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Autore: Melinda2606    14/12/2012    6 recensioni
lottare, continuamente lottare. Ecco quello che Akane aveva fatto nella sua vita. Lottare per la palestra, per la morte della mamma, per non essere scocciata dagli ammiratori, per un amore difficile. E adesso per uno stupido ballo, un ballo che per lei valeva più di quanto tutti erano riusciti a capire. Ma dopo la rovina del momento che lei aspettava da tanto, se non avesse più la voglia di lottare?
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Va bene, ci sto! Ma con chi andiamo? Ok, ho capito, a stasera! – Akane mise giù il telefono.
- Con chi parlavi? – chiese Nabiki, passando dal corridoio con un biscotto in mano.
- Con Yuka. C’è una festa stasera a casa di un nostro compagno di classe! Ha una villa gigantesca e ha invitato un sacco di gente! Vieni anche tu? L’invito è aperto a tutti! –
Nabiki guardò la sorella.
Era così cambiata in quei due mesi…
Prima se un’amica le avesse proposto di andare a una festa sarebbe entrata nel pallone, avrebbe cominciato a balbettare e poi non sarebbe andata, troppo insicura, troppo timida.
Nonostante Akane fosse circondata da ammiratori, non aveva una grande stima di se stessa, Nabiki lo sapeva bene: Ranma aveva fatto crollare le sue certezze, prendendola in giro, facendo apprezzamenti poco carini, e la piccola Tendo ci era cascata in pieno.
Nabiki si riscosse dai suoi pensieri: - Si, sento anche le mie amiche, ma verrò! Tu vieni con quel ragazzo? – domandò, con un finto tono di noncuranza.
- Con Dan? Ancora non gliel’ho chiesto, ma credo… credo di sì –
Akane aveva ancora qualche dubbio su quel ragazzo: nonostante le piacesse molto, c’era qualcosa che non la faceva fidare completamente, ma aveva deciso di passarci sopra.
Andò ad avvertire il padre che quella sera sarebbe andata ad una festa e che ci sarebbe stata anche Nabiki.
Soun annuì e cercò di sorriderle: da quando c’era stata quella sfuriata, non aveva più parlato con la figlia.
L’ansia lo attanagliava, l’angoscia per quelle parole che gli erano state urlate contro lo tenevano sveglio la notte.
L’unica cosa che desiderava era che la sua bambina tornasse tra le sue braccia dicendogli che gli voleva bene.
Del resto non gli interessava.
Akane rientrò in camera sua, per scegliere cosa indossare quella sera, quando bussarono alla porta.
Era Ranma.
Non si erano quasi più parlati da quando lui le aveva fatto quelle carezze.
- Cosa stai facendo? – le chiese.
In realtà lo sapeva benissimo: Nabiki, sotto pagamento naturalmente, lo aveva messo al corrente della festa.
- Sto scegliendo un vestito per stasera, Soicho, il nostro compagno di classe, da una festa a casa sua, visto che tra poco ricomincia la scuola ha deciso di passare una serata tutti insieme! – rispose lei.
- Allora posso venire anche io, giusto? –
- Ranma, io… Sì, potresti venire, ma… Vedi, io ci andrò con Dan e… - Akane era a disagio.
- Va bene, io vengo con Ukyo. Probabilmente ci saranno anche Moose e Ryoga, ok? Allora a dopo! – Ranma uscì tranquillamente dalla stanza, ma non appena chiuse la porta, si lasciò cadere lungo il muro.
Quanto gli era costata quell’indifferenza!
Avrebbe voluto solo scuoterla in quel momento, per dirle di smettere di vedere quel ragazzo, per dirle di tornare da lui perché… perché…
Perché l’amava.
Ecco, adesso lo aveva ammesso anche con se stesso.
Passandosi una mano tra i capelli, si alzò e andò dai suoi amici per avvertirli della serata.
Akane era rimasta immobile davanti all’armadio aperto.
Sentiva qualcosa di fastidioso muoversi dentro di lei.
Qualcosa che era scattato non appena Ranma le aveva detto che sarebbe andato alla festa con Ukyo.
Cercò di scacciare quella sensazione, ma le attanagliò il cuore per tutta la giornata.
La sera arrivò presto.
Akane e Ranma raggiunsero la festa separatamente, ma quando la vide, il ragazzo rimase ancora una volta senza parole.
Aveva indossato un abito color carne coperto da un velo in pizzo nero e stretto in vita da un fiocco in raso, mentre ai piedi aveva un paio di sandali lucidi con il tacco alto.
Ranma notò nella ragazza un solo difetto: stava mano nella mano con Dan.
Un brivido feroce gli corse lungo la schiena quando quel ragazzo osò avvicinarsi a lui e ai suoi amici per presentarsi.
L’atmosfera era tesa: Ryoga e Ranma avrebbero voluto sgozzarlo, Ukyo cercava di mantenere un tono neutro ma era agitata, Moose cercava di fare da mediatore e Akane era in evidente disagio.
Dan si accorse di quell’atmosfera pesante, così trascinò via la ragazza.
Nella tasca dei jeans Dan aveva messo il flacone delle pasticche che gli aveva regalato quella ragazza: aveva deciso di provarci un’altra volta con Akane senza intermediari, in caso di fallimento avrebbe usato quelle piccole pastiglie.
La serata trascorse allegramente, Akane si divertiva, accettava i drink di Dan e chiacchierava con le sue amiche.
All’improvviso Dan si avvicinò all’orecchio della ragazza, sfiorandole il collo: - Vieni con me nella piscina nello stabile accanto? Ho una sorpresa per te –
Akane annuì, provocandosi un giramento di testa: aveva accettato troppi bicchieri quella sera.
Dan la prese per mano e cercò di portarla via, ma Nabiki si intromise: - Akane, dove vai? Non sei completamente lucida, rimani qui! –
Akane sorrise inconsciamente: - Macchè, sto benissimo! E poi torno subito, vado nella piscina qui accanto! Dan ha detto di avere una sorpresa per me, ci vediamo dopo! – e continuò a farsi trascinare dal ragazzo.
Nabiki, preoccupata, corse a cercare Ranma; non appena lo trovò, seduto su una sedia con in mano un’aranciata e la faccia completamente sconvolta, gli urlò contro: - Dov’eri, eh? Ti avevo detto della festa per tenere d’occhio Akane! –
- Nabiki, che è successo? Ho controllato Akane fino a cinque miuti fa, era con Yuka! –
- Se ne è andata con quello, stupido! L’ha portata nella piscina qui accanto! Ranma, Akane non è in sé, ha bevuto, e quello non mi piace! – Nabiki non si era mai lasciata così prendere dalle emozioni.
Ranma scattò in piedi, una furia cieca lo stava attanagliando.
Senza dire una parola, cominciò a correre per raggiungere Akane.
Dan aveva aiutato Akane a scavalcare il muro per entrare nella piascina.
Era un bel luogo, illuminato fiocamente, l’acqua era cristallina e tutto intorno c’erano delle sdraio.
Dan la trascinò su una delle sdraio, la fece sdraiare e le si mise a fianco, cominciando a baciarla lentamente ma con passione.
Akane si lasciò andare a quel bacio, ma si irrigidì nuovamente quando lui rese le sue carezze più audaci, facendole risalire una mano sulla gamba, dentro al vestito.
Lo allontanò e Dan chiuse un  momento gli occhi, poi alla fine si decise.
- Guarda cosa ho preso alla festa! – esclamò facendole notare una piccola bottiglia.
- Credo di aver bevuto abbastanza, Dan – rispose lei.
- Solo l’ultimo, dai, noi due da soli! – insistette lui, versando il contenuto della bottiglia in un bicchiere trovato su un carrellino e aggiungendo le due pasticche.
Akane lo accettò nuovamente.
Non appena lo ebbe svuotato, Dan aspettò, poi la vide tentennare.
Akane da parte sua, finito il drink, si sentì strana.
Stordita.
Avvertì Dan che le parlava, ma non riuscì a capire una parola.
- Cosa? – chiese confusa.
- Facciamo il bagno? La piscina è riscaldata, quindi l’acqua è calda, staremo benissimo –
- Ok, ma io… io non ho il costume, credo… -
- Rimediamo – Dan la baciò ancora, sciogliendole il fiocco e togliendole l’abito, facendola rimanere in intimo.
Anche lui si tolse jeans e maglietta, poi le afferrò la mano: - Andiamo, togliti le scarpe –
- Dan, non so nuotare… - Akane non aveva quasi più la consapevolezza di sé.
- L’acqua è bassa, si tocca. E poi ti tengo io –
La ragazza si lasciò condurre in acqua: era davvero piacevole quel calore.
Dan la spinse leggermente verso il bordo, ricominciando a baciarla, scendendo lungo il collo.
Akane non capiva cosa stava succedendo, avvertiva solo che le mani che la stavano toccando non erano quelle giuste…
Un volto, due occhi blu, un dolce sorriso si stagliarono nella sua mente.
- Ranma… - mormorò.
Una nuova consapevolezza la colpì: non voleva stare con Dan, voleva che la smettesse…
Cercò di respingerlo, ma lui non capiva, continuava, Akane non aveva forze, ma doveva farcela…
- Basta! – urlò, tirandogli uno schiaffo.
Dan si fermò all’improvviso, stralunato.
La guardò con disprezzo: - Sei solo una bambina, Akane, cresci – poi uscì dalla piscina, si rivestì velocemente e se ne andò, lasciandola lì.
Akane scoppiò a piangere, la testa le scoppiava, ma lei non riusciva a fare niente.
Era inerme.
Sentì una voce chiamarla, ma non aveva la forza di rispondere.
Ranma saltò agilmente il muretto della piscina, si avvicinò lentamente, quasi impaurito, poi notò il vestito di Akane abbandonato per terra.
Il cuore gli si fermò.
Poi la vide.
Era da sola, nella piscina, in lacrime.
La chiamò, ma lei non rispose.
Senza pensarci due volte, si buttò in acqua, non gli importava di trasformarsi.
Ma non avvertì il formicolio della trasformazione: l’acqua era calda.
Le si avvicinò lentamente, muovendosi nell’acqua, e le sfiorò una spalla.
Akane mise a fatica a fuoco il volto del ragazzo, ma non appena lo riconobbe gli si lanciò contro, stringendolo.
Lui l’abbracciò forte, notando con imbarazzo che era davvero in biancheria.
Quella costatazione gli fece passare momentaneamente l’imbarazzo e gli diede la forza di chiederle: - Cosa è successo, Akane? –
Lei pianse più forte: - Niente, te lo giuro, niente! Credimi, io… -
Ranma la interruppe: - Ti credo, tesoro, ti credo –
Tesoro.
Dopo tutto quello che lei gli aveva fatto, Ranma la chiamava tesoro.
Akane strinse le gambe intorno alla vita del ragazzo e gli disse: - Ranma, scusa… Sono stata una sciocca, io mi sono comportata malissimo. Non so bene dirti tutto quello che vorrei adesso, mi sento così confusa, non so cosa mi sta succedendo… Capisco se tu deciderai di abbandonarmi per sempre e… -
Ranma non la fece finire, perché come aveva fatto nel bagno tempo prima, posò le sue labbra su quelle della ragazza.
Ma stavolta fu molto più delicato, più dolce.
La baciò piano, accarezzandole la schiena, aumentando la pressione delle labbra quando sentì la ragazza ricambiarlo in pieno.
Si staccarono solo quando non ebbero più nemmeno un briciolo di fiato.
Ranma le sorrise, asciugandole la guance e dandole un piccolo bacio sulla fronte, poi l’aiutò ad uscire, passandole il vestito.
Akane si sedette, indossando a fatica l’abito: da dove veniva quel profondo senso di spossatezza?
Il ragazzo le si avvicinò, dandole una mano, ma prima che lei riuscisse ad alzarsi, arrivarono anche Moose, Ryoga, Ukyo e Shampoo.
- Stai bene? – le chiese Ryoga, notando che entrambi erano bagnati ma che stavano mano nella mano.
Akane annuì con difficoltà, si sorresse a Ranma e si alzò in piedi.
Shampoo si fece avanti, raccogliendo un flacone pieno di pasticche: - Neanche questa hanno funzionato? Forse quel Dan non ci sapeva davvero fare! – disse malignamente.
All’improvviso Akane si riscosse: - Tu… tu  mi hai fatto drogare? –
- Non esagerare , era solo per aiutarti a scioglierti! – disse la cinese con leggerezza, sorridendo.
Ma il sorriso le rimase poco sulle labbra.
Akane la schiaffeggiò con tutta la sua forza, facendole uscire del sangue da un angolo della bocca.
Rialzò il braccio, ma Ranma la trattenne: - Sei matta, eh? Che razza di persona sei? Mi fai schifo Shampoo, non voglio vederti mai più, sparisci dalla mia vita! – le urlò contro, anche se il ragazzo non la faceva muovere.
Shampoo si riprese quasi subito: - E chi ci vuole stare nella tua vita, ragazzina? Io voglio solo Ranma! –
- Già, a proposito di questo… Lascia stare il mio fidanzato, hai capito! Ranma è mio, punto, mettiti il cuore in pace e vai via! Moose, allontanala o non risponderò più delle mie azioni! –
Il cinese afferrò con la forza la ragazza, talmente sconcertata dalle parole di Akane, e prima che si potesse riprendere la trascinò via.
- Torniamo a casa… - sussurrò Akane a Ranma, che incurante degli sguardi di Ukyo e Ryoga, la baciò ancora.
Quando rientrarono, Nabiki corse incontro ai due, ma Ranma le sorrise rassicurante.
Akane quasi la ignorò e si diresse nel salotto, dove Soun stava giocando con Gemma.
- Akane, ma cosa… - cominciò l’uomo, vedendola bagnata, ma si interruppe, perché la figlia gli corse incontro e lo strinse forte, scoppiando a piangere.
- Papà, scusa, sono stata una completa stupida! Non pensavo neanche una parola di quello che ho detto! Ti prego, puniscimi, sgridami, ma poi perdonami! –
Soun l’abbracciò, piangendo anche lui: - Oh, figlia mia, l’importante è che tu sia tornata, io non sono mai stato arrabbiato con te! –
Ranma si voltò verso la madre sorridendo.
Nodoka era commossa, Ranma le mise una mano sulla spalla.
- È finita, vero mamma? – le domandò, sentendo ancora sulle labbra il dolce sapore di Akane.
- Sì tesoro, è finita davvero –
 
 
Eh si, siamo arrivati alla fine della storia! Ma tranquilli, manca ancora l’epilogo, quindi nel prossimo capitolo scopriremo che fine hanno fatto tutti i personaggi e come si è risolta alla fine la situazione! Lascio i ringraziamenti e i commenti finali per il prossimo capitolo! 
  
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