Author: Zooey
Fandom: Heroes
Rating: R13
Genere: Romantico/Malinconico.
Avvertimenti: Oneshot, Yaoi.
Spoiler per: si! dalla 1x15 in poi, se non avete visto, non leggete!
Timeline: 1x18-Parasite
With: Sylar, Mohinder, Poppa Suresh nominato e il povero Zane Taylor
ipernominato.
Nota: è una cosa terribile! TeriBBBBile! a prescindere da come l'ho resa
io è una brutta storia in senso doloroso.çç
Necrologio.
Adesso
sono qui e sto sorseggiando il mio thè. Zane ha riscaldato un pentolino
d’acqua, poi gli ho indicato dove mio padre teneva il thè. Mi ha chiesto cosa
fosse il Chai. Gli ho risposto che glielo avrei fatto assaggiare. Ha preso due
bustine, una per lui e una per me. Mi ha fatto il thè come la prima volta che
ci siamo incontrati. Ho pensato fosse tenero. Erano le due del pomeriggio
quando siamo arrivati
“Questo posto è un disastro” ha detto Zane. Mi stupì. Non ricordavo di averlo
incontrato solo pochi giorni prima. Quanti giorni? Due giorni. Due soli giorni?
La verità è che ho la sensazione di conoscerlo da molto. Sarà perché siamo
simili o per qualche altro motivo che adesso non so.
Poi mi ricordo che si è avvicinato, con l’espressione maliziosa che possono avere
i bambini.
Ho riinfilato i pantaloni e la prima camicia che ho trovato. Fa sempre freddo a
New York. Zane ha sorriso. Mi chiedo come faccia. Se ne sta seduto a gambe
incrociate su una di quelle sedie bucherellate dalle tarme. A mio padre non
importava niente di questo posto. Mi chiedo che avrà pensato Zane di tutti
quegli ammennicoli sulla mia scrivania. Probabilmente non li ha notati. Anzi,
forse facevano parte del ‘disastro’. Povero Zane, rinchiuso insieme ad uno
scienziato pazzo.
Per questo devo ringraziare mio padre. Grazie papà. Così il figlio dello
scienziato pazzo, diventò a sua volta uno scienziato pazzo.
Zane indossa solo i suoi piccoli boxer. Com’è che non sta tremando? Sono troppo
lontano per notare se ha la pelle d’oca. Ma sembra a suo agio. A volte gli
americani mi fanno venire i brividi.
Lo guardo e sorrido. Tutta la sua massima concentrazione è focalizzata sulla
tv. Ho un vecchio televisore, in casa. Probabilmente mio padre non l’ha neanche
mai acceso. E Zane ci guarda i cartoni animati. Non è ironico?
Sono Bugs Bunny e ammicco sgranocchiando una carota.
Non dev’essere male, essere Bugs Bunny.
Muove la gamba destra in continuazione. Il suo aspetto instabile contrasta col
mio. Dovrei sentirmi a disagio.
“Non capisco se siamo identici o opposti” gli ho detto un’oretta fa. Lui mi ha
sorriso e mi ha baciato.
Tutto questo, Zane, la storia di mio padre, tutto questo, mi ha portato a
quest’unico e perfetto momento di unica e perfetta pace. Ok, probabilmente si
tratta solo di Zane.
Zane si distoglie dalla voce gracchiante di Duffy Duck, si volta e mi sorride.
Mi viene da ridere. Lo faccio. Mi sento un po’ in imbarazzo. Ma un piacevole,
tiepido imbarazzo. Potrei trovare cinquanta aggettivi per definirlo, senza
arrivare da nessuna parte. In realtà questo è il mio lavoro: definire senza
arrivare da nessuna parte. Potrei definire qualsiasi cosa. Per questo mi chiedo
come faccia ad essere così romantico.
Zane si è alzato e con l’andatura ricurva delle persone un po’ sottopeso ha
trovato i miei biscotti preferiti. Ne tira fuori uno, lo squadra e lo annusa.
Poi lo inzuppa nel thè, tornando a perdersi nei suoi cartoni.
I suoi occhi. Mi piacciono i suoi occhi. Mi piace la loro espressione
indecifrabile. Mi piace il modo espressivo-inespressivo con cui possono
guardarti. Come se fossero sempre interessati. Hanno questo che d’infantile. Mi
piace. Quelle due sfere nere come la notte e profonde come l’oceano atlantico.
Non è pace. È questa sicurezza primitiva . Quest’uomo da l’idea di vivere solo
in funzione di se stesso, ignorando tutto quello che lo circonda. Non in modo
negativo, semplicemente ignora l’esistenza di altro.
Non è apatia, è egocentrismo. Una forma così pura di egocentrismo.
E poi ha quelle sopracciglia ridicole. Mi piace.
Siede ancora in questa posizione impossibile, scomposta, deliziosa. Tiene i
palmi dei due piedi uno appoggiato sull’altro e la gamba destra continua a
divincolarsi. Sembra un grosso cane. È adorabile.
Sulle sue gambe, i peli sono spessi come le setole d’uno spazzolino da denti, ma
meno ordinati.
Sto impazzendo. Mi chiedo come riesca a trovare questo genere di dettagli tanto
impedibile.
Sono Taz Mania. Nuoccio consapevolmente a chi mi sta intorno senza ricavarne
alcun beneficio. Sono una bestiolina istintiva, famelica, distruttiva ed
egoista.
Zane non parla molto. Forse è imbarazzato. Forse ha bisogno di tempo per
formulare quelle frasi così astratte. Ha un vocabolario che non so se definire
splendido o ridicolo.
Le sopracciglia. Le sue folte sopracciglia danno l’impressione che abbia
un’espressione sciocca. Non è così. Puoi sentirlo pensare, ogni secondo. Ma è
impassibile. Sono certo che non riuscirei mai a capire a cosa stia pensando.
Zane, tu mi spaventi. Zane.
Accendo il portatile. Ultimamente ho sviluppato un senso di oppressione che mi
porta a controllare il sito del Times tre o quattro volte al giorno. Sylar
potrebbe ucciderne uno all’ora. Mi chiedo come faccia e perchè. Ma non ha
importanza. Sarebbe colpa mia, se li ammazzasse.
Come Dale Smither, la donna del montana. Considerando che non ho il portatile
tra le mani da quando ho incontrato Zane, per la matematica Sylar potrebbe aver
ucciso trentasei persone circa.
Il portatile sta avviando windows. Lo fisso, sono alle sue spalle.
È così magro che posso contare tutte e trentasette le sue vertebre. Siede
piegato all’avanti, per poter inzuppare i biscotti nel thè.
Essendo io una persona esile è comprensibile che mi faccia piacere entrare in
contatto con altre persone esili. Abbiamo lo stesso genere d’insicurezza, che
ci porta a tenere i nostri grandi occhi fissi verso il basso. Io e Zane abbiamo
lo stesso genere d’insicurezza.
Due adulti affini è facile che vadano d’accordo, no?
Credo di essere innamorato di questa persona.
Però adesso devo chiedere: Dio, perché?
Per quale motivo devo innamorarmi di chiunque si dimostri anche solo vagamente
gentile con me?
Come quella ragazza, Eden. Chissà chi era e che voleva da me. Io l’amavo. Amavo
la sua vocina, il suo taglio di capelli, le sue minuscole spalle e i suoi
occhi. I suoi enormi occhi acquosi. L’amavo. Chissà chi era. Chissà cosa
voleva. Ma l’amavo. Non è orribile che sia morta? Voleva spiegarmi tutto?
Magari non è morta. Ha solo avvertito qualche clinica che sono pazzo e stanno
venendo a prendermi. Forse è l’ultima cosa vera che ho visto.
In realtà credo che porre la domanda a Dio non sia giusto. Credo di dover
ringraziare mio padre. Grazie papà. Per questo e per molte altre cose.
Zane guarda Will Coyote in tv. L’ho sempre trovato raccapricciante. Adesso il
suo umorismo grottesco mi coinvolge.
Il sistema è operativo.
Senza troppa cura lancio explorer e mi ritrovo sulla pagina del times. Il times
di oggi riporta la notizia della morte di Dale Smither, la donna del garage,
tra i delitti e tutto il resto. Ci ho già pensato, ma sono un tipo ansioso.
Sylar ci sta seguendo. Zane è in pericolo? Zane è in pericolo ed è colpa mia?
Non voglio che Zane se ne vada. Voglio che corra il rischio. Non voglio che mi
lasci solo. Sono un mostro e un egoista.
Chiudo la finestra.
Solo dopo qualche secondo faccio mente locale. E ieri?
Se Sylar avesse ammazzato qualcuno ieri? O l’altro ieri? Se l’avesse fatto
mentre ero in viaggio, ma non oggi? Mi stavo dimenticando. Sono un mostro.
Clicco sulla scritta che riporta agli articoli che non risalgono a oggi, nella
sezione crimini e delitti.
Sono Willy Coyote e siccome i candelotti non fanno boom, ho iniziato a
saltellarci sopra. Le candele hanno fatto boom e sono caduto dalla mia rupe.
C’è qualcosa che leggo, che non vorrei leggere. Il solo leggere il nome. Perché
sono stato fatto così sveglio? Solo dal nome. Forse lo sapevo un pochino. Posso
impedire a me stesso di cambiare espressione, ma non posso impedire alle
lacrime di riempirmi gli occhi.
“Ritrovato il corpo mutilato di Zane Taylor, un giovane musicista, nel suo
appartamento a Virginia Beach. Il suo omicidio sembra ricollegabile a quelli
di…”
Non sono un idiota. Cerco il necrologio di Zane Taylor.
Ecco il necrologio di Zane Taylor.
Non posso impedire ai miei occhi di essere pieni di lacrime. Non riesco a fare
in modo che la rabbia prenda il sopravvento su questa strana cosa, che
trascende il dolore. Ho voglia di vomitare. Vorrei essere chiunque ma non me.
Vorrei essere ovunque ma non qui.
Mio padre diceva spesso che non ero tagliato, perché ero troppo sentimentale.
Papà: avevi ragione. Grazie papà.
Non riesco a capire come sia possibile. Ma sono lucido. Non il tipo d’uomo che
beve quando è triste. Il pensiero della vendetta mi fa stare meglio? Non credo.
Com’è possibile? Io mi fidavo di te. La mia mente parla in due voci.
E’ possibile, dice la seconda voce. Certo che lo è.
Posso impedire al mio viso di cambiare espressione. Ciò non toglie che il nodo
nella mia gola sia grande come un pugno. Sento la faccia calda e sudaticcia,
quando probabilmente non è così. Io non riesco a crederci. Ho voglia di
vomitare. Ecco, la rabbia. La vendetta.
C’è una parte di me che gratta sulla porta per venire fuori. Tira pugni. Le sue
nocche sono ormai insanguinate.
Questa parte di me mi porta a fare qualcosa che non avrei previsto. Mi alzo e
cammino traballante fino alla schiena di Zane. Magari non s’è accorto di nulla.
Ma è più probabile che l’udito straordinario che ha ottenuto da Dale gli abbia
fatto notare la velocità con cui il mio cuore sta palpitando. È probabile che
sappia già che io so. È probabile che stia rischiando la mia vita, adesso. Non
m’importa granchè. Sarò ucciso dallo stesso uomo che ha ucciso mio padre.
Ho voglia di vomitare.
Arrivo dietro di lui. Ho gli occhi così pieni di lacrime che mi duole il naso.
Ti è mai successo? Mi fa male tanto il petto che non riesco a respirare.
Mi accovaccio. Zane sente il mio respiro contro il suo orecchio. Fisso quel
punto, dove la mandibola si congiunge con l’orecchio e lo bacio proprio lì.
Sento Zane sorridere.
“Ti amo” sussurro nel suo orecchio destro. La sua gamba ha smesso di
traballare. Così sarà più difficile. Così forse sarà più difficile, per te,
dice la seconda voce. Ho voglia di vomitare. Ho gli occhi pieni di lacrime. La
lingua è impastata dalla tensione.
Zane si volta e mi sorride. Noto la sua bocca. Le due labbra sono la parte che
preferisco del suo viso. Ha labbra molto espressive. Il suo sorriso non è solo
un sorriso, ma un migliaio di altre cose.
Com’è possibile che sappia tante cose su di te in soli due giorni? Com’è
possibile che sia così e che tu sia Sylar? Com’è possibile che tu sia un
mostro?
Zane mi bacia. Mi bacia come baci la tua prima ragazza in prima liceo. È un po’
maldestro e tenero. Sembra che gl’importi. Sembra che sia la cosa più
importante. È breve.
Ti amo, Zane.
Vorrei sapere a che stava pensando quel tizio che ha detto che la vendetta è
una cosa dolce. Vorrei proprio saperlo.