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Autore: Ely_fly    21/12/2012    3 recensioni
Natale è alle porte anche per i nostri eroi preferiti...
E soprattutto per un certo mutaforma verde e una mezzo-demone di nostra conoscenza. Cosa succederà? Troverà Beast Boy il regalo adatto per Raven?
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beast Boy, Raven, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Star? Posso chiederti un consiglio?»
 
Starfire sollevò lo sguardo dalla rivista di moda che stava leggendo, incuriosita dall’insolito tono di voce di Beast Boy.
«Ma certo, Beast Boy!» esclamò, contenta. Era sempre felice di aiutare i suoi amici.
«Ehm… Ecco… Mi chiedevo…» balbettò impacciato il mutaforma verde, grattandosi la nuca imbarazzato.
«Sì?» lo incalzò lei, cominciando a capire. Sicuramente c’entrava Raven. Era da un po’ che B.B.  si comportava stranamente quando la maga si trovava nella sua stessa stanza. Le scappò un sorriso.
«Be’, sì, ecco… Mi piacerebbe sapere…»
«Cosa, Beast Boy?» domandò lei con il suo tono più ingenuo.
«Ehm… S-Se hai qualche idea su cosa potrei regalare a Rae per Natale.»
L’ultima parte di frase l’aveva pronunciata con un tono così basso che probabilmente nemmeno lui aveva capito.
«Cosa? Non ho capito» gli fece infatti notare Starfire.
«Cosa posso regalare a Rae per Natale?» strillò il ragazzo a pieni polmoni, attirando l’attenzione di Cyborg e Robin.
«Ho capito bene? Un regalo a Rae?» domandò Cyborg, fissando l’amico con un’espressione severissima, da fratello maggiore geloso.
«È ammirevole come tu ti stia applicando in questa ricerca, Beast Boy. Se ti applicassi anche solo la metà negli allenamenti…» commentò Robin. Beast Boy si era rivolto anche a lui, in qualità di migliore amico della maga, ma la cosa non si era rivelata molto redditizia. Il ragazzo-meraviglia stava già faticando per pensare al suo regalo per Raven, senza doverci aggiungere quello del mutaforma.
Il ragazzo verde li ignorò, guardando con aria supplice l’aliena: «Allora?» chiese.
«Be’, ecco… Raven è così…» cominciò la ragazza, ma venne interrotta da una voce dietro di lei.
«Così come?»
«Raven!» squittì la ragazza con i capelli rossi, saltando in aria dallo spavento.
«Proprio io. Stavi dicendo, Star?» replicò la ragazza dai capelli viola, scostandosi dalla porta, dove si era fermata a braccia incrociate, per raggiungere Cyborg e Robin sul divano.
«Niente, assolutamente niente! Beast Boy mi ha chimmmpf!»
L’aliena venne zittita dal mutaforma verde, che le aveva tappato la bocca con una mano.
Raven guardò Beast Boy.
Beast Boy guardò Raven.
Ma non durò più di due secondi, perché il ragazzo abbassò lo sguardo, arrossendo. Guardare la maga negli occhi gli faceva sempre quest’effetto.
 «Cosa stava dicendo Star?» domandò la mezzo-demone, con un tono che lasciava trasparire tutta la sua irritazione.
«Assolutamente niente!» mentì B.B., eludendo lo sguardo penetrante di Raven.
Per sua fortuna, l’allarme cominciò a suonare e Robin balzò in piedi, gridando: «Titans, go!»
I cinque ragazzi si catapultarono fuori dalla stanza, Beast Boy sorridendo come un ebete al pensiero dello scampato pericolo.
Ma la maga gli sibilò all’orecchio: «Riprenderemo questo discorso… Dopo.»
Il ragazzo deglutì rumorosamente, fermandosi di colpo. «A-iu-to» sillabò, senza fiato.
«Beast Boy, sbrigati!» gli urlò dietro Robin.
 
Un paio di ore dopo i ragazzi erano di ritorno, stanchi e sporchi come non mai, ma vittoriosi (come esclamò Starfire).
Ognuno si diresse verso la propria camera, con l’intenzione di farsi una doccia.
Beast Boy però acchiappò Starfire per un braccio e la costrinse a fermarsi.
«Star, ti prego. Aiutami!» le bisbigliò concitato.
«Beast Boy… Non ne ho idea… Anzi, sì! C’è un vestito che abbiamo visto insieme, al centro commerciale, che le farebbe molto piacere.»
«Dove l’hai visto?» quasi gridò il ragazzo. Aveva trovato il regalo per Raven con una settimana d’anticipo! C’era di che festeggiare per ore, come poteva Starfire non capirlo?
«In un negozio piuttosto piccolo…» e l’aliena si lanciò in una dettagliata descrizione del negozio e poi dell’abito. Alla fine a B.B. sembrava di vederlo davanti ai suoi occhi.
«È perfetto» mormorò con fare pensoso. Fece un cenno di ringraziamento a Star, poi sparì verso la sua camera. Era appena arrivato davanti alla porta quando lo colpì un pensiero: non sapeva la taglia di Rae!
Come fare? Poteva tornare da Star, ma dubitava che anche l’aliena lo sapesse, era raro che Raven mettesse in giro informazioni su di sé. L’unica cosa che gli restava da fare era passare all’azione.
Sorridendo con fare sospetto entrò in camera sua e si lavò velocemente, indossando poi degli abiti normali. Erano nettamente più comodi delle divise, per stare in casa, avevano convenuto tutti quanti.
Sempre con un sorriso stampato sulla faccia si avviò verso la camera di Raven.
Una volta davanti alla porta il suo sorriso vacillò per un istante, ma riprese immediatamente la sua stabilità quando il ragazzo non ottenne nessuna risposta.
Con nonchalance digitò il codice, sottratto a Robin mentre dormiva ed aprì la porta della maga. Sgusciò dentro, nel timore di essere visto, chiuse la porta e si voltò…
 
… Per trovarsi davanti una Raven piuttosto arrabbiata che indossava soltanto… Un asciugamano?
 
«BEAST BOY!!!!!!!!!!!!» L’urlo della maga riecheggiò in tutta la torre, facendo accorrere i Titans davanti alla sua porta.
 
Lo spettacolo che si trovarono davanti una volta apertala fu piuttosto divertente: Raven urlava come una matta, facendo esplodere oggetti a caso, mentre Beast Boy la guardava come in preda ad una visione mistica. I tre ragazzi non poterono fare a meno di scoppiare a ridere.
Pessima scelta, perché la maga si voltò verso di loro, il viso trasformato dalla rabbia e ringhiò: «Non ci vedo niente di divertente. Uscite immediatamente da qui! Subito!»
I tre Titans non poterono fare a meno di obbedirle e trascinarono B.B. con loro.
La porta si richiuse dietro di loro con uno schianto secco.
 
«Allora, Beast Boy, che stavi cercando di fare?» domandò Robin, una volta raggiunta la sicurezza della stanza comune.
«Niente!» esclamò il mutante.
«B.B….» lo minacciò Cyborg con un ringhio.
Il ragazzo verde si raggomitolò su se stesso, spaventato. Cyborg in versione fratello maggiore era qualcosa di terrificante.
«Andiamo, non volevo fare niente! Di sicuro non volevo vederla senza niente addosso!» gridò esasperato. “Perché no?” gli disse la sua coscienza, coinvolgendolo in una serie di fantasie che in televisione avrebbero richiesto il divieto per i minori di diciotto anni.
«Se stai immaginando qualcosa che ha a che fare con Rae, te stesso e pochi vestiti smetti immediatamente. O stasera avremo stufato di agnello in salsa verde, specialità della casa» lo mise in guardia il mezzo-robot, ottenendo come effetto immediato un asciugamento rapido della bava che era andata spargendosi sul pavimento.
«Allora, cosa stavi facendo?» chiese ancora Robin, accomodandosi sul divano.
«Stavo… Cercando… Di, ehm, di scoprire la taglia di Rae» confessò il mutaforma, con una vocina sottilissima.
«Che cosa?» domandarono all’unisono i due ragazzi, guardandolo stupefatti. Non se lo sarebbero mai aspettato da Beast Boy!
«Mi serve per il suo regalo di Natale! Devo comprarle un vestito, ma non so la taglia!» si mise subito sulla difensiva il ragazzo, appoggiato da Starfire, che annuiva, senza osare aprir bocca nel timore di scoppiare a ridere al ricordo della scena appena svoltasi.
«Spera per te che sia davvero così» gli disse Cyborg con voce cavernosa, prima di andare a preparare la cena per tutti.
«Ma andiamo! Ti sembra che io possa essere un guardone?» gli strillò dietro il mutante.
 
«Direi proprio di sì» gli giunse in risposta dalla porta.
Riconoscendo la voce, anche se alterata dalla rabbia, Beast Boy fece un salto di qualche centimetro.
Raven.
Quella ragazza aveva un talento naturale per coglierlo di sorpresa, eludendo i suoi sensi animali.
La maga lo ignorò e lo superò sinuosamente per raggiungere Cyborg in cucina, sfiorandolo con un lembo della camicia aperta su un semplice top nero e lasciando dietro di sé una scia di profumo di lillà e vaniglia.
Poco ci mancò che il ragazzo svenisse. Per sua fortuna Starfire lo acchiappò al volo e lo depositò sul divano tra lei e Robin, che si sporse con fare confidenziale verso il mutante e gli disse: «Comunque, se fossi in te, mi scuserei.» Dopodiché raggiunse il telecomando e accese la tv su un reality show di cucina.
 
Beast Boy rimase a guardare lo schermo con occhi vacui per un po’, lanciando comunque delle lunghe occhiate a Raven con la coda dell’occhio.
“Che taglia potrà mai avere? Pensa, B.B., pensa!”
«Cosa stai guardando?» gli chiese la maga all’improvviso, facendolo sobbalzare, colpevole. Alzò gli occhi e la vide, con le mani sui fianchi, a guardarlo in cagnesco.
Beccato in pieno.
“Complimenti, B.B., sei un genio. Un vero e proprio genio!” si maledisse mentalmente.
«Niente!» si affrettò a rispondere, scappando via dalla stanza e dallo sguardo penetrante di quei due meravigliosi occhi blu-viola che tormentavano i suoi sogni da qualche mese a quella parte.
 
“Certo che se non facesse così l’idiota alle volte…” pensò Raven, guardandolo allontanarsi con un che di tenero negli occhi. Che sparì non appena si rese conto di quel  che aveva pensato.
Nella sua mente, Amore e Felicità improvvisarono un balletto di gioia.
 
Una volta in corridoio si fermò per riprendere il fiato che non si era reso conto di aver trattenuto.
Stava per andare in camera sua a deprimersi e a cercare un modo per scoprire la taglia di Rae, quando all’improvviso gli venne un’idea.
Zitto zitto, si diresse verso la camera della maga e una volta davanti alla porta, scivolò nella stanza senza il minimo rumore. Stavolta niente gli avrebbe impedito di ottenere ciò che cercava!
Quatto quatto, si avvicinò all’armadio nero che campeggiava contro una parete e stava per aprirlo quando sentì la porta aprirsi. Con un’imprecazione piuttosto colorita, si trasformò in un ragno e si nascose sopra l’armadio stesso.
 
Da lassù vide la maga entrare nella stanza, per poi dirigersi proprio verso l’armadio. Terrorizzato, si nascose ancor di più, nel timore di essere visto e di nuovo sgridato dalla ragazza.
Raven aprì l’armadio, borbottando qualcosa a proposito di Starfire e di una maglietta che aveva promesso di prestarle. La sentì rovistare per un po’ tra i vestiti, imprecando di tanto in tanto contro una particolare maglietta che si era incastrata nel braccialetto che portava al polso (un regalo di Robin dopo che Trigon era stato sconfitto, a ricordo del legame che si era formato tra loro. Era il primo regalo che Raven avesse accettato da chiunque) o con una camicia i cui bottoni avevano osato imprigionare i suoi capelli.
Finalmente sembrò trovare quel che cercava, perché riemerse dall’armadio con una maglietta viola tra le mani.
«Raven? Posso entrare? Hai trovato la maglietta?» si sentì chiamare la voce di Starfire.
«Eccomi, Star! L’ho trovata, spero ti vada bene, anche se non abbiamo la stessa taglia» le rispose pacata la maga, ravvivandosi i capelli e lanciando un’occhiata allo specchio prima di uscire dalla stanza.
 
Una volta assicuratosi che la porta fosse serrata, Beast Boy tornò alla sua forma umana e spalancò l’armadio di Rae.
Rimase a bocca aperta: pensava che quello di Star fosse pieno, ma quello era a un passo dall’esplosione! C’era di tutto: magliette, pantaloni, camicie, gonne, vestiti… Vestiti? Non l’aveva mai vista indossarne uno… Guardando tutto quell’ambaradan si pentì del suo regalo. Non l’avrebbe mai messo. Tanto valeva non comprarle niente.
Stava per uscire dalla stanza quando il suo orgoglio lo richiamò indietro: “Ti sembra una cosa da fare? Dopo tutta la fatica che hai fatto! Adesso tu torni indietro e guardi questa benedetta taglia! E domani vai al negozio e compri quel benedetto vestito!”
Così, tornò di nuovo all’armadio e guardò, con imbarazzo crescente, l’etichetta attaccata ad uno dei vestiti appesi alla sbarra. “Taglia 40, perfetto! Vai!” si lasciò sfuggire un grido di gioia mentale, guai se qualcuno l’avesse sentito!, prima di avviarsi tutto contento verso l’uscita.
Appena si trovò nel corridoio andò a sbattere contro qualcuno: «Scusa!» esclamò con voce entusiasta. Niente poteva impedirgli di essere felice, ormai!
Tranne, ovviamente, andare a schiantarsi contro Raven, che lo guardava astiosa dal pavimento: «Che stavi facendo, Beast Boy? Sei entrato in camera mia per caso?»
«Assolutamente no! Cosa te lo fa pensare?» domandò il mutaforma, cercando di svicolare.
«Per esempio il fatto che tu sia davanti alla mia porta con un atteggiamento a dir poco sospetto?» replicò logicamente la maga.
«Mi sento offeso da questa tua mancanza di fiducia nei miei confronti, Rae!» declamò teatralmente il ragazzo, portandosi una mano al cuore e facendo una smorfia di dolore.
«Come no» rispose lei, tirandosi su dal pavimento.
«Comunque… Ehm… Volevo chiederti scusa per prima» balbettò Beast Boy, aiutandola ad alzarsi, nonostante la ragazza fosse già quasi in piedi, prima di scappare via imbarazzato.
“Chi lo capisce è bravo” pensò Raven, guardandolo allontanarsi.
 
 
 
- Notte di Natale-
«Oh, buon Natale amici! Ecco i miei regali!» esclamò contenta Starfire, mostrando ai suoi amici un mucchio di pacchetti rosa con sgargianti fiocchi arancioni.
I Titans West e i loro ospiti (i Titans East e tutti gli altri Titans onorari) li guardarono increduli, prima di avvicinarsi e cercare il proprio regalo.
«Ehm, grazie mille, Star. Non dovevi» la ringraziò educatamente Argent, tirando fuori dalla sua scatola una maglietta rosa shocking. Decisamente non nel suo stile.
«Non ti preoccupare, per me è stato un piacere! Spero che vi piacciano» trillò l’aliena, dirigendosi verso un pacco scuro con un fiocco bordeaux che portava il suo nome.
«Questo da parte di chi è?» domandò, prendendolo in mano.
Tutti i presenti si guardarono con occhiate perplesse, notando che anche a loro erano stati recapitati quegli strani pacchetti.
«S-Sono miei» spiegò Raven, pungolata da Coraggio nella sua mente.
Non fece a tempo a dirlo che Starfire le si gettò addosso, stritolandola in un abbraccio spezza ossa, ringraziandola a voce altissima.
«Star… Non… Res… Piro!» rantolò la maga, ormai prossima al blu.
«Oh, scusa Raven. Non vedo l’ora di sapere cos’è, posso aprirlo?» chiese entusiasta la ragazza dai capelli rossi, liberandola.
«Certo che puoi aprirlo, Star. Non morde» le rispose l’altra, sistemandosi i capelli, sfuggiti dalla coda di cavallo per l’irruenza dell’abbraccio.
Starfire lanciò un gridolino di gioia e si gettò sul pacco, seguita a ruota da tutti gli altri ragazzi nella sala, che cominciarono a ringraziare la maga, prima di restare a bocca aperta davanti ai regali: erano proprio quello che desideravano!
«Grazie mille, Raven!» esclamò contenta Argent, tirando fuori dalla scatola una gonna scozzese bianca e nera con camicia coordinata. Quello sì che era il suo stile!
Ben presto anche gli altri ragazzi ringraziarono la ragazza, chi abbracciandola (come Cyborg, che la stritolò nel suo abbraccio fraterno) o chi semplicemente con una mano sulla spalla (come Robin, che le sorrise) o un “grazie” entusiasta.
L’unico a non muoversi dal suo posto fu Beast Boy, che aveva notato che si stava avvicinando il momento di darle il suo regalo. Deglutì rumorosamente, poi si avviò all’albero di Natale e…
… Nascose il suo regalo per lei.
Nessuno sembrò accorgersi di quel che aveva fatto e la festa continuò fino all’alba, quando ormai molti dei ragazzi cominciarono ad addormentarsi sui divani ad U della Main Ops Room.
Pian piano, detta sala cominciò a svuotarsi e in breve rimasero solo Raven, che si sentiva ancora perfettamente sveglia e Beast Boy, che aveva aspettato solo quel momento.
 
Mentre la maga era girata, con un movimento furtivo prese il suo pacchetto da sotto l’albero e si portò alle spalle della ragazza, con un sorriso imbarazzato.
Raven si girò e si trovò davanti un pacchetto incartato in una carta blu con un fiocco d’argento sopra.
«Cos’è?» domandò disorientata, alzando lo sguardo sul ragazzo davanti a lei, che la superava ormai di una testa e mezza.
«Un regalo. Da una persona intelligente come te non mi aspettavo una domanda del genere» le rispose Beast Boy, inarcando un sopracciglio.
«Questo lo vedo, ma… È per me?» chiese di nuovo la ragazza guardando il mutante davanti a lei.
«Ehm… Sì. Da parte mia. Buon Natale» replicò il ragazzo, lasciandole il pacchetto in mano e scappando verso la porta, dove si fermò per un istante.
Sentì la ragazza scartare il regalo e la sentì trattenere il fiato.
Fece un sorriso amaro, poi fece per uscire dalla stanza. Ma sentì qualcosa trattenerlo e si voltò: era Raven, che stringeva il vestito a sé con una mano, mentre con l’altra tratteneva il suo polso.
«Beast Boy… Grazie» mormorò, con un lieve rossore sulle guance, distogliendo lo sguardo da lui e liberandogli il polso.
Poi fece una cosa che né lei né Beast Boy si sarebbero mai aspettati (Felicità e Coraggio ridacchiarono colpevoli nella mente della ragazza, mentre Amore era entrata in estasi): lo abbracciò.
Stupito, il ragazzo rimase un attimo bloccato, poi l’abbracciò a sua volta, stringendola a sé come se la maga potesse sparire da un momento all’altro.
Dopo un tempo che parve infinito, Raven si mosse tra le sue braccia, cercando di liberarsi dalla sua stretta, ma Beast Boy non la allentò nemmeno di un millimetro. Anzi, la strinse ancora di più, bisbigliandole all’orecchio: «Ti piace davvero?»
«Sì» soffiò la ragazza nel suo orecchio, facendogli scorrere i brividi lungo la schiena.
«Sono contento» replicò lui, continuando a stringerla, sentendosi rilassato.
«Beast Boy…»
«Chiamami B.B.» le disse il ragazzo.
«Ehm… Okay. B.B., mi lasceresti andare?» ricominciò lei, un pochino imbarazzata.
«No» rispose lui, testardamente.
«Come?» chiese lei, sbigottita.
«Voglio convincermi che non sia un sogno» spiegò il mutaforma.
«E se io te ne dessi una prova, mi lasceresti andare?» chiese la maga.
«Mh-mmh» annuì il ragazzo.
Raven allora si districò dall’abbraccio e gli posò un bacio lieve sulle labbra.
 
Beast Boy spalancò gli occhi, guardandola come se la vedesse per la prima volta.
Lei fece un sorriso imbarazzato e indicò qualcosa sopra le loro teste: «È tradizione» disse poi semplicemente, sgattaiolando via dalle sue braccia e dirigendosi verso la sua stanza, con il vestito ancora stretto a sé.
«Buonanotte e… Buon Natale» sussurrò, prima di sparire nell’oscurità.
Il mutante alzò lo sguardo: vischio.
Vischio.
Rimase lì a guardarlo incredulo, poi la sua coscienza lo obbligò a schiodarsi da lì per seguire la maga.
La trovò accanto alla porta della sua stanza e la trovò semplicemente bellissima con i capelli raccolti in una semplice coda e il vestito rosso e oro che le aveva comprato Star per quella serata.
La raggiunse di corsa, facendole alzare gli occhi dalla serratura della sua camera.
«Beast…» cominciò a dire, ma venne interrotta dalle labbra ruvide del ragazzo sulle sue.
Spalancò gli occhi e stava per staccarsi da lui, quando il suo vero io venne preso in ostaggio dai suoi cloni mentali. Allora chiuse gli occhi e si lasciò andare.
In fondo era da una vita che aspettava un momento del genere.
 
 
Il mattino dopo, Beast Boy si svegliò in una stanza che decisamente non era sua. Troppo buia e troppo ordinata per essere la sua.
Poi sentì qualcosa pesargli sullo stomaco e voltandosi a fatica vide un braccio sottile appoggiato sulla sua pelle verde.
Spostando lo sguardo vide anche una testa viola tutta scarmigliata e un viso pallido ma felice.
Trattenne a stento una risata, per paura di svegliarla e si raggomitolò accanto a lei.
 
“Vischio. Chi l’ha messo è un genio” pensò, prima di riaddormentarsi.
 
  
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