Amava tutto di lui. Dal suo carattere sadico e difficile fino alla sua costante fissa per il sesso. Era l’unico che riusciva ad amarlo per quel che era.
Solo una cosa odiava di Shikari. La sua voce.
Ma non il suo tono, odiava quel che veniva fuori dalle sue labbra: un fastidioso chiacchiericcio, un continuo lamentarsi tanto che perforava i timpani di Kaito. Neanche una dolce parola, qualcosa detto in modo tenero. Pure quando dormiva il suo lamentarsi si propagava nella stanza silenziosa, tenendo certe volte Kaito sveglio.
Si chiedeva più volte come potesse dargli fastidio, eppure adorava tutto di lui, ma quando parlava in quel modo così arrogante e penoso.. voleva spaccargli la faccia.
Ecco. Aveva deciso cosa fare.

Nel suo studio, la testa tra le mani, i denti che digrignavano per tenersi calmo. Calmo. Doveva essere così. Ma non riusciva assolutamente, quel che voleva fare, quel che premeva di fare.. era troppo forte. Troppo forte persino per lui.
Si alzò dalla poltroncina, dirigendosi nella stanza allestita come palestra per consentire ad entrambi di allenarsi e lo trovò lì, appeso ad un’asta intento a colpire i bersagli con i suoi molteplici pugnali, col sangue che gli andava in testa. Prese un respiro profondo, ma non fece che aumentare la sua impazienza. Sembrava lucido. Troppo lucido.
« Oh, Kaito! Hai visto che tiro?! »
« Sìsì, ho visto. Scendi. Devo dirti una cosa. »
Senza farselo ripetere due volte, Shikari scese dall’impalcatura, esibendo le sue prestazioni acrobatiche con un salto da fare invidia ad una ginnasta e si avvicinò all’amato. In mano teneva l’ultimo dei pugnali che aveva a disposizione, e lo faceva volteggiare con disinvoltura davanti ai propri occhi.
« Cosa devi dirmi? Vorrei finire i miei allenamenti in fretta, poi devo farmi una doccia perché puzzo come un cane bagnato fradicio e non voglio rovinare il mio naso con un odore così rivoltante. »
Il suo chiacchiericcio. Parlava e parlava solo per lamentarsi e raccontare dei suoi fatti. Una voce del genere bisognava.. bisognava..
Non rispose, rimase in silenzio e allungò solo la mano, afferrando quella che stringeva il pugnale e strattonò, liberando l’arma dalla presa dell’altro con una certa insistenza.
« Ehi! Che cazzo fai?! Se volevi il pugnale bastava chiedermelo! E poi, chi ti ha dato il permesso di prendertelo?! »
Ma Kaito fissava la lama lucida come incantato.
« A volte ti odio. Ma in realtà ti amo. »
Amava qualsiasi cosa di lui, eccetto..
« Sì, lo so questo.. Cos’è una dichiarazione all’ultimo minuto? Se è così potevi presentarti con qualche regalo e non a mani nude, o meglio.. col mio pugnale appena rubato! »
Si avvicinò a lui, mettendolo al muro e non staccava lo sguardo dal pugnale, poi lo prese saldamente in mano puntandolo contro Shikari.
« Ora so’ cosa devo fare.. »
« Kaito..?! Che stai facendo? »
Shikari indietreggiò, fino a scontrarsi col muro. Era in trappola, poi.. la mano libera di Kaito si posò con forza sulla sua bocca, tappandogliela.
« Potrebbe fare male, ma.. cerca di resistere. »
Lo premeva al muro, per evitare che scappasse e l’altro cercava di scostare il suo braccio, dimenandosi anche con le gambe. Fissava con sguardo atterrito il pugnale che si avvicinava alla trachea. Kaito era un esperto in medicina. L’aveva sempre curato lui, ne sapeva molto in materia.
‘Prendere una voce’ era una cosa assai semplice, da fare.
Le lacrime scivolavano dagli occhi rossi di Shikari che urlava da sotto la mano di Kaito, il suo amato.. L’amato che stava per premere la lama del coltello, più precisamente la punta, dove si trovavano le corde vocali.
Un colpo secco, ma da abile esperto, tracciò una sottile linea sul gracile collo di Shikari, che urlò come poteva, producendo un grido spaventoso e agghiacciante che andava via via a diventare più rauco, mentre schizzi di sangue sporcavano Kaito.


« Ahh! »
Kaito si svegliò con un sussulto spaventato, spalancando gli occhi con le pupille dilatate per la paura.
Era stato solamente un brutto incubo. Un’orribile incubo che l’aveva fatto sudare non poco.. Si mise a sedere per poter respirare meglio, preso dall’ansia e dalla paura di quel che aveva sognato..
Dopo qualche minuto tornò calmo, la fronte era nascosta da capelli umidicci, aveva sudato un bel po’ e tutto per una cosa che succedeva nella sua testa. Accanto a lui, ancora addormentato, c’era Shikari.. ignaro di quel che gli era capitato nel sogno di Kaito, il quale si sdraiò, cingendolo con le braccia e avvicinandosi a lui. Respirò il profumo dei suoi capelli, nascondendo il volto sulla scapola dell’altro, mentre sussurrava..
« Non ti farò mai del male.. »
Amava tutto di lui.. anche la sua voce, anche se a volte era irritabile ed estremamente fastidiosa, ma lui l’adorava..
L’addormentato farfugliò qualcosa di indistinto, voltandosi verso Kaito per accoccolarsi meglio tra le sue braccia. E quelle parole uscirono come le dolci note di una ninna sussurrata.
« Ti amo.. »
Non era vero quel che aveva pensato nel sogno.. Shikari era capace di dire quelle due semplici parole, ma piene di significato..
Kaito fece un piccolo, tenero, sorriso per poi chiudere gli occhi, addormentandosi con il suo amore, mentre sussurrava con altrettanta dolcezza..
« Ti amo anch’io.. Shikari.. »







Spero che siate ancora vivi. òwò
Questa Fanfiction.. ahah, è venuta così, guardando un video. All'inizio pensavo di fare un OOC, ma poi.. ho deciso che era meglio fare che Kaito stava facendo un brutto sogno. 
Sarà capitato pure a voi, no? ^^
Con questo vi saluto, ci vediamo alla prossima Fanfiction! :3