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Autore: Phoeben    18/12/2012    4 recensioni
Si può capire alla perfezione una persona conoscendola solo per pochi minuti?
Evidentemente si, Ed ci era riuscito.. Aveva capito Chloe, ed era riuscito a descriverla grazie alle parole di una canzone.
Incredibile come una canzone, e le parole di uno sconosciuto, possano ridare luce ad occhi, che non avevano brillato per tanto tempo.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"I'll pick you up, when you're getting down.."

Chloe.

Guardai la lunga fila di chitarre alla mia destra. Ormai le conoscevo, una per una, ad alcune avevo addirittura dato un nome.
Avevo iniziato a lavorare in quel negozio di musica nella piccola cittadina di Framlingham, pochi mesi prima. I proprietari del piccolo negozio erano ormai anziani e troppo stanchi per gestirlo. Io lavoravo nel loro negozio, e nel frattempo loro mi concedevano di vivere nell’alloggio proprio al piano di sopra di esso, che una volta era usato come magazzino.
Amavo il profumo del legno delle chitarre, che mi pervadeva le narici ogni volta che aprivo la porta alla mattina, mischiato a quello della cera, che usavo ogni tanto per lucidarle.
Mi piaceva l’idea che non fosse uno di quei grandi negozi dove puoi trovare ogni tipo di strumento musicale, dove ti perdi nei corridoi, contemplando gli strumenti esposti. Amavo invece l’idea di conoscere ogni singolo cliente, affezionato e legato a quel piccolo negozio di periferia. Li conoscevo proprio tutti, (o almeno cosi pensavo) nonostante non fossi originaria di Framlingham.
 
Io, Chloe Douglas, ero nata e cresciuta in un piccolo paese in Irlanda, e pochi mesi prima, lasciai tutto, famiglia e amici. E mi trasferì in quel paese, sinceramente non so perché proprio Framlingham. Forse perché mi piaceva il nome, forse perché era stato il primo paese che avevo visto sulla cartina inglese.. Non lo so, ma con un traghetto e un biglietto del treno ero arrivata qui, e i signori Smith, mi avevano accolta come se fossi una di famiglia.
Famiglia.
Bizzarro che abbia usato proprio questo termine, io che a stento ne avevo avuto una. Forse era proprio per quello che mi ero trasferita.
Troppo debole per reggere la separazione dei miei genitori, ma coraggiosa per prendere tutto e ricominciare.
Coraggio o codardia?
Non lo so dire, a volte mi sono ritenuta coraggiosa, molte altre, semplicemente  tremendamente codarda.
Pensando a quelle cose, guardai il mio tatuaggio riflesso nello specchio vicino alla cassa.
Una scritta in corsivo sul collo.. una frase che mi venne in mente sul traghetto che mi portava lontano dall’Irlanda, e che mi sembrò adattarsi completamente a me.

“I’m gonna pick up the pieces and build a lego house..”

Stavo raccogliendo i miei pezzi, tentando e sperando di ricostruirmi, pronta a ricominciare e ricominciare ancora per trovare la strada giusta.
 
Presi in mano una chitarra di quelle esposte e cominciai a suonare cantando a occhi chiusi. Quando finì di cantare, aspettai qualche secondo, godendomi il silenzio e poi li riaprì. Sobbalzai sulla sedia, alla vista del ragazzo davanti a me. Non avevo sentito la porta aprirsi, e mi spaventai ritrovandomelo davanti.
Mi sorrise chiedendomi scusa, e gli sorrisi indietro, come per rassicurarlo.
Lo guardai meglio.. Non era nessuno dei nostri clienti abituali.
Capelli rossi, color carota, viso tondo, e un sorriso furbo e vispo.
“In cosa posso aiutarti?” Ormai ero abituata a cominciare ogni volta con quella frase.
“Dovrei cambiare le corde alla mia chitarra, e ho finito quelle di scorta.. Mi servirebbero il Si, il Re e il La..”
“Te le prendo subito..” Gli sorrisi, e salì su una scala, per raggiungere la scatola sulla mensola. “Sei nuovo vero?” Gli dissi mentre cercavo le corde giuste, rovistando nel contenitore.
Sentì la sua risata alle mie spalle. “No, direi di no.. Abito qua da quando sono piccolo.. La mia prima chitarra l’ho comprata in questo negozio.. Quella nuova qua, mi sembri tu!”
“Si,  mi sono trasferita da poco..” Chiusi in fretta il discorso, odiavo parlare di quella storia, e cercai di liquidarlo in fretta, porgendogli le corde da cambiare.
Vidi che mi fissava il collo, con la testa leggermente piegata di lato, cercando di capire cosa ci fosse scritto in quel tatuaggio. Senza riuscire a controllarmi, sentì le guance andarmi in fiamme. Avevo scelto il collo che era un posto abbastanza visibile, nonostante quel tatuaggio per me fosse molto personale, e in qualche modo avrei voluto tenerlo privato. Ogni volta che qualcuno lo fissava, era come se mi sentissi violata..
E questo ragazzo, continuava a guardarlo, quasi con sguardo assente e perso. Eppure, non riuscivo a trovarlo irritante, come spesso accadeva. Aveva un modo quasi discreto di farlo.
“Bellissima frase, davvero..”
“Grazie.. è molto personale, ci tengo molto..” Gli sorrisi, mentre gli davo il resto.
Lo vidi aprire la porta, e voltarsi indietro prima di uscire: “E comunque sono Ed..”
“Chloe..” Gli sorrisi di nuovo e lo guardai andare via..
 
Ed.
Quella frase, mi frullava in testa da giorni ormai.. Erano le 5 del mattino, e non riuscivo a prendere sonno, e a pensare allo sguardo di quella ragazza. Vedevo la sua immagine nella mia testa, e continuavo a ripetermi quella frase. Vidi la chitarra poggiata contro il muro vicino al mio letto. La afferrai, e cominciai a suonare un motivo che da giorni avevo in testa..
 
“I’m gonna pick up the pieces and build a Lego House..”

 
Due anni dopo..

“Ed, dobbiamo farci venire in mente un’idea per il video di Lego House, deve uscire tra poco, e non abbiamo ancora pensato a nulla!”
“Io un’idea ce l’avrei.. ma non so se è realizzabile.. vediamoci allo studio di registrazione tra due ore, così ne parliamo!”
Avevo a lungo pensato a quel giorno in cui entrai nel negozio di chitarre.. e a quella ragazza.
Avrei dovuto dirle che quella frase era diventata il titolo di una mia canzone? Avrei dovuto dirle grazie? Avrei dovuto dirle che quella canzone presto sarebbe uscita in tutta inghilterra e in altri paesi nel mondo?
Spesso ero passato davanti alla vetrina, e l’avevo vista.. L’avevo vista cambiare con il passare del tempo.. Capelli ricci, lisci, corti, lunghi, a volte rossi, a volte neri.
Gli occhi erano però rimasti gli stessi, la stessa espressione sul viso. No, quella non era cambiata.
Ogni volta che ero passato, attraverso la vetrina, l’avevo guardata, nascondendomi per non essere visto. L’avevo guardata suonare, cantare, e ogni tanto anche commuoversi. E ogni volta le avevo scattato una foto con il cellulare. Ne avevo circa un’ottantina.
 
Quattro mesi dopo..

Presi coraggio ed entrai nel negozio, dopo aver osservato la vetrina per qualche minuto. Avevo a lungo pensato a cosa dire a Chloe, mi ero provato mille discorsi. Ma nessuno mi convinceva. Avrei improvvisato.

Chloe.
Vidi aprire la porta. E quando vidi quel cespuglio di capelli rossi, pensai subito a lui. Ed.
Lo guardai e riconobbi il sorriso. Era proprio lui.
“Ciao Chloe.”
Si ricordava di me?
“Ciao Ed..” vidi la sua espressione stupita, probabilmente aveva pensato la stessa cosa che avevo pensato io. Sorrisi tra me e me e ancora prima che potessi chiedergli cos’avesse bisogno iniziò a parlare.
“Per favore, non dire nulla. Guarda soltanto.” Mi porse il suo cellulare e fece partire un video.
 
Quella frase.
 
Ed.
La guardai fissare il video. Scioccata dalle prime parole della canzone.
Avrei dato qualsiasi cosa per capire cosa le passasse per la testa in quell’istante, eppure lei era lì ferma, a stento respirava. Eppure, vidi cambiare qualcosa nei suoi occhi. Quegli occhi che per due anni avevo sempre visto spenti, vitrei, ora brillavano, erano tornati vivi.
 
Chloe.
Rabbia.
Gioia.
Vergogna.
Amore.
Felicità.
Di nuovo Rabbia.
Aveva preso la mia frase, quella che mi rappresentava. E cosi, l’aveva messa in una canzone, senza dirmi nulla. Non sapevo se esserne tremendamente lusingata, o arrabbiata, se sentirmi violata o tradita.
Poi feci attenzione alle foto che iniziarono a scorrere, dopo la frase iniziale.
Ero io, io nel negozio, io che suonavo, io che ridevo, che servivo i clienti, che pulivo il pavimento, che tiravo giù la serranda del negozio. Io con i capelli corti, con i capelli rossi, con i capelli neri. Io avvolta nella mia sciarpa giallo senape, io che leggo, io che mi siedo per terra, io che torno al negozio con la spesa, io che parlo al telefono.
Iniziò a scendere una lacrima, che non ero riuscita a trattenere. E questa fu seguita da tante altre, ormai non riuscivo più a controllarle.
Finita la canzone alzai lo sguardo verso Ed, che mi guardava.
“Ti prego Chloe dì qualcosa..”
“Per favore, vattene..”
“Chloe.. per favore..”
“No, vai via.”
Vidi la sua bocca incurvarsi, e mi poggiò un biglietto sul bancone, prima di andarsene.
Guardai il biglietto, indecisa se leggerlo o no. Ma inutile mentire, quel video mi aveva colpito. Ed mi aveva colpito. Le sue parole, mi avevano colpito.
Lo aprì, e leggendo, una lacrima cadde sul foglio, allargandosi e facendo sfumare l'inchiostro.

 
“I'll pick you up when you're getting down,
and of all these things I've done.. I think I love you better now”

 
Fissai il biglietto, e mi resi conto che in realtà non ero delusa da lui.
Era come se mi volesse chiedere scusa, per tutte le cose che aveva fatto di nascosto. Per aver preso quella frase, e scattato quelle foto senza dirmi nulla.
Quella frase. Mi guardai allo specchio la scritta sul collo.. aveva importanza per me, ma in realtà, non mi dispiaceva condividerla con lui.
In quel momento fu chiaro cosa dovessi fare.
Uscì correndo dalla porta del negozio, guardandomi a destra e sinistra. E poi vidi una chioma rossa girare l’angolo. Lo seguì correndo, e urlando “Ed” con tutto il fiato che mi rimaneva dalla corsa.
Lui si fermò, e io lo abbracciai.
Sorpreso da quel gesto inaspettato, ci mise qualche secondo per ricambiare l’abbraccio, e poi mi sussurrò “Scusa, non avrei dovuto..” all’orecchio.
Sorrisi e mi spostai leggermente, per avvicinare la mia bocca al suo orecchio “Quella frase è anche tua. Nessuno mi ha mai capita bene come te, nonostante tu mi abbia conosciuto in pochi secondi.. Il testo della tua canzone, lo dimostra. Quelle foto..”
Presi un respiro profondo prima di dirlo:

“I love you better now, too.”

 

PONY ROSAAAAAAAA!
(spazio autrice :D)


Eccomi qua, questa è la mia prima storia su Ed. 
Di solito scrivo storie sugli One Direction.. ma amo anche le canzoni di Ed, lo trovo un ragazzo fantastico, profondo e dolce. E cosi ho deciso di scrivere quest' Os, perchè quando ho sentito quella canzone per la prima volta.. ho immaginato questa storia, e oggi ho deciso di scriverla.. ( per vostra disgrazia! ahahaha)
In effetti non sono molto convinta di quello che ho scritto e di come l'ho scritto, se va bene la tolgo nel giro di pochi minuti ahahah..
Fatemi sapere cosa ne pensate! 
E se nel frattempo avete voglia di farvi un giretto, queste sono le mie due storie sugli One Direction (diciamo che mi viene più facile scrivere su di loro..): 
"Quando si realizza un sogno, gli altri vengono di conseguenza.."

"Contratto d'amore."
Ciao Bellezze, 

                                   Phoe. xx

 

  
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