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Autore: _Crucio_    14/12/2012    4 recensioni
[Il Seggio Vacante ]
[Il Seggio Vacante ]E se Sukhvinder, durante una delle tante notti, avesse premuto troppo? E se, ricevette per l'ultima volta il bacio della sua migliore amica?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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In casa regnava finalmente il silenzio. 
Sukhvinder era sdraiata nel letto da venti minuti ad aspettare quell'angosciante, triste, sconsolato silenzio. 
Si guardò attorno, e vide il baluginio della luna perforare le tende ed appoggiarsi delicatamente sul pavimento piastrellato della sua cameretta. Quando le piastrelle color verde smeraldo riflettevano la sottile striscia di luce, quell'angolino angusto e cupo prendeva magicamente un color latte. 
Si alzò dal letto e cercò a tastoni il suo coniglietto di peluche, l'ultima volta l'aveva lanciato sotto il letto, dopo una litigata con la madre. Quando lo ebbe trovato, sfilò dal orecchio destro la piccola lametta d'oro, che balenando nella stanza le donò rassicurazioni. 
Era incredibile come quella minuscola e affilata lametta del rasoio fosse meno perfida e più comprensiva di chi le stava attorno.  La lama ormai sporca e incrostata dal sangue rappreso era, oramai, diventata la sua migliore amica. Lei la capiva, la rassicurava e con il suo freddo contatto la baciava. 
Ora Sukhvinder non poteva più fare a meno del suo freddo bacio, ma così caldo da sembrare l'abbraccio di una madre.
Parminder non le aveva mai dimostrato affetto... non le aveva mai voluto bene. La credeva una ragazzina ignorante ed arrogante, se le avesse voluto bene se ne sarebbe accorta delle grida sommesse che emetteva ogni notte, si sarebbe accorta del suo perenne malumore, si sarebbe accorta che una piccola e gelida lama era più comprensiva di lei, Parminder, sua madre.
Si rigirò la lametta sulla mano, guardandola con sguardo assorto. Poi scese dal letto, ben attenta a non far rumore. 
Delicatamente fece un passo dietro l'altro, fino ad arrivare a quel piccolo angolo illuminato dal dolce raggio lunare. Si sedette, ma quando si accorse del pavimento freddo, andò a prendere un cuscino. Appena si fu accomodata, riguardò la sua migliore amica. Le sorrise. Con un lampo di luce, il fragile ma perfido oggetto, ricambiò il gesto d'affetto. Mi vuole bene. Pensò la ragazza, mentre Le rubava un bacio sull'avambraccio. 
-Oggi ho fatto una cosa orribile.- disse alla sua arma, continuando a premere. - Ho diffamato mia madre sul sito del Consiglio, e ho... ho offeso un... un morto.- singhiozzò. 
-Mi dai un altro bacetto?- e senza aspettare risposta, lacerò la carne. 
Il dolore non era più dolore, ormai ne era avvezza. Si ricordò la prima volta, il dolore lancinante che aveva provato. Così forte da accecarle la vista e impedirle di alzarsi in piedi. 
Ma ora non era più così... erano carezze. Carezze di una lama che la capiva, e che, invano, ogni notte la rassicurava.
Premette. 
Forse aveva toccato la vena. 
Premette.
Ora l'aveva tagliata... come la prima volta. Un dolore liberatorio come la prima volta.
Premette. 
Toccò una parte solida, e la lama stridette al suo contatto. Un senso di nausea la pervase, si toccò la fronte. Era fredda... ma sudava. Poi, il vomito le salì in gola. In fine anche gli occhi la abbandonarono. 
Sentì l'ultimo bacio della lama sulla sua guancia.
   
 
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