Anime & Manga > Hakushaku to Yousei/Il conte e la fata
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Autore: Lizzy san    17/12/2012    0 recensioni
In questa storia ho cercato di immaginare la vita di Edgar e Lidya dopo gli avvenimenti dell'ultima puntata della serie animata.
(Dalla storia)
-Lidya, sono qui per vedere tuo padre.-. Io allora gli chiesi:-Perché, Edgar, vuoi vedere mio padre?-, allora lui mi rispose:-Perché devo chiedergli la tua mano. Non riesco più a vivere senza di te. Se non ci sei tu vicino a me la mia vita è vuota. So che insieme a te riuscirò a diventare un uomo migliore.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 2- Sto cercando di amarti.
Il giorno dopo, arrivata alla residenza del Conte Cavaliere Blu, mi ritrovai di fronte Edgar con un sorriso alquanto malizioso stampato sul viso. Non sapevo cosa avesse in mente ma sapevo che non era niente di buono. Poi lui mi chiese:-Lidya, ieri mi hai detto che volevi diventare una buona moglie. Allora io, tornato a casa, mi sono messo a pensare e poi ho trovato la soluzione. Chiamerò un maestro che ti insegni come prenderti cura del tuo futuro marito.- Ancora oggi non capisco come dalla sua mente escano idee così malsane. Ma torniamo al discorso di prima. Io alle sue parole rimasi di sasso. Non avevo mai sentito un’idea più assurda di quella. Ma mi accorsi poco tempo dopo che il ragionamento filava. Se io avessi imparato subito come essere una buona moglie allora avrei sposato Edgar in un futuro molto prossimo. Credo che in quel momento avrei voluto rispondergli che avrei preferito cercare da sola un insegnante ma per la seconda volta avvertii quella sensazione di… non so come definirla. Era quella del giorno prima, quando lui mi aveva chiesto di sposarlo. Quindi non replicai e, nei giorni seguenti, seguendo il mio cuore, lo aiutai a cercare un maestro. La scelta ricadde su una vecchietta dall’aria dolce. Presto, però, mi accorsi che non era affatto dolce, al contrario era molto severa e se avessi sbagliavo qualcosa avrei dovuto  ricominciare tutto da capo. Poi, un giorno, ascoltai una conversazione tra la vecchietta ed Edgar. Lei stava dicendo:-Conte, secondo un parere personale la ragazza che avete scelto come sposa, non è adatta a voi. Lei è pasticciona, sgraziata, e poi credo…che non voglia sposarvi. Ma, Conte, se gradite ancora i miei servigi allora saprò istruirla a dovere.-. Edgar non aveva risposto e si era limitato ad annuire. Così io avevo finito per ascoltare con più attenzione quello che diceva la vecchia. Arrivò poi il giorno in cui avrei dovuto dare prova di ciò che avevo imparato. Era il giorno del mio esame finale. Per prima cosa mi alzai molto presto quella mattina per andare alla residenza. Dovevo regalare al mio futuro marito un “dolce risveglio”. Così ancora prima che lui si svegliasse io entrai in camera sua e mi avvicinai al letto. Lui aveva un viso sereno ed io potei dedurre che stesse facendo un sogno molto bello. Mi inginocchiai e seguendo i consigli della vecchia, cominciai ad accarezzargli la fronte. Dopo alcuni tocchi vidi le sue palpebre contrarsi e lo chiamai. Lui però fece una cosa che non mi sarei mai aspettata. Ancora con gli occhi chiusi, cominciò ad agitarsi gridando:- Madre, madre dove siete? No, non andate via! Restate con me!-. Non sapevo cosa fare. Dovevo fermarlo e soprattutto svegliarlo. Ma lui non cercava di rendere le cose più facili, anzi, più cercavo di farlo stare fermo più lui si dimenava. Allora dovetti passare alle maniere forti. Salendo sul letto mi misi a cavalcioni su di lui e gli tirai uno schiaffo. Ammetto che forse sono stata troppo violenta con lui ma alla fine è il risultato che conta. Infatti lui si svegliò subito e trovandomi sopra di lui diventò tutto rosso. Forse quella fu la prima volta che lo vidi in quelle condizioni. Ma io non ero da meno. Anche io ero diventata tutta rossa. Poi lui pronunciò il mio nome e disse:- Cosa ci fai qui Lidya. Non mi dire che…- io allora mi affrettai a rispondere:- Non…non è quello che pensi. Tu ti stavi agitando e allora… per fermarti io…- lui rimase un po’ perplesso ma poi si convinse. Mi prese in braccio e mi chiese:- Lidya, perché sei venuta in camera mia?-. Io risposi:- Oggi è il giorno del mio esame. Dovrò essere una brava moglie per un giorno.-. Lui sembrò essere felice della nuova notizia, e da quel momento cominciò la mia giornata da brava mogliettina. Per iniziare dovetti fare colazione insieme ad Edgar. Poi uscimmo per una passeggiata in paese, aiutai Edgar ad amministrare i suoi territori e per finire cenammo insieme. Arrivava il momento in cui ci saremmo dovuti separare. In quella giornata mi ero resa conto che il suo lavoro non era del tutto inutile. Arrivati davanti alla sua camera, io feci per salutarlo ma lui prendendomi per un braccio mi spinse dentro e chiuse a chiave la porta. Mi disse avvicinandosi a me:-Non ti preoccupare, Lidya, non voglio farti del male. Voglio solo parlarti. Ti devo chiedere una cosa.- allora io risposi:- Avanti parla-. Lui, evidentemente imbarazzato, mi disse- Volevo chiederti se tu mi ami veramente.-. Cosa avrei dovuto rispondere? No, non ti amo. Oppure Si, ti amo da morire? In verità non risposi nessuna delle due opzioni. Non risposi, ma mi lanciai verso di lui e lo baciai. Quella forse fu una delle notti più speciali della mia vita.
  
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