I giorni sembrano tutti uguali per lei, ma oggi sente che è diverso. Sono tutti così eccitati. È Natale, così hanno detto e lei ci crede. Deve essere vero, dalla finestra può vedere la neve, forse è per questo sono tutti contenti. È un miracolo, ha detto qualcuno. Ma non ricorda chi. È la prima volta che nevica il giorno di Natale? Lei non lo ricorda di certo.
Neve. Pensa lei. La soffice coltre bianca del perdono. Ma
non sa da dove arriva quel pensiero.
"Ciao"
Buffy
si volta verso la porta e, come in tutti i suoi sogni, eccolo. Certo, non è
sicura al cento per cento chi è, ma non accade spesso che senta gioia. A
volte, l'uomo che si fa chiamare Xander, si ferma a parlare con lei, e ogni
volta deve ricordarle il suo nome. Ma è vecchio almeno come lei, anche se più
arzillo. È anche un po’ lascivo,
e a volte la infastidisce.
Spesso deve dargli uno sguardo severo, in modo che tenga le mani a posto, e con
lui non sente gioia.
Con questo bel corteggiatore così vicino, invece, lei
si sente al sicuro. Non sa chi lui è,
ma sa che è lui. Buffy è contenta,
perché finalmente, oggi ha lasciato che l'infermiera le cambiasse il maglione.
Pensa che forse ha versato su qualcosa, tè o succo di mela. Non lo ricorda. Oggi
però, ha deciso che doveva mettere quello pulito. Non sa perché, non ricorda
neppure questo. Ma oggi sentiva che
sarebbe venuto. Lei è anche contenta, perché indossa il suo maglione preferito,
quello lavanda pallido, con una fila di piccole perle ai polsi e sul collo. È
semplice, ma è pulito. Pensa che anche lui è pulito. È senza peccato. Lo vede nei suoi occhi. Ma
pensa anche, che lui è triste.
Allunga una mano sottile e lui la prende subito.
"Come stai?"
Lei abbassa il mento. In un gesto, che gli altri,
hanno imparato a capire cosa significa. Vuol dire che sta bene. Lei cerca di
dire qualche parola, ma per gli altri, sarebbero
incomprensibili.
"Sono contento che stai bene"
Lui sposta una sedia accanto alla sua sedia a rotelle
e si siede vicino. Lei è emozionata.
"Mi dispiace che c’è voluto così tanto tempo, per
tornare da te" dice lui. "Sono stato lontano."
Lui è suo figlio? Certamente è abbastanza giovane da
poterlo essere. Buffy si concentra e sulle sue labbra compare un sorriso. Almeno
spera che possa sembrare un sorriso. Lui sorride a sua volta, ma sembra che gli
costi fatica farlo. È un peccato, pensa Buffy, perché ha il più bel sorriso che
abbia mai visto.
Lei accarezza la mano di lui, che riposa sul bracciolo
della sua sedia a rotelle. Forse dovrebbe usare il pulsante d’emergenza per
chiamare qualcuno, che venga ad alzare il calore nella stanza, la sua pelle è
fredda. Guarda la sua mano, quadrata e pallida, e nota l'anello. Sembra
familiare. Cuore. Corona. Mani. Se solo avesse potuto districare i fili nel suo
cervello. Ma, mentre pensa che vuole questo, altrettanto in fretta, il suo
pensiero corre agilmente lontano.
"Buffy" La sua voce attira la sua attenzione e guarda
indietro verso il suo volto. È molto bello, chiunque egli sia. I suoi occhi sono
tristi. Sembra possente, però. Spalle larghe, cosce forti. Eppure, c'è qualcosa di
quasi fragile in lui. Buffy alza la mano per toccargli la guancia. Lui cattura
le sue dita sottili sul viso, e le stringe nella sua mano. Sembra che potrebbe
piangere, ma non lo fa. Questo giovane conosce il dolore. Se solo potesse
ricordare chi è. Almeno il suo nome.
Lei cerca un altro sorriso e lui le bacia il palmo,
prima di rilasciare la mano. Poi si alza, si china verso lei e le bacia la
fronte. Sistema meglio il suo maglioncino lavanda, ripiegandolo con cura,
intorno ai fianchi stretti. Lei si emoziona ancora, come fosse una liceale. Lui
sussurra qualcosa in un orecchio. Il suo udito non è più così buono, ma sembra
che dica "Mi sei mancata"
Forse è il suo angelo custode.
Non
sa perché, ma lei pensa la parola Sempre. Forse c’è stato un tempo, in cui
lo sapeva.
Ha sonno adesso, ma non vorrebbe chiudere gli occhi.
Non vuole che lui vada via. È ancora presto. La visione di lui l’appaga ogni
volta. Le dà pace. Si, deve essere proprio un angelo. Ma gli occhi non vogliono
saperne di rimanere aperti, e mentre si chiudono, sente lui, che ancora le bacia
la fronte. Forse un tempo si amavano? Sorride nel sonno, mentre lui dice “Ti
amo”
Da oltre la finestra, lui osserva la neve scendere, e
parla con lei. “È un miracolo”
Lei lo sente. Lui è nel suo sogno, deve solo
continuare a seguire la sua voce. Se no
svanirebbe.
“Ho espiato i miei peccati. Cercavo perdono anche in quel
Natale di tanti anni fa. Lo ricordi, Buffy?”
Lei sorride mentre dorme. Nel suo sogno, sa che ora
può parlare con lui. Lo ricordo,
Angel
Anche lui sorride. Dalla tasca del cappotto, porta
fuori un anello, prende la sua mano e la bacia. All’annullare di Buffy, ora
brilla un claddagh. “Siamo liberi adesso. Il perdono è
arrivato”
Rimane seduto accanto a lei, ma sa che deve andare.
Per lui, non è mai stato facile lasciarla.
La guarda dormire ancora per un po’. Le accarezza i capelli, poi esce dalla stanza in punta di piedi.
Cammina lentamente, le mani in tasca, la testa china.
Una donna vestita di bianco, lo guarda con malinconica tenerezza. Solleva la
testa e le sorride. Lui, oggi è quasi
felice.
Gli ospedali sono tutti uguali. Lo stesso identico
colore e lo stesso identico odore. Qui però si sente a casa. Lo conoscono tutti.
Sono anni che va e viene. È qui che abita Buffy,
adesso.
Sa che il suo tempo terreno è terminato. Non sa
esattamente quanto tempo ha ancora. Dipende dal tempo di Buffy. Sorride. Per
lui, la vita e la morte, dipendono sempre
da Buffy. Ha fatto ammenda. Finalmente. Ha lavato con lacrime e
sangue, tutti i suoi peccati. Ora è arrivato il loro tempo. Deve lasciare questo
piano di esistenza. Ma questa volta non sarà solo. Porterà anche Buffy con sé.
Per questo è qui. È venuto a riprenderla. Finalmente.
L’infermiera fa un piccolo cenno con la testa "Credo
che oggi sapesse, che sarebbe venuto"
Poi d’un tratto, tutti corrono verso una luce rossa.
Lampeggia sulla porta della stanza di Buffy. Lui sente un allarme provenire
dalla stessa direzione. È assordante. Segue la folla di camici bianchi, ma non è
spaventato. Sorride mentre si avvicina al letto e si china su lei. L’infermiera
scuote la testa. “È la fine” dice. Buffy apre gli occhi e lo vede “È l’inizio”
dice.
Prima di richiudere gli occhi per sempre, sorride e lo
chiama. “Angel, sei qui.”
“Sono qui, Buffy.”
Non sente più il
suo cuore battere. Lui sorride, perché sa, che dove stanno andando, loro saranno
felici. La prende in braccio. Insieme vanno incontro all’alba. Lui arde di pura
e perfetta felicità, nel sole benefico, che lo purifica. Lui Brucia. Fa meno
male, con la neve tutto intorno, stringendo fra le braccia la donna che ami.
Sono liberi adesso.
Sulla neve, ora
brillano due claddagh.
È tutto ciò che
rimane di loro. Il loro ultimo legame terreno, che neppure il fuoco può consumare.
Nessuno ha mai potuto recidere quel legame. Neanche loro
due.
Camminano, mano
nella mano, ora.
Intravedono un
sentiero. È il loro. Lo percorreranno insieme, perché quel sentiero ha un cuore.
È sempre stato così per Angel e Buffy. Hanno sempre camminato, solo lungo
sentieri che avevano un cuore, lungo qualsiasi sentiero che abbia avuto un
cuore. Perché la sola prova che per loro valeva, era attraversarlo in tutta la
sua lunghezza. Ovunque li avesse portati.
Lungo quel
sentiero si inoltrano. E qui ora camminano, guardando, guardando senza
fiato.
≈◦ ≈ ◦ ≈
≈◦ ≈ ◦ ≈
Fine?
No,
questo è soltanto l’inizio..
Buon Natale a tutti