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Autore: dagliasa2    16/12/2012    1 recensioni
Saint seiya ai giorni nostri. Fic in costruzione da circa un anno. Altro lavoro alla quale sono profondamente legata, e che spero piacerà a tutti.
Ikki e Shun sono due studenti norvegesi, che girano il mondo da sempre per via del lavoro dei genitori. Arrivano ad Atene dove conoscono Seiya, Hyoga e Shiryu. Amori, problemi familiari, solitudine, ormoni, esperienze sessuali e tutte le problematiche degli adolescenti faranno parte di questa storia.
Intanto da Oslo, Rheda, Sanzius e June partono per una vacanza studio ad Atene per andare a trovare Shun.
Riuscirà Rheda a dichiararsi? Sanzius riuscirà a trovare l'amore? Shiryu riuscirà a farsi accettare dai genitori?
E Hyoga?
Presenti personaggi del film 'La dea della discordia', prettamente Yaoi. Coppie assurde mai pensate. Potrebbero essere presenti tematiche forti (andando avanti con la storia), e potrebbe prendere un carattere OOC sopratutto per alcuni personaggi.
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Leda, Sorpresa, Spica, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ciao a tutti! Si lo so, qualcuno di voi mi odierà, ma questa fiction la sto scrivendo da troppo tempo, e la amo tantissimo, più de 'Il mio grosso grasso matrimonio greco' e almeno questo primo capitolo dovevo pubblicarlo.

Volevo premettere alcune cose, IMPORTANTI, per comprendere bene la storia:

  • Il gergo usato in questa fiction in molti casi è prettamente giovanile, quindi sono presenti slang particolari e modi di scrivere (nelle chat), spesso scorretti.

  • I fusi orari, le abitudini, e le varie consuetudini delle città citate sono tratte da informazioni trovate su Internet. Quindi mi auguro che siano tutte corrette. Sappiate, in caso contrario, che ho fatto del mio meglio.

  • Fuso orario Oslo-Atene: 1 ora di differenza. Oslo è un'ora indietro rispetto ad Atene.

  • I cognomi, le storie e le vicende dei personaggi sono di mia proprietà. I personaggi in se appartengono a Masami Kurumada.

  • La fiction prima di essere pubblicata è stata letta e riletta, quindi non dovrebbero esserci errori. Se qualcuno mi è sfuggito siete liberi di tirarmi le uova.

  • IMPORTANTISSIMO: Sono gradite le recensioni, anche negative, purché non siano insulti.

 

SCHEMA CON LE ETA’

Ikki Dagshlinkin: 17 anni

Shun Dagshlinkin:15 anni.

Shiryu Wu: 16 anni.

Hyoga Miayanovich: 16 anni.

Seiya Kanatawa: 15 anni.

Rheda (Vladimir): 17 anni.

Sanzius (Dimitri): 17 anni.

June: 16 anni.

Leda Maya Skytten: 17 anni.

Yan Dùn: 16 anni.

 

 

POV IKKI

Siamo di nuovo in viaggio. Siamo partiti stamattina, alle 6.00 dall’aeroporto di Madrid. Come ogni volta che partiamo mi sento abbattuto. Non perché senta la mancanza di qualcuno o di qualcosa: in tutte le case che abbiamo cambiato, non sono mai riuscito a farmi degli amici, o ad affezionarmi particolarmente al posto. Mi sento abbattuto, perché non sento di appartenere a niente, certo conosco le mie origini, so di essere figlio di padre greco e madre norvegese, di essere nato ad Oslo e di avere un fratellino, nato anche lui lì. Tuttavia, non mi sento lo stesso di appartenere a nessun posto.

Ho vissuto nella mia vera patria per i primi 3 anni della mia vita (e anche se ogni tanto tra una vacanza e l’altra ci torniamo, ci restiamo per non più di una settimana), poi per via del lavoro dei miei genitori, abbiamo iniziato a viaggiare per l’Europa. Mi sento come una mancanza alle spalle, non sento di appartenere a nessuno dei luoghi in cui abbiamo abitato, in tutti questi anni. E’ anche vero, che non ci siamo mai fermati in un posto per più di un anno, e proprio quando magari iniziavo ad abituarmi o provavo ad ambientarmi ,dovevamo andarcene di nuovo.

Questo continuo spostarsi, diciamo che non mi ha fatto diventare il ragazzo più socievole del mondo. Quelle poche conoscenze che avevo, oltretutto, erano tutti della malavita: spacciatori, drogati, giocatori d’azzardo, imbroglioni vari. Non avevo quindi nemmeno una bella reputazione, e i miei genitori non si fidano neanche più di me. Questo accadeva in qualunque posto ci trovassimo, grazie al mio modo di fare considerato dagli altri sfrontato, asociale, presuntuoso, sempre sulle mie, arrogante ecc… riuscivo ad attirare l’attenzione di tutti i delinquenti peggiori dei vari posti. Alcuni di loro, addirittura, mi ammiravano.

In quest’ultimo anno abbiamo vissuto a Madrid, io frequento il liceo classico, sono arrivato al 4 anno. Ovviamente, ogni anno noi cambiavamo posto, quindi ogni anno di scuola l’ho frequentato in un posto diverso. Abbiamo frequentato le lezioni in lingua inglese, ed in alcuni casi in greco, sennò sarebbe stato un vero casino.

Il mio fratellino, ha scelto anche lui di fare il classico, frequenta il 2 anno. Ha la passione del greco antico e del latino e anche della mitologia greca. Ama in particolar modo, la leggenda della regina Andromeda. È un tipo buffo il mio fratellino, e anche molto dolce.

È una persona speciale, è la bontà e la generosità fatta uomo. È anche estremamente sensibile, infatti molto spesso a scuola lo difendevo io, perché lui odiava (e odia tutt’ora), la violenza. Io vorrei che fosse un po’ più deciso, che tirasse un po’ fuori gli attributi, e che la smettesse di lasciarsi andare alle lacrime. Ma ormai ci ho rinunciato, lui è sempre stato così.

La mia paura è che un giorno, qualcuno possa approfittarsi di lui, o fargli del male. Perlomeno, sono riuscito a convincerlo a farmi compagnia in questi ultimi 6 anni, a seguire le lezioni di lotta libera. Ci allenavamo assieme, poi abbiamo smesso perché era dura ogni volta trasferirsi e oltre a doversi ambientare, studiare e trovare anche un bravo allenatore. Dio solo sa, quanto gli voglio bene a questo piccolo cucciolo indifeso.

Adesso lui è seduto nella poltrona vicino alla mia, che guarda giù dall’oblo con sguardo pensieroso. Per lui è sempre una sofferenza trasferirsi, in tutti i posti dove abbiamo vissuto è sempre riuscito a farsi degli amici e lasciarli per lui, è sempre un dolore.

“Hey Shun!” Lo chiamo, dandogli una leggera gomitata.

Lui si gira verso di me, sorridendomi dolcissimo.

“Dimmi.” Mi dice.

“Cos’hai? sei pensieroso?”

“Un po’, lo sai com’è: succede sempre. Tu come va?” Non si dimentica mai, di chiedermi come sto, o come mi sento.

“Come al solito, sai che non mi interessa molto, né dove andiamo né quanto restiamo.”

“Non ti interesserebbe nemmeno, se non ci fossi io?” Questo, è uno dei suoi soliti trucchi: mi guarda con gli occhi da cerbiatto (che sono bellissimi, di un verde smeraldo acceso), mi sorride con un sorrisino innocente e mi fa una di quelle domande, che sa che mi colpiscono dentro. Io andrei in capo al mondo solo per lui.

“Piantala stupido.” Gli dico, guardandolo male e girandomi dall’altra parte. Shun si mette a ridere, sapendo di avermi messo in imbarazzo e torna a guardare fuori dall’oblo.

Sorrido, mentre lui non mi guarda, mi piace tanto la sua risata. Inconsciamente, penso a come sarà stavolta, a cosa combineremo in quest’anno, a come si troverà lui. Non lo so… e ho anche un po’ paura di saperlo. Ci dirigiamo ad Atene.

 

POV SEIYA

Un’altra monotona e pallosa, giornata di scuola. Ma-che-palle!

Non ho proprio voglia, ma d'altronde non ho scelta. Non posso certo non andare proprio oggi che è il primo giorno, ho tempo l’intero anno, per marinare la scuola. Però, guardando il lato positivo, sono contento di tornarci; finalmente oggi rivedrò i miei amici: Shiryu e Hyoga. Loro non sono di Atene, Shiryu è cinese e Hyoga russo, solitamente passano ad Atene sempre il rimanente tempo di Giugno, poi Luglio e Agosto Shiryu torna in Cina, mentre Hyoga è in giro con il circo. Dunque,a me tocca restare nella grande Atene, senza i miei migliori amici. Non che gli amici mi manchino, io amo fare conoscenza con la gente, mi piace andare in giro con le persone, divertirmi, giocare, scherzare.

Dopo che i miei genitori morirono, ed io ritrovai da solo con mia sorella Seika (notare la fantasia con cui i miei ci hanno dato i nomi), decisi che non mi sarei perso nemmeno un momento, di questa splendida vita. Ma comunque, stavo penando a quei due. Oggi finalmente tornano, li rivedo dopo 2 mesi di conversazioni in chat e lettere. Non vedo l’ora!

Il pensiero di rivederli, mi manda su di giri, mi ha fatto tornare la voglia di tornare, quasi, quasi sono anche felice di rivedere i miei profe, e di farli esasperare magari ehehehehe. Amo la mia vita!

Senza neanche accorgermene, sono arrivato davanti l’ingresso della mia scuola. “Istituto classico Sanctuary of Athena ” che fantasia… il nostro, è uno dei migliori istituti statali di Atene.

Continuo a camminare, e varco il cancello di ferro battuto, ah il nostro cancello quante volte noi 3 lo abbiamo scavalcato a notte fonda, per imboscarci e combinare guai..ovviamente, non ci hanno mai scoperto.

Percorro tutti i corridoi mega galattici che ci sono qui, salgo le scale e mi ritrovo davanti la classe dei miei amici, loro sono al 3 anno. Entro, nella speranza di trovarli: ed eccoli là!

Hyoga è seduto sul davanzale della finestra, con una sigaretta accesa, ovviamente, sempre e categoricamente vestito di nero: pantalone in velluto super attillato nero, maglietta nera con scritto sopra il nome di un gruppo black metal (che essendo scritto in gotico, non si capisce chi sia),sopra, la sua inseparabile croce del nord (regalino della mamma) e anfibi griffati New rock ai piedi. Lui è un metallaro, nel caso non si fosse capito. Che elemento!

E accanto a lui, che legge un libro, c’è quel secchione del mio Shiryu, oggi stranamente non porta abiti cinesi, ma un golfino grigio, e jeans sul grigio anche quelli.

“AAAAHHHH Eccovi!” Io mi presento sempre così, urlando contro di loro e correndo loro incontro per lanciarmi ovviamente su Shiryu, perché Hyoga col brutto carattere che ha, mi lancerebbe fuori dalla finestra.

“AHI! Ciao Seiya! È sempre un piacere vederti…aaahh la mia testa.” Questo è Shiryu, che mi abbraccia a sua volta, cercando di rialzarsi dal pavimento dopo aver battuto la testa sul muro, per colpa mia. Eheheh poverino. Hyoga si mette a ridere guardandoci, sono molto pochi i momenti in cui riusciamo a farlo sorridere, non è una persona particolarmente allegra e socievole, ma fra noi tre fu subito amicizia.

“Sei sempre il solito, si vede che è ricominciato l’anno! Anzi, mi stupisce che tu sia arrivato in orario e non 2 ore dopo.” Mi dice il russo.

“Simpatia portami via! Devo dire, che non mi sei mancato.” Gli rispondo io, ovviamente cercando rogne, mi diverto troppo a litigare con lui, è un hobby alla quale non posso rinunciare.

“No eh! non iniziate non con la prima mattina, per favore.” Il nostro calmo e pacato Shiryu, ci bacchetta come bambini. Come al solito.

Come avevo detto prima, io amo la mia vita!

Senza nemmeno accorgercene, sono già passati 20 minuti.

Il che vuol dire, che sono le 8.00, il che vuol dire, che se non mi muovo arrivo in ritardo.

“Ragazzi vi saluto, devo andare sennò col cazzo che arrivo in orario, ci vediamo dopo ok?” Dico loro.

“Ok.” Mi rispondono in coro sorridendomi.

Inizio a correre, tenendomi ben salda la tracolla, spero di riuscire ad entrare prima che il profe chiuda la porta, chissà chi abbiamo adesso alla prima ora? Bho.

Intravedo la mia classe, che fortuna averla trovata subito: ad ogni anno è assegnata una classe diversa, ed io sveglio come sono sarei potuto correre nell’altra, cioè in quella dell’anno scorso, per forza dell’abitudine. Intravedo anche, che il profe sta chiudendo la porta.

“CAZZO!!” Devo correre, sennò non ce la faccio. Inizio a correre come un dannato: eccomi, eccomi, eccomi. SBAM!!!!

Eccomi sono arrivato, contro la porta chiusa.

“Ma vaffanculo!” Busso e apro. Cazzo che culo, alla prima ora abbiamo proprio il profe che mi ama, e che è anche simpatico. Il professor Aiolos Vapilopulos, docente di storia, letteratura e greco moderno.

“Buon giorno, profe! Come sta? Le sono mancato?” Gli dico sorridendo, con la mia solita, faccia da ebete.

“Signor Kanatawa. No nemmeno un po’ ! e sono sicuro che da oggi in poi, inizierà a mancarmi sempre meno. Adesso la prego si accomodi, averla qui in parte a me mi fa salire l’angoscia.” Mi risponde lui, sempre sorridendomi benevolo.

“Minchia! Che accoglienza.” Gli rispondo. Mi permette di essere così esplicito, in quanto lui docente giovane e molto alla mano, infatti oltre all’intera classe si mette a ridere anche lui, alla mia finezza innata.

Mi siedo nel terzo banco a sinistra, contro il muro. So che lo hanno lasciato libero solo per me, perché io faccio casino tantissimo, mi piace tantissimo parlare e rompere ai profe. Questo banco è off limits, per tutti. Eheheeh.

“Bene ragazzi, buon giorno. Ben trovati. Mi fa piacere vedere che oggi ci siamo tutti. Spero abbiate passato delle buone vacanze. Io direi che possiamo iniziare subito, con le lezioni. D'altronde, se ben vi ricordate i patti erano questi, io non vi lascio compiti per le vacanze e voi mi fate fare lezione dal primo giorno. Spero ve lo ricordiate tutti.“ Cade il silenzio in classe, una depressione di massa ci ha preso tutti quanti. Il profe se né è accorto e si mette a ridere, che stronzo! Il mio stronzo preferito tra i docenti però, non c’è che dire.

“Dai su, su che c’è di peggio. Ma prima di iniziare, vi informo, che da quest’anno avrete un nuovo compagno. Sicuramente molti di voi lo hanno visto poco fa, vieni pure avanti Shun!”

Un nuovo compagno? E chi lo aveva visto.

Giro la testa, e vedo questa figura altissima e slanciata che si alza, una cascata di capelli castano chiaro e due occhi verdissimi, che tiene bassi. E’ una ragazza! Perché il profe ha detto ‘compagno’? Anche i profe fanno cilecca con la lingua ehehe che bello..però non dico niente, mi concentro di più sulla ragazza che si avvicina alla cattedra. È chiara di carnagione, troppo chiara. Non deve essere ateniese. Cammina tenendo la testa bassa, intravedo un leggero rossore sulle sue guance. Deve essere una ragazza molto timida. È molto carina anche, forse, forse si può combinare qualcosa. Arriva di fianco al professore, in piedi. Il profe fa un gesto con la mano, ad intimargli di parlare lei gira la testa verso di noi, guardandoci un po’ a testa, si vede che è confusa non sa cosa dire, dove guardare… poverina. Ma quanto è carina!

“Buon giorno a tutti,il mio nome è Shun Dagshlinkin, sono originario della Norvegia, e sono arrivato ad Atene da 2 giorni, è un piacere conoscervi.”

No, non ci credo…

“Ma è un ragazzo!?” Forse, l’ho detto troppo forte. Me ne accorgo dopo 30 secondi che vedo il diretto interessato arrossire vistosamente e l’intera classe girarsi verso di me e ridere come stupidi, il profe guardarmi malissimo per la battuta non molto educata. Anche se non era una battuta, ma una constatazione, che mi arriva davvero da dentro per l’incredulità.

“Seiya! Ma che modi sono? Ti sembrano battute da fare?”

Che figura di merda! Scuoto la testa e cerco di darmi un contegno e mi rivolgo al profe per dire qualcosa, ma non so esattamente cosa, paradossalmente, mi viene in soccorso il diretto interessato:

“Non si preoccupi professore, non è la prima volta che succede…oramai ci rido sopra.” Dice lui, sorridendo amabilmente. Che bel sorriso che ha.

“Mi dispiace…non volevo, giuro! Ero seriamente convinto, che fosse una ragazza.” Dico, ridendo come un cretino…per cercare di sdrammatizzare.

“Seiya sei un danno!” Il ragazzo dietro di me ,Jabu, battendomi una pacca amichevole sulla spalla.

Sembrerebbe che sia passato, perché anche il profe si mette a ridere.

“Scusalo, non è cattivo, ma ha solo 2 neuroni che giocano a nascondino.” Dice il profe a Shun che ride ancora.

“Non è un problema, davvero.”

“D’accordo. Vai pure a sederti Shun. Bene ragazzi cominciamo.”

Le prime due ore sono passate velocemente. Adesso abbiamo l’intervallo e devo andare su dai ragazzi, che mi staranno sicuramente aspettando. Il mio pensiero corre a Shun, mi ha fatto molta tenerezza quel ragazzo… o forse mi sento ancora uno stupido per quella battuta di prima, fatto sta che ho deciso che lo voglio presentare ai ragazzi. E’ difficile che io prenda una scelta del genere. In verità, è difficile che tutti e tre decidiamo di far entrare qualcuno nel gruppo. Siamo sempre stati solo noi, da quando eravamo piccoli, e saremo sempre e solo noi. Non abbiamo mai ammesso nessuno, non per cattiveria, ma perché siamo troppo legati noi tre. Ma non so, quel ragazzo mi ispira troppa simpatia. Mi ci avvicino, lui è seduto con il cellulare in mano e guarda il display, starà leggendo un messaggio.

“Ciao.” lo saluto .

“Oh ciao!” Mi risponde sorridendomi deliziosamente. Si alza.

“Io mi chiamo Seiya. Volevo chiederti ancora scusa per quella battuta stupida di prima, ti giuro che non era fatta intenzionalmente … io davvero non ...” avevo capito che eri un ragazzo!

“Piacere Shun. Non ti preoccupare nessun rancore. Ti ripeto, mi succede spesso.”

“D’accordo allora. Senti, io devo raggiungere due miei amici al piano di sopra, pensavo che se ti va posso farteli conoscere, a meno che tu non abbia voglia.”

“Oh sei davvero gentile, però vedi, io dovrei raggiungere il mio fratellone. Lui è al 4 anno, e non so nemmeno dove si trovi la classe. Stavo giusto parlando con lui, poco fa al cellulare.” Ah! Ce ne un altro? Chissà se anche il fratello sembra una femmina? Bha.

“Capisco, tranquillo! In che classe sta?”

“4 D.” Che culo!

“E’ proprio accanto la classe dei miei amici. Vieni ti porto io.” Gli dico, sorridendogli e iniziando a farmi strada tra i soliti rompi palle che si piazzano in mezzo alla classe, e intralciano il traffico.

Usciamo dall’aula, e in iniziamo a percorrere i corridoi per giungere alla 3 e 4 D.

“Dunque vieni dalla Norvegia, che figata! Però, parli bene il greco.”

“Grazie. In effetti me la cavo. Sono di padre greco e madre norvegese. Ho iniziato a studiarlo che avevo 6 anni, poi mio fratello mi ha sempre dato una mano in questo.”

“Come sia chiama?”

“Ikki.”

“Che nome particolare! Vi somigliate?”

“No ehehe per niente, né nell’aspetto né nel carattere. Lui è molto, molto più mascolino.”

Arrossisco un po’, capendo a cosa allude e mi metto a ridere.

“A ok meglio, cosi non faccio una figuraccia anche con lui ahahah.”

“Sì ahaahahhaahahah.”

“E da che città vieni, con esattezza?”

“Oslo!”

Senza nemmeno accorgercene, siamo arrivati di fronte la classe di Hyoga e Shiryu.

“Eccomi! io sono arrivato. La classe di tuo fratello, è la accanto.” Gli dico, indicandogli la porta accanto.

“Ti ringrazio molto. Ci vediamo dopo allora.” Mi dice, salutandomi sempre, con quel sorriso dolce.

Che personaggio.

 

POV IKKI

Che palle, sono passate solo 2 ore e già non ho più voglia di fare un cazzo.

Fortuna, che è suonata la campana dell’intervallo. Ho scritto al mio fratellino di venire al piano di sopra, almeno lo vedo. Vederlo per me, è sempre un toccasana. Chissà come se l’è cavata? Sicuramente, avrà già fatto amicizia con le ragazze, e avrà attirato l’attenzione di qualche maschio demente che lo ha scambiato per una ragazza… povero fratellino mio.

E’ sempre stato così, già da quando eravamo piccoli, era sempre preso di mira e preso in giro dai ragazzi più grandi. Era ritenuto un debole, perché non amava mai fare a botte, è sempre stato un pacifista. Poi crescendo, è diventato sempre più un bellissimo ragazzo, ma di una bellezza strana. Tanto da arrivare ad assomigliare ad una ragazza. M ricordo il periodo delle medie, è cresciuto davvero molto in fretta, e veniva sempre umiliato, preso in giro, schernito da tutti. Io lo difendevo quando potevo, ma ci sono stati dei momenti in cui, non ho più potuto farlo. Vuoi perché eravamo in classi diverse, vuoi perché magari in quel momento io non c’ero. Poi sono dovuto andare alle superiori, e quindi lui gli ultimi due anni di medie ha dovuto farli da solo. C’è da dire, che nonostante tutto, lui non ha mai portato rancore a nessuno, e nemmeno è mai venuto da me a denunciare tutti i soprusi che era costretto a subire. Li ho scoperti col tempo. E’ davvero un ragazzo speciale, come si fa a volergli male?

“Fratellone!” Distolgo il mio sguardo dal paesaggio fuori dalla finestra, e mi giro verso la porta d’entrata. Anche i pochi ragazzi che sono rimasti in classe si girano, a guardare nella mia stessa direzione.

Eccolo il mio angioletto, che mi guarda con quegli occhi verdi smeraldo e quel sorriso tanto dolce, da far sciogliere chiunque.

“Hey ciao scricciolo. Allora com’è andata?” Gli chiedo, mentre si avvicina a me.

“Bene, bene. Il professore che ci ha fatto lezione fino ad adesso, è molto simpatico sai? È un ragazzo giovane avrà sui 30 anni. E tu invece come è andata fino ad adesso?”

“Mi sono rotto i coglioni. Non vedo l’ora di levarmi dal cazzo.” Gli dico più esasperato che mai. In verità sento le chiacchiere di questi idioti, qui dietro di me. Battutine, risatine e minimo qualche insulto stupido, i soliti coglioni.

Mio fratello mi sorride gentile, evidentemente lo ha capito.

“Dai, dai, stai calmo. Non succede niente alla fine.” Dice facendo un lieve cenno con la testa al gruppetto.

“Lo sai, che mi da fastidio.” Gli dico più a bassa voce.

Mi si avvicina all’orecchio e mi sussurra a bassa voce, in modo che posso sentire solo io:

“Anche io, ti voglio bene.”

Il mio angioletto. Fregandomene, categoricamente dei tipi che ci guardano, gli circondo la vita con il braccio e lo stringo forte, fortissimo a me, e gli poso un bacio sulla guancia.

“Sei speciale.” Glielo sussurro, sorridendo. Gli voglio troppo bene.

Ci guardiamo, fisso negli occhi in una tacita dichiarazione d’affetto che conosciamo solo noi, mi sorride ancora. Mi accarezza il viso con una mano. Ma la nostra magia, viene rotta da delle risate sguainate, sono gli idioti alla mia sinistra, che stanno ridendo evidentemente per la scena. Mio fratello mi stringe il braccio che ho stretto intorno alla sua vita, e mi guarda supplichevole di lasciare stare, ci posso provare ma già so come andrà a finire, respiro profondamente cercando di darmi una calmata, ma è inutile e l’idiota che parla, se le sta proprio cercando:

“ Nuovo arrivato! C’è forse qualcosa di te che non sappiamo? Dobbiamo avere paura a darti le spalle?” Altre risate.

“Carino il tuo ragazzo. Hey tesoro, come ti chiami?”

“Perché non risponde? Non capisci tesoro? TU FARE I POMPINI!?” Altre risate da idioti.

Ok adesso è il momento in cui perdo la pazienza, adesso mi divertirò io, razza di porci.

“Sentite un po’ coglioni, non avete proprio niente di meglio da fare? Se cercate rogne, l’avete trovate ma dalla persona sbagliata!” Dico, girandomi verso di loro, e slegandomi dall’abbraccio con il mio fratellino.

“No dai Ikki, lascia perdere, ti prego.” Mi dice, cercando di tenermi, ma io mi libero dalla sua stretta con un gesto brusco, sono molto incazzato, parecchio incazzato. Non sopporto la gente che non si fa i cazzi suoi, e meno che meno sopporto che siano rivolti a mio fratello, questi insulti di basso livello.

“Frocio, stai al tuo posto. Non so, se te ne sei accorto ma sei uno contro tre.”

“Credi che io abbia paura di te, stronzo? Venite avanti, tutti e tre non mi frega un cazzo. Quello è mio fratello hai capito, e a lui devi portare rispetto, pezzo di merda!”

“Ti spacchiamo il culo, figlio di troia!”

Via! Inizia una rissa all’ultimo cazzotto, sono da solo contro tre e non nego che sto facendo fatica a difendermi, ma non posso permettere una cosa del genere, nessuno si deve permettere di rivolgersi a mio fratello in quel modo. Nessuno. E oramai, che la cosa è partita non posso permettermi di perdere sono troppo orgoglioso, per permettermi di perdere. Tuttavia, è difficile in mezzo ad una classe stare dietro a tre persone insieme, continuo a dare cazzotti e calci a caso, colpendoli quando cercano di attaccarmi, fortuna che sono abituato. Sento le urla di mio fratello, e per un attimo è anche venuto a dividerci ma uno di questi tre tipi gli molla un cazzotto, facendolo volare dall’altra parte. Vedo di sbieco la scena, ma uso la cosa per incazzarmi ancora di più, e darle ancora e ancora. Non mi metteranno sotto. Assolutamente. Li ammazzo, questi luridi figli di troia.

 

POV SHIRYU

Questa giornata non passa più. Noia, noia, noia. Per lo meno, Seiya ci fa ridere un po’. Siamo qui tutti e tre, alla finestra della mia classe, che parliamo del più e del meno.

Seiya ci sta raccontando che nella sua classe c’è un nuovo compagno, sembra molto preso da questa novità.

Il che è strano: l’ultima volta che Seiya ci ha parlato di una persona più di 5 minuti, è stato quando Jabu (conoscente che abbiamo in comune, da quando andavamo alle elementari e che adesso è in classe con lui), aveva fatto da cavallino alla piccola Lady Saori, alle elementari, appunto. Adesso lei frequenta una scuola privata, è diventata una bellissima ragazza.

“Ah! E ancora non vi ho detto la figura di merda che ho fatto, è assurdo! Nemmeno Jabu, sarebbe mai finito così in basso.” Ci dice Seiya.

“Si bhe, tutti e due fate a gara a chi fa più figuracce durante il corso della vita, e devo dire che è difficile capire chi dei due stia vincendo.”Dice Hyoga ,serio e inspirando il fumo della sigaretta.

“Sei un rompi palle amico! Te lo dico con affetto. Comunque, Il profe fa: ‘ Vieni avanti Shun.”

“Shun? Si chiama cosi?” Gli chiedo, interrompendolo.

“Si. Un nome molto particolare. Dice di venire di venire da Oslo. Ma parla greco ,meglio di me.”

“Si beh ,non è che ci voglia tanto.” Dice Hyoga, stuzzicandolo ancora una volta.

Però questa volta, non riesco a trattenere una risatina. Seiya si unisce alla mia risata, trascinandosi anche Hyoga,

“Hai ragione, vecchio.” Dice solare. Un lato meraviglioso di Seiya è la sua simpatia, ma soprattutto la sua autoironia. È davvero un ragazzo genuino. È piacevole la sua compagnia.

“Ma comunque, che stavi dicendo? Di quale figuraccia parlavi?”

“Ah si giusto! Niente lui si alza e nel mentre che va alla cattedra io lo guardo. E vedo questi capelli lunghi, questo visino chiarissimo, con dei lineamenti finissimi, magrissimo slanciato, che guardava giù come intimidito. Io sul momento, ho creduto che fosse una ragazza. Se voi lo guardate, sembra davvero una ragazza. Ho anche pensato che fosse una bella figa!”

“No Seiya, ti prego …. non dirmelo.” lo interrompo, già capendo cosa posa essere successo.

“Non gli avrai chiesto, se fosse un maschio vero?” Anche Hyoga, lo ha capito.

“ Non proprio. È andato alla cattedra, si è presentato, e sento questa voce maschile, io lo stavo pensando giuro! Ma l’ho pensato troppo alto, mi è scappato di dire ad alta voce: ‘ma è un ragazzo!?”

Non posso crederci. Seiya, cosa mi combini? Io e Hyoga scoppiamo in una risata che non può finire. Siamo morti dal ridere. Che figura davanti a tutti. E soprattutto, cosa avrà pensato il povero malcapitato.

Non riusciamo a smettere di ridere, sono cose che solo Seiya poteva fare. Assurdo.

“Ma poverino. Lo avrai messo stra in imbarazzo!” Dico, asciugandomi una lacrimuccia che mi esce dall’occhio per il troppo ridere.

“No beh...cioè sì, lo visto arrossire poveraccio, ma quando è suonata la campana dell’intervallo mi sono avvicinato per proporgli di venire con me, che volevo farvelo conoscere, e gli ho chiesto scusa, e lui mi fa: ‘Ah ma tranquillo, succede spesso’. Quindi, evidentemente non è stato solo un mio pensiero.”

“Volevi farcelo conoscere?” Chiede Hyoga scettico.

“Perché?” Gli chiedo io, ancora più incuriosito.

Non è mai successa una cosa del genere. Noi ci conosciamo dalle elementari. Siamo migliori amici da sempre, abbiamo condiviso le migliori e le peggiori cose, sappia mo tutto di noi tre e ci diciamo tutto, e non abbiamo mai ammesso nessuno nel gruppo. Non che la gente ci dia fastidio, ma siamo stati sempre e solo noi. Siamo un trio da sempre. E’ strana questa cosa.

“Sapete, non lo so perché. Io davvero non so nemmeno come spiegarlo, ma lui, mi ha come incantato ha un bellissimo sorriso, ed è… così…gentile. Ecco. Non trovo altre parole, per descriverlo è davvero, davvero gentile. E mi ispira molto. Non so, come mai. Nemmeno io riuscivo a capacitarmi di questa cosa, so che siamo stati sempre noi tre e solo noi tre, e niente potrà mai cambiarla questa cosa. Ma lui è particolare. Davvero, davvero particolare.” Dice Seiya pensieroso.

“Wao…è strana come cosa.” Dico guardando Hyoga, e lui mi risponde buttando via la sigaretta dalla finestra.

“Già, nemmeno io me lo sarei mai aspettato.”

“E perché non è qui, alla fine?” Chiedo.

“Ah perché dice, che doveva raggiungere il fratello. Lui sta proprio nella classe qui dietro la vostra, 4 D.”

“Capisco. Bhe potremmo, andare noi a conoscerli entrambi, mi hai incuriosito sai?” Gli dico, scendendo dal ripiano della finestra.

“E’ proprio necessario ragazzi?” Chiede Hyoga, seccato di questa cosa. Lui non è mai stato molto avvezzo alla compagnia, noi siamo l’eccezione. Chiacchiera con le persona che incontra, ma il giusto per non essere maleducato. Altrimenti, si rinchiude nel suo mondo con la sua musica oppure se è insieme a noi, bhe rimane con noi.

“Dai andiamo Hyo, sarà piacevole, poi non ho mica detto che voglio, farlo o farli ,entrare nel gruppo ho detto solo che voglio farvi conoscere Shun tutto qui.”

“Tanto lo vedi adesso e poi non lo vedrai più. Lo sai come va a finire no? Conosciamolo a me ha incuriosito.”

“Uff … D’accordo, solo perché me lo chiedete voi. Andiamo a fare questa cosa.” Dice il nostro biondino metallaro, scendendo anche lui dal ripiano della finestra. Quante volte i profe ci hanno detto non di metterci sulla finestra, perché potevamo farci male ecc… che teste dure che siamo.

“RAGAZZI! C’E’ UNA RISSA… NON CI CREDO! VENITE, VENITE A VEDERE!”

Sentiamo delle urla fuori dalla nostra classe, e una marea di gente che corre. Che sarà successo?

“Una rissa?” Dice Seiya, inarcando un sopracciglio.

“Ma dove?” Dice Hyoga, con la stesa espressione.

“Andiamo a vedere.” Dico, iniziando ad avviarmi verso la porta.

C’è un ammasso di gente sulla porta della classe vicino la mia, la 4D appunto. Ho un brutto presentimento.

“E’ la classe, del fratello di Shun.” Dice Seiya.

“Andiamo!” Dico, pensieroso.

I miei amici mi guardano straniti, come a dire ‘Andiamo dove? Ma che ti frega?’ come se me l’avessero posta davvero la domanda, rispondo loro:

“Ho un brutto presentimento, su coraggio andiamo.” Dico, prendendoli entrambi per i polsi.

Ci fiondiamo nella folla, facendoci spazio a gomitate in mezzo alle persone, dopo che finalmente riusciamo a vedere qualcosa perché arrivati alla fine della galleria di persone, vediamo un ragazzo dai capelli scuri, di corporatura muscolosa e scuro anche di pelle, se le sta dando di santa ragione con tre ragazzi. Anzi con l’esattezza con ‘I tra ragazzi’. Il trio più infame della scuola, e che io abbia mai visto sulla faccia della Terra, Niko,Kosta e Jose, non li sopporto proprio quei tre. E lì in disparte c’è una ragazza mezza terrorizzata, che cerca di richiamare il tipo. Sarà il fidanzato?

“Ma quello è Shun!” Sento Seiya dire queste parole, vicino a me. Non è possibile però, devo aver capito male.

“Cosa? Chi è il tipo che fa a botte? Non avevi detto, che era magro e chiarissimo?” Dice Hyoga, non capendo niente, ancora meno di me.

“Ma no, scemo! Shun è quello là..quello in disparte.” Indica Seiya, la ragazza di prima.

“Ma cosa stai dicendo? E’ una tipa!” Dice Hyoga.

“No invece, vedi che non sono solo io a pensarlo? È un tipo.”

Io e Hyoga ci guardiamo sconcertati, non sappiamo se per lo spettacolo di quei tre infami, che sono tre contro uno, oppure del fatto che quella fine e terrorizzata ragazza, sia un maschio dell’età di Seiya.

La vediamo avanzare, anzi volevo dire che ‘lo’ vediamo avanzare, verso il gruppo che se le sta dando cercando di dividerli, Niko gli da un pugno ben assestato, facendolo volare dall’altra parte

“Stai lontano, frocio di merda!” Urla Niko.

Il ragazzo Scuro e muscoloso, si accanisce su Niko urlandogli di non toccarlo, gli da una testata fortissima che lo stordisce e lo intontisce per qualche attimo, per poi finire a terra.

“Però, è proprio bravo!” Dice Hyoga, guardando quasi ammirato il ragazzo contro i tre.

“Sì, davvero bravo, deve essere abituato a fare a pugni. Credo sia il fratello di Shun.” Dice Seiya.

Io sono qui invece, che sto ribollendo dal nervosismo: odio quando sono di più, contro uno soltanto. Anche se, devo dire che il ragazzo se la sta cavando benissimo anche a da solo. Ha un’ottima tecnica e una notevole resistenza fisica, senza contare la rabbia che ci sta mettendo, nel picchiarli devono davvero averlo fatto arrabbiare.

Vedo ad un certo punto Niko che si rialza, ha gli occhi cattivi intenzionato solo a fargliela pagare, si vede lontano un chilometro. Prende una sedia e si avvicina al gruppo, appena è vicino si ferma ed aspetta. Non ci credo!

“Che cazzo fai?Stronzo!” Urlo improvvisamente, non ci posso credere che vuole colpirlo a tradimento con una sedia, che vigliacco. Mi scaravento contro di lui, mollandogli un calco in faccia e facendolo volare dall’altra parte della stanza.

“Sei un vigliacco!” Gli urlo guardandolo.

Per un attimo Kosta e Jose, si sono fermati dal dargliele al tipo e mi guardano malissimo.

“Che cazzo vuoi tu? China di merda, torna a mangiare cavallette.” Mi dice Kosta, lasciando il tipo a Jose che ha ricominciato a darsele con lui per venirmi addosso da sinistra, mentre da destra parte Niko che si è ripreso e si scaraventa anche lui contro di me.

“Siete delle merde!” Sento la voce del mio amico Hyoga, che è venuto ad aiutarmi, ha intercettato Kosta e se le da con lui, mente io e Niko ci stiamo massacrando.

Hyoga sei un amico, devo ricordarmi di ringraziarti.

 

POV HYOGA

Che vigliacchi! Non si smentiscono mai. In 3 contro 1 e poi in 2 contro 1. Che schifo!

Mi fiondo in soccorso del mio amico cinese, dandole a quell’infame di Kosta. Quanti cazzotti che ti meriti.

Continuiamo a darcele per un bel po’. Nessuno è venuto a separarci, figurati si staranno godendo lo spettacolo. Noi avremmo voluto intervenire subito, ma il tipo se la stava cavando molto bene contro questi tre elementi, e poi se le meritavano di sicuro non hanno mai avuto rispetto di niente e nessuno, lo so perché lo provato sulla mia pelle.

Ho sempre detestato questa scuola, se non fosse stato per Seiya e Shiryu molto probabilmente non avrei superato nemmeno il 1° anno. Io e la mai famiglia siamo russi. Facciamo parte di un circo girovago, mia madre è una bellissima contorsionista e mio padre è un ottimo acrobata. Poi quando è nato mio fratello Midgar, mia madre ha desiderato che noi figli potessimo studiare, per poi potercene andare dal circo se un giorno le cose si fossero messe male. Non che mio padre fosse molto d’accordo, la tradizione circense si tramanda da padre in figlio, e non è proprio cosi facile, prendere ed andarsene. Ma comunque, mio padre accettò la condizione, per le evenienze, in fondo non c’è niente di certo per noi, quindi durante i nostri anni scolastici si fermano ad Atene, facendo qui gli spettacoli. Mio fratello ed io siamo pattinatori ed acrobati, amiamo molto pattinare. Tuttavia mio padre non lo ha mai apprezzato, è un uomo molto burbero e molto severo. Non l’ho mai visto essere dolce, nemmeno con mia madre. Ha sempre pensato che io e mio fratello se non fosse per il circo, non combineremo nulla nella vita, perché abbiamo idee diverse dalle sue. Ed in particolar modo, non vede me di buon occhio dice che sono un deviato per come mi vesto, per essere ancora vergine alla mia età, perché non mi piace il calcio, perché ho gusti diversi dai suoi. Guarda che motivazioni futili. Mia madre e mio fratello, invece no. Loro mi capiscono e anche se non ci riescono delle volte, sento che mi amano lo stesso.

Tuttavia, il mio sentirmi inadeguato verso mio padre ha influito molto sulla mia personalità, mi sono chiuso molto dentro me stesso, e non ho nemmeno intenzione di aprirmi al mondo. E questi tre infami, lo so solo io cosa mi hanno fatto passare, durate i primi anni, insulti, umiliazioni…

Una volta ricordo, che ero ancora al primo anno sono venuti a prendermi di peso tutti e tre mi hanno tappato la bocca e mi hanno chiuso dentro il cassonetto nell’immondizia, e mi hanno detto che se lo avessi detto a qualcuno me l’avrebbero fatta pagare amaramente. Ebbi paura e non parlai mai. Grazie a Dio poi conobbi i miei amici, e da lì mi sono sentito meno solo.

Inizio a stancarmi ed a sentire un po’ di dolore. Ma da quanto tempo è che ce le stiamo dando?

“Cosa sta succedendo qui!? Smettetela subito bifolchi!”

Oh no, la conosco questa voce. Il nostro docente di Latino, greco antico ed epica. Il professor Kanon Statulophulos.

Io, Shiryu e i nostri avversari ci siamo fermati. E’ uno dei pochi professori che rispetto, anche perché lui anche se ha una carattere pessimo, ha sempre dimostrato di essere abbastanza sensibile da capire la mia riservatezza e da rispettare i miei sentimenti ed i mie limiti. E’ un bravo profe.

Il tipo se le sta dando ancora con Jose, non si sono ancora fermati. Quanto devono averlo fatto arrabbiare?

“Ho detto basta!” Urla il profe, prendendo Jose per la collottola.

“Si può sapere perché, ogni volta che succede qualcosa ci siete voi tre di mezzo !?” Dice serio, e con espressione che non ammette repliche riferendosi a Niko, Kosta e Jose.

“Ma profe, ha cominciato lui questa volta!” Piagnucola Jose, indicando il tipo ancora malconcio per terra.

“Cosa ti aspettavi che facessi verme? Restare fermo immobile mentre tu e tuoi amici schifosi chiamavate mio fratello ‘frocio schifoso’?” Dice lui, mezzo dolorante e con occhio nero.

Quindi lui è il fratello di Shun. Immaginavo che con ragazzo cosi simile ad una femmina, sarebbero sbocciate liti di questo tipo, figurati se questi tre si risparmiano per qualcuno. Ha fatto bene! Anche io avrei difeso mio fratello così, se fossi stato al suo posto.

Jose gli risponde a tono, ma non avendo di che giustificarsi riempie solo di insulti il tipo, facendoci anche una magra figura a parer mio.

“Silenzio!” Urla il profe, strattonandolo lievemente per farlo tacere.

“E voi due, che cosa c’entrate?” Chiede, guardando torvo me e Shiryu.

“Erano in 3 contro 1 e sono stati doppiamente sleali, dato che stava per essere aggredito alle spalle con una sedia da Niko.” Risponde Shiryu, cercando di darsi un contegno e asciugandosi o per lo meno provando ad asciugarsi, il sangue che gli esce copioso dal naso.

“E tu, ovviamente, sei andato in soccorso del tuo amico.” Dice il prof guardando me.

Sospira sconsolato, poggiando poi Jose per terra ci guarda tutti, e poi dice:

“Ascoltate, io capisco che siete ragazzi e che avete i vostri casini, gli ormoni a 4 mila, tutto quello che volete, ma siete abbastanza grandi, spero, da capire che non potete arrivare alle mani a scuola, se proprio dovete darvele, datevele fuori! E’ giusto darvele, cazzo! Ma non a scuola! Anche perché adesso devo sbattermi e andare da quel caga cazzi del mio capo, il vostro preside, e spiegare il casino successo! Che coglioni !Non ho proprio voglia di vere quel mongolo! Comunque, siete tutti in punizione. Adesso andate in infermeria, e fatevi aggiustare un po’. Poi tutti dal preside, che deciderà le vostre punizioni. E voi invece, che siete rimasti lì a guardare lo spettacolo, e non avete avuto nemmeno la decenza di fermarli, voi maschioni intendo, perché le signore sono giustificate, mettete a posto quest’aula non voglio vedere nulla per terra, né sangue ,né carte (perché ci saranno, sicuramente), né altro. Muoversi!!” Urla infine, verso il gruppo di spettatori. Si è proprio un profe che stimo. Si allontana uscendo dalla classe, dirigendosi verso la presidenza.

Noi altri ci alziamo, uscendo dalla classe nessuno si parla anche perché i professori nei corridoi sono in agguanto peggio dei condor e aspettano, anche solo un minimo e futile motivo, per poter proporre di espellere il mal capitato. Arriviamo in infermeria e lì ci separano, sapendo che saremmo capaci di darcele anche lì solo per esserci guardati male. Io, Shiryu e il tipo, siamo da una parte mentre dalla altra parte parecchio lontani da noi, ci sono i 3 stronzi.

“Ma voi due chi siete ?” Ci chiede il tipo, con aria molto distaccata.

“Scusa, non abbiamo avuto modo di presentarci. Io mi chiamo Shiryu.” Dice il mio amico, porgendo la mano al tipo che la stringe, anche se un po’ titubante e con un espressione molto dura in viso, poi si gira verso di me.

“Hyoga.” Dico semplicemente, stringendo anche io la sua mano.

“Ikki.” Risponde.

“Perché vi siete messi in mezzo?” Chiede guardandoci, sempre duramente.

“Lo abbiamo detto prima al profe. Stavi per essere colpito con una sedia alle spalle, era una mossa vile, troppo vile, ed io queste cose le odio. Poi, quei 3 sono famosi per essere dei mostri. Non hanno mai avuto rispetto, di niente e nessuno, quindi aspettavamo con ansia che qualcuno, gliele desse di santa ragione. Io purtroppo, non ho mai avuto un motivo valido. E Hyoga, è venuto ad aiutarmi.” Dice Shiryu, pacato come sempre.

“Capisco.” Dice Ikki, squadrandoci non tanto bene.

“Toc-toc, è permesso!?” Sentiamo una voce conosciuta alle nostre spalle.

E’ Seiya, che fa il suo ingresso con un sorriso sarcastico e vicino a lui, c’è il ragazzo che si chiama Shun con espressione afflitta sul viso.

“Hey come va, tutto bene?” Dice, avvicinandosi ad Ikki. Se ho capito bene, questi due sono fratelli. Lo vedo abbracciare Ikki con naturalezza, fregandosene altamente della nostra presenza, doveva essere parecchio in pensiero.

Vedo il viso di Ikki distendersi notevolmente, ha assunto un’espressione più rilassata quasi, dolce oserei dire.

“Sì, non preoccuparti. Sto bene.” Dice, ricambiando la stretta del fratello. Devono essere molto legati.

“Sei stato uno stupido! Non era necessario, finisci sempre nei guai, per colpa mia.” Dice ,slegandosi dalla stretta e guardando Ikki negli occhi.

Ikki sta per rispondergli ma Shun continua a parlare, ma verso di noi stavolta.

“E voi, vi ringrazio con tutto il cuore per averlo aiutato. Io non so davvero né cosa dire né cosa fare, per sdebitarmi.” Dice, guardando me e Shiryu con uno sguardo molto dispiaciuto.

Mi guarda solo per un secondo, ma quel secondo mi ha messo una certa tristezza addosso. No so perché quello sguardo così dolce, così profondo, Seiya aveva ragione: è particolare. Anche suo fratello lo è.

Sono ragazzi molto singolari.

“Non ti devi preoccupare. Era una lotta sleale e se lo meritavano.” Dice Shiryu, sorridendogli.

“Concordo.” Mi permetto di dire.

“Cazzo ma, che evento è? Il pacato e secchione Shiryu, insieme al metallaro asociale Hyoga, finiscono in punizione e per una volta nella storia, IO non c’entro un cazzo. Che sensazione ragazzi!” Dice Seiya, per sdrammatizzare, o forse no. Lui è proprio così.

Ci scappa una risata un po’ a tutti noi. In effetti ci sta, cosa succederà adesso? Mio padre come minimo mi aprirà la testa.

“Ah scusate, comunque non ho fatto le presentazioni, Shiryu, Hyoga lui è Shun il mio nuovo compagno di classe. Shun, loro i miei amici polli.” Dice Seiya, sorridendo come un ebete.

“Fanculo!” Gli rispondono di rimando.

“Per me, è un piacere conoscervi.” Dice Shun ,stringendoci la mano. Che stretta delicata.

“Lui invece, è mio fratello Ikki.” Dice stringendosi al fratello, e poggiando la testa sulla sua spalla.

“Hey.” Dice Ikki. Molto loquace il ragazzo. Si beh, io non sono da meno, in effetti.

“Hey ,anche a te.” Risponde Seiya , sorridendo. Che scemo. Ikki gli sorride. Almeno, credo che quella smorfia sia un sorriso.

“Cosa succederà adesso?”Chiede Shun, rimettendosi dritto.

“Credo che, chiameranno i genitori e per il resto della giornata di oggi rimarrete in isolamento, a studiare come non lo avete mai fatto nella vostra vita.” Dice Seiya.

“E tu lo sai, vero amico?” Dice Shiryu .

“Bhe sì, in effetti sì. Ma ancora non riesco a credere che c’è stata una rissa ed io non c’entro, cazzo! Io non sono in punizione, è un evento più unico che raro. E mia sorella non mi aprirà il culo, minchia che bello!” Dice, pieno di enfasi e di felicità.

Noi tutti ridiamo, presi dalla sua battuta anche se, non proprio fine.

“Ma voi due perché siete qua? Non avete lezione?” Dice Shiryu, rivolto a Shun.

“Il professore ci ha permesso di venire a vedere come stavate. Eravamo in pensiero.” Dice semplicemente, sorridendo.

“Adesso andiamo però, che sennò rompe il cazzo.” Seiya si distingue sempre.

“Ok. Ci vediamo all’ingresso fratellone.” Dice Shun, stampando un bacio sulla guancia del fratello.

Poi rivolto a noi ci sorride e dice:

”Ancora grazie, per quello che avete fatto. Vi auguro di riprendervi alla svelta.”

E se ne va, insieme a Seiya.

Quel ragazzo è davvero bello…

 

POV SHUN

Sono le 8 di sera, e grazie a Dio, anche questa giornata è finita. Il nostro primo giorno di scuola, mio e di mio fratello, è meglio dimenticarselo. Ha finito di nuovo per fare una rissa, di nuovo col cacciarsi nei guai, è incorreggibile mio fratello. Anche se la cosa mi fa sorridere commosso, perché lo ha fatto per me. Anche questa volta. Non è la prima volta che fa a pugni con dei ragazzi che mi scherniscono, solo che io non ci faccio più caso. Oramai non serve più. Sono sempre stato deriso, per il mio aspetto e per la mia debolezza, ma io capisco comunque anche i ragazzi che lo facevano: se vengono istruiti con un determinato tipo di valori e di idee, non è certo colpa loro.

Tuttavia, non è questo a rendermi triste, bensì il fatto che si sia di nuovo messo nei guai, il preside della nostra scuola ha detto che non ci saranno ripercussioni su di Ikki, perché i ragazzi con cui ha fatto botte sono delle mine vaganti, portano scompiglio ovunque vadano non è la prima volta che succede. O meglio, è la prima volta che qualcuno fa rissa con loro, ma non è la prima volta che infastidiscono gli studenti.

Meglio così, sia per mio fratello, che per mio padre, almeno stavolta non ha dovuto pagare nessuno per ritirare le denunce.

Anche la testimonianze di quei 2 ragazzi, amici di Seiya ,che sono andati in soccorso di mio fratello ha influito molto sulla decisione del preside. Lui dice, che sono due bravi ragazzi, che non hanno mai portato scompiglio e che sono sempre stati più o meno ligi ai loro doveri di studenti, quindi erano affidabili.

Sono stati, davvero coraggiosi, e soprattutto gentili, sono loro molto riconoscente.

Tuttavia, il nostro ritorno a casa non è stato per niente sereno. Mio padre è un uomo molto di polso, troppo.

Sono sicuro, che nemmeno il suo essere estremamente severo e rigido è colpa sua, non si nasce cattivi.

Nonostante ciò, soffro terribilmente per il trattamento che il mio fratellone ha dovuto pagare, per una cosa successa per colpa mia.

Quando ho cercato di spiegare a mio padre cosa era successo e come era nata la cosa, lui ha urlato di tacere, mi ha urlato che la mia opinione non era stata richiesta e che ancora una volta, ero riuscito ad essere un peso per Ikki; nonostante io sia cosciente che il modo in cui mi tratta mio padre sia orrendo, non riesco a non pensare a quanto abbia ragione. Per questo, quando mi ha risposto così, per questo ogni volta che mi risponde così, non posso fare altro che abbassare lo sguardo e zittirmi.

Dopo avere zittito me , mio padre si era rivolto ad Ikki dicendogli che anche lui, anche questa volta era riuscito a farsi riconoscere ed a mettere in ridicolo la sua famiglia.

‘Come se quell’effeminato di tuo fratello non lo facesse già abbastanza’, aveva inoltre aggiunto. Aveva chiuso in bellezza il suo discorso dicendo, che per lo meno, era sollevato per non dover pagare nessuno per ritirare le denunce,come ho detto prima.

La punizione di mio fratello è stata tremenda: appeso a testa in giù al soffitto deve ricevere 100 colpi da una spada di kendo e stare in isolamento totale, chiuso nella sua stanza con lucchetti a porte e finestre per 4 giorni. Nella mia famiglia sono sempre esistite le punizioni corporali, e sono sempre state disumane.

E’ disumano anche il modo con cui mio padre cambia il metodo per punirci, l’ultimo nostro viaggio è stato in Giappone e lì gli è venuta la passione per il kendo, che usa adesso come punizione. Prima del Giappone vivevamo in Russia e lì la passione per le vodka pregiate, anche quello era stato usato come metodo punitivo, lo faceva bere fino a stare male, fino a rimettere anche l’anima, e dopo che aveva smesso di rimettere, lo faceva bere ancora. E così via. Mio padre certe volte non lo capisco, ma voglio continuare a credere che non è cattivo dentro, non ci voglio credere alle persone cattive, io lo so che non esistono le persone cattive.

La cena è finita 10 minuti fa, abbiamo mangiato io ed i miei genitori, con calma e compostezza come s'addice a delle persone rispettabili, almeno così sostiene mio padre. A mio fratello verrà portato adesso da mangiare, sarà Nilla la nostra cameriera a portarglielo. Non abbiamo mai avuto altra servitù oltre Nilla, sta con noi praticamente da sempre, ci ha cresciuti lei a me e mio fratello, e ci ha sempre seguiti nei nostri viaggi. Massaia eccezionale, donna intelligentissima e signora dolcissima. Nilla sa, che io sono dietro la porta della mia stanza che la sto aspettando, e sa anche, che ho rubato alcune cibarie dalla cucina senza farmi notare da nessuno, per portare più cibo a mio fratello. Sto solo aspettando che Nilla trovi il momento adatto per venire a farmi segno che posso uscire senza farmi beccare dai miei, non lo tollererebbero soprattutto, mio padre.

Sento dei passi leggeri, deve essere lei ma è più prudente aspettare il segnale.

“Pss…psss signorino esca, signorino Shun, presto.” Sento il bisbiglio sottile di Nilla, dall’altra parte della porta.

Abbasso la maniglia della porta, ed esco dalla stanza, Nilla e davanti a me con il vassoio in mano su cui vi è il modesto pasto del mio fratellone. E’ una signora piccolina, cicciottella, con gli occhi azzurri ed i capelli grigi legati all’insù, e la sua inseparabile divisa da cameriera.

“Forza signorino, andiamo.” Mi dice a bassa voce.

Annuisco sorridendo, lei mi precede silenziosamente, ha paura di farsi sentire o forse di fare troppo rumore per non sentire se arriva qualcuno, non che lei sia in torto, perché sta facendo il suo lavoro, ma se beccano noi due insieme andare da mio fratello sono guai anche per lei, ed io non lo sopporterei, povera dolce Nilla.

Arriviamo quatti, quatti davanti la stanza di mio fratello, Nilla mi passa il vassoio per poter tirare fuori la chiave del lucchetto che ferma la serratura della porta.

Infila la chiave, le fa fare1/4 di giro a destra ed il lucchetto di apre. Sposta le catene con una velocità studiata: ormai è abituata a questo tipo di azioni, apre la porta e mi fa entrare.

“Si sbrighi signorino Shun, faccia presto.” Mi dice a bassa voce, entrando anche lei nella stanza, mettendosi a fare il palo da uno spiraglio lasciato aperto della porta. Che nonnina arzilla!

La stanza è illuminata. E’ completamente vuota: la punizione prevedeva anche che mio fratello non avesse nessun tipo di svago, quindi gli è stato tolto tutto per il periodo della punizione, a parte i libri per lo studio, ovviamente. C’è solo il letto ed il cassetto con i vestiti, che sono stati controllati anche quelli, per evitare che mio fratello avesse nascosto, a mio padre qualcosa.

Ikki è seduto sul davanzale chiuso della finestra, è a petto nudo, deve dolergli molto la schiena, a farmelo capire sono i tremendi segni scarlatti che vi vedo.

Si gira verso di me, ha il viso stanco, e qualche residuo di sangue, sotto il naso.

“Ciao Shun.” Mi dice con filo di voce, cerca anche di sorridermi ma non ci riesce.

“Ciao fratellone. Ti ho portato da mangiare.” Gli dico, cercando di stare calmo e di non piangere. Lui odia vedermi piangere. E’ una cosa che non ha mai sopportato.

Mi avvicino al letto e poso il vassoio, nel frattempo lui si è alzato e si è infilato una maglietta. Si avvicina al letto, e si siede.

“Mangia, avrai bisogno di forze.” Gli dico, distogliendo lo sguardo, infilo le mani sotto la mia felpa e ne tiro fuori quello che avevo rubato dalla cucina, un pacco di biscotti in scatola, una bottiglia di succo e delle fette di pane.

“Come diamine hai fatto, a nascondere tutta quella roba sotto la maglietta?” Mi chiede Ikki, iniziando a mangiare.

“Ho i miei trucchi.” Gli rispondo, strizzandogli l’occhio.

“Capisco.” Mi dice semplicemente.

“Mi dispiace per oggi, fratellone. Hai finito di nuovo per metterti nei guai per colpa mia.”

“Piantala Shun! Siamo alle solite!” Mi risponde, con una certa enfasi.

Lo so che lo fa sempre volentieri, tuttavia, la cosa mi fa molto male. Odio dover essere causa di dolore altrui, specialmente di mio fratello.

“Pss signorino Shun, non c’è più tempo.” Mi sussurra Nilla, dalla porta. Devo già andare.

Mi giro verso Ikki, ma lui mi abbraccia forte prima che io possa dire qualsiasi cosa.

“Ti voglio bene. Spaccherei il mondo per te, solo per te.” Mi dice, stringendo forte, forte le mie spalle.

“Anch’io ti voglio bene. Spacca quello che vuoi, basta solo che non ti spacchi tu.” Gli dico, ricambiando l’abbraccio con tutta la mia forza.

Lo sento ridere sommessamente e battermi una mano sulla spalla.

Mi allontano dal suo abbraccio, gli do un bacio sulla guancia e gli sorrido. Mi alzo, mi dirigo verso la porta dove ancora vi è Nilla a fare il palo.

“Grazie Nilla, di tutto.” Le dico, sorridendo.

“Normale amministrazione, signorino Shun.”

Sorrido e mi dirigo verso la mia stanza, entro e chiudo la porta al mondo. E a quella casa.

Con un respiro profondo, mi siedo alla scrivania e accendo il portatile, spero di trovare i ragazzi connessi. Quanto, mi mancano.

Tuttavia, è tutto il giorno che penso e ripenso a quei ragazzi di oggi. Ho sentito come un forte legame, tra di noi mentre davano man forte a mio fratello. E poi Seiya. Ahaahahah. Che personaggio! Ma in particolare, mi ha colpito quel ragazzo biondo, mi pare si chiamasse’ Hyoga’, certo che era proprio carino. Ma aveva poi, quello sguardo così azzurro e profondo. Aveva degli occhi bellissimi.

Un plick mi distoglie dai miei pensieri. Si è aperta la chat, ed io nemmeno me ne sono accorto. Che stato!

È Rheda che mi scrive!

-:Ciao Shuny !!Sei arrivato in Grecia?”-:

-: Ciao Rheda! Che piacere sentirti, si sono arrivato ieri. Come stai?-:

-: Bene dai! Non c’è male, e tu cosa mi racconti? Tuo fratello è già riuscito a mettersi nei casini?”-:

-: Ah Rheda, amico lascia perdere. Non ti dico cosa è successo oggi...-:

-:Cazzo! Io lo sapevo, ho fatto una scommessa con June di proposito. Lo sapevo che entro 24 ore si metteva nei cazzi! Cosa è successo?-:

-: E’ colpa mia però… Ho fatto lui delle coccole in pubblico e dei ragazzi mi hanno preso di mira,

Lui si è inalterato e hanno fatto a botte:-

-: o_o’’’’ Miei Dei… è sempre la solita solfa!

Tuo fratello è troppo impulsivo e tu, mio caro piccolo Shuny, sei troppo espansivo.

Quante volte dobbiamo dirtelo, che devi cercare di controllarti? Non tutti apprezzano quelli come noi:-

-: Lo so:-

-: Dai, dai non ci pensare. Piuttosto dimmi: ti sei già fatto degli amici?-:

-: Ho fatto amicizia con un ragazzo, simpaticissimo della mia classe. Si chiama, Seiya!-:

-:Wao! È carino?:-

-: XD Rheda! Sei incorreggibile…

Comunque, si è un bel ragazzo. È orientale, ed è simpaticissimo. Ma non credo abbia, i nostri stessi gusti:-

-: ç_ç Peccato!:-

-: Ragazziiiiiii!!!!:-

-: Sanzius!! Ciao! Come stai?:-

-: Shuny! Eccoti qua! Non ti sei più fatto vivo, cazzo! Iniziavo a sentire la tua mancanza ç_ç Che combini?:-

-: Suo fratello, ha già fatto a botte con dei tipi!:-

-: Di già? O_o’’’:-

-: June mi deve soldi! XDXD-:

-: Ah si! Voi e le vostre scommesse... si incazzerà come una iena XDXD:-

-: Dovete piantarla di scommettere! E soprattutto, dovete piantarla di scommettere su mio fratello.

Non sta bene:-

-: eh ciao!:-

-: Come sei noioso Shuny -.-‘’’ :-

-: XD Invece di scommettere su mio fratello, potresti dichiararti Rheda:-

-: O_O

Non fare lo stronzo, Shun!!:-

-: Eh ciao! Se aspetti Rheda che si dichiara, allora puoi aspettare fino al prossimo allineamento dei pianeti:-

-:Ahahahahah:-

-: Grazie mille, San… :-

-: Ho detto solo la verità U.U:-

-: Povero Rheda:-

-: E tu invece Shun? Quand’è che ti metterai con qualcuno? Maledizione!:-

-: Lo sai come sono queste cose, Sanzius: è difficile trovare qualcuno come noi, inoltre, ho sempre la paura di sbagliare, di fare qualche casino. Per finire, ho il terrore che mio padre lo scopra. Dovreste capirmi:-

-:Ti capiamo, piccolo. Vero San?:-

-: E come no! Che palle ç_ç :-

-: Se può consolarvi, ho conosciuto un ragazzo carino… molto carino:-

-: O_O:-

-:Chi ? il tuo compagno di classe?:-

-: No, non parlo di Seiya. Un altro ragazzo, che è andato in soccorso di mio fratello. Si chiama Hyoga, ed è davvero molto, molto bello.

Mi ha davvero, colpito:-

-:Oh my God! Shun che parla di un tipo! Un evento, più unico che raro. Non scrivere niente! Devo chiamare June!:-

-:Perché devi chiamare, June?:-

-: Per dirle di connettersi, no? Idiota!:-

-: E non potevi farlo già da prima? Imbecille!:-

-: goeghoadenghaonhg…. Gne, gne, gne o:-

-: Ahahahahahaah. Ragazzi, quanto mi mancate!:-

-: Anche tu, ci manchi ç_ç tantooooo:-

-: ECCOMIIIIII:-

-:Eccola!:-

-: Ben arrivata!:-

-: June!!:-

-: Shuny!! Amore ciao! Come stai? Mi dicono, che stavi parlando di un ragazzo >.>

Allora? Dimmi chi è, com’è come si chiama:-

-: Ma connetterti prima, no? Imbranata!:-

-: Cazzo vuoi, tu? Non rompere!:-

-: Fine e delicata, come sempre. Non stupirti, se chiamano Shun ‘il ragazzo effeminato’, e te ‘la donna mascolina’:-

-: Si parlava di delicatezza… vero Rheda?:-

-: Ops… scusa Shuny ç_ç:-

-: Ahahahaahah Non fa niente. Ribadisco, quello che ho detto prima: mi mancate!!:-

-: Anche tu!

Ma comunque, continua… che stavi dicendo?:-

-: Ah si, giusto. Ho conosciuto un ragazzo, davvero molto bello. Si chiama Hyoga.

Lui è alto più di me, ha gli occhi azzurri, la carnagione scura ed un’aria molto misteriosa. Sembra un tipo, davvero, di poche parole:-

-: Allora farà amicizia con Ikki:-

-: XD:-

-: Sanzius, pensi anche tu quello che penso io?:-

-: L’ho pensato, già da prima:-

-: Che mafiosi!:-

-: Che volete dire?:-

-: Se si chiama ‘Hyoga’, sarà di certo russo. Devi farti dire, da dove viene:-

-: In effetti, non mi sembrava essere greco:-

-:Lo sapevo! Comunque JUNE! Mi devi dei soldi:-

-:Prego?:-

-: Ikki, ha già fatto a botte:-

-: ……………….. Che testa di cazzo!:-

-: Ahahahaahah. Piantatela, di scommettere! Vi rovinerete!:-

-: Adesso paghi, adesso paghi,adesso paghi pappapero!

Ahhahaahahaha come è bella la vita!:-

-: Shun! Dovresti farmi un favore: dovresti dire, a quell’idiota di tuo fratello, che è un ‘idiota’. Da parte mia, ovviamente. -.- mannaggia! :-

-: Riferirò. Ragazzi, temo di dovervi dare la buona notte:-

-: Concordo. Anche noi, dovremmo andare a nanna. Buona notte Shuny ci sentiamo presto, ok?

Buona notte June. Ci vediamo domani:-

-: Già. Buona notte Sanzius, a domani. Ciao Shuny buona notte, e stai allegro, ok? TVB:-

-:Buona notte ragazzi, sogni d’oro. Vi voglio bene:-

-: Shun…

Adesso che siamo, solo io e te on-line…

Volevo, chiederti una cosa:-

-: Dimmi:-

-: Tuo fratello, ti chiede mai di me?:-

-: Sai com’è mio fratello: Non lascia, trasparire mai nessun tipo di emozione. Mi chiede di ‘voi’.

Mi dice: “Come stanno i tuoi amici, ad Oslo?”

Non entra mai, nello specifico:-

-:Si, capisco:-

-: Rheda, dovresti dirglielo:-

-: Forse dovrei, ma anche se glielo dicessi, cosa cambierebbe? Non credo che a tuo fratello piacciano i maschi, inoltre siete sempre in viaggio. Non sopporterei una relazione di questo tipo:-

-: Mi dispiace. Non so che dire:-

-: Non preoccuparti. Succede ^^.

Dai, non pensiamoci! Mi passerà!

Ti saluto Shuny! Stai allegro, come ha detto June. E stai attento!

Buona notte, Shun. Ti voglio bene:-

-: Anche io ti voglio bene. Buona notte Rheda:-

 

Chiudo la chat, e spengo il portatile. Mi sento stanco. Sarà il caso, di andare a dormire, che domani mi devo alzare presto. Mentre mi cambio, penso a Rheda: è innamorato di mio fratello, da quando lo ha visto. Ma non ha mai avuto il coraggio di dichiararsi. Mi è dispiaciuto non poterlo aiutare. Non so inquadrare mio fratello sotto questo punto di vista.

Ha avuto delle ragazze, ma non più di ‘una botta e via’. A parte la povera Esmeralda. Non l’ho mai visto interessato ad un ragazzo.

Povero Rheda.

Mi riviene in mente Hyoga. Russo dicono? Se fosse russo, potremmo parlare nella sua lingua, la conosco benissimo. Mi è sempre piaciuta un sacco.

Domani, potrei chiederglielo.

Chissà com’è, innamorarsi di qualcuno. Io non ha mai amato nessuno, sotto quel punto di vista.

Mi piacerebbe innamorarmi, e mi piacerebbe farlo di un ragazzo bello come Hyoga.

 

POV HYOGA

“Razza di cretino!” Urla mio padre dandomi un ceffone, che mi fa volare a terra.

Mi ha fatto un male cane. Sono a terra dolorante, che mi tengo la testa tra le mani. Lo sbattuta violentemente contro il pavimento.

Sento due mani forti, che mi afferrano le spalle e mi aiutano ad alzarmi. Mi giro con la testa e scorgo il viso di mio fratello, che serio mi aiuta a rimettermi in piedi.

“Una rissa a scuola! Ma ti sembra? Sei sempre sulle tue, quando ti fa comodo! E quando dovresti farti i cazzi tuoi ti metti in mezzo!? Testa di cazzo!” Continua ad urlarmi mio padre, è incavolato nero.

“Mne ochenʹ zhalʹ, papa.” Gli dico.

“Ti dispiace eh? Ma ti dispiacerà ancora di più, dopo la punizione che riceverai. Da domani, inizierai degli allenamenti supplementari. Non ti darò tregua, finché non avrai raggiunto i livelli che dico io, inoltre, dovrai dare il massimo a scuola. Cerca di non sgarrare, nemmeno un momento. Altrimenti, ti uccido! Vy ponimaete?” (Trad. 'Hai capito?')

“Da.” Rispondo, senza fiatare. Tenendo lo sguardo basso, sorretto per le spalle da mio fratello.

“Bene. Cerca di non farmi vergognare di te, mai più.” Dice infine, uscendo dalla tenda e dirigendosi altrove.

Mia madre ci si avvicina, e abbracciandoci ci sussurra all’orecchio, le solite parole che ci dice da quando eravamo piccoli:

“Vostro padre, si comporta così perché vi vuole bene. Non fatelo arrabbiare, d’accordo?”

“Da, mama.” Rispondiamo, all’unisono io e mio fratello.

“Bravi i miei ragazzi.” Ci dice mia madre, dando un bacio in fronte ad entrambi.

Poco dopo, anche lei si allontana, cosicché, io e mio fratello rimaniamo da soli.

“Hyoga, come ti venuto in mente di fare una rissa? Lo sapevi in che guaio andavi a metterti.”

“C’era di mezzo un mio amico, non potevo lasciarlo da solo contro due.”

Midgar, fa un respiro profondo. Mi sorride, e mi scompiglia i capelli affettuosamente.

“Sei incorreggibile, brat.” (Trad. 'fratellino')

Io gli sorrido di rimando.

“Vado ad allenarmi, che poi tra un po’ devo andare a scuola. Fortuna che oggi la prima ora era buca. Che palle questo circo! Spero di fare qualcosa di meglio, nella mia vita che l’acrobata.”

“La nostra, è una delle tradizioni più antiche. Lo sai.”

“Sì, sì, lo so.”Dice, facendo un vago gesto con la mano e andando verso la tenda alfa.

Sarà meglio che vada anche io, rischio di fare tardi a scuola. Fortunato mio fratello, che ha le lezioni pomeridiane.

Prendo la mia roba, e mi dirigo a passo spedito verso la scuola. Dista 10 minuti, dall’accampamento.

Accidenti, mi mancava solo quest’ultima situazione a complicarmi l’esistenza.

Non bastava, essere in piena stagione di spettacolo ed avere anche una media scolastica da mantenere, ma anche gli allenamenti extra. Mi chiedo, come diavolo farò a mantenermi in riga con tutto. Spero solo, di non infortunarmi le caviglie, un’altra volta.

Eccomi arrivato. Sono arrivato all’istituto, chissà se Shiryu è già arrivato. Inutile sperare di trovare anche Seiya: è troppo presto.

I miei pensieri, vanno a quei due ragazzi di ieri. Shun ed Ikki. Chissà, se loro sono già arrivati.

Quei due, mi sono rimasti in testa ieri, per tutta la sera. Soprattutto Shun, è un ragazzo davvero bello.

“Hyoga!” Una voce alle mie spalle. È Shiryu.

“Ciao!”

“Ciao, allora come è andata?”

“Cosa?” Gli chiedo, mentre ci incamminiamo dentro la scuola.

“Come ‘cosa’? Tuo padre, come ha preso la notizia della rissa di ieri?”

“Ah… beh. Non benissimo.” Gli dico, guardando altrove.

“E’ passato, di nuovo alle mani?”

“Lascia stare Shiryu. I tuoi invece?”

“Mio padre, mi ha fatto un discorso che è durato 20 minuti. Mia madre, si sforzava di stargli dietro e di dargli ragione. Ma dopo un po’, si è rotta e gli ha chiesto di piantarla.” Mi dice lui, ghignando.

Shiryu , viene da una famiglia, che conserva tutto il rigore e la tradizione cinese. Sono davvero, particolari.

“Mi immagino.” Gli dico, sorridendo a mia volta.

“Mio fratello Doko, invece se la rideva come uno scemo. Scatenando, altri fiumi di parole e altri discorsi lunghissimi, di mio padre.”

Scoppiamo a ridere entrambi, consapevoli di quando Doko, sappia essere disastroso quando ci si mette.

Arriviamo di fronte la nostra classe, entriamo, senza salutare nessuno. Non siamo molto ben visti, dai nostri compagni, ma va bene così.

“Ti va di andare giù in cortile a fumare una sigaretta, prima delle lezioni?” Gli chiedo.

“Molto volentieri” Mi risponde, tirando fuori dalla tracolla nera, un pacco di Winston rosse.

Ci dirigiamo, al piano di sotto. Giunti a destinazione, ci sediamo sugli scalini, godendoci il fresco.

Accendo la sigaretta, aspirandone il sapore forte. Ci voleva proprio.

“Ragazzi, sempre a fumare! Vi fa male!” Ci dice il nostro professore. Lo stesso del giorno prima, Kanon Statulophulos.

“Buon dì, profe!” Gli dico.

“A te Hyoga! Dammi una sigaretta, non farti sgamare.” Mi dice l’ultima frase, sottovoce e guardandosi intorno da occhi indiscreti. Lo sapevo, che finiva cosi!

Prendo una sigaretta dal pacchetto, e mentre Shiryu si piazza di fronte al professore, parando la vista a qualcuno che potrebbe passare, infilo la sigaretta nella tasca dei pantaloni del profe.

“Grandi ragazzi. Anche quest’anno promossi.” Ci dice con ironia, strizzandoci l’occhio. E come è arrivato, prende e se ne va. Che elemento che è!

“Io lo amo, quell’uomo.” Mi dice Shiryu, tornando a sedersi vicino a me.

“Idem.”

“Ciao stronzi!” Sentiamo una voce squillante, arrivare dal fondo. È Seiya. Come mai cosi presto?

“Come mai, cosi presto?” Gli chiede Shiryu. Come volevasi dimostrare: un pensiero, è passato attraverso due cervelli.

“Perché mia sorella, ha pensato bene di buttarmi giù dal letto prima del solito. Vecchia strega! O ma allora?

Come è andata?”

“Male.” Dico.

“Bene.” Dice Shiryu.

“Minchia, come siamo eloquenti, e che cazzo!” Dice Seiya, nella sua folcloristica ilarità e ‘finezza’.

Si siede vicino a noi, ed iniziamo a parlare del più e del meno, fino a quando scorgiamo da lontano due figure familiari.

“Guarda un po’, chi è arrivato. Hey Shun!” Urla Seiya, per farsi sentire.

Shun gli sorride, e si avvicina a noi.

“Ciao Seiya, come stai?”

“Una figata, grazie! E tu?”

“Bene, grazie!” Risponde Shun, sorridendo alla battuta di Seiya.

Ikki, è rimasto in disparte, con le mani in tasca.

“E voi state bene?” Ci chiede Shun, guardandoci con un po’ di imbarazzo.

“Sì, sì non preoccuparti.” Dice Shiryu, per tranquillizzarlo.

“Shun, fammi accendere.” Dice Ikki, dietro di lui, con una sigaretta in bocca.

“Accidenti! Proprio stamattina ho dimenticato l’accendino. Spiacente fratellone.”

“Tieni.” Gli dico, passandogli l’accendino.

“Grazie.” Dice, accendendo la sigaretta.

“Il tuo nome è Hyoga, vero?” Mi dice Shun.

“Sì.”

“Ty russkiĭ, ne tak li?” (Trad. 'Tu sei russo, vero?')

Rimango a bocca aperta. Parla russo? Come conosce la mia lingua?

“Da. Kak vy znaete, moĭ yazyk?” (Trad. 'Sì. Come conosci la mia lingua?')

Shiryu e Seiya, si scambiano uno sguardo basito, mentre Ikki ghigna. Non capisco. Da dove vengono questi ragazzi? Sono russi anche loro? Ma non erano norvegesi?

“Cortesemente, in una lingua che possiamo capire anche noi.” Ci dice Seiya, con un enorme punto di domanda stampato sulla faccia.

“Scusate.” Dice Shun, con un amabile sorriso.

“Noi siamo originari di Oslo, ma siamo sempre in viaggio per via del lavoro dei miei genitori, passiamo circa un anno in una città diversa. Tra le tante, è capitata Mosca. Io mi sono innamorato, della Russia. Ho imparato subito la lingua, inoltre ad Oslo ho due cari amici, che vengono da Sankt-Peterburg.”

“Da dov’è, che vengono?” Lo interrompe Seiya, non avendo capito un accidente.

“Da San Pietroburgo.” Gli rispondo io, senza nemmeno guardarlo.

“Esatto. Dicevo, loro sono di lì e mi hanno dato qualche piccola dritta per la pronuncia e cose simili. Amo la Russia. È stupenda.”

“Mi fa piacere, che ti piaccia tanto. Hai visto altri posti oltre Sankt-Peterburg?”

“Ho visto, soltanto Mosca.” Dice, con uno sguardo un po’ triste.

“Peccato, ci sono posti molto più belli di Mosca.”

“Sicuramente. Ma sai, per me era difficile allontanarmi da casa, ai tempi avevo solo 11 anni.”

“E i tuoi amici, come si chiamano?”

“Loro, si fanno chiamare Rheda e Sanzius. Ma i loro veri nomi sono, Vladimir e Dimitri.”

“Classici nomi, di Sankt-Peterburg.”

“Già. E tu da dove vieni, con esattezza?”

“Dalla Siberia.”

“Caspita!”

Il suono della campanella, interrompe le nostre chiacchiere, peccato, avrei gradito molto rimanere ancora qui a parlare con lui. Magari nella mia lingua, amo poter parlare la mia lingua.

“Spiacente, dovremmo continuare la nostra conversazione, un’altra volta.” Mi dice, con quel sorriso.

Ha un modo di sorridere, solo suo. Ha un sorriso, così, dolce e… vero.

Faccio l’ultimo tiro di sigaretta, la butta via. Mi alzo, ed insieme a Shiryu, mi dirigo verso la mia classe.

Ho il batticuore. Ma perché?

 

POV RHEDA

Odio, dover uscire di casa la mattina presto. In più, con la pioggia! Che palle!

“Va tutto bene, Rheda?” Mi chiede mio fratello, guardandomi curioso.

“Da. Tutto a posto. Sono solo pensieroso.” Gli rispondo, arruffandogli i capelli nero-blu.

“Pensieroso, eh? E a cosa pensi? “

“Sarebbe meglio chiedergli, a ‘chi pensi’?” Dice una voce, alle nostre spalle.

“Ciao June.” Salutiamo, io e mio fratello.

“Ciao ragazzi! Allora? A chi pensi,Rheda?” Mi chiede, di nuovo.

“Secondo te?” Rispondo, sedendomi sulla sedia. Mi manca molto.

“Scusa Rheda.” Mi dice la mia amica, abbracciandomi da dietro le spalle. Mi da un bacio sulla guancia, e poi ancora mi dice:

“Dovresti chiamarlo!”

“June, anche se lo chiamassi cosa risolverei?” Le rispondo, prendendole la mano.

“Si infatti. Sono sempre in viaggio, quei due. Starebbe solo peggio.” Dice mio fratello, dandomi man forte.

“Mmm Sarà..” June, non è molto convinta.

Il suono della campana, segna la fine della nostra conversazione. June ci lascia, e si dirige alla sua classe. Mentre io e mio fratello, ci mettiamo a sedere. La lezione di filosofia comincia. Ma io non ascolto neanche una parola. Mi manca, tantissimo. Ripenso ancora, a quel nostro bacio. L’unico nostro bacio, l’unico ricordo che ho di noi di due…

 

Camminavamo sulla spiaggia, tranquillamente, uno di fianco all’altro. Ci vedevamo spesso la notte, in segreto. Non capii mai, fino a quel momento il perché lui non volesse che ci vedessimo in pubblico o alla luce del sole, bensì solo di notte e solo noi due. Non immaginavo minimamente, che sentisse qualcosa per me. Ero sempre stato certo, che non vedesse altro che un amico ed un confidente in me. Invece, quella sera così, all’improvviso, senza un motivo, mi sbatté contro la parete lì vicino.

Non vi era nessuno per strada, era notte fonda.

Ebbi paura, non avrei potuto chiedere aiuto a nessuno.

Ikki, mi teneva premuto contro la parete. Il suo viso, a pochi centimetri dal mio. Mi guardava fisso, come rapito, io non sapevo cosa fare.

Chiuse gli occhi, dopo un po’, avvicinò il suo viso ancora a me… e mi diede un bacio.

Era un bacio a fior di labbra. Tenero, delicato, morbido. Non c’era traccia, della rudezza che aveva usato poco prima.

Io, avevo gli occhi spalancati: non riuscivo a credere, che stesse succedendo davvero. Tuttavia, non mi tirai indietro, ricambiai il bacio e dopo un po’ chiusi gli occhi anche io.

I nostri muscoli, si rilassarono dopo pochissimo. Sentii le sue braccia circondarmi i fianchi, ed io lo attiravo a me, stringendogli le braccia al collo.

Aprii la bocca, lo feci entrare. Il bacio si approfondì. Fu un bacio bellissimo.

Si staccò per riprendere fiato, mi guardava come incantato da me. Non lo avevo mai visto, così.

Prometti, che non lo dirai a nessuno?” Mi chiese.

Si. Lo prometto.” Gli risposi, un po’ deluso. Ero consapevole, che la sua omosessualità gli avrebbe causato dei problemi. La sua famiglia, non lo avrebbe mai accettato.

Mi dispiace.” Mi disse, captando evidentemente i miei pensieri. Dovevo avere, uno sguardo davvero triste.

Non importa. Lo sapevo già, non per tutti è facile.” Gli dissi, con un sorrisino che aveva funzione, di rasserenarlo. Mi mise una mano sulla guancia, e mi baciò ancora le labbra dolcemente.

Era completamente diverso, dal Ikki che conoscevo io.

Solo che…” Iniziai, con il tremito nella voce. Avevo iniziato, ma non sapevo come concludere, eppure non c’era molto da dire. Ricordo,che avevo il cuore a mille, e che avrei voluto che mi stringesse, forte.

Solo che?” Mi incitò lui.

Solo che… io sono innamorato di te, da un po’ di tempo a questa parte. E, dopo questo bacio, mi è nata l’idea in testa, che potessi avere una possibilità con te. Ma, mi rendo conto che è un’assurdità. Come ho detto prima, non per tutti è facile. Io e mio fratello, possiamo considerarci fortunati.” Gli dissi, quel fiume di parole, con un tono di voce, decisamente demoralizzato. Senza mai, guadarlo in viso.

Anch’io, ti amo.” Mi disse queste uniche parole. Tutte d’un fiato, in un solo attimo.

Dopo, non fu più tempo di parole, perché furono solo dolci carezze e focosi baci. Per tutta la notte, non facemmo altro, che baciarci. Non facemmo sesso. E dopo quella sera, non lo vidi più perché partì.

 

Il solo ricordo, di quella sera mi fa, sorridere e piangere allo stesso tempo.

Non dissi mai a nessuno, nemmeno a mio fratello, di quella sera. Tuttavia, che Ikki mi piacesse era già noto a tutti. Quindi, è rimasto tutto come prima.

Mi manca molto, mi manca tantissimo. Forse, June ha ragione: dovrei chiamarlo, o mandargli una e-mail. Però, ha che servirebbe? Alla fine Sanzius, ha detto il vero. Loro sono sempre in viaggio, solo poche volte tornano ad Oslo.

Che palle!

Devo smettere di pensarci! È l’unica cosa, che posso fare. E forse, è anche la cosa migliore da fare.

Mi giro verso mio fratello, con l’intenzione di chiedergli l’ora. Non ne posso più, di sentire questa vecchia che gracchia.

Lui si gira contemporaneamente, verso di me, sorridendomi complice sussurrandomi che mancano 10 minuti.

Alzo gli occhi al cielo, come segno di gratitudine. E quando li riabbasso, noto subito una cosa, che ultimamente vedo spesso.

Mio fratello, con la testa appoggiata sulla mano destra, sta fissando con aria sognante, il ragazzo seduto al terzo banco davanti.

Lesia Maya Skytten.

Lesia Maya, che nome!

È un bel ragazzo: alto, magro, muscolatura al posto giusto (ma non troppa), con un bel sedere e delle gambe flessuose e muscolose. Ha i capelli corti, con due piccole ciocche che gli cadono davanti al viso e sono di un colore sul nero-blu. Il viso carino, con i lineamenti non molto marcati, e gli occhi grandi e blu.

È campione regionale, di tiro con l’arco. Infatti, a scuola o anche nel quartiere lo chiamano ‘Maya di Sagitta’. Che fantasia!

Non è un ragazzo che parla molto, ma quando parla lascia il segno, non poco. È molto intelligente, e molto gentile anche se, un po’ brusco nei modi.

In questi ultimi giorni, ho notato che mio fratello, si incanta sempre più spesso a guardarlo.

C’è sotto qualcosa, me lo sento.

Ah! Perché Shun, non è qui con me? Lui ci arriva subito a queste cose.

Prendo la penna, scrivo una cosa su un pezzettino di carta.

Gli pesto un piede, attirando cosi la attenzione; passo il pezzo di carta sulla quale ho scritto, iniziando così una conversazione di penna.

‘Ti piace, non è vero?’

Sanzius, rilegge più volte quella domanda. Alza un sopracciglio, assumendo un espressione interrogativa.

‘Chi?’ Mi scrive lui.

‘Non fare finta di niente… Non con me!’Gli rispondo, sempre sullo stesso foglietto.

Arrossisce. Mi sorride imbarazzato, e si volta di nuovo a guardare Leda.

‘Sgamato!!’ Gli scrivo di nuovo. Lui legge, e sorride di nuovo, non avendo più scampo dalla mia soffocante curiosità.

‘Appena suona ne parliamo’ Gli scrivo. Lui legge e annuisce. Ritornando a fissare l’oggetto delle sue attenzioni.

Che carino! Mi strappa un sorriso di tenerezza, vederlo così preso da qualcuno. Oltretutto, se dovesse esserci qualcosa tra loro due, non mi dispiacerebbe nemmeno.

È un ragazzo con una grande personalità!

Mio caro fratellino, aspetta solo che lo sappia June! Non ti lascerà in pace nemmeno a morire.

Il suono della campanella, arriva alle mie orecchie come una dolce melodia di libertà!

Mi fa lanciare un sospiro di sollievo, ed esclamare ad alta voce, quasi come un Alleluia:

“Dio esiste!”

Buona parte della classe, sente questa mia esclamazione, e si mette a ridere. La mia profe, però non sembra molto contenta di questa mia uscita.

Appena la profe esce, io e Sanzius ci avviamo silenziosamente e frettolosamente verso il bagno delle ragazze, dove sappiamo esserci June ad aspettarci.

Ci ritroviamo sempre qui, alla prima ora e all’intervallo. È un’abitudine che abbiamo, da quando ci conosciamo.

“Eccovi qua!” Ci dice, la nostra amica con una sigaretta in mano.

“Ho una grande, grandissima notizia da darti!” Dico io, fissando Sanzius che è già diventato rosso, fino alla punta dei capelli. Poverino!

“Cosa!? Dai dimmelo, dimmelo, dimmelo!” Mi risponde June, con altrettanta enfasi, prendendo le mie mani ed iniziando a saltare per la curiosità.

Siamo peggio, dei bambini a Natale!

“A Sanzius, piace un ragazzo!” Dico infine, ridendo come un’idiota, e guardandolo con una linguaccia.

“Davvero!?” Esclama June. Imprimendo, tutto il suo stupore, in quella domanda.

“Già” Risponde Sanzius, guardando altrove.

“E chi è?” Mi chiede lei.

“E’ un nostro compagno di classe. Sai quello con gli occhi blu che ha vinto il campionato regionale di tiro con l’arco?”

“Lesia?”

“Si! Proprio lui.”

“E’ un bel figo! Complimenti San, te li scegli bene.”

“Ovvio!” Risponde mio fratello, fintamente offeso e girando la testa dall’altra parte come farebbe una vamp.

Ridiamo tutti insieme, a questa sua uscita.

“Ragazzi!” Ci richiama la bionda, dopo un po’.

“Anche io, ho una cosa da dirvi. Anzi, da proporvi.”

“Sarebbe?” chiedo.

“Pensavo, che per le vacanze di Natale, potremmo andare a trovare Shun.”

“In Grecia?” Chiede Sanzius, scettico.

“Si, perché? Non vi piace l’idea?” Ci risponde lei, con una naturalezza cristallina.

C’è sotto qualcosa, di fisso.

“Dai June, coraggio: sputa il rospo, cos’hai in mente?” Le dico.

Lei sorride colpevole, mi fa una linguaccia e poi si mette a ridere. Lo sapevo.

“Non posso nasconderti, proprio niente, vero Vladimir?”

“Non chiamarmi, con quel nome! Sai che lo odio!” Le rispondo, irritato come non mai. Odio, il mio vero nome.

“D’accordo, d’accordo. Come sei permaloso, ragazzo.

Comunque,ho scoperto, leggendo gli avvisi della bacheca all’ingresso…”

“Tu leggi, gli avvisi della bacheca?” Gli chiedo io, interrompendola. Che lei legga, già mi stupisce, se poi legge gli avvisi della bacheca, ancora di più.

“Tu leggi?” Chiede invece, mio fratello. Ancora più stupido di me, facendomi ridere a questa sua battuta.

“Fanculo! Tutti e due.

Comunque! Leggendo, ho scoperto che la scuola, organizza delle ‘vacanze studio’ in alcuni paesi europei, cioè: Spagna, Francia, Italia, Romania, Grecia eccetera.

È permesso solo, agli studenti dal terzo anno in poi, quindi siamo anche fortunati. In più, stavo pensando..”

“Oddio!” Diciamo in contemporanea, io e mio fratello. Abbiamo deciso, di farla incazzare stamattina.

“Mi avete rotto il cazzo!” Dice esasperata.

“Quando tu pensi, succede sempre una catastrofe June! Non negarlo. Comunque, dai cosa stavi dicendo?” Dice mio fratello.

“Dicevo, essendo che Shun ha frequentato questa scuola, in passato, il preside, dovrebbe ricordarsi di lui, soprattutto per quello sgangherato di fratello che ha! E anche i nostri genitori, dovrebbero ricordarsi di loro e soprattutto, del buon nome della loro famiglia. Pensavo che fosse una buona scusante, per convincerli a farci andare. Alla fine, andiamo stare da persone che conoscono, e non da famiglie sconosciute dell’altra parte del globo. Che ne dite? Vi piace l’idea?”

“Diciamo che, potrebbe anche funzionare.” Inizio a parlare.

“Ma?” Dice lei, aspettandosi i miei ‘ostacoli’ alla sua proposta.

“June, noi possiamo anche dire ai nostri genitori che andiamo a trovare Shun con una ‘vacanza studio’. Però, Shun dovrebbe chiedere ai suoi, di ospitarci. Tu ricordi, il padre di Shun, vero? Ricordi, che tipo è? e soprattutto il rapporto che c’è, tra lui e Shun? “

“Oh già… hai ragione. Non ci avevo, minimamente pensato.” Risponde lei. Abbassando la testa demoralizzata. Anche noi, siamo parecchio delusi, dal fatto di non poter andare.

Ci manca, il nostro Shun.

“Non potremmo provarci comunque?” Dice mio fratello.

“Non credo proprio, che mamma e papà acconsentirebbero a mandarci in un posto tanto lontano, da una famiglia sconosciuta per di più. Sai come sono fatti.” Dico.

“Già, anche i miei sono così. Nemmeno mio fratello Shaka, è mai riuscito a convincerli.” Dice June.

“Direi, che ci abbiamo provato. Adesso ci conviene andare in classe, prima che la prof inizi a sbraitare.” Dico di nuovo, un po’ sconsolato.

“Ok.”

“Ok. Ciao ragazzi.”

 

POV SANZIUS

Anche questa giornata, grazie a Dio, è finita.

Non ne potevo più, di stare seduto, avevo bisogno di sgranchirmi un po’ le gambe.

Adesso sono arrivato a casa, mio fratello si è fermato con June al negozio di musica.

Io non ho per nulla voglia, sono ancora un po’ giù. Mi dispiace terribilmente, di non poter andare a trovare Shun. Uffa! Se non fosse per quel padre padrone che ha, sarebbe tutto più facile.

Lasciamo perdere va!

Giro la testa verso l’orologio, sono le 4 del pomeriggio. Devo portare fuori il cane, cosa che dovrebbe fare mio fratello dato che il cane è il suo. Vabbe, dettagli.

“Paffi, vieni qua piccola!” Chiamo il cane, che si precipita da me scodinzolando.

Che musetto dolce, che ha!

Mi metto il capotto nero, prendo la tracolla, e mi avvio verso l’uscita.

Le metto il guinzaglio, ed esco.

Ho messo le cuffie e la musica di ‘You’re all i need’, parte. Quanto mi piacciono i Motley Crue! Amo il glam.

Cammino spedito verso il parco, dove di solito porto la mia bestiola. Sono perso nei miei pensieri.

Sono parecchio pensieroso, in questo periodo.

Fino ad oggi, i miei crucci principali erano Lesia Maya Skytten e mio fratello.

Rheda, mi preoccupa non poco. Lo vedo stare male, troppo male per Ikki.

Si è proprio innamorato di questo ragazzo, e dire che quando passavano da Oslo, Rheda ed Ikki non si parlavano quasi mai. Come avrà fatto, ad innamorarsi di un ragazzo, così chiuso e senza mai nemmeno averlo conosciuto a fondo?

Chi lo sa. La cosa brutta è che, non ha avuto nemmeno la possibilità di dichiararsi, perché con il loro continuo viaggiare, avrebbe solo sofferto e basta. Dirgli che lo ama, per poi non vederlo e non sentirlo più, per mesi, mesi. Forse anche anni, perché non è mai sicuro al 100% che Shun ed Ikki passino da Oslo.

Povero fratellino mio.

Vorrei poterlo aiutare, ma non c’è modo.

Però forse, pensandoci meglio, è un bene che non si sia dichiarato ad Ikki: Da quello che dice Shun, Ikki non ha mai dato l’impressione di apprezzare un ragazzo, da quel punto di vista. Lo ha sempre visto frequentare ragazze. Ikki è molto chiuso, sulla sua vita personale.

Se non fosse stato omosessuale? Se fosse eterosessuale, e Rheda dichiarandosi avesse fatto un danno?

No, forse è meglio così. Anzi! È decisamente, meglio così.

Al secondo posto, nella mia lista dei pensieri c’è questa mia fiamma: Leda Maya Skytten.

È un ragazzo, a mio parere bellissimo. Mi piacciano da morire, gli occhi azzurro intenso, quasi blu come i suoi.

Rheda dice, che da questo punto di vista mi assomiglia. Chissà.

Fatto sta, che mi piace tanto. Eppure, io come mio fratello non ho il coraggio nemmeno di parlargli, non ci ho mai parlato più di tanto, e dire che frequentiamo la stessa classe da due anni.

Lui è arrivato l’anno scorso, prima frequentava un altro liceo.

È un campione di tiro con l’arco.

Ho iniziato ad invaghirmi di lui, negli ultimi mesi dell’anno scorso, ma credevo fosse solo una cosa passeggera. Quando finì la scuola, ed iniziarono le vacanze estive, lo sentii parlare con alcuni che sarebbe andato lontano, per poi tornare ad Oslo ad inizio anno. Sentii una fitta al cuore, quando lo disse, ma ancora non capivo perché. Lo pensai, tutta l’estate. E quando tornai a scuola, fremevo perché volevo rivederlo.

Quando lo rividi, credo che rimasi imbambolato per un po’ a guardarlo. Era diventato più alto, aveva cambiato acconciatura, ed era abbronzato.

Era bellissimo, pensai.

E da quella volta là, non smisi più di pensarlo, di guardarlo fisso durante le lezioni, di arrossire quando per sbaglio lo urtavo sull’uscio della porta. Non dissi mai niente, per imbarazzo. Mi vergogno da morire!

Ma mio fratello, ovviamente, mi ha sgamato. È matematico.

Che palle!

Intravedo una panchina, decido di sedermi. Mi siedo sulla panchina, accavallando le gambe. Spengo l’mp3 e tiro fuori il cellulare ed inizio a giocare. Quanto mi divertono questi giochini scemi dei telefoni.

Delle volte, penso che vorrei che la mia vita fosse diversa da come è adesso. E mi sento egoista a pensarlo, perché a differenza di come vivevamo in Russia, non ci manca più niente. Però, delle volte vorrei essere io diverso. Vorrei essere, più sciolto, meno timido e adesso come adesso, vorrei tanto, tanto poter avere almeno l’occasione di parlarci con Leda. Almeno una volta. Ma tanto, non cambia mai niente, se non siamo noi a volerlo. Sospiro. Io devo smetterla, di pensare troppo.

“Sanzius!” Una voce alle mie spalle, mi fa sussultare.

Mi giro, nella direzione da cui mi è arrivato il richiamo. Sbianco sul momento. Non può essere.

“Maya?” Dico titubante.

“Ciao, non pensavo di trovarti qui.” Mi dice, con un sorriso genuino sul viso.

“Già. Nemmeno io.” Dico, rimanendo imbambolato davanti a quel viso di bambola.

“Allora, come va?” Dice, sedendosi in parte a me sulla panchina.

“Bene, grazie. E tu?” Rispondo. Mi sento un imbecille. Non so né cosa dire, né come comportarmi. Quando intendevo, che avrei voluto parlargli almeno una volta, non intendevo immediatamente! Accidenti!

“Non c’è male. Vieni, spesso qui?”

“Per la verità sì, casa mia è a 5 minuti da qui. Ma io, non ti ho mai visto prima.”

“Sì, in effetti oggi è la prima volta che vengo qua. Al parco dove abito io, non avevo voglia di andare perché è sempre pieno di ragazze petulanti, che come mi vedono mi rompono il cazzo. Quindi, ho pensato di venire qui, nel quartiere accanto al mio.” Dice, facendo un tiro di sigaretta.

Sigaretta. Sì, mi ci vuole anche a me, una sigaretta.

Apro la tracolla, a inizio a frugare nervosamente, tra gli oggetti vari alla ricerca delle mie Camel. Dove diavolo sono finite?

No! Vuoi vedere, che le ho lasciate a Rheda, stamattina? Cazzo!

Potrei ,chiedergliene una. Ma se poi, mi prende per un barbone? Ma no! Mi vede sempre a scuola che fumo.

Gliela restituirò.

“Maya, posso chiederti una sigaretta? Ho lasciato il pacchetto a mio fratello, stamattina. Domani a scuola te la ridò.”

“Non serve che me la ridai. Te la offro con piacere.” Dice, prendendo una sigaretta dal pacchetto e porgendomela.

“Grazie.” Dico, rosso in viso prendendo la sigaretta. Cerco l’accendino nella tasca, sperando di non aver dimenticato anche quello, altrimenti che figura di merda.

Grazie a Dio, lo trovo e accendo al sigaretta con mani un po’ tremanti.

“Perché tremi? Hai freddo?”Mi dice, inespressivo. Cazzo! Se ne è accorto.

“Un pochino.” Dico, guardando altrove.

Cala il silenzio tra noi. Ma lui sembra essere naturale, non sembra essere minimamente imbarazzato. Mentre io mi sento un perfetto idiota, sto fumando avidamente quella sigaretta, nonostante abbia un gusto tremendo, e mi sto sforzando di non guardarlo in viso, sennò potrei dire qualche idiozia.

“Ma cosa ci fai qui?” Chiedo improvvisamente, la prima cosa che mi è venuta in mente.

“Quello che ci fai tu. Sono il mio cane.” Mi dice, espirando il fumo della sua sigaretta.

Il suo cane? E dov’è?

“Lo tengo slegato, è buono non da fastidio a nessuno. Nemmeno ai bambini, scappa subito appena qualcuno gli si avvicina.” Dice, guardandomi.

“Capisco. Ma se ti becca un controllo, sono parecchi soldi di multa, lo sai?” Gli dico, cercando di essere meno fastidioso possibile. Non voglio farmi i cazzi suoi, ma non so proprio in quale altra maniera attaccare bottone.

“Sì lo so. Ma sinceramente, non me e fotte niente.” Dice, sorridendomi. Ha un sorriso strano. Bellissimo, ma strano. È come se fosse a metà tra il rassegnato ed il vendicativo.

“Capisco.” Dico, ricambiando il sorriso.

Lui mi guarda ancora, anzi, mi fissa. E mi sento a disagio, dato che mai mi aveva guardato così. Anzi, mai mi aveva guardato.

“Sai, mi sono sempre chiesto, il significato di quella stellina rosa che hai sotto l’occhio destro. Cosa vuol dire?” Mi chiede, con semplice naturalezza.

La mia stellina.

“Oh. È una storia lunga.” Dico, in imbarazzo. Cosa gli dico adesso? Se gli dico veramente il perché me la sono fatta, sicuramente riderà di me.

“Se vuoi raccontarmela, ho tutto il tempo per ascoltarti.” Mi dice, guardando altrove.

“Io, ho una passione per le stelle. Mi piacciono molto le costellazioni. E soprattutto le storie dietro ad esse. Ma più che altro, è proprio l’immagine della stella, o che per lo meno, l’immagine che le persone danno alla stella, che mi piace. Lontana, irraggiungibile, brillante. Un ammasso gassoso, che brucia a chilometri di distanza. Penso che non esista niente di più magico, da immaginare. Tralasciando la parte scientifica si intende. Anche se, comunque devo dire che sono anche interessanti da studiare. Se poi penso, alle stelle cadenti, wao, che viaggi che mi faccio. Risplendono di una bellezza propria. Sono qualcosa di unico, qualcosa di raro.”

“Come te.” Mi dice. Interrompendomi dal mio elogio, verso le stelle.

Arrossisco fino alla punta dei capelli. Non mi aspettavo proprio, una risposta del genere. Adesso sono davvero in imbarazzo. Mio fratello ha ragione quando parla di lui: Non parla mai, ma quando parla lascia il segno. E devo dire, che ha davvero lasciato il segno.

Tutto mi si blocca in gola. Non riesco a parlare, né a fare altro. Giro la testa alla mia destra,e fisso l’erba.

“Ti ho messo in imbarazzo? Non era mia intenzione.” Dice serafico.

“Figurati.” Dico, cercando disperatamente di riappropriarmi di un minimo di autocontrollo.

“Comunque, sono rimasto affascinato dalla tua spiegazione. Non ce ne sono molti, di ragazzi cosi riflessivi e profondi. Buona parte, degli elementi che ci sono in classe da noi, sono delle emerite testa di cazzo. E’ piacevole parlare con te. Non mi hai mai dato, l’idea di essere un’idiota. Infatti, non mi sbagliavo.” Dice ancora.

Ma che gioco sta giocando? E come diavolo fa ad essere così tranquillo?

“E dire che, pensavo solo che la stellina fosse solo un abbellimento per il viso. So che i glam stear, le usano.” Mi dice ancora.

“Ti piace il Glam?” Chiedo, ridestandomi un pochino dal mio stato di pietra dovuto alla vergogna.

“Un pochino. Alcuni artisti sono piacevoli.”

“Wao. Credevo che io e mio fratello, fossimo gli unici ad ascoltare questo genere di musica.” Dico, seriamente stupito dalla cosa.

“Ed invece no.” Dice lui, sorridendomi.

Arrossisco ancora, ma questa volta gli sorrido di rimando, senza distogliere lo sguardo.

Lui però dopo un po’, guarda l’orario dall’orologio che ha al polso e mi dice.

“Mi dispiace, ma devo scappare. Mi aspettano a casa.”

“Capisco. Ci vediamo, domani a scuola allora.” Gli dico. Alzandomi insieme a lui, dalla panchina.

“Hai msn?” Mi chiede, frugando alla ricerca di qualcosa, nella sua borsa.

“Sì.” Rispondo, speranzoso dentro di me.

“Allora, eccoti, il mio indirizzo.” Dice, prendendo una penna dalla sua borsa, e scrivendo sulla mia mano.

Che presa decisa che ha. Sento un brivido lungo la schiena, i ragazzi decisi mi eccitano. Sanzius, mama, riprenditi!

“Grazie. Ti aggiungo stasera, ok?”

“Ok. Ci sentiamo stasera, allora.” Dice sorridendo. E si allontana, chiamando il suo cane.

Non posso crederci.

Io davvero non posso crederci.

Sono pazzo di gioia. Prendo la mia cagnolina, in braccio e le faccio fare una giravolta. Corro verso casa, saltando e cantando dalla felicità. Corro, veloce perché non so come altro smaltire quella felicità che mi sta facendo esplodere.

E stasera, lo risento! Spero davvero,che non sia una bufala.

Oh mama, ancora non ci credo.

 

POV SHUN

Sono passati due mesi da quando siamo arrivati ad Atene.

Io e mio fratello, abbiamo iniziato a frequentare il gruppo di Seiya, che ci ha accolti volentieri.

Sono felice che mio fratello non abbia voluto stare da solo. Di solito odia la compagnia, ma con questi ragazzi anche lui, come me, ha avvertito uno strano fluido.

Non si è ancora del tutto aperto, però, siamo a buon punto. Già solo il fatto, che quando suona la campana dell’intervallo va di sua spontanea volontà a fumare una sigaretta con Hyoga e Shiryu è tanto.

Sono contento, che stia riuscendo ad integrarsi.

Anche io, mi trovo bene con loro.

Seiya è simpaticissimo. Un gran giocherellone, mette allegria anche quando non si ha voglia di scherzare. Ho visto mio fratello ridere spesso, quando c’è lui nei dintorni è la cosa mi rende estremamente felice. Sono felice di vederlo sorridere.

Shiryu invece, è un po’ più riservato. Un ragazzo gentile, molto modesto, di poche parole.

Hyoga, anche lui è molto chiuso, assomiglia molto a mio fratello per certi aspetti.

Se l’esperienza ed il mio occhi vigile non mi ingannano, sembra essere una persona molto insicura e timida.

Chissà.

Abbiamo parlato molto io e lui, nella sua lingua ovviamente, io amo il russo.

E lui, sembra apprezzare molto questa cosa. Ha dei bellissimi occhi.

Non posso fare a meno di pensarlo, ogni volta che lo guardo. Mi spaventano un po’ questi pensieri.

Non ne ho mai fatti per nessuno.

O almeno, quando vedo un ragazzo bello ne rimango affascinato, ma non mi era mai successo di pensarlo così intensamente, di pensare ai suoi occhi, o al suo sorriso.

Mi sento arrossire ancora di più a questi pensieri. Sarà il caso di distrarmi. Accendo il portatile, spero di trovare qualcuno connesso.

L’immagine con la regina Andromeda mi appare sullo schermo del pc. Quanto è bella.

Clicco sull’icona con l’omino verde. Apro.

Allora, connessi ci sono:

Pegasus_Ryuseiken.

Crystal_Daiamondast.

Siro_Rozan Shōryūha.

Phoenix_Genmaken.

Tutti connessi! Wao.

Plick

Mi è arrivato un messaggio. Una chat in comune, ovviamente è Seiya che ci scrive.

-: Devo studiare e non ho voglia!!!:-

-: Quando mai hai studiato in vita tua?:-

-: Hyoga sei simpatico come un brufolo nel culo:-

-: Ahahaahahahah questa era bellissima!! Sto morendo ahahaha:-

-: Non morire Shiryu, che i funerali costano:-

-: Grande Ikki!!!! Ahahaah:-

-: Sempre discorsi allegri a quanto vedo!:-

-: Shun!! Mi passi le rispose dei test domani?:-

-: Se non mi scoprono si….:-

-: Come ‘se non mi scoprono..’?? Non hai imparato niente da me!!!!:-

-: Grazie a Dio…:-

-:Cerchi rogne?:-

-: Bambini… non litigate. Che vi fate male:-

-: Ha cominciato lui!!! XDXD:-

-: Si mamma!:-

-: Ahahahaahhaahha:-

-: Che stato….:-

Continuiamo a scherzare così, come degli scemi. Mi diverto da morire. E mi fa piacere che anche mio fratello si unisca a noi. Anche se è nell’altra stanza, connesso col suo portatile.

Plick

Mi si è aperta un’altra finestra. Una conversazione privata. È Hyoga!

-:Privet:-

-: Priviet. Tutto bene?:-

-: Da. Tu?:-

-: Da, spasibo. Da dove sei connesso?:-

-: Dal cellulare di mio fratello. E’ riuscito a comprare un I-phone.:-

-: Non sapevo avessi un fratello!:-

-: Sì. Si chiama Midgar, ha l’età del tuo:-

-: Wao! Andate d’accordo?:-

-: Sì. Lui è molto premuroso con me:-

-:Anche lui pattina?:-

-: Sì, siamo un duo. Siamo alti uguali e ci somigliamo moltissimo. Sembriamo gemelli. Gli spettacoli piacciono di più così:-

-: Ma dai. Che figata! Come direbbe Seiya XD:-

-: Già :-

-:Anche nel carattere ti somiglia?:-

-:No. Lui è più solare di me, fa amicizia più facilmente:-

-: Dovete essere proprio una bella coppia. Quand’è il prossimo spettacolo?:-

-:Non lo so. Io e lui andiamo a scuola, questo un po’ ci blocca. Te lo farò sapere.

Verrai a vederci?:-

-:Oh si! Magari! Verrò di certo:-

-: Mi fa piacere.

Senti.

Volevo chiederti una cosa. Che rimanga tra noi però:-

-: Dimmi. So mantenere un segreto:-

-: Più che altro, è una domanda su di te. Ed è piuttosto personale. Nn rispondermi se non ti va. Solo mi piacerebbe che non ne parlassi a nessuno:-

-: Non ho segreti, ma come ti ho detto, li mantengo benissimo ^^

Dimmi pure!:-

-:A te piacciono i ragazzi?:-

-: Sì:-

-: Ah capito:-

-: Ti mette a disagio questa cosa?:-

 

Perché questa domanda? Che gli dia fastidio? Non sarebbe la prima volta. Tuttavia, è la prima volta che qualcuno è cosi gentile nel domandarmelo. Da quando mi ha scritto di far rimanere questa conversazione tra di noi, ha iniziato a battermi il cuore. Non mi da proprio l’impressione di essere un ragazzo che racconta a chiunque un segreto, il sapere che si fida di me mi fa molto piacere. Sono passati 5 minuti, perché non mi risponde? Che non voglia più parlarmi?

E’ sparito anche nell’altra chat. Anche io sono sparito da quando ho iniziato a scrivermi con lui.

Plick

Mi ha risposto!

-:No. Non mi mette a disagio.

Non sei l’unico nel gruppo:-

-:Davvero?:-

-:Da. Anche Shiryu lo è.

Però lo maschera bene. Non gli da fastidio parlarne, però se può evita:-

-:Capisco. E Seiya?:-

-: Eh ciao!!

Quello è un donnaiolo incallito!!! È un caso disperato:-

-:Ahahaha immaginavo. Ne ha avute molte?:-

-: Anche più di una tutte insieme. E poi quando faceva danno. Venivano da noi a chiederci dove fosse, dove lo nascondevamo.

Shiryu una volta si è beccato anche una sberla da una di loro. E quel pezzente nascosto nei bagni:-

-:Noooo Povero Shiryu! Ahaahahahahah:-

-: Un caso disperato!:-

-:E tu?:-

-: Cosa?:-

-:Ti piacciono le ragazze?:-

-:No:-

Si è disconnesso.

Ho i brividi. Perché tremo così? Ho il cuore a mille.

Non capisco se sia la scoperta che potrei avere una possibilità con lui, oppure, la paura di averlo offeso.

Una possibilità con lui?

Mi sono davvero ritrovato a pensare questo?

Sospiro rassegnato. È inutile oramai negarlo: Hyoga mi piace. E anche molto. Spero solo di non averlo offeso.

Plick

Mi si è aperta un’altra pagina.

-: Tutto a posto? Sei sparito:-

Il mio fratellone, che si preoccupa sempre per me.

-: Credo di essermi innamorato:-

-:Scusa?:-

-:Mi sono innamorato.

Di un bellissimo ragazzo con gli occhi azzurri:-

-:Dopo ne parliamo.

Senti hai il contatto di Rheda?:-

:-Rheda? Sì. Perché?:-

:-Puoi passarmelo?:-

:-Dovrei chiederglielo prima:-

:-Mollami Shun. Lo so anche io che è pazzo di me.

Avrei bisogno di parlargli.

Sono sicuro che non gli dispiacerà:-

:-No, no. Spiacente fratellone. La regola vale per tutti.

Prima glielo chiedo, e poi te lo do:-

:-Che palle Shun!!! Va bene dai. Veloce però:-

:-Ok:-

Mando un messaggio a Rheda, chiedendogli se posso dare il suo contatto a mio fratello.

Mi risponde subito, e molto, molto incredulo. Mi chiede il perché mio fratello voglia il suo contatto.

Rispondo che non lo so, ma che secondo me, gatta ci cova.

Ha risposto che non c’è problema. Passo il contatto di Rheda ad Ikki.

Mio fratello mi ringrazia, e si di-sconnette anche lui. Anzi, si sarà messo su ‘invisibile’, chissà che cosa dovrà dirgli. Domani glielo chiederò.

Vabbe, saluto Seiya e Shiryu, unici due superstiti rimasti on-line. Vado a studiare un po’, mi conviene. Anche se, non so quanto riuscirò a concentrarmi questa volta, con l’idea di Hyoga nella testa.

 

POV SANZIUS

Sono le 9 di sera, ed ho appena finito di mangiare. Do una mano a mio fratello a sparecchiare, e a mettere a posto la cucina. Finita quest’operazione mi precipito nella mia stanza, accendo il portatile e mi butto sul letto. Mi appare sullo schermo Cassiopea, mia costellazione preferita e porta fortuna.

Amore mio, portami fortuna ancora adesso.

Apro la pagina di msn, e clicco su ‘aggiungi contatto’ .

Lesia_sagittaoscura.

Aggiunto!

È anche connesso!

Oh mamma, e adesso che faccio? Gli scrivo?

:-Buona sera:-

Mi ha scritto lui, meglio così.

:-Buona sera a te:-

:-Come va?:-

:- Bene dai. Non c’è male tu invece?:-

:-Mi sto rompendo i coglioni:-

:-Wao…perché?:-

:-Non ho voglia di studiare pedagogia:-

:-Ah già XD domani interroga:-

:-Tu sei preparato?:-

:-A me ha interrogato la settimana scorsa…:-

:-Che culo!:-

:-Già XD

Tu a che punto sei? :-

:-A buon punto. Mi manca solo la Didactica di Comenio e ho finto. Ma è una palla….:-

:-Aahahahahah povero Maya:-

:-Chiamami Lesia. Mi piace di più:-

:-D’accordo:-

:-E tu perché non usi il tuo vero nome?:-

:-Dimitri? No, non mi piace per niente:-

:-A me sì. È un nome tipico della Russia vero?:-

:-Sì è molto usato soprattutto nella mia città:-

:-Di dove sei?:-

:-San Pietroburgo:-

:-BELLA!! Ci sono stato! È bellissima. E si mangia anche bene.

Bellissimo posto, la Russia:-

:-Mi fa piacere che ti piaccia. Io sono ormai 3 anni che non ci torno:-

:-E’ davvero un peccato:-

:-Già:-

:-Senti domani dopo scuola cosa fai?:-

:-Nulla. Perché?:-

:-Ti va di prendere le bestie e di rincontrarci al parco? Ci fumiamo una sigaretta insieme.

Se ti va. :-

:-Volentieri:-

Ditemi che non è un sogno!

:-Andata allora. Ci vediamo al parco domani alla stessa ora.

Sinceramente non so se domani verrò a scuola.

Dipende da come mi alzo:-

:-Aahahahahah non farti sgamare XD:-

:- Tranquillo! Sono un veterano ormai

Allora a domani:-

:-Ciao a domani:-

Si è disconnesso.

Digita il testo o l'indirizzo di un sito web oppure traduci un documento.

Annulla

Bozhe moĭ! (Trad. 'Oh mio Dio!)

Sono emozionatissimo! Aahh devo dirlo a Rheda! E a June! E a Shun!

Vabbe, a questo punto, vediamo se sono connessi, faccio prima.

Sì! Sono connessi!

:-Ragaziiiiiii vi devo dire una cosa!!!!!!:-

:-Hai ritrovato il cervello perduto?:-

:-Fottiti!:-

:-L’amicizia! Che bene prezioso:-

:-Anche io vi devo dire una cosa:-

:-Ok Shuny, prima tu!:-

:-Mi sono innamorato:-

:-EEHH???:-

:-Mi prendi per il culo?:-

:-……………….:-

:-No.

È quel ragazzo di cui vi parlavo l’altra volta, Hyoga:-

:-Ah già. Ma alla fine, di dov’è questo tipo?:-

:-Siberiano. Avevate ragione voi ^^:-

:-Minkia!:-

:-Cazzo!:-

:-Gemelli diversi in tutto. Ma pur sempre simili XDXDXD:-

:-Che battuta scadente June U.U:-

:- Intanto è cosi U.U:-

:-C’è da dire però, che i siberiano sono molto belli:-

:-Concordo:-

:-Infatti lui è un bellissimo ragazzo:-

:-Gli hai chiesto di uscire?:-

:-Ancora no:-

:-Ikki lo sa?:-

:-Glielo ho accennato. Ne parleremo dopo:-

:-E che aspetti a chiedergli di uscire?:-

:-Non voglio essere affrettato. Non vorrei in seguito rovinare un’amicizia:-

:-Come ti capisco!:-

:-Eh?:-

:-Appunto, eh?:-

:-…………………..Sanzius?

Cosa dovevi dirci ,Sanzius?:-

:- :D Il ragazzo che mi piace, mi ha chiesto di vederci domani dopo la scuola:-

:-………………….:-

:-No! Accidenti! Congratulazioni Sanzius. Ma è un invito ufficiale?:-

:-Per la verità non lo so. L’ho incontrato oggi al parco, e mi ha lasciato il suo

Indirizzo msn. L’ho aggiunto poco fa.

Abbiamo parlato del più e del meno.

E poi mi fa, se domani dopo la scuola potevamo fumarci una sigaretta insieme.:-

:-La fine del mondo sta arrivando:-

:-Ecco perché stasera eri così silenzioso, scalpitavi dalla voglia di

Aggiungere Maya su msn e sentirlo.

Mi sembrava troppo strano….:-

:-Maya? Si chiama così?:-

:-Yes! Lesia Maya Skytten. Campione regionale di tiro con l’arco, e gran bel figo:-

:-Preferisce essere chiamato Lesia, non Maya U.U:-

:-Avete fatto molta conoscenza vedo! E bravo Dimitri:-

:-Domani ti picchio, June:-

:-Per me ci sta:-

:-Anche per me:-

:-Se lo dice Shun, allora è legge.

Non sbaglia mai su ste cose:-

:-Esagerata ^//^:-

:-Per me il siberiano ci sta con te:-

:-Cosa te lo fa penare?:-

:-Intuito:-

:-Ma non hai una foto?:-

:-No…spiacente:-

:-La prima foto che hai la voglio vedere!!!:-

:-Oook ^^

Ah Rheda, mio fratello vorrebbe il tuo contatto msn. Posso darglielo?:-

:-What?:-

:-Tu fratello? Vuole il mio contatto?:-

:-A quanto pare sì. Posso?:-

:-Sì ok. Ma perché?:-

:-Non so dice che vorrebbe parlarti.

Per me, gatta ci cova:-

:-WTF?:-

:-Rheda, domani ci devi raccontate tutto. TUTTO:-

:-Metti che per assurdo lo sento domani?:-

:-Ce lo dici lo stesso U.U:-

:-Vedremo, vedremo….:-

:-Ragazzi, io vi abbandono. Finisco di studiare le ultime cose:-

:-Ma domani non ti interroga:-

:-Lo so. Mi porto avanti per dopodomani:-

:-Secchione di merda:-

:-Poteva capitarmi una sciagura come te?:-

:- -.-‘’’’ provate anche solo a chiamarmi quando vi servono le risposte dei test…:-

:-Bravo Sanzius! Fai bene^^ io approvo!:-

:-Perché tu sei intelligente U.U:-

:- O un altro Nerd:-

:-Ahahahahaahah:-

:-Vabbe ho capito, vado che è meglio. Ciao Shunyyyyyyyy:-

:-Ciao Sanzius, in bocca al lupo per domani, fammi sapere:-

:-Grazie. Anche tu!!:-

Caspita ragazzi, quanti colpi di scena tutti in una volta.

Lesia, che mi chiede di uscire.

Shun, che si innamora.

Ikki, che chiede il contatto msn di mio fratello.

Manca solo June.

Io mi sento troppo emozionato per domani. Non riesco, a stare fermo. In altri casi, sarei corso nella stanza di mio fratello a spiare la sua conversazione con Ikki, ma questo è un caso straordinario.

Chissà domani, cosa succederà.

 

POV RHEDA

Sono in camera mia, e continuo a parlare con June delle varie soluzioni per poter fare quella vacanza studio, non credo ce la faremo.

Sono un po’ perplesso per quella cosa che mi ha chiesto poco fa Shun in chat.

Mi ha chiesto, se poteva dare il mio contatto a Ikki. Perché Ikki vuole il mio contatto?

Di cosa vorrà parlarmi? Già solo il fatto, che secondo Shun c’è qualcosa sotto, mi fa battere il cuore fortissimo. Spero non mi dirà, di dimenticare quello che è successo.

Perché credo che ne morirei. Io ci tengo davvero a lui.

:- Hallo:-

Gli ha preso la vena norvegese?

:-Hallo

hvordan er du?:-

:-Non c’è male.

Tu?:-

:-Non c’è male:-

Non scrivo altro: se spera che sarò io, a fare il primo passo si sbaglia davvero. D'altronde, non doveva mica parlarmi?

:-Senti, senza girarci troppo intorno, sai che lo odio.

Volevo dirti, che mi dispiace di essere andato via da Oslo, senza nemmeno salutarti:-

:-Non me la sono presa.

Immagino i motivi per la quale, tu lo abbia fatto.

È tutto a posto davvero:-

:-Ok:-

Non dice altro. È stato gentile da parte sua contattarmi per chiedermi scusa.

Mi fa anche molto piacere, però, sono anche un po’ afflitto.

Speravo mi dicesse dell’altro, ma sono un illuso. Abita dall’altra parte del mondo, e l’anno prossimo chissà dove potrebbe essere. È inutile sperare, maledizione, Rheda basta!

Però, già che ne ho la possibilità potrei provarci. Uffa.

Mi sento come in un Manga: mi sembra di vedere sulla mia spalla destra, la faccia di June che mi dice di provarci; e sulla sinistra quella di Sanzius che mi dice che sono un illuso e che se ci provo starò solo peggio.

Però magari, per una volta sola nella vita, potrei dare ragione alla mia amica.

:-Mi hai contattato, solo per dirmi questo?:-

Detta così è bruttissima. Adesso mi manderà a cagare, di fisso.

:-No:-

Davvero?

:-Ti ho pensato,in questi giorni:-

Il respiro mi si blocca, e sento il cuore perdere dei battiti. Cosa ne uscirà da questa conversazione?

:-Davvero?:-

:-Sì:-

:-Anche io:-

:-Mi fa piacere:-

Mi viene da piangere. Infatti dopo poco, ho gli occhi pieni di lacrime. Mi manchi davvero.

:-Ascolta Ikki.

Quello che ti ho detto quella sera è vero. Io sento davvero quei sentimenti per te.

Perciò ti prego, se non hai niente di serio in mente, oppure non lo so, qualsiasi cosa tu abbia in mente.

Ti prego, finiscila qua.

Perché per me è una sofferenza. Soffro da morire la tua mancanza, e mi sento male:-

:-Non è un gioco. Lo so anche io, cosa credi?

Non voglio farti stare male, in verità, ti ho contattato perché anche io volevo sentirti.

Sento anche io la tua mancanza. Però se sentirmi ti fa stare male forse è meglio non sentirsi più:-

:-Non intendevo questo:-

:-Ho capito cosa intendevi. Volevo solo mettere le cose in chiaro.

Comunque, se ti ricordi…. Anche io sento qualcosa per te:-

:-Certo che lo ricordo.

È il ricordo più bello che ho..

Anche perché è l’unico , che ho di noi.

Ma perché non me lo hai detto prima?:-

:-Penso per lo stesso motivo tuo. Non trovavo il coraggio.

Lo trovai solo il quel maledetto momento:-

:-Non pensavo ti piacessero i ragazzi:-

:-Non faccio distinzioni a dire il vero.

Ho avuto una ragazza tempo fa.

Quindi…:-

:-Capisco. E come mai è finita?:-

:-E’ morta:-

:-Non è divertente Ikki!:-

:-Ti sembro il tipo da scherzi?

E soprattutto, che scherza su questo tipo di cose?

È morta davvero:-

:-… scusami non volevo toccare un tasto così dolente:-

:-Già. Si chiamava Esmeralda era una ragazza dolcissima e bellissima.

Assomigliava un po’ a Shun.

È morta uccisa da un drogato in mezzo alla strada:-

:-E’ terribile Ikki. Mi dispiace davvero:-

:-Sono passati due anni ormai:-

:-Le volevi bene? :-

:-L’amavo. Davvero molto.

Non ho più amato nessuno dopo di lei.

Poi ho conosciuto te:-

:-Non so che dire:-

:-Io non ho mai amato nessuno come amavo lei.

Se riesco a fidarmi di te, vuol dire che mi ispiri fiducia.

Non giocare con me:-

:-Non ho intenzione di farlo.

Non farlo nemmeno tu:-

:-Giuro:-

:-E adesso?:-

:-Non lo so:-

:-Sono contento di averti sentito:-

:-Vorrei risentirti:-

:-Io vorrei vederti:-

:- Nella mia vita non c’è niente di certo, Rheda.

Non so cosa succederà l’anno prossimo. Non so quando tornerò ad Oslo.

Non so proprio un cazzo. Io non ho certezze da darti:-

:- Io non ti conosco benissimo…. Ma se mi giuri che non ti prenderai gioco di me.

Ikki, io posso anche provarci. Anche se siamo molto lontani:-

:-E’ un grosso impegno:-

:-Lo so. Te la senti?:-

:-Giurami su tuo fratello, che non mi prenderai per il culo:-

:-Lo giuro!Non potrei mai.

Mi giuri la stessa cosa?:-

:-Sì, sul mio fratellino che tanto amiamo:-

:-Possiamo sentirci tramite telefono se ti va:-

:-0000000000 il mio numero:-

:-Ti faccio uno squillo domani:-

:-Un’altra cosa Rheda

Per il momento, teniamocelo per noi:-

:-Si d’accordo.:-

:-Non rimanerci male. Ma non voglio correre, lo sai:-

:-Lo capisco non temere. Sarò una tomba:-

:-Sei speciale, Rheda:-

:-Ti amo, Ikki:-

:-Anche io ti amo, Rheda:-

:-Temo di dover staccare. Possiamo sentirci domani?:-

:-Quando vuoi. Ti aspetto:-

Termino la conversazione con lui. Spengo il pc e lo poso sulla scrivania. Mi sento stranissimo.

Sto fissando il vuoto davanti a me. Ancora non ci credo. È davvero successo?

 

POV SHIRYU

Due mesi di scuola sono passati, e ci avviciniamo alle vacanze di Natale.

Io e la mia famiglia non siamo Ortodossi, bensì Buddisti, quindi non festeggiamo Natale.

Tuttavia, è pur sempre tempo libero per me ed i miei fratelli per svagarci o per studiare.

Non torniamo mai in Cina in questo periodo, purtroppo. Mi manca Pechino.

Però va bene così, mi trovo bene qui ad Atene. Sono qui da 10 anni ormai, ho i miei amici, ho sempre frequentato qui la scuola, ho coltivato qui le mie passioni, i miei hobby.

E sempre qui ad Atene, mi sono innamorato. Anche se, pur sempre di un ragazzo di origine cinese.

Mur Báiyángzuò, 19 anni, studente del secondo anno alla facoltà di Scienze delle comunicazioni.

È un ragazzo molto affascinante: alto poco più di me, muscoloso, viso dagli zigomi dolci, occhi verde giada, capelli lunghi come miei di un biondo paglierino, ed un’amabile sorriso.

Suo fratello maggiore Shion, e il mio sono compagni all’università e mia sorella Shunrei e sua sorella minore Yuzuriha sono migliori amiche, per questo ci conosciamo. Vedi che coincidenze.

Per la verità, Doko e Shion, non sono solo compagni di università, bensì sono fidanzati.

Purtroppo però, lo sono in segreto, perché le nostre famiglie non si sopportano per niente, ancora per le divergenze tra stato cinese e tibetano. Mio fratello, ne soffre moltissimo. Nemmeno Shunrei, può rendere pubblica la profonda amicizia che la lega a Yuzuriha, per gli stessi identici motivi.

ricordo che lo conobbi per la prima volta, alla festa di compleanno di Yuzuriha.

Quella sera Doko era uscito dicendo a mio padre che sarebbe andato da amici, mentre io e mia sorella dicemmo che saremmo andati ad una festa di compleanno di un’amica, senza dire chi fosse.

E quando arrivammo lì, trovammo mio fratello che si baciava appassionatamente con il ‘momentaneo’ padrone di casa, fuori dalla porta.

Ricordo che mio fratello divenne di tutti i colori.

Da li scoprimmo di avere ‘amicizie in comune’, per così dire. E lì sempre, conobbi Mur.

Mi presi fin da subito una cotta per lui, un colpo di fulmine, come si dice di solito. Era un ragazzo molto gentile, anche se di poche parole, Rei dice che mi somiglia sotto certi aspetti. Passammo tutta la serata insieme, ci trovavamo bene l’uno con l’altro.

Mi fece fare un giro di quella casa enorme e lussuosa, fino a giungere nel grande terrazzo che dava sul cortile. Era una notte bellissima, con la luna piena e le stelle.

Su quel balcone, lui mi disse:

Sono stato bene con te stasera. Ti va se un giorno, ci rivediamo, solo io e te?’

Accettai subito con un grande sorriso l’invito. Ero così felice, che mi avesse chiesto di uscire. Io non avrei avuto il coraggio, di farmi avanti. Credo che sarei rimasto per sempre ad ammirarlo di nascosto.

Adesso stiamo insieme da 2 anni, e sono stati i 2 anni più belli della mia vita.

Sono terribilmente innamorato di lui, e lui di me, lo vedo ogni giorno di più.

Sto andando da lui adesso, tra 15 minuti smette di lavorare al ristorante, e lo aspetterò lì fuori.

In questo momento della mia vita, sento di essere davvero felice. Sento che non mi manca niente, spero resterà sempre così.

Non c’è niente che desidero, niente che rimpiango perché ho già tutto.

Ho i miei amici, per la quale darei la vita e so anche loro farebbero altrettanto per me.

Ho i miei fratelli, che amo più di me stesso. Mio fratello maggiore è la mia guida, più di quanto mio padre non lo sia mai stato; lo stimo e lo rispetto anche più di mio padre. Mia sorella invece è la ragazza più dolce che io abbia mai conosciuto, sono terribilmente geloso di lei. Infine c’è l’ultimo arrivato, Ryuho, un pupo pieno di vita che considera me la sua guida.

Ho un uomo che amo alla follia, e che mi ricambia, che mi fa sentire importante ed al centro di tutto il suo mondo.

Sorrido gioioso, mi sento davvero felice. Sento che non c’è niente, che potrebbe distruggere questa felicità.

Anche se…

No, lo sapevo. Finisce sempre così: i pensieri malinconici mi invadono l’animo, sempre quando sono sereno.

Il mio sorriso di gioia sparisce, e ritorna la mia solita espressione serie e riflessiva, quella che ho imparato ad usare per nascondere la sofferenza e la frustrazione.

C’è una cosa che vorrei cambiasse: i miei genitori.

La mia famiglia gode di un certo prestigio in Cina. Il nostro nome, è un nome importante.

Mio padre, ha sempre messo il nostro nome e l’onore della famiglia prima di ogni cosa, anche prima dei suoi figli. Mia madre invece, è una donna di modesta famiglia, ha sposato mio padre dopo essere rimasta incinta di mio fratello.

A lei non è mai importato niente di me e dei miei fratelli, non ce lo ha mai detto esplicitamente ma crescendo lo abbiamo capito da soli. Il suo ruolo nella famiglia, è sempre stato quello di apparire una donna tutto d’un pezzo, ben curata, ben posato nei suoi atteggiamenti regali, e fuori dalla famiglia di apparire la donna di famiglia, appunto, la madre e la moglie che tutti avrebbero voluto avere. Ma mai una volta, ha fatto noi una carezza o dato a noi un bacio.

Non sono due persone cattive, sono semplicemente cresciuti così.

E mai al mondo, nemmeno per tutto il prestigio dell’universo, accetterebbero dei figli perdenti. Tanto è vero, che ci hanno sempre spronato fino all’ultimo ad avere il massimo dei voti dei a scuola, hanno sempre scelto per noi gli istituti migliori, e in tutto quello che abbiamo intrapreso (a volte anche contro la nostra volontà), ci hanno spronato ad essere i migliori. Ma non abbiamo mai ricevuto un incoraggiamento, un premio o un riconoscimento per i risultati che abbiamo ottenuto.

Mio padre ci dice sempre, che l’onore della famiglia ed il rispetto dei genitori, viene prima di ogni cosa e che non dobbiamo portare disonore al nostro nome.

Mia madre invece, dice che il miglior riconoscimento è quello che le tue azioni di danno.

In base a questi ragionamenti, non accetterebbero dei figli perdenti, come ho già detto, figuriamoci dei figli omosessuali.

Per di più, con compagni di un rango più basso del loro e ancora peggio, provenienti dal Tibet.

Questa cosa mi fa soffrire non poco, e mi mette tanta, tanta angoscia. Anche mio fratello sente quello che sento io, infatti ci confidiamo spesso l’uno con l’altro e ci siamo avvicinati ancora di più da quando abbiamo scoperto le nostre ‘amicizie comuni’ e soprattutto, da quando io e Mur ci siamo fidanzati.

Mur mi dice sempre che non devo temere niente, che quando si sarà laureato mi porterà via da questa città, e che se anche vorrò restare qui e non lasciare tutte le persone che amo, lui non mi lascerà mai e potremmo vivere serenamente ed in piena libertà la nostra storia.

Queste sue parole, mi mettono da un lato paura e dall’altra serenità.

So che posso fidarmi di lui, so che non mi mentirebbe mai su una cosa del genere. Però, temo per quello che potrebbe succedere, mio padre non è un avversario facile.

Sospiro sconsolato, come al solito. Ogni volta che ci penso mi sale una profonda tristezza. Spesso accade, che questi pensieri mi ritornino alla mente da soli, senza nemmeno bisogno che sia io ad arrivarci.

Mio fratello dice che Shion, è spaventato anche più di noi, perché presto suo padre darà in mano a lui l’attività, e spetterà a lui quindi dover tenere in piedi la famiglia. Per loro sarà ancora più difficile, me ne dispiace sinceramente. Io voglio bene a mio fratello, e vorrei tutto il bene possibile per lui, e anche per Shion che è sempre stato molto legato a Doko. Si vede lontano un chilometro che si amano entrambi alla follia.

Ma perché non possiamo stare insieme? Maledizione!

Do un calcio ad un sasso che mi capita per la strada, lo colpisco con tutta la mia rabbia e la mia frustrazione.

Non guardo nemmeno dove lo lancio.

Me ne rendo conto dopo, quando sento l’imprecazione di un ragazzo che ho colpito accidentalmente:

“Tā mā de!” (Trad. 'Cazzo!')

Alzo gli occhi incuriosito e anche con l’intenzione di scusarmi ovviamente, è cinese?

“Chi è quell’idiota?” Esclama di nuovo, girandosi verso di me.

Capelli lunghi, lisciatissimi, anche più dei miei, neri con il taglio retto, muscoloso ed espressione perennemente scocciata. Lo riconosco subito.

“Yan!” Esclamo. Quando tempo che non lo vedevo.

“Shiryu!” Esclama lui, mettendo su un sorriso sorpreso.

Yan Dùn. Mio compagno di classe alle scuole medie, cinese anche lui, per la precisione di Shangai. Io e lui, non abbiamo mai perso i contatti del tutto, siamo sempre rimasti amici. Inoltre, lui è innamorato perso di mia sorella, e so che ogni tanto si vedono, ma non ho mai capito se lui si fosse dichiarato o no.

“Quanto tempo Yan, come stai?” Gli chiedo, stringendogli la mano.

“Bene amico. Si è un po’ che non mi faccio sentire, ma sai com’è ho perso un’altra volta il telefono e il mio computer è andato in escandescenza. Tanto perché, come dice mia nonna, i guai non arrivano mai da soli.

A proposito, mia nonna ti saluta, chiede sempre di te. Penso che se potesse, mi baratterebbe volentieri con te.” Mi dice lui, scherzando.

Oh nonna Ling, che amore di donna. Mi preparava sempre i dolcetti di riso, quando andavo a trovare suo figlio a casa o quando studiavamo insieme, mi voleva bene.

“Non dire così, lo sai che tua nonna stravede per te e per i tuoi fratelli e cugini. Ama tutti i suoi nipotini.”

“Sì, sì. Lo so.” Dice lui, aspirando il fumo dalla sigaretta che ha nella mano sinistra. Nemmeno mi ero accorto che stesso fumando.

“Ma come mai, quel violento scatto poco fa? Hai la luna storta Shiryu?”

“Sono solo un po’ pensieroso. Perdonami, non mi ero accorto tu fossi sulla traiettoria di lancio, altrimenti non mi sarei mai permesso di colpirti.”

“Lo so amico, ti conosco bene. Non angosciarti Wu, che ti vengono le rughe.” Esclama alla fine, dandomi uno schiaffo affettuoso sulla guancia. Rispondo sorridendo, mi mette sempre di buon umore Yan, è un po’ come Seiya, anche se Seiya è inimitabile.

“Ma invece, dimmi un pò che ci fai da queste parti?”

“Sto aspettando il mio fidanzato, finisce di lavorare tra circa 4 minuti.”

“Poffarbacco! Udite, udite… uno dei rampolli della famiglia Wu, ha un fidanzato, e maschio per di più. Ovviamente, i tuoi non lo sanno, o ti avrebbero già fatto la festa.”

“Si infatti, e ti sarei grato che non spargessi la voce. Anche se, già so che non lo farai, mi fido di te hai sempre avuto la buona abitudine di farti i cazzi degli altri, ma di tenerteli per te.”

“Certo! È sete di conoscenza la mia! In tutti i sensi, ma dopo non dico a nessuno le mie scoperte, sennò il gusto dov’è?”

Mi fa morire… che tipo.

“E tu invece? Mr simpatia, cosa fai da queste parti?” Gli chiedo, cercando di non ridere mentre gli parlo.

“Oh niente Shiryu, io ero solo qui nei dintorni.” Mi dice, ma io non ci credo, Yan non è mai ‘nei dintorni’, c’è sempre una motivazione se si trova in un posto, altrimenti starebbe a casa a dormire.

“Non mentire.” Gli dico, incrociando le braccia al petto, proprio come quando eravamo alle medie, e lo scoprivo ad avere copiato i miei compiti.

Lui arrossisce, capendo di essere stato scoperto. Gira al testa dall’altra parte, cercando una scusa probabilmente. Adesso mi ha incuriosito, devo saperlo.

“Allora signor Yan Dùn . E’ possibile o no, sapere il motivo della sua presenza qui?”

“No.”

“Perché?”

“Perché di no.”

“Andiamo!”

“Sono venuto a prendere… un regalo.” Dice, evasivo al massimo. Adesso inizio a capire. Se è come penso io, almeno.

“Capisco. E il suddetto regalo, è per caso una torta, o comunque un dolce al riso soffiato al cioccolato con all’interno l’essenza di menta? No perché, se così fosse devo dedurre che il destinatario del pensiero, sia una persona a noi molto nota, e ad entrambi molto cara, che tra meno di 2 giorni compie gli anni.”

“Shiryu piantala!” Esplode alla fine. Lo sapevo! Sei proprio, molto poco furbo. Ti ho scoperto subito Yan.

Il regalo in questione, è il dolce preferito di mia sorella, che fra 2 giorni compie gli anni, appunto.

“Sei davvero prevedibile Yan.” Gli dico, dandogli un’affettuosa pacca sulla spalla.

Lui diventa ancora più rosso, e si accende un’altra sigaretta. Io mi metto a ridere, alla sua espressione imbronciata e contrariata.

“Ma fra tutti i rompi coglioni che potevo incontrare oggi, mi dovevi capitare proprio tu?” Dice, con un sorrisino.

Io rido ancora di più alla sua battuta.

“Si vede proprio che oggi non è la tua giornata, amico.”

“Già. Piuttosto, tu verrai alla festa vero?”

“Certo! Ci sarai anche tu quindi? Anche tu verrai con gli abiti tradizionali?”

“Ovvio! Sono tanto comodi. Anche perché, non ho altro di importante da mettere, purtroppo io vengo da una famiglia di comuni mortali. Voi divinità siete troppo oltre, per noi povera gente.” Dice, solenne. Sempre scherzando ovviamente, mi dice frasi del genere da quando lo conosco.

Improvvisamente, la porta del retro del ristorante si apre. Vedo la figura snella di Mur, e riconosco anche i suoi capelli. Si sta aggiustando la borsa tracolla, e tiene qualcosa in mano.

“Oh eccolo qua! Era ora!” Esclama Yan, girandosi nella stessa direzione.

Aggrotto le sopracciglia, c’è qualcosa che non torna…

“Scusami Yan, ma il mio capo mi doveva parlare. Ciao amore! Scusami anche tu, non volevo farti aspettare.”

Yan spalanca gli occhi e la bocca, in una teatrale scenetta sconvolta, e poi dice:

“Cosa? Come, come, come, come? Tu e Mur? Insieme? No…. Non c’è più religione.”

“Vi conoscete?” Chiede Mur, guardandoci curioso.

“Se ci conosciamo! Andavamo nella stessa classe quando eravamo due sbarbatelli. Ci siamo incontrati qui per caso, e abbiamo iniziato a parlare, mi ha detto che aspettava il fidanzato, ma mai al mondo avrei pensato che il suo fidanzato fosse il mio capo ed il mio pusher personale di dolci.”

Io ci capisco sempre di meno. Mi limito a guardarli con un sopracciglio alzato, nell’attesa che mi vengano fornite delle spiegazioni.

Spiegazioni, che non tardano ad arrivare, perché il mio compagno nota subito la mai espressione perplessa, sorridendomi amabilmente (quel sorriso che io amo tantissimo), mi parla:

“Yan lavora in una delle aziende minori di mio padre, ci siamo conosciuti lì per caso, avevo dei problemi con la macchina e lui mi ha dato una mano. E poi abbiamo fatto amicizia. Ogni tanto, gli fornisco qualche leccornia per questa ragazza, che io ancora non so chi è.”

“Mia sorella.” Dico.

Mur sgrana gli occhi, e si gira verso Yan sorridendo.

“Davvero?”

Yan arrossisce, per la millesima volta, e prendendo l’oggetto ricoperto di carta stagnola dalle mani di Mur dice:

“Ragazzi, mi avete rotto il cazzo. Io vi saluto. Grazie mille boss, Shiryu ci vediamo alla festa.” Dice velocemente, e se ne va via correndo.

Mur sorride guardandolo scappare, e poi si lascia andare ad una risata genuina.

“Ma che tipo. Ahahahahah.”

“Già, pensa che è sempre stato così. Anche da piccolo. È un peccato che abbia lasciato gli studi.”

“Concordo.”

Senza nemmeno accorgermene, mi ritrovo stretto nell’abbraccio possessivo del mio uomo, che mi sta guardando fisso.

“Te l’ho detto ‘ciao’?” Mi chiede sottovoce.

“Devo essermelo perso.” Rispondo, con pari intensità.

“Ciao.” Mi dice sorridendo.

“Ciao.” Rispondo, carezzandogli il viso.

Mi prende in braccio, e mi porta dietro al vicoletto del ristorante. Ogni volta è così, aspettiamo tanto per vederci e poi, quando siamo di nuovo insieme, non riusciamo più ad aspettare per baciarci.

Ci imboschiamo nel nostro solito posticino, dove non ci vede nessuno e dove non passa mai nessuno.

Mi schiaccia contro il muro, sovrastando il mio corpo tremante con il suo. Butta via la borsa, con una noncuranza non sua, ma che si fa viva nei momenti di impazienza come questi. Mi cinge la vita con le braccia, e mi tira su, in modo che io possa cingergli la sua con le gambe. Mi aggrappo al suo collo, avvolgendolo con le braccia, come se fosse la mia unica ancora. Siamo vicini, molto vicini, ma ancora troppo lontani.

Mi invade la bocca con la lingua, in un bacio meraviglioso che sa di riavvicinamento. Non vedevo l’ora. Erano 3 giorni, che per un motivo o per un altro, non ci vedevamo.

Baciami, baciami ancora.

“Mi sei mancato.” Gli dico, nel momento in cui lascia la mia bocca per respirare.

“Anche tu, amore.” Mi dice.

Ricominciamo a baciarci, stretti l’uno all’altro, felici nel nostro amore e nella nostra intimità.

Amo quest’uomo. Lo amo alla follia.

 

POV JUNE

Oggi, non ho proprio voglia di fare niente.

Non che di solito mi vada di fare qualcosa. La pigrizia, è un’arte per pochi eletti.

Ma oggi proprio, mi sento fiacca, svogliata, non ho nemmeno voglia di sentire i miei amici.

Mi rigiro nel letto, e sento la gonna della divisa scolastica alzarsi. Quando mi dicono che sono un maschiaccio, hanno terribilmente ragione.

“Sempre a poltrire, mi raccomando!” Tuona una voce che conosco benissimo, sulla soglia della mia stanza.

“Non rompere, Shaka!” Rispondo.

“La solita maleducata. Mi sono sempre chiesto, come tu faccia ad essere geneticamente affine con me.” Ribadisce lui, nella sua solita ed esasperante, flemma.

Lo odio quando fa così.

“Ma perché non vai a chiedertelo altrove!?” Sbotto, mettendomi seduta sul letto.

“Mh. Maleducata ed anche ingrata.” Dice inespressivo.

Non capisco. Cosa vuol dire ‘ingrata’? Di che cosa dovrei essergli grata? Sta forse dando i numeri? Inizia un po’ troppo a sentirsi Dio in terra.

Ma non ho il tempo di ribadire alcunché, perché lo vedo girare sui tacchi e dirigersi verso la sua stanza e barricarcisi dentro, chiudendo la porta con una lentezza e una delicatezza tipica di Shaka.

Ha davvero scelto la giornata sbagliata per provocarmi. Ma chi crede di essere, quella sottospecie di fanatico, nativo indiano?

Scendo dal letto, mi sento una furia, percorro il tragitto dalla mia stanza a alla sua con grandi falcate di passi, sbattendo i piedi e fregandomene altamente se di sotto potrei disturbare i mie genitori. Tanto ormai ci sono abituati.

Metto la mano sulla maniglia della sua porta e la trovo, stranamente chiusa a chiave.

Chiusa a chiave? Shaka non si chiude mai a chiave in camera. Ha proprio deciso di farmi imbestialire oggi?

Sbatto il pugno chiuso sulla porta.

Tre pugni, non di più, giusto per sottolineare il concetto che sono incazzata nera.

E poi, gli sbraito dietro:

“Che cazzo vuoi tu da me!? Si può sapere!? Non hai proprio una cazzo di vita tua, per venire e rompermi i coglioni!?”

“Cafona.” Ribatte, senza nemmeno alzare la voce, da dentro la sua camera.

Sento un cigolio, vuol dire che si è seduto sul letto, e molto probabilmente si starà leggendo un libro.

Questa sua estenuante calma mi manda in bestia ancora di più.

Stringo i pugni fortissimo, ed inizio a prendere a pugni la porta urlando come una dannata:

“Pezzo di merda! Esci se hai le palle! E’ comodo rintanarsi dentro una stanza per evitare lo scontro! Sei un codardo! Un lurido pezzo di merda, che non sa fare altro che rompere alla gente!”

Sono indemoniata, continuo ad insultarlo a squarcia gola, sbattendomene di mia madre che giunta spaventata dalle mie urla, mi intima di stare zitta perché i vicini potrebbero sentire.

Me ne frega poco dei vicini, vuoi vedere che sono a casa mia e non posso permettermi di litigare con mio fratello?

Che cazzo vogliono?

Mio padre, invece, come ogni volta che urlo e do mostra di tutta la mia mascolinità, se la sta ridendo e si sente orgoglioso del lavoro svolto con me.

Per tutto il tempo, non ho fatto altro che urlare contro mio fratello, sempre perennemente in silenzio dall’altra parte della stanza, e prendere a pugni la sua porta.

“Esci, cazzo! Esci!”

Un ultimo urlo straziante e pieno di frustrazione mi esce dalla gola, inizio anche a sentire la stanchezza ed i dolori alle mani.

Mi fermo ansimante e sudata.

Poggio la mano sinistra sul fianco e la destra alla parete, mi fermo per respirare.

Nel mentre che cerco di riprendermi, sento dalla stanza di mio fratello dei movimenti, che si sia deciso a mostrarsi a noi comuni mortali?

La serratura della porta scatta, lentamente e con molta regalità, che non ho mai capito da chi l’ha ottenuta, mio fratello fa il suo ingresso nel corridoio.

Mi guarda, con un sorrisino beffardo appena accennato, con le mani poggiate sui fianchi.

“Finito di metterti in mostra?” Mi chiede flemmatico come sempre.

Sento mia madre emettere un gemito di esasperazione all’ennesima provocazione di Shaka, e di conseguenza, si prepara ad un’altra mia terribile sfuriata.

Mio padre si è rintanato nella sua stanza, piazzandosi davanti alla TV.

Per quello che mi riguarda, sento di nuovo il sangue ribollirmi dentro e l’incazzatura farsi di nuovo strada nel mio essere.

Un ringhio satanico mi brulica nella gola.

Parto spedita verso di lui con l’intenzione di dargli un calcio ben assestato al viso, ma lui mi para la caviglia e mi fa volare a terra, con una semplice mossa del braccio.

Ahime, mi tocca ammettere che Shaka è sempre stato più abile di me nel battersi, nonostante avessimo seguito entrambi gli stessi corsi di lotta fin da bambini.

Cado per terra, e sbatto il sedere sul pavimento di marmo. Impreco.

“Si può sapere, cosa diavolo vuoi da me!? Perché, cazzo continui a provocarmi!?”

Lui mi guarda, sempre con quell’odioso sorrisino stampato in faccia.

“Ribadisco: cafona.

E sei anche un’oca. Possibile, che tu non ti renda mai conto di quando qualcuno, specialmente io, ti sta prendendo per i fondelli?”

“Certo che me ne rendo conto, idiota! Voglio sapere il perché! Voglio sapere che cazzo vuoi!”

Invesco ancora contro di lui, che non fa una piega, anzi sorride ancora di più.

Ma quanto mi fai incazzare!

Mi alzo velocissima, pronta a scagliarmi di nuovo contro di lui.

Carico un destro, pronto a colpire quel suo visino stronzo, terribilmente simile al mio.

Mi blocco improvvisamente.

Qualcosa mi copre la visuale, e mi impedisce di mandare a segno il mio colpo.

Che cavolo è?

Shaka ha tirato fuori dalla tasca rapidissimo, tre fogliettini di carta e mi li ha spiattellati davanti la faccia.

“Leggi che cosa c’è scritto. Oca!” Mi dice di nuovo.

Vorrei sputargli in faccia, non potrei sbagliare da così vicino.

Ma la mia curiosità ha il sopravvento e lascio correre questa ulteriore frecciatina nei miei confronti.

Prendo con entrambe le mani quei fogli.

Al tatto riconosco la consistenza che sembra essere quella dei cartoncini dei biglietti, me li rigiro più volte tra le mani per giungere alla conclusione che sono davvero dei biglietti.

La mia espressione muta da incuriosita a incredula, il mio sopracciglio destro si inarca, vorrei capire a che gioco sta giocando quest’idiota.

Leggo la destinazione, tutti e tre hanno come destinazione Atene.

Atene? In Grecia!

Dove si trova adesso Shun!

Un pensiero balordo mi nasce in testa.

“Cioè?” Chiedo, cercando di non far trasparire la speranza che quel mio pensiero balordo mi dona.

Shaka fa sparire il ghigno infame dalla faccia, e assume un’espressione scocciata.

Inarcando il sopracciglio, mi dice:

“Come ‘cioè’? Lo vedi che quando ti dico che sei un’oca non ho torto?

Sono tre biglietti per Atene. Dove si trova il tuo amico Shun in questo momento.

Ti ho sentito parlare con i tuoi amici della vacanza studio che la scuola sta organizzando.

Ho sentito anche, che avete delle problematiche per l’alloggio. Ho delle conoscenze lì.

Un vecchio compagno di corso straniero, che conobbi anch’io in una vacanza studio qualche anno fa.

Gliene ho già parlato, e sarà felice di ospitarvi. Ti piacerà vedrai. E piacerà anche ai tuoi amici.”

Non credo alle mie orecchie.

“Dici davvero? Hai pagato i biglietti anche per Rheda e Sanzius? E mamma e papà? Non hanno detto niente?”

“Frena l’entusiasmo oca!

Non è un regalo il mio! Te lo concedo solo perché quest’anno hai incominciato l’anno nella maniera migliore possibile. Perciò, ti meriti un premio. Sai che sono per il rinforzo positivo.

Ed i tuoi amici, diciamo che era alquanto inutile farti partire da sola.

Ho già parlato io con i loro genitori, e con i nostri, ovviamente. Cerca solo di non farmi fare una figuraccia con il mio amico. Intesi?”

Sento la felicità salirmi su come una tempesta.

Inizio ad urlare ed a saltare dalla gioia. Non ci posso ancora credere!

Dopo che ho finito di strepitare e di saltare come una ragazzina idiota ad un concerto dei Tokio hotel, mi lancio contro mio fratello, che avendo intuito che non voglio aggredirlo ma semplicemente ringraziarlo, non si tira indietro e si lascia abbracciare.

Gli allaccio il collo con le braccia e gli circondo la vita con le gambe, rimanendo sospesa in aria.

“Grazie fratellone! Sei un grande!”

“Prego.” Risponde semplicemente, senza scomporsi come al solito.

Metto i piedi per terra e inizio a correre verso la mia stanza, dicendo ad alta voce:

“Devo assolutamente chiamare Rheda e Sanzius!”

Mentre sto chiudendo la porta sento la voce flemmatica di mio fratello, lanciarmi contro un canzonatorio : ‘Oca giuliva.’

Ma stavolta non gli do minimamente peso, mi precipito verso il mio computer.

Lo accendo di fretta e furia, aprendo subito la chat.

Dio ti prego, fa che siano connessi entrambi.

Rheda non c’è, in compenso suo fratello c’è.

:- Cretino!:-

Gli scrivo immediatamente!

:-Cosa vuoi cagna?:-

:-Andiamo ad Atene!:-

:-Ancora? June basta sperare!!!

Non ci possiamo andare. Non abbiamo dove andare, cazzo!:-

:-Invece sì! Emerito gorilla!

Mio fratello mi ha appena consegnato 3 biglietti andata e ritorno per Atene.

Un suo regalo per l’ottimo percorso scolastico che ho intrapreso quest’anno. Almeno così dice.

Dice anche, che ha già parlato con i vostri genitori.

Com’è che ancora voi due non sapete niente?:-

:-Stai delirando June.

Per me ti sei appena svegliata ed hai sognato tutto:-

:-Non ho sognato coglione! Sono sveglia da stamattina! Li ho qui con me i biglietti:-

:-June ma sei sicura? Non è che è uno scherzo?:-

:-Uno scherzo del genere Shaka non me lo farebbe mai. Non sarebbe da lui giocare così con i sentimenti delle persone.

Anzi, non è proprio da lui scherzare:-

:- Aspetta qualche minuto June. Vado a chiamare Rheda e gli chiedo se sa qualcosa di questa storia.

Poi andiamo entrambi dai miei a chiedere spiegazione.

Non ci sto capendo un cazzo:-

Si vabbe, è un classico che Sanzius non capisca un cazzo.

Niente di nuovo.

Ancora non ci credo, presto rivedrò il mio amico Shun. Non vedo l’ora di riabbracciarlo, e di vedere il tanto famoso russo della quale si è innamorato.

Ah! Non sto più nelle pelle.

Sono passati 10 minuti, Sanzius si è finalmente degnato di scrivermi.

:- I miei hanno detto che lo sapevano.

Hanno detto che era il nostro regalo di Natale e che volevano farci una sorpresa.

Non ci posso credere:-

:-Hai visto? Te lo dicevo io!:-

:-Già è incredibile. Quando è prevista la partenza?:-

:-I biglietti dicono per il 20 Dicembre. Praticamente la settimana prossima!:-

:-Dobbiamo fare shopping prima di partire. Vado subito a spulciare nell’armadio a vedere cosa mi manca, cosa mi serve, e cosa potrebbe servirmi.

Ciao ci sentiamo più tardi:-

E sparisce!

Sempre il solito.

Credo che dovrei fare anch’io un po’ di shopping.

Atene arriviamo!

  
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