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Autore: Raksha3    16/12/2012    3 recensioni
Il Gran Sacerdote ha un sospetto, la Dea Athena che si è presentata al suo cospetto ha un cosmo troppo potente per essere abbattuto ma c'è qualcosa in lei che lo turba.
Le Dee delle Stagioni sono sparite, una nuova Athena appare mentre ancora Aioria del Leone non riesce a svelare il mistero del tradimento di Aiolos.
Una nuova catastrofe si abbatterà sulla Terra, una minaccia che può essere sventata solo dai Cavalieri perché solo loro, comuni mortali, sanno cosa significhino il freddo invernale, le tempeste autunnali, gli insetti primaverili e il calore estivo.
Riusciranno a combattere la minaccia?
Genere: Azione, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera a tutti quanti! Ho visto che nello scorso capitolo in pochi hanno letto ma ancora meno hanno commentato... Non importa! Sono felice che ci sia qualcuno che legga, anche se non si mostra. 
Questo è il secondo capitolo della storia in cui vengono spiegate alcune cosette e ci sarà anche l'apparizione del Gran Sacerdote... OOOOOOH paura. 
Dana è un'OC che mi è venuta in mente mentre dormivo, come sempre e spero che vi piaccia il suo carattere un po' malandrino, è una ragazza ancora acerba a cui piace infastidire la gente.
Sempre la solita storia sugli IC dei personaggi, se non fossero tali vi prego di dirmelo così inserisco OOC negli avvertimenti. Spero di essere rimasta fedele. 
Per quanto riguarda la storia, si svolge un annetto e più prima delle 12 case, spero l'abbiate capito. 
Ringrazio tutti quelli che l'hanno messa tra le seguite/preferite/ricordate e soprattutto ringrazio Sagitter no Tania che mi supporta e rompe le palle da mattina a sera sbavando su quei gran figaccioni dei Cavalieri di Lost Canvas e su Milo v.v 
Un bacio a tutti e buona lettura. 

La donna Cavaliere.

“E' mia sorella Dana.”, disse Aioria lasciando spazio alla ragazza. Se ne stava poggiata al muro con un'espressione compiaciuta per lo sguardo strano che avevano i due Cavalieri. Erano rimasti impietriti. Era noto che Aioria avesse un fratello, che fosse Aiolos del Sagittario, ma non una sorella e per giunta non un Cavaliere donna.
“Sorpresi, eh?”, sorrise lei avvicinandosi. Si alzò sulle punte per guardare negli occhi Shura.
“Tu saresti il Cavaliere D'Oro Shura del Capro... Capricorno, giusto?”
“Dillo di nuovo, avanti.”, esclamò lui avvicinando il viso a quello di lei con fare minaccioso. La ragazza scese dalle punte e si avvicinò all'altro Cavaliere.
“Tu, invece, sei Milo dello Scorpione, a quanto noto dal tuo grazioso copricapo con la punta. Ho sentito molto parlare della tua Cuspide Scarlatta, attacco che inietta il veleno dello scorpione nella vittima.”
“Lieto di sapere che le voci circolino, ma dimmi, Aioria, è davvero tua sorella questa donna?”, disse Milo compiaciuto.
“Non proprio, è mia cugina, la figlia della sorella di mia madre, siamo cresciuti insieme dopo la scomparsa dei suoi genitori ed è diventata come una sorella per me.”, asserì Aioria grattandosi la testa.
“Donna..”, cominciò Shura venendo interrotto dalla ragazza che gli si piazzò davanti.
“Ehy, Caprone, il mio nome è Dana, non Donna.”
“Come osi.”
“Sei un Cavaliere, giusto Dana?”, domandò Milo sedendosi su una delle sedie d'avorio. Si tolse l'elmo e lo poggiò delicatamente sul tavolino. Giocherellò qualche secondo con la punta che era una vera e propria coda di scorpione.
“Giusto. Quando ero a Tenerife per il mio allenamento il Cloth della Lince mi ha scelta e si è legato a me con la catena delle stelle.”
“Tenerife. Interessante come il luogo in cui sei maturata sia anche nello Stato in cui è nato Shura.”
“E perché mai dovrebbe, è solo una mera coincidenza data dal Fato.”, asserì la ragazza riservando un'occhiata per il Cavaliere del Capricorno.
Shura si allontanò alla volta della sua casa lasciando i tre a conversare. Quella ragazza non solo diceva sciocchezze ma era anche una donna blasfema che non indossava la maschera come tutte le altre, era un demone mandato dall'Ade.
Milo rifletté sulla risposta della ragazza notando quanto i caratteri dei due si somigliassero.
“Eppure gli ideali spagnoli della gentilezza e del garbo avrebbero dovuto plasmarti.”
“Il mio animo non è così debole da essere plasmato da culture diverse dalla mia terra natia. E poi, pur essendo spagnolo, non vedo tutta questa gentilezza da parte del tuo amico.”
“E' fatto così, c'è poco da fare. Ora, dato che sei appena arrivata, non ti dispiacerà presentarti al cospetto del Gran Sacerdote per fare le presentazioni.”
“E' presto, Milo.”, la difese Aioria. Sapeva che se il Gran Sacerdote avesse saputo di lei, l'avrebbe presto mandata in qualche strana missione, separandoli, e lui non l'avrebbe mai accettato.
“Nessuno può avvicinarsi al Tempio senza il consenso del Gran Sacerdote, neppure una così bella fanciulla.”, esclamò Milo alzandosi. “E' giusto che lei vada, puoi accompagnarla.”
Aioria lo guardò allontanarsi e disprezzò il momento in cui aveva chiesto a Dana di entrare nella sua casa.
La ragazza continuava a fissare Milo allontanarsi e lo salutava con la mano come facevano i bambini. Lei era così, bambina dentro e donna fuori. Aioria sperò che il Gran Sacerdote si rendesse conto di quanto avesse aspettato il suo ritorno e che la lasciasse qualche mese in più al Grande Tempio.
Si promise che l'avrebbe scortata fino a lui quella sera stessa, altrimenti sapeva che l'avrebbe fatto Milo, o peggio, Shura.
Con lo sguardo preoccupato si avvicinò alle Sacre Vestigia di Leo e ci passò sopra un dito. La metteva poco quando stava al Tempio, solo per andare al cospetto del Gran Sacerdote.
“Quindi dobbiamo andare?”, domandò Dana sedendosi.
Aioria annuì in silenzio, poi aggiunse: “Non voglio che ti mandino in chissà quale posto per chissà quale missione suicida.”
“Non lo faranno. E' meglio andare adesso.”, disse la ragazza cominciando a mettersi l'armatura. Il Cloth della Lince le stava a pennello, le rendeva facili i movimenti e le mosse senza intralciarle con il suo peso. Il colore, lei amava il rosso rubino con cui era decorata la sua armatura.
Aioria l'ammirò per il coraggio con il quale parlava, ma credeva poco alle sue parole.
Si allacciò i bracciali e gli spallacci e quando ebbe finito con il resto fece un respiro profondo. Aveva perso Aiolos, per tradimento o no l'aveva comunque perso, e non voleva perdere anche Dana, l'unico barlume di speranza e di compagnia che c'era in quel posto.
“E così, quella è l'armatura del Sacro Leone. Ti sta d'incanto.”, disse lei girandogli attorno come un avvoltoio.
“Sei inquietante quando mi guardi così.”
“Ma come, nessuna donna ti ha ancora scrutato da sotto le sue folte ciglia?”, domandò Dana sorridendo.
“Tu sei il demonio.”, esclamò Aioria. “Hai fatto arrabbiare Shura, che difficilmente perde il controllo davanti ai Cavalieri di rango più basso, e in più adesso mi prendi anche in giro?”
“Sono fatta così, mi conosci. E poi è stato il Caprone a cominciare, tutto quel “donna qui, donna là, dovrebbero ammaestrarti”, che sono un animale?”
Lo sguardo che le riservò Aioria parlò per lui guadagnandosi una gomitata dalla sorella.
“Dana, mettiti la maschera, almeno per adesso.”
“Ma prude...”
“Mettila, non fare la bambina!”, esclamò il Cavaliere.
Dana si posizionò la maschera rossa e bianca sul viso e si lisciò i capelli.
“Ancora non capisco perché noi donne sì e voi no. Eppure siamo donne, come Athena, mah non capisco proprio.”
Aioria alzò le spalle e si diresse verso il Grande Tempio. All'undicesima casa, quella del Capricorno si fermò un momento.
“Per favore non metterti a discutere con Shura adesso. E' un Cavaliere forte e non vorrei che ti sfidasse a duello.”, dichiarò apprensivo Aioria.
“Puoi smettere di fare l'apprensivo? Non sono più una bambina.”, esclamò lei camminando a passo fiero nella casa del Capricorno.
Passò velocemente guardando e immagazzinando più informazioni possibili sul Cavaliere. Una grossa statua se ne stava in bella mostra vicino al corridoio. Raffigurava Athena e un Cavaliere a cui stava donando una spada. Si ripromise di farsi raccontare la storia da qualcuno, prima o poi, o meglio di chiedere direttamente al Capricorno che cosa volesse ostentare. Aioria la ricchezza e lui? La fede?
Shura non si fece vedere e i due passarono indisturbati. Anche la casa del Cavaliere dell'Acquario era deserta. Alla dodicesima casa furono costretti a fermarsi davanti al lungo corridoio di rose velenose di Aphrodite.
“Chi è là che vuol passare dal mio prato fiorito?”, domandò un bellissimo Cavaliere dall'armatura dorata. Aveva lunghi capelli chiarissimi e degli occhi azzurri penetranti. Era di una bellezza abbagliante tanto che Dana dovette coprirsi gli occhi anche da sotto la maschera.
“Aioria del Leone con un nuovo Cavaliere in visita al Grande Tempio.”
“Aaah Aioria, sei tu e chi è costei dai meravigliosi e morbidi capelli?”, esclamò il Cavaliere uscendo alla luce del sole.
“Mia sorella Dana, Cavaliere dei Pesci, vorrebbe incontrare il Gran Sacerdote per porgli i dovuti saluti e onori.”, disse Aioria guardando negli occhi l'affascinante Cavaliere.
“Meraviglioso, vorrei poter vedere il suo grazioso viso per poter giudicare quanta beltà cresce in lei, ma essendo donna non posso permettermi di levarle la maschera.”
“Esattamente.”
“Mi concedi però di baciarti la mano, come segno di una profonda cavalleria che si cela nel mio animo nobile?”
Per quanto la domanda fosse insensata, Dana acconsentì e si lasciò baciare la mano dal Cavaliere.
“La tua pelle profuma, caro Cavaliere. Sono certo che il Gran Sacerdote avrà cura di una così giovane fanciulla.”
“Ti ringrazio, Cavaliere dei Pesci.”, disse Dana.
“Aphrodite.”, la corresse il Cavaliere.
I due lasciarono la casa dei Pesci con sguardo serio. Ormai erano vicini al Grande Tempio e l'ansia cresceva dentro l'animo di Dana. Aveva paura di essere rispedita in un luogo tetro e puzzolente come Tenerife.
Aioria la strinse per le spalle e la guardò. Nonostante non potesse vedere i suoi occhi, sapeva che lei lo stava osservando.
“Non permetterò che ti allontanino di nuovo.”, disse lui abbracciandola.
“Confido nel mio buon Fato.”, confessò entrando nel Tempio.
Fecero pochi passi quando il Gran Sacerdote disse: “Aioria, Cavaliere D'Oro del Leone, sono lieto che tu abbia portato tua sorella al mio cospetto.”
“Sommo Sacerdote, mia sorella è tornata da poco ad Atene per renderle omaggio. Ha appena acquisito l'armatura della Lince diventando così Cavaliere.”, esclamò Aioria inginocchiandosi.
“Sono felice che lei sia qui, una nuova seguace di Athena è ben accolta al Tempio. Mi chiedo solo se il suo sangue non sia più simile a quello di Aiolos che al tuo, fedele Leone.”, disse il Gran Sacerdote dal suo scranno rosso. Dana non aveva alzato il viso un secondo stando con gli occhi incatenati al suolo.
“Mio Signore, questa donna è devota ad Athena quanto lo sono io e di conseguenza porterà rispetto al Tempio e a chi ne fa parte.”
“Sono lieto. Alzati, Dana della Lince e giura fedeltà a questo Tempio.”
Dana si alzò e fece nuovamente un piccolo inchino. “Io, Dana della Lince, dichiaro di essere fedele ad Athena e al Grande Tempio, di proteggere i suoi valori e la giustizia di cui detiene il potere.”
Con il pugnale che aveva al fianco si incise un dito e versò la goccia di sangue ai piedi della statua di Athena, quella più vicina a lei. Si inginocchiò di nuovo e piegò la testa per salutare la grande Dea.
“Il tuo giuramento di sangue mi allieta, Dana della Lince. A Tenerife vi hanno insegnato come farlo, cosa che non capita tutti i giorni in altri luoghi. Ora, dato che hai fatto il tuo dovere, puoi andare, mentre tu, Aioria, resta qui.”, disse il Gran Sacerdote congedando la ragazza.
Dana se ne andò a passo lento, pregando che bastasse per dileguarsi da quella sala gremita di aure negative.

   
 
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