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Autore: Eliyss    14/12/2012    1 recensioni
[Dal primo capitolo]
Lui continuò a camminare dritto, ed io rimasi incantata persino dal suo modo di camminare, di poggiare i piedi a terra passo dopo passo, ma appena realizzai che era già ormai troppo distante, mi rassegnai, perché sapevo che un ragazzo così, non sarebbe mai interessato a me.
Allora ripresi le cuffie, e rimisi la musica al massimo del volume.
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Storia che forse avete già letto, rivista e riscritta sempre da me!
Hope you enjoy ;)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente il processo terminò definitivamente. Avevo finito anche con i servizi sociali, potevo di nuovo vivere una vita normale, libera. 
Non mi sarebbe affatto mancato lasciare quella lurida struttura.
E a dire la verità, nemmeno le atre ragazze.
Vidi papà arrivare da lontano, e lo abbracciai fortissimo.
Quanto tempo che qualcuno non mi dava una stretta così vera, così piena di emozioni e sentimenti veri.
Gli scesero due lacrime, poi gli dissi di non piangere, che tutto era finito, tutto quell'incubo era finalmente finito.
Era bello come sempre, non era affatto cambiato. L’ultima volta che mi avevano concesso di sentirlo per telefono, erano tre settimane prima.
Nessuno dei due riuscì più a dire una parola dall’emozione, ma bastavano gli sguardi pieni di gioia che parlavano da soli.
Arrivò un assistente e ci disse di andare nell’ufficio del direttore della struttura, dove venivano aiutati tutti i minorenni che commettono crimini.
"Dobbiamo compilare un ultima scheda, poi potrai di nuovo tornare a casa."
Non vedevo l'ora di sentirmi dire quelle parole, oramai erano due anni che viaggiavo da una struttura all'altra.
Continue pressioni, continue minacce, non ce la facevo più.
Già, erano passati già due anni, già per modo di dire, perché a me erano sembrati venti.
Infatti erano due anni fa che quella sera, io e delle mie amiche, ce la siamo presa con quella povera ragazzina di 14 anni, che per colpa di una mia spinta, ha battuto la testa contro un muro, ed è rimasta in coma per parecchio tempo.
Non volevo, non era mia intenzione, non sono una ragazza aggressiva.
Ma la cosa peggiore è che tutti se la sono presa solo con me, dato che le mie amiche, che non so nemmeno come ho fatto a definirle tali, quando hanno visto che la ragazza era per terra che sanguinava e non dava segni di vita, sono scappate, lasciandomi sola, in balia del panico e della paura, e facendo sì che solo io, passassi per due anni lontano dalla mia famiglia, e dai miei cari.
Tutte le colpe rovesciate solo ed esclusivamente su di me.
Perché questo?
Perché non avevo il coraggio di annunciare che non fossi l’unica responsabile?
Forse perché la vita che stavo passando, non la volevo augurare nemmeno alle peggiori delle mie nemiche.
 
Entrammo in quell'ufficio, ed il direttore mi fissò.
Era seduto davanti alla sua scrivania con le mani incrociate poggiate sul tavolo.
"La signorina Diaz, giusto?"
"Sì!" Risposi io, guardandolo con aria assolutamente indifferente, quasi di sfida.
E così mi misi a compilare quella scheda:
Nome: Lay
Cognome: Diaz
Età: 17
Eccetera eccetera, tutte quelle infinità di dati che in quegl’anni avrò compilato centinaia di volte.
Dopo una decina di minuti finii, e tirai un sospiro di sollievo.
Non ci potevo ancora credere.
Posai la penna sul tavolo, e dopo un ultima stretta di mano, con la speranza di non rivedere più quel posto, ci accompagnarono alla porta, e subito corsi verso la macchina di papà.
Mi guardavo intorno.
Sorridevo continuamente.
Mi sembrava così strano non avere più ogni istante qualcuno dietro di me, che guardava dove andassi, e che se per caso avessi provato a scappare mi puntava a volte, addirittura un'arma addosso.
Finalmente sentivo quel senso di libertà che tanto mi mancava.
Il viaggio durò all’incirca due ore, ma fu reso meno pesante dalle solite battute pessime di papà, che odiavo a morte ma che allo stesso tempo, mi mancava sentire in continuazione.
Appena arrivammo a casa, abbracciai subito mia sorella gemella, Aryel, che ricambiò dandomi un bacio sulla guancia.
Mi era mancata tantissimo, quasi non la riconoscevo più.
Era bellissima.
I suoi capelli come l’oro che incorniciavano i suoi lineamenti così fini, e gli occhi azzurro cielo.
Fin da piccole lei era quella bella, perfetta, mentre io ero sempre quella ribelle, quella che doveva seguire l’esempio di sua sorella.  Tutti preferivano sempre lei a me, e un po' l'ho sempre odiata, ma non vedendola da due anni, bè mi era mancata moltissimo. 
"Adesso devi ricominciare anche la scuola, ricordi tesoro?- papà mi guardò annuendo con la testa mentre io sbarrai gli occhi -Ti iscriverò il più presto possibile."
Già, la scuola.
Me ne ero persino dimenticata, per quanto me ne importasse.
Dovevo anche ricominciare la scuola.
Ciò che più mi scocciava era che avrei dovuto andare il quarta superiore, ma avendo perso due anni, dovevo per forza di cose ricominciare dalla seconda.
Il mio sogno, era quello di andare in una scuola che stava nel centro di Londra, il Vocal-Tech College, una scuola musicale, che mi avrebbe seriamente preparata in tutto in quel settore, e ne avrei fatto sicuramente il mio lavoro futuro.
Cosa chiedere di meglio?
Purtroppo però mio padre non voleva mandarmici, non per cattiveria, perché se lui avesse potuto, avrebbe fatto di tutto per rendermi felice, però il centro distava parecchio dalla zona di periferia dove noi abitavamo, e non potevo andare ad abitare da sola per ancora 3 anni.
Così aveva stabilito il giudice.
In pratica, io fino ai vent’anni, sarei stata costretta ad abitare con mio padre. La vita era stata fin troppo ingiusta con me.
Così dovetti andare in un liceo linguistico, e tanto per rendere la cosa migliore, quello che frequentava anche mia sorella, danto inizio nuovamente, lo sapevo, ai paragoni tra di noi, i paragoni con i quali ho convissuto fin da bambina, i paragoni che forse proprio loro, mi hanno portata a reagire come ho reagito quella sera.
 
Primo giorno di scuola.
Non avevo la minima voglia di andarci, ancora meno in una scuola che non mi piaceva e che non avevo scelto io!
La mia ultima speranza era che almeno, fra i corsi opzionali ce ne fosse uno indirizzato alla musica.
Era l’unica cosa che mi importava davvero nella vita.
Mi vestii normalmente, non come mia sorella che pareva dovesse andare a sfilare sul Red Carpet.
Era alquanto patetica, ma purtroppo lo pensavo solo io.
Non feci nemmeno colazione, presi una borsa, la prima che trovai in casa, e salii in macchina di mio padre.
Appena arrivammo a scuola, Aryel chiese di poter scendere un po' prima. Non lo ammise, ma sapevo benissimo che era perché non voleva farsi vedere con me.
Scesi tranquilla e, davanti alla scuola come potevo immaginare, non mancarono quelle fottute le occhiate, chi mi squadrava, ma io presi la saggia decisione di fottermene altamente, e di andare avanti per la mia strada, come avevo sempre fatto d'altronde.
Quando entrai mi guardai attorno, era carina esteticamente come scuola, e la prima cosa che notai fu un annuncio in bacheca.
Provini musicali per lo spettacolo di fine anno, e ci sarebbe stato anche un concorso, sempre canoro ed al vincitore o vincitrice, gli sarebbe stata offerta l'opportunità di cantare live in una radio nazionale molto conosciuta.
Non potevo che correre subito in segreteria ad iscrivermi.
"E' permesso?"- chiesi gentilmente.
"Si, entra”- Mi disse la segretaria, in modo molto malizioso.
"Dove posso iscrivermi per il provino di canto?"
"Ah, basta che scrivi su questo foglio nome e cognome."- rispose la donna, enfatizzando le parole nome e cognome.
Così compilai subito, e appena sbirciò sul foglio ciò che avevo scritto mi disse "Ah, la nuova alunna, Lay..."- Così le ho feci un falso sorriso alzando la testa e subito me ne andai.
Suonò la campanella della seconda ora, avevo già perso la prima.
Entrai in classe ed alcune ragazze molto entusiaste vennero verso di me a presentarsi.
Mi sentivo la loro madre, erano davvero piccole rispetto a me.
Per cortesia mi presentai anche io, ma poco dopo si allontanarono tornando ai fatti loro.
Forse era colpa del mio carattere, ero abbastanza chiusa in me stessa, al contrario di Aryel. Io ero diversa, soprattutto dopo che le mie ex amiche mi avevano abbandonata nel momento in cui avevo più bisogno. Facevo fatica a credere nell'amicizia di una ragazza, e preferivo starmene in disparte, da sola, almeno così avevo la certezza che nessuno più mi avrebbe più fatta soffrire.
Appena finita la scuola, Aryel si incamminò con altre due galline snob verso casa.
Io per un po' gli andai dietro, ma poi mi allontanai, non volevo tornare a casa. Dopotutto, io ero quella ribelle.
Passeggiai per un viale, verde, pieno di alberi.
Mi dava un senso di tranquillità, freschezza, libera da ogni tipo di pensiero. Solo io e la bellezza della natura.
Camminavo e mi guardavo attorno.
Ero libera, stavo andando dove volevo io, da sola.
Vidi un parco che non avevo mai notato, probabilmente recente, e mi sedetti su una panchina facendo un respiro profondo.
Appoggiai lo zaino vicino a me, e presi la mia unica ragione di vita, il mio Ipod, e cominciai ad ascoltare musica, isolandomi ancora di più in tutto un altro mondo ma questa volta, in un mondo dove stavo bene, in un mondo fatto a modo mio, come piaceva a me, il mondo della musica.
Passò circa un'ora e papà mi chiamò tutto agitato.
"Tesoro, dove sei? Aryel mi ha detto che sei sparita e non ti ha più vista. Ma stai male?"
"No papi, è tutto apposto, non ti preoccupare, tornerò a casa per cena, credo..." E riattaccai.
"Certo, Aryel che mi ha persa di vista perché io sono sparita, sempre colpa mia ovviamente..."
E mentre parlavo da sola, vidi in lontananza qualcosa o meglio, qualcuno che mi lasciò di stucco.
Era un ragazzo.
Mi guardò e si mise a ridere.
Ma cosa voleva?! Io non so, non credo non abbia mai avuto un problema in vita sua!
Poi lo guardai meglio.
Il suo sorriso mi faceva impazzire, aveva degli occhi scuri ed un ciuffo "ribelle" nero. Ero rimasta senza parole. Era semplicemente bellissimo.
Lui continuò a camminare dritto, ed io rimasi incantata persino dal suo modo di camminare, di poggiare i piedi a terra passo dopo passo, ma appena realizzai che era già ormai troppo distante, mi rassegnai, perché sapevo che un ragazzo così, non sarebbe mai interessato a me. Allora ripresi le cuffie, e rimisi la musica al massimo del volume.


-Look at me
Rieccomi baby yeeeee! lol
Allora, come già detto nell'introduzione, io questa storia l'avevo già scritta, ma l'ho voluta rivisitare un po' meglio:)
Se vedrò che avrà un minimo di successo(?) sono molto speranzosa ahah, la terrò e cancellerò la versione originale
altrimenti pazienza, mi rassegnerò a non essere considerata da nessuno lol
Come avete capito la mia autostima fa schifo :)
Ma chiunque sarà arrivato a questo punto, sappi che lo adoro, davvero!
Grazie a tutti and a massive thank you! c:

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