prima di tornare a parlare _Due uomini sono stati qui! Ti cercavano, mi hanno riempito di assurde domande sul tuo conto…Dio Rachel sembravano pezzi grossi ,in che casino ti sei cacciata?_
Percepii il mondo iniziare a ruotare vorticosamente intorno a me mentre le parole di Jo filtravano nella mia mente echeggiando pericolosamente.
_No…non è possibile_ mormorai non badando minimamente allo sguardo apprensivo che l’uomo mi stava rivolgendo.
Mi hanno trovata
Per tre anni avevo ingenuamente creduto che quel momento non sarebbe mai arrivato.
Lo avevo sperato.
Povera illusa.
_Devo andare via di qui_ guardai furiosamente la porta d’ingresso soppesando velocemente la possibilità che un paio di loro fossero appostati proprio li fuori.
Magari mi avevano vista entrare,forse si erano persino divertiti a mascherarsi nel buio della notte nell’attesa che io riemergessi proprio li fuori pronti a tendermi un agguato.
_Fammi usare la porta sul retro_  intimai brusca tornando a volgermi verso il punto in cui Jo mi osservava con una sfumatura di panico nello sguardo.
Soppesò per un attimo le mie parole prima di sospirare scuotendo la testa _Non voglio guai Rachel lo sai…_
non gli diedi il tempo di concludere la frase,mi sporsi dietro il bancone afferrandolo per il colletto della camicia slabbrata puntandolo con furia.
Poco importava se una comitiva di ubriaconi aveva gli occhi puntati sulla scena, se non fossi uscita di li in pochi minuti sarei comunque stata nei casini,ben peggiori di quelli.
_Stammi bene a sentire Jo _ sibilai sotto lo sguardo spaurito dell’uomo ormai con il fiato corto causato dalla mia irruenza _ io devo uscire da questo posto nel modo più rapido possibile e tu non mi ostacolerai! Aprimi quella fottuta porta sul retro altrimenti sarò costretta a romperti l’osso del collo e non illuderti sono abbastanza forte per farlo._
Deglutì pesantemente spalancando ulteriormente lo sguardo, percepii il suo corpo tremare sotto la mia presa.
Mi aveva creduto,buon per lui.
Allentai la presa senza distogliere neanche per un secondo lo sguardo perentorio che gli avevo puntato addosso.
Lo vidi barcollare fino alla piccola porticina in legno consumato .
Soppesai i suoi gesti con aria attenta pronta a scattare nuovamente se solo avesse dato segno di voler fregarmi.
Ma come era prevedibile Jo era troppo fifone per giocare all’eroe,con un gesto armeggiò velocemente con una piccola chiave girandola nella toppa che emise un click metallico prima di favorire l’apertura .
Con passi affrettati scostai l’uomo dall’uscio _Grazie mille Jo_ lo schernii prima di immettermi nel freddo vicolo poco illuminato.
Mi richiusi la porta alle spalle assicurandomi che nessuno potesse seguirmi li fuori.
Rimasi per qualche secondo a fendere l’aria con fare guardingo.
Soppesai i contorni dei contenitori straboccanti e maleodoranti accertandomi che nessuno fosse li dietro in agguato.
Trassi un piccolo sospiro di sollievo una volta che fui certa di esser sola.
Inalai una boccata d’aria gelida lasciando che la brezza notturna mi avvolgesse sedando i nervi fin troppo tesi.
Forse dopo tutto c’era ancora una possibilità di cavarmela.
Magari quegli uomini non erano così furbi da attendermi al di fuori di un sudicio bar, erano pur sempre elementi da azione attendere non era il loro forte,con ogni probabilità in quel momento stavano setacciando il Distretto  tentando di scovarmi.
Illusi,ancora una volta sarei stata più furba di loro.
Scesi rapidamente le scale in metallo cigolante mentre mentalmente tracciavo un percorso che mi avrebbe permesso di fuoriuscire dal Distretto 3 senza attirare troppa attenzione.
Nonostante fossi concentrare nella silenziosa ricerca di strade e sbocchi privi di controllo non ebbi problemi ad udirlo.
Un rumore appena percettibile per un orecchio poco allenato o semplicemente comune.
Ma quello non era il mio caso.
Mi voltai appena in tempo schivando il colpo mal assestato dell’uomo davanti a me.
_Tutto qui?_ lo schernii prima di caricare la gamba in un calcio che finì per colpire lo stomaco dell’uomo.
_Cagna _ mi insultò quest’ultimo barcollando all’indietro dolorante prima che io mi piegassi per colpirgli entrambe le caviglie destabilizzandolo del tutto facendolo così finire a terra.
I guaiti dell’uomo furono musica per le mie orecchie ma non avevo tempo per rispondere a tono ai suoi insulti.
Dovevo scappare e anche in fretta prima che arrivassero gli altri.
I componenti della DS non erano mai da soli.
Iniziai a correre verso l’uscita Sud del vicolo sperando con tutte le mie forze che almeno per una volta gli altri soldatini della DS non fossero troppo vicini.
Avevo bisogno di mettere quanta più distanza possibile tra me e loro.
Il cuore mi sarebbe sicuramente scoppiato dal petto se solo non mi fossi imposta di mantenere sangue freddo,non sarebbe servito a nulla farmi prendere dal panico quello avrebbe contribuito solo a farmi morire.
Vidi la fuoriuscita del vicolo e velocizzai ulteriormente per raggiungerla.
Stavo quasi per lasciarmi trasportare dall’insana idea che forse ce l’avrei fatta quando una figura sbucò dall’ombra frapponendosi davanti a me.
Spintonai i piedi sul terreno frenando repentinamente la mia corsa evitando così uno scontro ma ancora prima che potessi riadottare una posizione d’attacco a me favorevole il braccio dello sconosciuto svettò nell’aria colpendomi nell’addome.
Percepii il respiro mozzarsi in gola mentre l’urto provocato da quel colpo mi costrinse ad inclinarmi in avanti nonostante sapessi essere una pessima mossa.
Non ebbi neanche il tempo di riflettere prima che un secondo colpo alle ginocchia mi fece perdere l’equilibrio.
Un singulto strozzato trapassò la linea delle mie labbra serrate mentre il mio intero corpo entrava in contatto con il freddo asfalto.
_Non sei poi tanto furba come credevi dopo tutto_ il mio assalitore sembrò compiaciuto lasciandosi andare perfino ad una piccola risata canzonatoria .
Sollevai lo sguardo carico di rabbia per riportarlo sulla figura ormai totalmente esposta al cono di luce emessa dal lampione sopra di noi.
Non potei che essere sorpresa di ritrovarmi davanti un ragazzo.
Probabilmente era poco più grande di me.
I suoi lineamenti sornioni erano incredibilmente delineati, quasi perfetti oserei dire accentuati da due vivaci e profondi occhi dello stesso colore delle nubi cariche di pioggia il tutto contornato da una corta criniera bionda e ribelle .
Quel volto  sarebbe anche potuto sembrare angelico se solo non fosse stato per il ghigno incredibilmente compiaciuto che ne increspava le labbra.
_Sei rimasta senza parole?_ tornò a provocarmi inarcando un sopracciglio sardonico.
_Fottiti_ digrignai i denti mostrando tutta la rabbia e la frustrazione provata in quel momento.
Il torace mi doleva ancora ,per quanto odiassi dirlo quel colpo era stato assestato dannatamente bene .
_Ottimo lavoro Christopher _ smettemmo di continuare quel gioco di sguardi voltandoci al contempo per incontrare la figura slanciata dell’uomo che procedeva in nostra direzione.
Quest’ultimo lasciò scorrere lo sguardo da me al ragazzo prima di posare una mano sulla spalla di questo sorridendogli con un sorriso fin troppo complice.
_Grazie Signore _ il ragazzo abbandonò tutta l’aria di superiorità mostrata fino a quel momento tornando a mostrare una posa rigida e scattante a cui l’uomo rispose con un ulteriore cenno del capo prima di volgersi verso di me.
_ Credevi seriamente di poter scappare per sempre?_ domandò senza darsi peso di nascondere una risata critica.
Storsi la bocca cercando di non ritrovarmi a ringhiare come un animale selvaggio.
Era esattamente ciò che voleva lui.
Collard, quello era il suo nome, ricordavo bene il tesserino che mi aveva mostrato solo tre anni prima quando lui e un altro uomo erano venuti per ‘’Prelevarmi’’, cosi avevano detto, dall’Istituto nel quale ero cresciuta.
_Ci hai dato delle belle gatte da pelare ragazzina . Avresti anche potuto risparmiarti questa sceneggiata evitando di sprecare tempo tu e risorse noi_ mosse qualche passo verso di me mostrando un’espressione sterile ,viscida.
Contrassi ulteriormente la mascella mentre Collard si piegava verso di me soppesandomi come fossi un animale appena cacciato.
_Ma guardati sei li a terra a guardarmi con occhi carichi di odio senza però riuscire a fare niente per ribellarti_
Provai a muovermi per spaccare la faccia di quel bastardo avvertendo un’altra fitta istantanea al punto in cui ero stata colpita.
_Vaffanculo _ ringhiai contro l’uomo che sorrideva sempre più soddisfatto.
La sua espressione si intensificò ulteriormente mentre faceva schioccare due dita .
Prontamente due uomini gli furono accanto .
_Tenetela_ ordinò semplicemente Collard prima di tornare a sollevarsi.
Istantaneamente cercai di dibattermi ma le mani degli uomini corsero a serrarsi sulle mie braccia rispingendomi in ginocchio sull’asfalto.
_Christopher prendi il sedativo_ aggiunse Collard tornando a rivolgersi al ragazzo alle sue spalle.
Quest’ultimo non sembrava aver distolto neanche per un istante il proprio sguardo da me _Subito_ si limitò ad assentire esortato dall’occhiata dell’uomo.
Provai nuovamente a dibattermi quanto più possibile ma la presa dei due uomini si fece ancora più ferrea.
_Lasciatemi _ sibilai lanciando l’ennesima occhiata truce a Collard che per tutta risposta accentuò il proprio sorriso .
_Cosa volete da me?_ replicai nuovamente,
_Non lo hai ancora capito?_ mi schernì lui.
Il ragazzo,Christopher, riemerse proprio in quel momento con in mano una piccola scatola nera che fece scattare davanti a Collard esibendo una lunga siringa dal contenuto giallognolo.
Provai a ritrarmi ma ancora una volta fallii .
Con un gesto Collardi indicò a Christopher di avvicinarmisi.
_Ufficialmente ti dichiaro proprietà del governo e della DS,Divisione Speciale. Da ora in poi sei una nostra proprietà_
Prima ancora che potessi ringhiare contro Collard qualche altra accusa Christopher mi fu davanti e con un gesto veloce iniettò il contenuto della siringa dritto nel mio braccio.
Mi sembrò di cogliere un scintilla di dispiacere nei suoi occhi,ma fu solo un istante poi il mondo sembrò sfocarsi avvolgendomi in un buio torpore .


Eccomi qui con il primo capitolo anche prima del previsto!
Finalmente facciamo la conoscenza della nostra protagonista : Rachel anche se ancora tutto è molto confusionario e caotico ma serve proprio a rendere la storia più interessante.Sarebbe stato troppo superficiale delineare già l'intera trama in solo un capitolo quindi non temete se molte cose vi sembreranno al momento prive di una logica tutto si andrà chiarendo nei prossimi capitoli ve lo assicuro!
Inoltre, momento di attenzione per la comparsa di ( rullo di tamburi ) Christopher , anche se in poche linee spero di avervi fatto incuriosire al suo personaggio perchè sarà veramente importante nella storia che ,come spero avrete capito, non sarà priva di assunti amorosi u.u
Spero di non risultare mai banale e scontata e mi impegnerò per sorprendervi e rendere la storia sempre più coinvolgente e interessante.
Quindi che dire della nostra Rachel e del bel Christopher?! Cosa ne pensate di loro?
E perchè mai la DS ( Divisione Speciale) è tanto interessata a Rachel ?
Cosa accadrà adesso alla ragazza?
Vediamo le vostre idee :)
Vi esorto a lasciare un commento perchè ci tengo molto ai vostri pareri belli o brutti ,spero quindi che vi facciate sentire in mofo tale da sapere che la storia non è un buco nell'acqua !
Ria_27
  
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