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Autore: betacchi    13/12/2012    1 recensioni
{Casa di Bambola; Henrik Ibsen}
"Immagina un quarto atto"; bel compito da assegnare ad un classe di quinto ginnasio.
"Immagina un quarto atto" lasciando anche libero sfogo alla tua fantasia; dopotutto la fantasia è una delle poche cose che non siamo costretti a giustificare.
N.B. — i capitoli di questa raccolta sono scritti secondo lo stile del copione teatrale. Non vi sono, dunque, ampie descrizioni: sarà il lettore, con la sua fantasia, a dover immaginare ciò che siam costretti a non esprimere con le parole.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Avvertenze: la maggior parte di questi testi (fatta eccezione per quello riportante la mia firma) non m'appartengono; essi sono di proprietà degli autori (leggasi: miei compagni di classe) che hanno impiegato parte del loro inesistente cervello in questa produzione. Ogni commento relativo ad esse, pertanto, verrà fatto leggere a loro e saranno loro a rispondere direttamente.


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Casa di bambola — Atto quarto
" Immagina un quarto atto, che si svolga alcuni anni dopo la scena finale del dramma di Ibsen. "






♒ Davide
Personaggi: Thomas (amico di Torvald); Torvald; Nora
Ambientazione: strada; casa di Nora
Tempo: tre anni dopo.

Sono passati tre anni e Torvald non l'ha ancora dimenticata; Nora è sempre stata un ricordo, seppur triste, del suo passato e lui l'ama ancora.
L'amico di Torvald, Thomas, ha provato ogni giorno a fargli dimenticare quella donna, senza grandi risultati.
E' il ventisei maggio del 1882, il vento primaverile soffia leggero, come la brezza creata dal soffio d'un bambino smuove una pigra e consunta girandola. Torvlad e Thomas passeggiano per le strade del paese.


Thomas:
Amico mio, capisci di doverla dimenticare? Son passati tre anni ormai, come puoi ancora pensare a lei?
Guardati! Un bell'uomo come te, nel fiore degli anni, ridotto così per una donna qualsiasi…

Torvald:
Thomas, qui tu sei in errore: lei non è una donna qualsiasi; mi ha cambiato la vita. Siamo stati insieme otto anni, abbiamo avuto tre figli, ma da quel giorno, quell'orribile giorno, è finito tutto all'improvviso.
Se n'è andata per sempre, capisci?

Thomas:
E tu lo capisci che questa tua reazione è fuori dall'ordinario? Basta! (mette la mano sulla spalla di Torvald) Sono passati tre anni.
Ascoltami: ti ha lasciato, questo è vero. Ti concedo di soffrire i primi mesi, ma se il sentimento che provi per lei è davvero così forte, devi farla nuovamente tua. Smettila di deprimere il tuo animo! Agisci, amico mio; se fu tua, nessuno può impedirti di riaverla.

Torvald:
Per quanto tu possa aver ragione, Thomas… come fare?

Thomas:
(leva la mano) Son queste domande a cui io posso rispondere? Sii il migliore amico di te stesso, Torvald; solo tu sai come meglio agire. Sappi che -qualsiasi cosa accada- io ci sarò sempre.

(si abbracciano. Exeunt.)

La scena riprende sotto la pioggia. Torvald bussa alla porta della casa di Nora.
E' buio. Si sente bussare.


Nora:
Chi è a quest'ora?

Torvald:
Un uomo che non ha mai smesso d'amarti.

Nora:
(senza aprire la porta) Torvald… cosa vuoi?

Torvald:
Aprirmi: devo parlarti.

Nora:
Non sei cambiato affatto: banale, come sempre.

Torvald:
Vorrei dire "devo amarti", ma temo di non esser corrisposto; vedendoti di fronte a me, so che presterai almeno attenzione alle mie parole.
Nora:
(apre la porta) Su, ora parla.

Torvald:
Neanche tu sei diversa, Nora: la tua bellezza permane nel tempo.

Nora:
Tre anni non son poi così tanti, Torvald.

Torvald:
Tre anni di lunga e straziante durata, Nora. Non c'è stato un giorno in cui io non abbia pensato a te, in cui non abbia versato lacrime per te, in cui io non abbia desiderato che fossi tu ad asciugarle. Ho sentito la tua mancanza, come manca il Sole estivo in una giornata di pungente inverno, come mancano le profumante rose a render deliziosi un cespuglio di affilate spine; la mia vita senza di te è come un'estate senza Sole, come un giardino senza fiori. Vuota, senza colori alcuni. Nora, non son stato mai più convinto d'amarti.
Nora:
(esita. Volta il viso.) Ma… io- io non ti amo più.
Torvald:
Menti a te stessa, mia cara. So che non è così.
Nora:
Come puoi dirlo?
Torvald:
Se tu davvero non m'amassi più, non m'avresti riconosciuto dietro a quella porta.
Se tu davvero non m'amassi più, m'avresti guardato negli occhi, poco fa, come io ho fatto con te. Io sono sicuro di ciò che affermo qui ed ora, Nora, perché il tuo è lo sguardo incerto di chi ama ma non desidera dimostrarlo.
Nora:
(esita.) Chi m'assicura della tua sincerità?
Torvald:
Non sarei venuto sotto la pioggia, non avrei sfidato il freddo e l'ora tarda, dopo tre lunghi anni, se avessi avuto l'intenzione di non esser con te sincero.
Io t'amo, Nora; t'amo, per questo desidero che tu torni ad esser mia.
Nora:
Non so, Torvald… ho paura.
Torvald:
Io no, Nora.
(si baciano.
Exeunt.)






Note di... betacchi?:
Salve, o popolo d'efp! Dunque, in questo sito s'inizia a trovare di tutto e di più, dunque, anche i compiti a casa ci stanno decisamente bene.
L'idea m'è venuta parlando col sor Daddo (?), ed il sor Daddo si becca dunque il primo posto qui in mezzo. La mia sarà l'ultima, sappiatelo. Bene!
Ora spiego brevemente cosa ho pensato sistemando st'affare: parto subito con il dire che Davide -come tutti i miei compagni- non hanno avuto il piacere -?- di leggere l'intera opera, quando la sottoscritta s'è sorbita tre atti di puro strazio mentale da parte dalla protagonista. Sorvolando sulle critiche ch'avrei da fare ad Ibsen (ha ancora un'ultima possibilità, dato che devo leggere delle ultime cose), passo alla critica a Daddux, che mi sembra più in tema: prima cosa che vorrei far presente al pubblico è la sua caratterizzazione di Torvald. Ho avuto l'onore di leggere diverse composizioni, fino ad ora, le quali ritraggono Torvald come un povero sfigato. Sì, penso sfigato sia il termine adatto: lo vediamo spesso distrutto per questo abbandono; anche nuovamente sposato, però, segno di ripresa che commenterò quando se ne presenterà l'occasione. Il Torvald di Davide rifiuta l'addio di Nora: dopo tre anni, grazie a Thomas (di cui parlerò dopo), decide infine d'andare a parlare con la sua donna. Ecco, dunque, il punto più criticabile dell'intero testo: il discorso tra i due. Ricco di fascino nello stile e nelle parole, nessuno mette in dubbio ciò; esso denota, tuttavia, come il giovane Davide non abbia affatto compreso il motivo del litigio tra di due sposi. Nora non abbandona Torvald perché non sente amore da parte sua; lo abbandona perché non accetta l'amore che egli è disposto a cedere. Ho notato questo discorso d'amore in quasi tutti i testi che ho avuto l'onore d'aver sotto mano; è, a mio avviso, decisamente strano che le motivazioni di Nora siano state mutate a tal punto. Ma parliamo ora di Thomas. Ecco l'original character della situazione: amico (migliore amico, a detta dell'autore) del nostro Torvald. Ho corretto Davide nell'appellarlo come migliore amico più per un mio capriccio che per un vero titolo all'interno del dramma borghese: credo, infatti, che il Dottor Rank soddisfi pienamente il titolo di 'migliore amico' del nostro banchiere. Tornando a parlare di Thomas, ho un unico commento che non smette di occupare la mia mente: gaaaay. Credo che tutti le amanti dello yaoi abbiamo notato un certo feeling tra i due. Mi piace pensare che Thomas provi un qualche tipo di sentimento verso Torvald, ma rimaniamo sull'eterosessualità per queste fanfiction. Un'ultima cosa, prometto di chiudere qui: devo fare i complimenti a Davide per aver sviluppato il suo quarto atto in modo decisamente diverso rispetto alla massa: il protagonista è qui Torvald, non Nora. Egli fa sua la scena, si rende abile poeta (che probabilmente non è) con le parole soavi che il baldo ragazzuolo che sederà domani vicino a me ha desiderato posare sulle sue labbra. Dunque, con il bacio e il nuovo amore tra Nora e Torvald, vi auguro una buona notte, sperando di vedervi di nuovo nel prossimo capitolo.

betacchi.

   
 
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